Da Salerno a Belluno ogni settimana per insegnare

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Da Salerno a Belluno ogni settimana per insegnare: "Per amore di mio figlio"

Mille chilometri per andare a insegnare. In tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo negli ultimi anni, pur di lavorare e di dare di che vivere alla propria famiglia si è disposti ad ogni tipo di sacrificio.

Come dimostra la nostra concittadina Ilaria Della Rocca, docente di arte ed immagine a Presenaio di San Pietro in provincia di Belluno, che ogni settimana, per tenere le proprie lezioni e coniugare il lavoro che ama con il più bello e duro mestiere del mondo, quello di madre, attraversa nel giro di quarantotto ore più di due terzi dell’Italia.
Diversi sono i casi di nostri concittadini, soprattutto tra gli insegnanti, che decidono di cercare fortuna al nord, ma molto spesso trasferendosi in modo definitivo. Invece la nostra Ilaria, per amore del proprio figlio e della propria famiglia, preferisce fare mille chilometri due volte alla settimana, accumulando l’equivalente circa trenta ore di treno la settimana. In realtà, ogni martedì mattina alle sette,
La professoressa Della Rocca si reca da Salerno all’aeroporto di Napoli Capodichino, da cui si imbarca su un aereo che la trasporta a destinazione: L’aeroporto Marco Polo di Venezia, prende un bus per Mestre, dove ad attenderla c’è un treno per Calalzo alle 16 e 30, in provincia di Belluno, da dove il giorno dopo, si recherà dai suoi alunni. Per fortuna, spesso sono amici e colleghi ad ospitarla fino al venerdì pomeriggio, alleviandola dalle pressanti spese che le fanno consumare l’intero stipendio in spese di trasporto, quando intraprende lo stesso viaggio in senso opposto. «È stancante - ammette la Ilaria - ma mi permette di insegnare, ottenendo il relativo punteggio, e soprattutto di stare poco lontana da Carmine».
Quello cominciato un mese fa, è per la professoressa Della Rocca il terzo anno tra gli alunni della provincia
Trasferitasi come molti colleghi per il primo anno, ha trascorso una parte del secondo a Sedico, dove arrivava direttamente in classe, dopo una notte trascorsa in treno. Con l'arrivo del piccolo Carmine, un bimbo di quindici mesi tra pochi giorni, l'esperienza precedente è tornata utile per conciliare bimbo e lavoro e non ci sono stati dubbi, alle nomine di fine di agosto da parte dell'ufficio scolastico territoriale, nella scelta della tipologia di servizio: part-time verticale, cioè con orario concentrato in giorni consecutivi.
L’odissea della nostra concittadina sta a dimostrare quanto stia cambiando il mondo del lavoro durante questa crisi economica, e quanto a volte sia necessario sacrificarsi pur di mantenere la propria occupazione e pensare al bene dei propri figli.