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"Bevi Napoli" e poi De Magistris

"Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda cardif il 17/11/2013, 16:02

http://espresso.repubblica.it/inchieste ... i-1.141086
Bevi Napoli e poi muori, l'inchiesta-choc degli Usa
Acqua contaminata, con tracce pericolose di uranio. Gas velenosi che escono dal suolo. Il rapporto completo dei militari Usa sui rischi dei rifiuti tossici in Campania. Che concludono: “Nessuna zona è sicura, nemmeno nel centro di Napoli”
di Gianluca Di Feo e Claudio Pappaianni

"Per Carmine Schiavone, cugino del padrino Sandokan, la camorra ha sistematicamente inquinato le falde acquifere della Campania con milioni di tonnellate di rifiuti tossici: «Non solo Casal di Principe, ma anche i paesi vicini sono stati avvelenati. Gli abitanti rischiano di morire tutti di cancro, avranno forse vent’anni di vita». Ma le parole nefaste del camorrista trovano più di un riscontro nell’unico grande studio esistente sugli effetti delle discariche clandestine.
Lo ha realizzato il comando dell’Us Navy di Napoli: oltre due anni di esami, costati 30 milioni di dollari, per capire quanto fosse pericoloso vivere in Campania per i militari americani e le loro famiglie. Dal 2009 al 2011 è stata scandagliata un’area di oltre mille chilometri quadrati, analizzando aria, acqua, terreno di 543 case e dieci basi statunitensi alla ricerca di 214 sostanze nocive. Le conclusioni sono state rese note da diversi mesi e sostanzialmente ignorate dalle autorità italiane. L’analisi del dossier completo di questa ricerca però offre la sola diagnosi completa dei mali, con risultati sconvolgenti.

SICUREZZA ZERO
Non ci sono santuari a prova di veleno: gli esperti americani hanno individuato luoghi con “rischi inaccettabili per la salute” disseminati ovunque nelle due province, persino nel centro di Napoli. Per questo scrivono che è impossibile indicare zone sicure dove risiedere: i pericoli sono dappertutto, pure nella fastosa villa di Posillipo dell’ammiraglio in capo. Sostengono che in tutta la regione bisogna usare soltanto acqua minerale per bere, cucinare, fare il ghiaccio e anche lavarsi i denti. Nelle due province non si deve abitare al piano terra, dove penetrano i veleni che evaporano dal terreno, e vanno evitate cantine o garage sotterranei.
Ci sono tre “zone rosse” ( guarda la mappa interattiva ) intorno a Casal di Principe, Villa Literno, Marcianise, Casoria e Arzano dove in pratica vietano di prendere casa: i rubinetti pescano da pozzi contaminati da composti cancerogeni e dal suolo escono gas micidiali mentre la concentrazione di discariche tossiche è troppo alta. Nei grandi complessi statunitensi di Capodichino e di Gricignano d’Aversa le minacce per la salute sono considerate “accettabili” solo “perché il personale vi resta in media per 2,2 anni e comunque per meno di sei anni”: una scadenza che non va superata. Dallo scorso giugno i contratti per tutti gli altri centri residenziali in Campania sono stati disdetti: persino quello della lussuosa villa di Posillipo che ospitava l'ammiraglio in capo, dove i rischi erano “accettabili” solo per un periodo di tre anni.
La diagnosi più angosciante riguarda l’acqua e certifica quanto sia profondo il male nelle falde. Il 92 per cento dei pozzi privati che riforniscono le case costituiscono “un rischio inaccettabile per la salute”. Ma ci sono minacce anche negli acquedotti cittadini: esce acqua pericolosa dal 57 per cento dei rubinetti esaminati nel centro di Napoli e dal 16 per cento a Bagnoli. Come è possibile che pure la rete idrica pubblica sia inquinata? Gli americani scoprono che l’acqua dei pozzi clandestini riesce a entrare nelle condotte urbane, soprattutto in provincia. In oltre la metà dei pozzi, gli esperti trovano una sostanza usata come solvente industriale - il Pce o tetracloroetene - considerato a rischio cancro. La diossina invece è concentrata nel territorio tra Casal di Principe e Villa Literno, ma pur essendo alta non costituisce una minaccia.
Tra tanti dati inquietanti, spunta un incubo che finora non si era mai materializzato: l’uranio. Gli esami lo individuano in quantità alte ma sotto la soglia di pericolo nel 31 per cento delle case servite da acquedotti: ben 131 su 458. Quando si va ad analizzare i pozzi, il mistero aumenta: è rilevante nell’88 per cento dei casi, mentre nel 5 per cento il livello diventa “inaccettabile”. Ossia in un pozzo su venti si riscontra una quantità di uranio che mette a rischio la salute. Tutti i campioni che superano il livello di allarme però sono stati scoperti nell’area di Casal di Principe e Villa Literno. Proprio lì dove il pentito Carmine Schiavone ha descritto processioni di «camion dalla Germania che trasportavano fanghi nucleari gettati nelle discariche».
Nel verdetto sull’aria però gli scienziati si scontrano con un problema metodologico: delle 27 sostanze potenzialmente cancerogene individuate in Campania esaminando oltre 90 mila campioni, sei non sono censite negli Stati Uniti. Se queste sei non vengono considerate, allora i rischi di Napoli sono inferiori a quelli di una metropoli americana. Ma se si stima l’effetto di tutti i veleni, allora i napoletani corrono pericoli di tumore e asma cinque volte superiori a un abitante di New York o Los Angeles.
L'inchiesta completa sul giornale in edicola
"

