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Diritti umani, informazione e comunicazione

Informazioni aggiornate periodicamente da redattori e forumisti

Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/11/2012, 15:06

dal FATTO:


Repubblica cancella il post di Odifreddi su Israele. Lui lascia: “Meglio fermarsi”

Il matematico aveva scritto parole dure sul conflitto in Medio Oriente accusando lo Stato ebraico di "logica nazista", ma il suo intervento è scomparso dopo 24 ore. Oggi il saluto ai lettori: "Continuare sarebbe un problema. D’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso o scrivo può non essere gradito a coloro che lo leggono"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 20 novembre 2012

Un post pubblicato domenica. Tema: il conflitto israelo-palestinese che in questi giorni sta vivendo un’altra pagina dai toni drammatici. Una presa di posizione molto dura nei confronti dello Stato ebraico, accusato di “logica nazista” nei confronti dei palestinesi. Ma la rimozione del suo intervento dal sito di Repubblica.it ha colto di sorpresa Piergiorgio Odifreddi (matematico, divulgatore scientifico, diventato noto anche per le sue posizioni critiche alla Chiesa cattolica). Ieri sera, infatti, il suo post nel blog “Il non senso della vita” non c’era più. Tanto è bastato, comunque, perché Odifreddi decidesse di scrivere un ultimo intervento, di commiato, per salutare i numerosi lettori che lo hanno seguito fin qui. D’altronde l’intervento in un blog non riflette la linea editoriale del giornale, che del resto nei casi più controversi – come potrebbe essere questo – può scegliere di pubblicare due interventi in antitesi (l’uno che intende confutare l’altro), davanti ai quali i lettori possono confrontarsi.

“Per 809 giorni Repubblica.it ha generosamente ospitato le mie riflessioni – scrive Odifreddi nel suo saluto – che spesso non coincidevano con la linea editoriale del giornale, e ha offerto loro l’invidiabile visibilità non solo del suo sito, ma anche di un richiamo speciale nella sezione Pubblico. Da parte mia, ho approfittato di questa ospitalità per parlare in libertà anche di temi scabrosi e non politically correct, che vertevano spesso su questioni controverse di scienza, filosofia, religione e politica. Naturalmente, sapevo bene che toccare temi sensibili poteva provocare la reazione pavloviana delle persone ipersensibili. Puntualmente, vari post hanno stimolato valanghe (centinaia, e a volte migliaia) di commenti, e aperto discussioni che hanno fatto di questo blog un gradito spazio di libertà. Altrettanto naturalmente, sapevo bene che la sponsorizzazione di Repubblica.it poteva riversare sul sito e sul giornale proteste direttamente proporzionali alla cattiva coscienza di chi si sentiva messo in discussione o criticato”.

“Immagino che il direttore del giornale e i curatori del sito abbiano spesso ricevuto lagnanze, molte delle quali probabilmente in latino – ammette – Ma devo riconoscere loro di non averne mai lasciato trasparire più che un vago sentore, e di aver sempre sposato la massima di Voltaire: ‘Detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo’. Mai e sempre, fino a ieri, quando anche loro hanno dovuto soccombere di fronte ad altre lagnanze, questa volta sicuramente in ebraico”. Ma poi, ieri, ecco la cancellazione del post che “non è, di per sé, un grande problema: soprattutto nell’era dell’informatica, quando tutto ciò che si mette in rete viene clonato e continua comunque a esistere e circolare. Non è neppure un grande problema il fatto che una parte della comunità ebraica italiana non condivida le opinioni su Israele espresse non soltanto da José Saramago e Noam Chomsky, al cui insegnamento immodestamente mi ispiro, ma anche e soprattutto dai molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del loro governo, ai quali vanno la mia ammirazione e la mia solidarietà”.

“Il problema, piccolo e puramente individuale, è che se continuassi a tenere il blog, d’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso o scrivo può non essere gradito a coloro che lo leggono: qualunque lingua, viva o morta, essi usino per protestare – Dovrei, cioè, diventare ‘passivamente responsabile’, per evitare di non procurare guai. Ma poiché per natura io mi sento ‘attivamente irresponsabile’, nel senso in cui Richard Feynman dichiarava di sentirsi in Il piacere di trovare le cose, preferisco fermarmi qui”. “Tenere questo blog è stata una bella esperienza, di pensiero e di vita, e ringrazio non solo coloro che l’hanno ospitato e difeso, ma anche e soprattutto coloro che vi hanno partecipato – conclude Odifreddi – La vita, con o senza senso, continua. Ma ci sono momenti in cui, candidamente, bisogna ritirarsi a coltivare il proprio giardino”.

