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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/02/2012, 15:37

da Repubblica:

San Vittore, 21enne suicida in cella
è il decimo caso in Italia da gennaio


Il giovane era in carcere con l'accusa di violenze sessuali e aveva più volte denunciato
pestaggi da parte degli altri detenuti. Dall'inizio dell'anno le morti in carcere sono 24
Il carcere di San Vittore

Un detenuto di 21 anni si è impiccato nel carcere di San Vittore. Lo riferisce l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che rimarca come il giovane "aveva più volte denunciato di aver subito violenze". Dall'inizio dell'anno sono dieci i detenuti che si sono tolti la vita e 24 i decessi avvenuti nelle carceri italiane.

"Il giovane - riferisce l'Osservatorio - era accusato di violenza sessuale, da quattro mesi era in carcere in attesa di giudizio, e aveva più volte denunciato di aver subito violenze. Dal carcere garantiscono comunque che il giovane era in isolamento e che quindi non poteva essere vittima di pestaggi o percosse". Aveva compiuto 21 anni da poche settimane. Quattordici i capi di imputazione, tra cui violenza sessuale e molestie ai danni di ragazze minorenni. Si era sempre dichiarato innocente e raccontava ai genitori di presunte percosse subite da altri detenuti.


---

E' gravissimo quanto successo, in quanto prevedibile. Nel codice dei detenuti esistono reati infamanti e chi ne è colpevole (in questo caso presunto, non essendoci una sentenza) viene notoriamente perseguitato anche in modo violento, tanto da determinare spesso crisi e tentativi di suicidio. Per questo alcuni detenuti stanno in un "raggio" di San Vittore separato dagli altri (il sesto, mi pare).


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda franz il 20/02/2012, 16:06

Ecco un tema che qui non abbiamo mai adeguatamente affrontato.
nel senso che, a parte le denunce (che sono a tonnellate) non vedo mai proposte di soluzione.
A parte amnistie e decreti svuota carceri, vogliamo una volta per tutti affrontare il problema afferrandolo per le corna?
Le carceri italiane sono gironi danteschi forse peggiori delle carceri turche.
Ma è mai possibile che in un paese in cui ogni anno ci sono milioni di denunce di delitti, ci sia posto nelle carceri per poche decine di migliaia di detenuti (tra condannati ed in attesa di giudizio) super compressi in spazi angusti ed invivibili?
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/02/2012, 17:31

Le soluzioni semplici non esistono. Ma si può fare qualcosa, se siamo in tanti, per i diritti umani. In Italia e nel mondo. Associandoci ad Amnesty, firmando, agendo.

http://www.amnesty.org/en/appeals-for-a ... tention%20

ISRAEL: END USE OF ADMINISTRATIVE DETENTION


Palestinian activist Khader Adnan has been on hunger strike since 18 December 2011 in protest against his detention by the Israeli authorities without charge or trial.
Khader Adnan started his hunger strike the day following his arrest from his home in the occupied West Bank to protest his ill-treatment by the Israel Security Agency (ISA).
On 10 January 2012 he was given a four-month administrative detention order signed by a military commander. It ends on 8 May but could be renewed indefinitely.
Khader Adnan is now in a hospital in northern Israel. After more than 60 days on hunger strike, doctors warn that his life is in imminent danger. He is still under detention and is shackled to his hospital bed at all times and under constant armed guard.
Administrative detention is a procedure under which detainees are held without charge or trial for periods of up to six months, which can be renewed repeatedly. Under administrative detention, detainees' rights to a fair trial as guaranteed by Article 14 of the International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR) are consistently violated.
Khader Adnan is one of 309 Palestinians currently held in administrative detention by the Israeli authorities, including one man held for over five years and 24 Palestinian Legislative Council members. Hundreds of other Palestinian detainees and prisoners have joined Khader Adnan's hunger strike.

Take Action
Support Palestinian activist Khader Adnan’s protest for respect for the human rights of Palestinians in Israeli detention. Call on the Israeli Minister of Defence to:
Immediately release Khader Adnan and other Palestinians held in administrative detention, or immediately charge and try them for internationally recognizable criminal offences in full conformity with international fair trial standards;
End the use of administrative detention, which violates the right to a fair trial;
Ensure that detainees are treated humanely at all times, and that no detainees are punished for their decision to go on hunger strike.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda franz il 20/02/2012, 18:09

flaviomob ha scritto:Le soluzioni semplici non esistono. Ma si può fare qualcosa, se siamo in tanti, per i diritti umani. In Italia e nel mondo. Associandoci ad Amnesty, firmando, agendo.