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=AB1pTSd

«Bevi Napoli e poi muori», per la copertina dell'Espresso il sindaco de Magistris chiede un miliardo di danni.

Ma perché? Perché ha fatto una inchiesta e ha pubblicato i risultati delle indagini sull'inquinamento ambientale a Napoli e dintorni fatte dalla US Navy? Non si dovevano sapere queste cose?
E perché non chiede un altro mld anche alla US Navy, che ha fatto le indagini?
E perché non ne chiede ancora un altro a coloro che hanno prodotto l'inquinamento, a coloro che avrebbero dovuto vigilare, ai politici che non hanno preso provvedimenti seri, essendo noto e annoso il problema?
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda franz il 17/11/2013, 16:14

De Magistris è in "altre faccende affacendato", per dirla con Manzoni

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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda annalu il 18/11/2013, 18:30

franz ha scritto:De Magistris è in "altre faccende affacendato", per dirla con Manzoni

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Mi sembra che siano anni che non solo De Magistris è "in altre faccende affacendato".

Da una rapida ricerca in rete basata sui ricordi di vecchi articoli, oltre a numerosi articoli anche precedenti su giornali locali o specializzati (1), ho trovato articoli de L'Espresso (riportato sul sito della Società Italiana dei Veterinari di Medicina Pubblica)e de l'Unità, che già nel 2011 riportavano i risultati delle inchieste USA sulla situazione dell'inquinamento idrico in Campania:

Via le truppe Usa dalla Campania. Per l'inquinamento
Di Pietro Greco
4 luglio 2011
Le ultime 21 sono andate via a metà della scorsa settimana. E così sono quasi 60 le famiglie americane che negli ultimi dieci mesi hanno lasciato le loro case a Casal di Principe, in provincia di Caserta, su invito esplicito della US Navy, la Marina degli Stati Uniti. Il comune è noto per essere la base del clan dei Casalesi. Ma il “ritiro” degli americani non è dovuto alla camorra, Non direttamente, almeno. Ma al rischio ambientale legato alla qualità dell’acqua. Un rischio giudicato inaccettabile dalle autorità sanitarie associate delle forze armate americane di stanza a Napoli e dintorno.
La US Navy, seguendo le indicazione dei tecnici e degli standard di qualità dell’EPA, l’Agenzia ambientale degli Stati Uniti, ha monitorato per quattro anni le case abitate dagli americani (alcune centinaia) e l’ambiente (acqua, suolo, aria) a cavallo tra la provincia di Napoli e di Caserta dove i suoi uomini fittano normalmente casa. Controllando almeno 400 tipi diversi di sostanze tossiche, ha verificato che in almeno tre zone (a Casoria, a Marcianise, nel comprensorio di Casal di Principe e Villa Literno) l’inquinamento, in particolare, dell’acqua supera gli standard di sicurezza stabiliti dalla legge americana. E, dunque, non sono abitabili. [...]


