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Comune di Salerno: debiti inferiori alle entrate.

Comune di Salerno: debiti inferiori alle entrate.

Messaggioda ranvit il 31/01/2011, 12:05

http://www.salernonotizie.it/

Indebitamento, indagine della Cgia, Salerno unico Comune in Campania ad avere debiti inferiori alle entrate


E’ Torino il Comune capoluogo più indebitato d’Italia: il risultato emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha calcolato l’incidenza percentuale del debito sulle entrate correnti , dei 118 Comuni capoluogo di provincia presenti nel nostro Paese. Ebbene, con l’analisi di questo primo parametro di riferimento, si è cercato di capire quanto incidono le passività, accumulate da un Comune, sul totale delle proprie entrate.
Al primo posto di questa speciale graduatoria troviamo Torino, con una percentuale di debito sulle entrate correnti pari a 252,2, seguono Carrara, con il 223,1%, Milano, con il 209,9%, Teramo, con il 192,1% e Fermo, con il 181,5%. Tra i più virtuosi, invece, scorgiamo l’Aquila (9,1%), Vibo Valentia (8,2%), Brescia (7%) e Caltanisetta (5,4%).

Il secondo indicatore preso in esame dagli artigiani mestrini è stato quello più semplice da calcolare: il debito pro-capite. Anche in questo caso, è sempre il Comune di Torino a svettare nella classifica nazionale: su ogni torinese grava un debito di 3.419 euro.

Al secondo posto troviamo Milano, con un debito pro-capite di 2.967 euro e al terzo posto Siena, con 2.515 euro. Tra i meno virtuosi anche Carrara (2.375 euro pro capite), Genova (2.207 euro) e Catania (2.167 euro). I più fortunati, invece, sono ancora una volta i bresciani (con un debito di soli 92 euro pro-capite), gli aquilani (84 euro), i residenti di Vibo Valentia (68 euro) ed, infine, i nisseni (42 euro).

“Con questa analisi – esordisce il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – non vogliamo dare nessun giudizio di merito sull’operato dei Sindaci. Nel caso di Torino, ad esempio, sarebbe veramente ingiusto criticare Sergio Chiamaparino visto che buona parte del debito che grava sull’Amministrazione comunale, è riconducibile al costo delle grandi opere che si sono rese necessarie per realizzare le Olimpiadi invernali tenutesi in città nel 2006”.

Dall’analisi di questi dati, concludono alla CGIA, emerge però un dato politico molto chiaro: “Negli ultimi 15 anni – conclude Bortolussi – ai Comuni sono stati progressivamente tagliati i trasferimenti dallo Stato centrale che, solo in parte, sono stati compensati dalle compartecipazioni ai tributi erariali.

Nel frattempo, però, sono aumentate le funzioni e le competenze in capo ai Sindaci, con il risultato che questi ultimi hanno dovuto, per mantenere la qualità e la quantità di questi servizi offerti ai cittadini, od indebitarsi od aumentare le tasse e le tariffe locali.

Ora, con il federalismo municipale, questo circolo vizioso va interrotto. Altrimenti, c’è il rischio - almeno nella prima fase di applicazione che consentirà lo sblocco delle addizionali comunali Irpef, l’applicazione della tassa di soggiorno o delle tasse di scopo - che i Sindaci diventino dei nuovi gabellieri per conto dello Stato centrale.

Insomma, bisogna scongiurare l’ipotesi che una cattiva riforma costringa i cittadini a pagare più tasse”.

Al primo posto di questa speciale graduatoria troviamo Torino, al nono Benevento, con una incidenza del 164,4%. Che è ovviamente la percentuale più alta in Regione Campania, con Caserta al 156,4%, Avellino al 137,6%, Napoli al 104,8% e Salerno al 93,2%.

Il secondo indicatore preso in esame dagli artigiani mestrini è stato quello più semplice da calcolare: il debito pro-capite. Anche in questo caso, è sempre il Comune di Torino a svettare nella classifica nazionale: su ogni torinese grava un debito di 3.419 euro. In Campania nella classifica Caserta è 17esima con 130 milioni di euro contro 83 mlioni di entrate (156,4%); Avellino 25esima con 70 milioni di debiti e 50 di entrate (137,6%); Napoli è 46esima con poco più di 1,5 miliardi di debiti e 1,4 di entrate per un rapporto del 104,8%.

Solo Salerno ha debiti inferiori alle entrate correnti: 155 milioni contro 166 con un rapporto percentuale del 93,2%.
31/01/2011 10.49.58
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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