Ma la scomparsa improvvisa del post aveva scatenato proprio i frequentatori più assidui del blog di Odifreddi che, utilizzando lo spazio del suo articolo precedente, non solo hanno chiesto insistentemente al matematico come mai quel testo fosse stato rimosso, ma lo hanno copiato e incollato a beneficio di chi non l’avesse letto. A quel punto, certo, si è sviluppato il dibattito tra chi è d’accordo con la tesi di Odifreddi e chi non lo è. ”Non c’era nessun delirio antisemita, filoislamico, comunista. Solo una condanna alla violenza” scriveva B.dg. ”Il post – secondo Giulioru – è un minkiata se l’ha o gliel’hanno tolto hanno fatto bene, non per i contenuti che sono aleatori come tutte le informazioni che ci imboccano, ma per l’uso di paragoni matematici che sono infantili e inopportuni. Uno, 10, 100 non è questione di moltipliche ma di follia umana che non ha formule né tempo né luoghi”.

I lettori del blog ora commentano invece l’addio del matematico al blog: “Con l’ultimo thread non ero d’accordo, come ho scritto – interviene Nivadi – Ciò non toglie che desidero continuare a leggere osservazioni non convenzionali e stimolanti facci sapere dove potremo leggerti. Smetterò di leggere il sito di Repubblica”. “Che gran peccato, il suo blog mi ha sempre offerto dei grossi spunti di riflessione – dice lucajeck_01 - A volte mi sono trovato in disaccordo con le sue vedute, ma è stato un piacere anche quello, poter testare il mio senso critico su argomenti complessi o comunque su punti di vista particolari è stato stimolante”.

Di seguito il post di Odifreddi cancellato dal blog

Dieci volte peggio dei nazisti (18)
Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.

Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.

In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.

Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?

Piergiorgio Odifreddi


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Odifreddi, più un calcolo che un diritto, di Stefano Menichi

Messaggioda franz il 22/11/2012, 9:38

“Odifreddi, più un calcolo che un diritto” di Stefano Menichini da Europa del 21 novembre 2012
Posted on 21 novembre 2012

Il caso Odifreddi-Repubblica – di cui un tempo si sarebbe occupata una ristretta cerchia di addetti ai lavori – vale oggi come test di un paio di fenomeni a proposito della libertà d’espressione.
Il primo fenomeno attiene all’uso politico e relativo di un valore che si vorrebbe assoluto.

Repubblica è il leader indiscusso delle campagne per la libertà di stampa e d’opinione. Il suo sito web è da anni, caso unico fra le grandi testate internazionali, luogo di mobilitazione permanente contro le censure e gli svariati attentati all’articolo 21 della Costituzione perpetrati prima da Berlusconi e ora dalla classe politica nel suo insieme. Intorno a questa pietra Repubblica ha edificato la propria identità e aggregato una comunità.

Non appena però la direzione del giornale ha osato prendere una decisione di tipo ordinario (la cancellazione di un articolo giudicato inaccettabile), è partito l’assalto a questo primato valoriale da parte del Fatto. Era già accaduto per lo scontro sulle prerogative del capo dello stato, con Travaglio pronto a scalzare Mauro dalla leadership del “partito dei giudici” (tentativo maldestro, visto come poi è andata fra Ingroia e i colleghi magistrati).

Anche stavolta, nonostante le migliaia di commenti pro-Odifreddi ospitati dal Fatto, il tentativo risulterà marginale. Istruttivo, però, su quanto sia sfuggente, manipolabile e strumentalizzabile il concetto di libertà d’opinione: le posizioni si capovolgono facilmente.

