da ranvit il 05/01/2009, 14:18
Dal Corriere.it :
Comune e inchieste: Dopo giorni di discussioni e tensioni il sindaco si impone sul Pd
Napoli, la Iervolino fa da sola
Varata la giunta con sei novità
Dieci gli assessori confermati, passa la linea del rimpasto «soft»
NAPOLI —Alle dieci di sera è la carta che canta: i nomi del nuovo governo di Napoli sono scritti lì, uno in fila all’altro. Il rinnovamento a Napoli non c’è stato. Ma la giunta è stata messa in piedi lo stesso. Nessuno ieri ci aveva creduto davvero, fino a quel momento. Tranne lei: Rosa Russo Iervolino. E per tutta la giornata il sindaco aveva esaurito la voce a parlare, spiegare, trattare, ritrattare, concordare nomi, nomine e cariche per una nuova giunta. Per la sua nuova giunta Rosetta è andata avanti anche senza il consenso del Pd. Perlomeno del Pd locale. E nel totale silenzio del Pd nazionale: «Non ho più bisogno di sentire Walter Veltroni oggi, so cosa fare», aveva proclamato, decisa in mattinata. E così ha fatto.
Dritta per la sua strada, al di là di tutto. Al di là del monito del segretario provinciale del Pd che in mattinata le aveva ribadito: devi rinnovare tutto, altrimenti non se ne fa niente di questa giunta. Rosa Russo Iervolino non ha ascoltato. È andata avanti al di sopra di tutti gli ostacoli che si palesavano ora dopo ora. Dei no grazie. Degli appelli che sono arrivati persino da Rifondazione comunista per bocca del segretario nazionale Paolo Ferrero: «Azzeriamo la giunta, serve discontinuità ». Un caterpillar.
E alla fine quella di ieri più che una tarantella, a Napoli è sembrata una corrida. Tutto è cominciato al mattino a Palazzo San Giacomo con il sindaco che incontra i segretari del Pd provinciali e regionali, Luigi Nicolais e Tino Iannuzzi. Un paio di ore di chiacchiere. Le posizioni non si spostano di un millimetro. Sabato sera il sindaco aveva minacciato le dimissioni, probabilmente sperava di portare dalla sua il segretario Nicolais. Dalla sua, ovvero: cambiamo i quattro assessori finiti sotto inchiesta, più uno o due. Non di più. E così è successo. L’incontro di ieri mattina non è servito a niente.
Nicolais è entrato ed uscito da Palazzo San Giacomo con la stessa convinzione: bisogna azzerare la giunta. Rosetta ha fatto orecchie da mercante. E nel silenzio assordante che Nicolais continuerà a perpetuare per tutto il giorno, lei riempie i giornali di comunicati. Non sono infatti nemmeno le due del pomeriggio che comincia: «Ho detto che lunedì avrei fatto la giunta. E farò l’impossibile». E ancora, alle tre e mezzo del pomeriggio: «Finché le condizioni ci sono e a oggi—in questo momento— le condizioni ci sono, si va avanti. Altrimenti arrivederci ». Poi si chiude dentro Palazzo San Giacomo. E comincia a telefonare.
Sono diversi i rifiuti per l’ingresso della nuova giunta. Il più pesante arriva alle otto e mezzo di sera: Francesco Boccia, considerato l’uomo del Pd per il vero rinnovamento di Napoli, giovane e legato a Enrico Letta. Francesco Boccia dovrebbe arrivare a risanare il Bilancio: glielo ha chiesto il partito. Rifiuta l’incarico. Sembra avviarsi una notte lunga e dolorosa per il sindaco di Napoli. Ma alle dieci di sera il colpo di scena: ecco i nomi di sedici assessori, sono soltanto sei quelli nuovi. Sono lì, su un pezzo di carta che, però, più che un canto suona come un grido di guerra.
Alessandra Arachi
05 gennaio 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.