A questo punto mi chiedo: come è stato possibile che queste informazioni arrivino al grande pubblico solo ora, quando il problema dei rifiuti tossici della Camorra era noto già all'inizio del nuovo millennio, anche grazie al libro (ed al film) Gomorra di Saviano?
E con che faccia De Magistris se ne scandalizza? Cosa ha fatto lui come sindaco per almeno iniziare ad affrontare il problema? Lui non ne sapeva nulla, prima di vedere la copertina dell'ultimo numero dell'Espresso?

C'è qualcosa di veramente grave in tutta questa storia.

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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda cardif il 18/11/2013, 20:43

http://espresso.repubblica.it/opinioni/ ... le-1.11269
Per contribuire, c'è quest'articolo di Giorgio Bocca del 2008.
"La struttura della società mafiosa è un mistero solo per chi, essendone complice, si rifiuta di vederla. Prendiamo il caso dei rifiuti industriali. L'industria che li produce non sa come smaltirli a basso costo, è inevitabile che chieda o accetti la collaborazione delle mafie. Sappiamo cosa è accaduto a Napoli e nella Campania: i terreni agricoli e il sottosuolo urbano sono stati riempiti di veleni. La complicità dello Stato è indispensabile: amministrazioni pubbliche, polizia, carabinieri, guardia di finanza devono partecipare. "

E ci sono:
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... ro-1.15139
Campania profondo nero
Idrocarburi, metalli pesanti. Rifiuti tossici. Uno studio denuncia l'inquinamento record. Accanto ai campi di allenamento del Napoli 27 agosto 2009

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... 07-1.15163
Dai rifiuti spunta lo 007
Un assessore regionale chiama in causa alte istituzioni. E si apre un nuovo mistero sulla spazzatura" 6 agosto 2009

http://espresso.repubblica.it/foto/2009 ... -1.64404#1
Veleni in Campania: gli inquinanti a Cava Baiano 28 agosto 2009.

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... era-1.9572
Zona verde acqua nera - Coliformi fecali in un terzo dei rubinetti delle case campane. Idrocarburi in quelli di Vicenza. E nelle basi Usa scattano i divieti - 13 agosto 2008.

Mi fermo per non esagerare. Ma già basta per capire che magari ci fosse solo la camorra.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda flaviomob il 19/11/2013, 0:49

La replica

'Bevi Napoli e poi muori', un pugno nello stomaco per svegliare le coscienze
Il direttore dell'Espresso risponde alle lettere di protesta di quanti hanno criticato la scelta di pubblicare l'inchiesta sugli sconvolgenti dati emersi sull'inquinamento di alcune falde acquifere campane dallo studio realizzato dal comando dell'US
Navy di Napoli
di Bruno Manfellotto

Prima ancora che “l’Espresso” fosse in edicola, cioè non appena sui siti e su alcuni giornali è stata diffusa la copertina “Bevi Napoli e poi muori”, ho ricevuto moltissime mail di protesta. Me le aspettavo. A tutti - tranne ai pochi che insultavano e basta - ho risposto personalmente, ma penso sia utile pubblicarne qui sotto una selezione significativa, e riassumere i loro dissensi e le mie repliche.