La seconda lezione riguarda la rete e il concetto di libertà che vi alberga. Nel post, Odifreddi scriveva alcune banali e consunte scempiaggini sull’equiparazione fra stragi naziste e raid israeliani su Gaza, cinicamente pretendendo di applicare un calcolo matematico dal quale discendeva la maggiore gravità dell’operato di Tsahal rispetto alle SS. Non appena la notizia della cancellazione (e della rinuncia di Odifreddi al blog) s’è diffusa, Repubblica è stata crocefissa sul web come negatrice di un diritto fondamentale di parola. Un diritto che si pretende assoluto, sganciato dalle regole imposte dal rispetto, sottratto al diritto di vaglio di un direttore, di una testata, di un editore (tralasciamo gli immancabili riferimenti razziali, suggeriti dal medesimo Odifreddi).

C’è qualcosa di primitivo in questa idea di libertà irresponsabile e insindacabile. L’abbiamo già vista all’opera in difesa del negazionismo della Shoah: vogliamo ricominciare per un professore vocato alla provocazione?

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 23/11/2012, 16:33

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La storia di Emergency...

Messaggioda flaviomob il 27/11/2012, 10:28



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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 29/11/2012, 12:49



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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/11/2012, 0:50

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STORICO VOTO SULLA PALESTINA ALL' ONU
Con 138 sì, 9 no e 41 astenuti.

Abu Mazen: crediamo nella pace.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 04/12/2012, 12:14

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Cranky

Messaggioda flaviomob il 08/12/2012, 13:01

Trovata nella "rete".


" Cranky " - uomo vecchio .....

Cosa vedi infermiera ? ... Cosa vedete ?
Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
" Un povero vecchio " .... non molto saggio ...
con lo sguardo incerto ed occhi lontani ...
Che schiva il cibo .... e non da risposte ....
..... e che quando provi a dirgli a voce alta :
.... " almeno assaggia " !!!
sembra nulla gli importi di quello che fai per lui ....
Uno che perde sempre il calzino o la scarpa ....
.... che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui ....
per fargli il bagno , per alimentarlo ...
e la giornata diviene lunga ....

Ma cosa stai pensando ? .... E cosa vedi ??
.... Apri gli occhi infermiera !! ....
perchè tu non sembri davvero interessata a me ....
Ora ti dirò chi sono .... mentre me ne stò ancora seduto quì
a ricevere le tue attenzioni ... lasciandomi imboccare per compiacerti.
" Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre
ed una madre ,
Fratelli e sorelle che si voglion bene ....
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi ....
che sogna presto di incontrare l'amore ....
A vent'anni sono già sposo ... il mio cuore batte forte ....
giurando di mantener fede alle sue promesse ....
A venticinque ....ho già un figlio mio ....
che ha bisogno di me e di un tetto sicuro ,
di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto .... velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento
che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto
e se ne và, ma la mia donna mi stà accanto ....
per consolarmi affinchè io non pianga.
A poco più di cinquant'anni ... i bambini mi giocano attorno
alle ginocchia .....
Ancora una volta , abbiamo con noi dei bambini io
e la mia amata..
Ma arrivano presto giorni bui .... mia moglie muore .....
.... guardando al futuro rabbrividisco con terrore ....
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
..... e così penso agli anni vissuti ... all'amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio ... e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia ... con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola ...
grazia e vigore mi abbandonano.
Ora c'è una pietra ... dove una volta ospitavo un cuore.
Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane
uomo vive ancora ....
e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia ....
Mi ricordo le gioie ... ricordo il dolore.
Io vorrei amare, amare e vivere ancora ....
ma gli anni che restano son pochissimi ....
tutto è scivolato via ..... veloce !!!
E devo accettare il fatto che niente può durare .....

Quindi aprite gli occhi gente .... apriteli e guardate ....
.... " Non un uomo vecchio " .....
avvicinatevi meglio e ... vedete me !!!


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda ranvit il 08/12/2012, 13:06

Bellissima e....realissima :cry:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 13/12/2012, 12:51

URGENT ACTION

WOMEN AT RISK OF TORTURE FOR BELIEFS

Seven women are being arbitrarily detained in an enforced drug rehabilitation camp in China on account of their religious beliefs: they are all Falun Gong practitioners. They are at risk of torture.

15 Falun Gong practitioners were initially detained on 10 September, when plain clothed police officers conducted raids on two homes in Jiamusi City in Heilongjiang province where Falun Gong practitioners had gathered. The homes were ransacked and their possessions confiscated. No detention or arrest warrants were presented by the police, and their families were not notified of their detention. The following day nine women and one man remained in custody at the Jiamusi Detention Centre. Two of the individuals started a hunger strike during this time.