Ok, non pretendo di risolvere tutti i problemi dei diritti umani nel mondo ma almeno di affrontare quelli in patria.
Come il problema dell'affollamento delle carceri.
Aderire ad Anmesty è buona cosa ma non è una soluzione.
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/02/2012, 23:14

Il problema dell'affollamento delle carceri va analizzato sotto diversi aspetti.
1-Tanti detenuti quanti posti letto in carcere. Non ci possono essere deroghe.
2-Per reati non incidenti sulla sicurezza collettiva e non lesivi dell'integrità psicofisica della persona, in modo ragionevole, incentivare percorsi alternativi, risarcimenti pecuniari, lavori utili (e magari formazione) alla società piuttosto che la reclusione
3-Per chi commette reati non gravi per la prima volta, va ripensato l'istituto stesso del carcere che, non dimentichiamocelo mai, è più criminogeno che correttivo per quei giovani che proprio in carcere incontreranno malavitosi abituali con i quali potranno creare un "giro" più consolidato e con una forte attrattiva criminogena, da cui poi è più difficile uscire
4-Gran parte della popolazione carceraria è legata al mondo della tossicodipendenza, con effetti quantomeno controproducenti (criminalizzazione del consumo, percezione svalutante ed autocolpevolizzante di se', emarginazione, perdita di eventuale lavoro "onesto" etc)


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda franz il 21/02/2012, 0:03

Costruire piu' carceri no?
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 23/02/2012, 19:04



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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 25/02/2012, 1:59

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Immigrazione

Messaggioda flaviomob il 26/02/2012, 14:57

dal Fatto:

Il Trattato della vergogna

(di Furio Colombo)

Signor Presidente, vorrei ricordare che il voto favorevole su questo Trattato sarà una pietra tombale sui diritti di umani di quei dannati della terra che sono in realtà la ragione del pagamento di centinaia di milioni di dollari alla Libia di Gheddafi. Il fatto è proprio questo: si dice di voler combattere i mercanti di schiavi e si dà la caccia agli schiavi.

Signor Presidente, per fortuna abbiamo la testimonianza costante dei deputati radicali eletti nel Pd, per fortuna ci sono persone come l’On. Sarubbi che dicono queste cose, altrimenti da questa parte dell’aula ci sarebbe un silenzio che non riesco a spiegarmi.

Signor Presidente, è già stato notato dai colleghi radicali il curioso silenzio dei media. Per le televisioni e i giornali questo dibattito non sta avvenendo. Se i media ne parlassero, la vicenda, così come si sta svolgendo, sarebbe clamorosa: dalla parte della Libia, vi sono il Popolo della Libertà e il Partito Democratico; dall’altra, contro il governo libico e contro il Trattato di amicizia con la Libia, i sei deputati radicali, due deputati del Pd, l’Italia dei Valori, l’Unione di Centro (su alcune posizioni) e alcuni deputati che usciranno dall’aula al momento del voto.

Signor Presidente, vorrei anticiparle che, in questo mondo globale, entro alcuni mesi cominceremo a sapere che cosa accade davvero nelle prigioni libiche e nella zona di mare sottoposta a pattugliamento misto, dunque a respingimento. Quando sapremo queste cose suggerisco ai colleghi del ‘corteo Gheddafi’ di preparare qualche risposta per gli italiani e per il mondo.

Signor Presidente, questo Trattato è fuori dalla Costituzione perchè nega i diritti delle persone, è fuori dalla Convenzione di Ginevra perchè abbandona i profughi e non consente il diritto di asilo; è fuori dalla Carta dei Diritti dell’Uomo perché espone a persecuzione i migranti. È fuori dall’Europa perchè nessun Paese vuole avere un ruolo accanto all’Italia in questa storia terribile.

Oggi questo Parlamento dovrà votare un trattato-ricatto con un ricattatore che non esisterà a rilanciare il gioco perché sa che i due fondamenti del Trattato sono il respingimento in mare o la cattura dei migranti e l’approvvigionamento del petrolio. Il senso di questo Trattato è che noi paghiamo i privilegi che ci garantisce con armi, somme enormi e vite umane”.