LEGGI LE REAZIONI DEI LETTORI ALL'INCHIESTA SUI VELENI

Molte lettere, lo si intuisce, sono state scritte di getto sull’emozione della vicenda e prima ancora di leggere i contenuti del rapporto, forse subito dopo che il consigliere regionale campano del Psi Corrado Gabriele aveva reso pubblico il suo esposto alla Procura di Napoli con il quale chiedeva il sequestro dell’“Espresso” per procurato allarme. Grazie a “Fahrenheit”, RadioTre, ho avuto subito modo di confrontarmi con Gabriele e di invitarlo a leggere con attenzione la nostra inchiesta prima di esprimere alcun giudizio. Gabriele lo ha fatto, due giorni dopo mi ha scritto e io gli ho risposto: mi sembra utile cominciare da qui perché lo scambio riassume bene il nocciolo della polemica e lo spirito che mi ha mosso.


LEGGI L'INCHIESTA BEVI NAPOLI E POI MUORI

Gentile direttore, ho letto tutta la sua inchiesta - complimenti ai giornalisti - e buona parte del rapporto della Tetra Tech.

Ho risposto in queste 48 ore dalla uscita del suo giornale a migliaia di persone che in parte hanno criticato la mia scelta di presentare la denuncia, in parte i titoli di copertina. In tutto sono oltre 100mila le persone che hanno interagito con la mia iniziativa in rete e, come saprà, gli edicolanti napoletani hanno esaurito le copie di vendita del settimanale.

Il "pugno nello stomaco" dunque è stato assestato, ma io penso che purtroppo i postumi saranno lunghi e dolorosi; molto più efficaci quelli che alimenteranno i detrattori della nostra città e molto meno saranno invece - uso di nuovo il purtroppo - le reazioni del fare delle istituzioni e dell'opinione pubblica, che invece immagino lei aveva previsto.

Sarei lieto di poter avere un confronto con Lei a Napoli, magari davanti ad un bicchiere d'acqua di rubinetto, in forma pubblica o privata, come Lei desidera, le assicuro che nessun "pugno" le sarà restituito.
Con stima
Saluti, Corrado Gabriele


Gentile Gabriele,
il nostro unico scopo era risvegliare un'opinione pubblica e amministrazioni che ci sembrano assuefatte a una situazione intollerabile: sono pronto a fare con il mio giornale tutto ciò che è necessario per aiutarvi nella vostra difficile impresa.

Naturalmente anche a bere acqua del rubinetto e a mangiare mozzarella di bufala insieme con lei: organizzi pure.
A presto
bm

Fin qui Gabriele. Ma che cosa dicono in sostanza le lettere di protesta? Quali ne sono i punti cardine? In sostanza, che da centocinquant’anni non si perde occasione per denigrare Napoli; che la Padania è ben più avvelenata della Campania; che se la situazione della Terra dei fuochi è quella che è ciò si deve a imprese del nord che lì hanno seppellito i loro veleni; che denunce come quella dell’Espresso costituiscono un colpo mortale al turismo e all’economia; che se tutto è veleno va a finire che nulla è veleno. Che la copertina era ingenerosa con una città che non è solo camorra e “munnezza” e che dunque non merita generalizzazioni scandalistiche.

Infine - ecco la stilettata più dolorosa - che da un napoletano come me proprio non se lo aspettavano…
Non è facile immaginare il sentimento che si prova in casi come questi. Da napoletano tengo molto alla mia terra, da italiano mi indigna che imprese del nord d’Italia e d'Europa utilizzino la Campania per scaricare i loro rifiuti tossici e velenosi: gli imprenditori si ingrassano, la camorra fa affari e i cittadini si ammalano. Va avanti così da trent’anni e nessuna autorità è riuscita finora a fermare un oltraggio insopportabile. Noto piuttosto che, nonostante il coraggio e l’impegno di comitati associazioni e siti web e grandi manifestazioni di piazza, stanno montando parallelamente anche la sottovalutazione del problema in nome del no a ogni allarmismo (“che uccide più dei veleni”, scrive qualcuno) e una deleteria filosofia dell’assuefazione, certo non nuova alla cultura del Sud, il cui scopo è dimostrare che non c’è niente da fare e che la cosa migliore sia seppellire la verità assieme ai veleni sotto una pietra di omertà e silenzio. Sempre che il problema non li tocchi direttamente e da vicino (vedi il caso delle discariche nella stagione della crisi dei rifiuti degli anni scorsi).