One month later, the ten individuals were assigned to two years’ re-education through labour (RTL) and transferred to camps on 11 October. Ren Shuxian, Zhao Juan, Zhang Shuying, Wang Yingxia, Cui Xiuyun, Xiang Xiaobo were sent to Harbin Women’s Drug Rehabilitation Labour Camp. One woman, Liu Lijie, is being kept in the same camp’s fourth brigade. Two of the women, Zhang Shuhua and Qiu Yujie, were rejected admission to the camp due to their poor physical condition, a result of their ill-treatment in the detention centre. For similar reasons, the only male, Zhang Limin, was also rejected admission to Suihua Forced Labour Camp. These three are therefore no longer in detention.

Contrary to what is required by Chinese regulations, the authorities have provided no formal statements of RTL assignment to the families of the detainees who, alongside two lawyers hired by two of the detainees, have been repeatedly refused access to the detainees since late September. The detained practitioners are at risk of torture and ill-treatment.

Most of those detained have previously spent many years in prison or re-education through labour camps as a result of their beliefs. Zhang Shuying was previously incarcerated in re-education through labour camps three times, Liu Lijie was previously detained three times and Wang Yingxia spent three years in prison.

Please write immediately in English, Chinese or your own language:

- Calling on the Chinese authorities to immediately release all seven individuals (naming them), as they are detained solely on the basis of exercising their freedom of belief;

- Ensuring that all those detained are not tortured or otherwise ill-treated while they are in custody

PLEASE SEND APPEALS BEFORE 15 JANUARY 2013 TO:

Director

Harbin Womens’ Drug Rehabilitation Camp

Zhang Hongyan

Harbin Jiedunuzu Laojiaosuo

Daowaiqu, Xianfenglufu, 239.

Harbin, Heilongjiangsheng

People’s Republic of China 150000

Tel: +86-0451-82415476 / 82436143

(Chinese only)

Salutation: Dear Director

Party Secretary

Political and Legal Affairs Committee

Liu Chen

Chang’anlu, Xiduan 2666

Jiamusishi, Heilongjiangsheng

People’s Republic of China 154000

Tel: +86 454 8224598 (Chinese only)

Salutation: Dear Party Secretary

And copies to:

Governor

Wang Xiangui

Zhongshanlu, 202 Harbin

Heilongjiangsheng

People’s Republic of China

Tel: +86 451 82622351, +86 451

82625015 (Chinese only)

Email: webmaster@hlj.gov.cn

Salutation: Dear Governor

Also send copies to diplomatic representatives accredited to your country. Please insert local diplomatic addresses below:

Name Address 1 Address 2 Address 3 Fax Fax number Email Email address Salutation Salutation

Please check with your section office if sending appeals after the above date. This is the first update of UA 266/12. Further information: www.amnesty.org/en/library/info/ASA17/034/2012/en

URGENT ACTION

WOMEN AT RISK OF TORTURE FOR BELIEFS
Additional Information

Falun Gong is a spiritual movement which gained large numbers of supporters in China during the 1990s. After it staged a peaceful gathering in Tiananmen Square in July 1999, the government outlawed the group and launched a long-term campaign of intimidation and persecution, directed by a special organization called the 610 Office. Tens of thousands of Falun Gong practitioners have been arbitrarily detained as a "threat to social and political stability" since the spiritual movement was banned.

Practitioners have been held in psychiatric hospitals, re-education through labour (RTL) facilities - a form of administrative detention imposed without charge, trial or judicial review, sentenced to long prison terms, and been held in specialized detention centres whose mission is to “transform” Falun Gong practitioners, a process through which they are coerced into renouncing their spiritual beliefs, often through the use of torture and ill-treatment.

Torture and other ill-treatment are endemic in all forms of detention, despite China’s ratification of the UN Convention against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment in 1988. Falun Gong sources have documented numerous deaths in custody of Falun Gong practitioners, believed to have been caused by torture and other ill-treatment.

Names: Liu Lijie, Ren Shuxian, Zhang Shuhua, Zhao Juan, Zhang Shuying, Wang Yingxia, Cui Xiuyun, Xiang Xiaobo, Qiu Yujie (all female) Zhang Limin (m)

Gender m/f: both


Further information on UA: 266/12 Index: ASA 17/054/2012 Issue Date: 4 December 2012


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