Questi che avete letto qui sopra sono frammenti del continuo, affannato intervenire alla Camera dei Deputati il giorno 20 gennaio 2009, quando ho tentato di oppormi all’approvazione quasi all’unanimità del Trattato di amicizia con la grande Jamahirrya (la Libia di Gheddafi). Quel Trattato adesso si aggiunge agli errori gravi e ai momenti oscuri della nostra Repubblica. Perché ancora oggi, con la selvaggia uccisione di Gheddafi, non sappiamo e non sapremo mai tutte le ragioni, e il vero senso di un ignobile atto diplomatico stranamente accettato in modo così silenzioso e concorde da quasi tutto il Parlamento.
Un evento di giovedì scorso mi riporta al ricordo di quel giorno, di quelle ore di estremo tentativo di sbarrare la strada al Trattato, sospetto di interessi privati, oltre che di clamorosa violazione di norme internazionali e di patti italiani pre-esistenti, oltre che di creazione di una folle alleanza militare con basi italiane a disposizione della Libia, oltre che alla istituzione, approvata e votata, del delitto di “respingimento in mare” per chi tentasse di trovare rifugio in Italia fuggendo guerre e persecuzioni.

Sto parlando della condanna definitiva della Corte di Strasburgo contro l’Italia per violazione dei diritti umani. Tale sentenza ripete, una per una, le ragioni e le tragiche previsioni degli oppositori di quella legge priva di senso umano e di senso giuridico. Nella Cancelleria della Corte il caso è rubricato come “Hirsi Jamaa contro l’Italia”, ed è fondato sul ricorso di 11 profughi somali e 10 eritrei, assistiti dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (cito da La Repubblica, 24 febbraio) che nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2009 furono intercettati a sud di Lampedusa e consegnati dalle motonavi italiane alle autorità libiche. Un comportamento che, secondo il verdetto unanime dei giudici di Strasburgo, ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo. Infatti consegnando i profughi alla Libia, l’Italia li ha esposti a due rischi estremi: la morte nelle prigioni di un Paese che non ha firmato alcuna convenzione o trattato sui Diritti umani e ha goduto della triste celebrità di non rispettarli mai. E il rischio di morte, se rimpatriati, per i profughi consegnati ai libici.
Inoltre l’Italia è stata riconosciuta colpevole del delitto di espulsione collettiva, per non aver concesso ai migranti la possibilità di richiedere il diritto d’asilo. L’Italia è stata anche condannata per avere dichiarato che “La Libia era un posto sicuro e che Tripoli rispettava i propri impegni internazionali sull’accesso all’asilo”.

Ora è bene chiarire: questo ricordare insieme l’opposizione accanita di pochi in un Parlamento stranamente succube a un Trattato disumano, ma anche assurdo, e la sentenza della Corte di Strasburgo non è una celebrazione perché ha troppe impronte di morte. Ma l’intenzione è di tenere vivo un altro allarme.
Misteriosamente il Trattato condannato da Strasburgo non è ufficialmente e formalmente cancellato. Per quanto ne sappiamo, i nuovi libici vorrebbero dimenticarlo. L’Italia, anche con il nuovo governo, sembra amare una finzione di sopravvivenza, benché i mondi di Gheddafi e di Berlusconi siano crollati per sempre. Il problema rimane. Qualcuno lo chieda, qualcuno lo dica: c’è ancora quel Trattato che ci condanna come un Paese barbaro e disumano secondo la squallida visione di Maroni, di Bossi, di Calderoli, di Borghezio, di Castelli e di ciò che resta della Lega Nord?

Il Fatto Quotidiano, 26 Febbraio 2012

dal manifesto:

Monti dovrà vedersela con il Tar
Cgil e inca hanno depositato presso il Tar del Lazio il ricorso, molto atteso, contro il famoso “contributo” tutto sulle spalle degli immigrati, che i lavoratori stranieri dovranno versare per rinnovare il permesso di soggiorno (oltre a quello che già pagano) e che il governo aveva promesso di eliminare. «Il tributo chiesto agli immigrati incide sulle persone più deboli ignorandone di fatto la scarsa capacità contributiva, penalizza maggiormente con la sua gradualità di applicazione i lavoratori stagionali, le somme raccolte solo in minima parte vanno ad alimentare il miglioramento dei processi amministrativi a vantaggio del fondo rimpatri e delle misure di pubblica sicurezza», spiegano in un comunicato Vera Lamonica, segreteria confederale della Cgil e Morena Piccinini, presidente dell’Inca.

Le due dirigenti sottolineano una cosa importante: “I costi delle politiche di contrasto alla immigrazione irregolare vengono così addebitati a chi si impegna e si sforza per rimanere nella regolarità e si è avviato al processo di integrazione”.

http://blog.ilmanifesto.it/babel/2012/0 ... on-il-tar/


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 29/02/2012, 15:20

E' pazzesco: il nuovo ministro dei diritti umani della Tunisia, che dovrebbe rappresentare la primavera araba e il risorgimento di paesi oppressi da regimi autoritari, rende dichiarazioni estremamente omofobe:

http://lepersoneeladignita.corriere.it/ ... %E2%80%9D/


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