Ma chiudere gli occhi, fare finta di niente, tacere la verità o raccontarne solo una fettina non fa che aiutare imprenditori cinici, criminali mafiosi e politici inetti, non assolve i responsabili e purtroppo non guarisce chi si è già ammalato di inquinamento. Non aiuta nemmeno quell’imprenditore di Salerno che addebita a “l’Espresso” ottanta chili di mozzarelle non vendute. Reazione comprensibile, ma miope: così non si elimina il problema di colture inquinate, ma lo si rinvia. Meglio sarebbe pretendere dalle autorità una mappatura rigorosa zona per zona e il divieto di pascolo e coltivazione nelle aree più a rischio e da bonificare. Né serve confrontarsi con la Padania avvelenata (alla quale abbiamo peraltro dedicato decine di articoli, come testimonia l’archivio dell’Espresso): non sono in ballo primati negativi, e misere classifiche non valgono a sanare il disastro che c’è.

Inoltre il documento, riassunto nell’inchiesta ma che ora potrete leggere nella sua interezza ( qui la versione integrale ), consegnato dai militari americani alle autorità campane, non si limita a dimostrare scientificamente ciò che tutti sapevano e molti tacevano, ma aggiunge elementi nuovi e inquietanti sulla situazione nella città di Napoli: apprendere che, se fonti e sorgenti della regione sono purissime, il 57 per cento dell’acqua che esce dai rubinetti di molte zone del centro di Napoli non è pulita al cento per cento impone a noi una copertina. E alle autorità di mettere da parte minacce, diffide e richieste milionarie ( il sindaco De Magistris ha chiesto un miliardo di euro di danni ) e di andare a verificare i risultati, lanciare una campagna di analisi, investire per rimettere a posto la rete idrica.

Comprendo naturalmente le tante perplessità sulla copertina, molti amici e conoscenti che stimo me le hanno esternate, ma è volutamente provocatoria e "tosta": se dal 1985 la Campania si è trasformata in una discarica a cielo aperto gestita da criminali e a disposizione di chiunque volesse disfarsi di rifiuti tossici e pericolosi; se le confessioni di pentiti vari hanno svelato una realtà che ugualmente ha continuato a riprodursi tale e quale anno dopo anno; se la Terra dei fuochi continua a bruciare nonostante denunce inchieste e Gomorra varie, ho pensato allora che solo un pugno nello stomaco potesse aiutare a riportare tutti alla tragica realtà e a comportarsi di conseguenza. Perché la cosa più importante non è aver paura di raccontare la verità - che cosa deve cercare di fare un giornale se non questo? - ma pretendere che chi ne ha il potere fermi lo scempio.

Vorrei che la Terra dei fuochi non bruciasse più, che l'acqua di tutti i rubinetti di Napoli diventasse potabile al cento per cento, che carne e latticini fossero sani e commestibili. Perché se può esserci il rischio che “tutto è avvelenato” significhi che nulla è avvelenato, anche il silenzio e l'omertà possono tradursi in una assoluzione generale. Che però non ha il potere bonificare terreni, emissioni, acque. Non possiamo più permettercelo.

http://espresso.repubblica.it/inchieste ... o-1.141362


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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda franz il 19/11/2013, 8:59

ma è possibile che i test, le analisi, la documentazione sul problema vengano dalla marina americana?
che ci stanno a fare le ASL, a parte dare stipendi a funzionari e dirigenti (strapagati)?

http://www.cnic.navy.mil/regions/cnreur ... heets.html
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Re: "Bevi Napoli" e poi De Magistris

Messaggioda flaviomob il 19/11/2013, 11:11

De Magistris (link al sole24ore postato da Cardif) sostiene che i controlli sono meticolosi, più numerosi di quanto previsto dalla legge, e che la qualità dell'acqua all'interno del comune di Napoli è sempre monitorata.
Ora c'è la denuncia all'Espresso e ancora una volta sarà la magistratura a pronunciarsi...


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