da ranvit il 29/03/2011, 18:12
Rifiuti; la rivoluzione di Caldoro, si passa alla regionalizzazione ma senza imposizioni
Un forte richiamo alla responsabilita' istituzionale. Cosi' puo' essere letto il messaggio lanciato dal presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, nel presentare alla stampa, con l'assesore all'Ambiente Giovanni Romano, il piano regionale dei rifiuti che dovra' essere sottoposto al vaglio dell'Ue.
Un richiamo che arriva proprio mentre a Napoli citta', e in parte della provincia, si fa di nuovo drammatica la difficile individuazione di nuovi siti dove sversare i rifiuti, che di nuovo assediano le strade del capoluogo campano.
Nel corso della conferenza stampa Caldoro e' tornato sul dilemma 'provincializzazione si', provincializzazione no', lasciando intendere che il problema riguarda la regione nel suo complesso e ripetendo che ''nessuna imposizione puo' essere accettata'', tantomeno quella frutto di argomenti ''localistici''.
''Il Piano regionale rifiuti - ha chiarito il governatore - di fatto supera la logica della provincializzazione.
'L'Ato naturale (l'Ambito territoriale ottimale - ndr) non puo' che essere la Regione Campania, anche se nulla puo' essere fatto come imposizione''. Parole chiare, per dire che verranno ricercati siti di stoccaggio dei rifiuti anche fuori della provincia di Napoli.
Con la consapevolezza che bisogna continuare a ricercare una soluzione condivisa, specialmente con i presidenti delle Province e probabilmente, con un bel numero di consiglieri regionali eletti nelle aree interne (di maggioranza e di opposizione), che di 'regionalizzazione' della gestione dei rifiuti non vogliono sentir parlare.
La posizione di Caldoro anticipa, di fatto, il dibattito che si svolgera' nell'aula del Consiglio regionale proprio sul tema del superamento del principio della provincializzazione del ciclo dei rifiuti.
Sul punto il Consiglio, con un voto lacerante, si e' gia' espresso la settimana scorsa, approvando a maggioranza un emendamento alla legge regionale del 2007 con cui, in sostanza, si apre la strada alla regionalizzazione dei rifiuti e dunque si rende praticabile lo sversamento dei rifiuti di Napoli in discariche di altre province campane.
La decisione del Consiglio e' stata pero' congelata, in attesa che Caldoro venga in Aula a spiegarne e sostenerne le ragioni.
Il governatore, pur determinato (necessitato dalla nuova emergenza) ad andare avanti, sembra comunque intenzionato a non forzare la mano, specialmente nei confronti dei pur numerosi consiglieri della sua maggioranza.
NEL PIANO 4 INCENERITORI E 1 GASSIFICATORE
(ASCA) Quattro inceneritori, compreso l'unico esistente di Acerra, in provincia di Napoli, ed un gassificatore. Questi gli impianti fondamentali previsti dal nuovo piano regionale per portare nell'arco di 36 mesi la Campania definitivamente fuori dall'emergenza rifiuti.
Oltre quello di Acerra, saranno realizzati tre termovalorizzatori: uno a Napoli, uno a Salerno (dove e' gia' a buon punto il bando di gara), uno alla periferia di Giugliano (Na). In quest'ultimo saranno bruciati i milioni (6,8, secondo quanto ribadito oggi dall'assessore all'Ambiente Giovanni Romano) di ecoballe stoccate nel sito di Taverna del Re.
Per completare questa operazione sulle ecoballe ci vorra' un periodo lungo: dai 16 ai 20 anni. Poi l'impianto sara' chiuso.
Il gassificatore, spiega Romano, secondo quando gia' pianificato dalla Provincia di Caserta, ''sara' un impianto da realizzare con tecniche innovative e all'avanguardia, utilizzabile per piccole quantita', circa 80 mila tonnellate di rifiuti l'anno'', quindi sara' destinatoo esclusivamnete al Polo ambientale di Caserta''.
Il presidente Caldoro insiste sulle necessita' individuate gia' al nuovo sorgere dell'emergenza, tra ottobre e novembre scorsi: ''Abbiamo bisogno di impianti e di maggiore equilibrio sul territorio per diventare una regione normale'' e del tempo necessario a realizzarli.
''Non bisogna illudere i cittadini - ammonisce Caldoro - perche' potremmo vivere altri momenti di crisi come quello attuale. Oggi dobbiamo guardare al futuro, sappiamo che, dopo 20 anni nei quali non si e' voluto far nulla sui rifiuti, ci vogliono 36 mesi per arrivare ad essere come sono attualmente le altre regioni italiane''.
Il piano e' frutto del lavoro dell'assessorato regionale all'Ambiente, del dipartimento di Scienze dell'Alimentazione della Seconda Universita' di Napoli e dall'Area di coordinamento regionale sul ciclo dei rifiuti.
''Ha tutti i connotati di un piano industriale - spiega Romano - a partire dai contratti di project financing che verranno stipulati con le aziende che vinceranno la gara per realizzare gli impianti e successivamente li gestiranno, mentre all'ente pubblico tocchera' il compito di assicurare la materia prima, ovvero la spazzatura prodotta in Campania, e il controllo sui cicli di lavorazione''.
Fonte ASCA.it
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.