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Berlusconi raddoppia l'IVA al suo principale concorrente

Viaggio nella ordinaria realtà di un paese anomalo; da prendere a piccole dosi

Re: Sky e la UE

Messaggioda moderatore il 03/12/2008, 15:22

pagheca ha scritto:nota che di questo si sta parlando anche in un altro forum "Berlusconi raddoppia l'IVA al suo principale concorrente".
pagheca

abbiamo provveduto ad unificare le discussioni
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Sky e la UE

Messaggioda lucameni il 03/12/2008, 23:40

"Sky, la Ue: "Iva da armonizzare"- Aveva chiesto il 10% su tutte le Tv
La Commissione suggeriva di abbassare l'imposta al livello delle altre televisioni
di ALBERTO D'ARGENIO


BRUXELLES - Per l'Europa il caso Sky è chiuso, ma da qui ad avvallare in pieno la scelta del governo di alzare l'Iva alla piattaforma satellitare italiana ce ne passa. "Se le autorità italiane dovessero insistere nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento, dovremo aprire una procedura di infrazione", ha detto tramite un portavoce la Commissione Ue, dando ragione al discorso fatto ieri dal ministro Tremonti a margine del summit con i colleghi europei a Bruxelles. Ma attenzione, perché la decisione di alzare le tasse a Sky è stata politica, come peraltro ammesso ieri dallo stesso titolare del Tesoro. Per noi che sia il 10 o il 20% è uguale, spiegano a Repubblica fonti Ue, l'importante è allinerare le aliquote tra Mediaset, Rai e Sky.

In aprile, comunque, la Commissione aveva suggerito all'Italia di allineare le aliquote Iva verso il basso, ossia al 10% concesso alle tv via satellite, ossia sky. Questo il succo di una lettera dell'11 aprile 2008 inviata dalla Direzione generale per la fiscalità alla rappresentanza permanente dell'Italia presso la Ue.

"La commissione - è scritto nella lettera - è del parere che le trasmissioni via etere (dvb-t, il cosiddetto digitale terrestre) debbano essere soggette ad una aliquota Iva ridotta identica a quella applicata alle stesse trasmissioni tramesse utilizzando le piattaforme tecniche dvb-c (cavo) e dvb-s (satellite) e che questo aspetto della legislazione italiana debba essere modificato".

La portavoce del commissario Ue al fisco, Laszlo Kovas, ha ricostruito tutta la vicenda. "La Commissione ha ricevuto nell'aprile del 2007 un reclamo", ha detto senza però indicare l'autore, che fonti di Bruxelles indicano in Mediaset (comportamento del tutto normale nella dialettica con l'Ue). In questo reclamo si denunciava la presenza di due aliquote diverse nel settore delle tv a pagamento, con alcuni che applicano l'Iva al 10% (Sky) e altri al 20% (Mediaset). "Quindi - ha proseguito la portavoce - come sempre la Commissione ha proceduto a fare le sue verifiche. Ricordo che nella direttiva Iva c'è un allegato in cui si dice che si può applicare un'Iva ridotta, ma assicurando la neutralità fiscale. Dunque - ha continuato - non ci possono essere aliquote diverse per uno stesso tipo di servizio".

Argomenti tanto validi da avere spinto il governo Prodi, con una lettera del 29 gennaio 2008, a impegnarsi "ad allinerare" la tassazione. Qualche mese dopo, era l'11 aprile, Bruxelles scriveva a Roma sollecitando di applicare "un'Iva ridotta identica" del 10% tra il satellite, Sky, e il digitale terrestre di Mediaset. Poi ci sono state le elezioni e tutto è rimasto fermo fino al 3 ottobre, quando la Ue ha dato due mesi a Roma per modificare il regime fiscale. Pena una scomoda procedura d'infrazione contro il Governo.

Che ha provveduto in tempo utile, alzando però le tasse a Sky, che dovrà pagare 220 milioni in più, anziché abbassarle agli altri, il cui gettito nella pay è decisamente meno significativo. "E' una scelta che deve fare il governo", ha detto oggi la portavoce Ue, sottolineando che dopo la mossa dell'esecutivo Berlusconi "il caso è chiuso". Ciò non toglie che la scelta di alzare le tasse a Sky è stata politica e che le indicazioni Ue erano solo contro lo status quo. Punto ammesso ieri da Tremonti, che ha detto: "Senza Bruxelles non avrei fatto nulla, ho ben altro a cui pensare. Ma va bene così, visto che facciamo cassa per pagare misure sociali, come il bonus" per i cittadini meno abbienti.
(3 dicembre 2008) "
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Re: Sky e la UE

Messaggioda lucameni il 07/12/2008, 15:04

Dall'inchiesta dell' Espresso:

""Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione.

Nel 1997 Il pubblico ministero Margherita Taddei chiese il rinvio a giudizio per Berlusconi. Lo chiese anche sulla base di un fax che fu trovato durante una perquisizione. La missiva era opera di Salvatore Sciascia, allora manager Fininvest e oggi parlamentare del Pdl nonostante una condanna definitiva in un altro procedimento per le mazzette pagate dal gruppo alle Fiamme Gialle. Nel fax, diretto a Silvio Berlusconi, Sciascia chiedeva di spingere per far nominare alla Corte dei Conti il dirigente del ministero delle Finanze Ludovico Verzellesi, meritevole perché in precedenza si era speso per fare ottenere l'agevolazione dell'Iva al 4 per cento per Telepiù. In pratica, secondo la ricostruzione dei magistrati, la raccomandazione era il ringraziamento di Fininvest per il trattamento ricevuto.

Il fascicolo processuale però fu trasferito nella Capitale per competenza nel 1997. Nel 2000 il Gip Mulliri, su richiesta del procuratore di Roma Salvatore Vecchione e del pm Adelchi D'ippolito (oggi capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'economia con Giulio Tremonti) archiviò tutto. Nessuna rilevanza penale, quindi. Ma restano i dati oggettivi sulla trattativa tra la Fininvest e il ministero per l'abbassamento dell'Iva sulla pay tv: dal 1991 al 1995 quando era controllata o partecipata dal gruppo Berlusconi, Telepiù ha goduto di un'aliquota pari al 4 per cento. Un'agevolazione che allora Berlusconi non considerava scandalosa. Mentre oggi definisce "un privilegio" l'aliquota più che doppia del 10 per cento.

L'innalzamento dal 4 all'attuale 10 per cento fu introdotto alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini. All'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv».

Il 25 ottobre del 1995, Mario Zanone Poma, (amministratore di Telepiù sin dalla sua fondazione) dichiarava alle agenzie di stampa: «L'innalzamento dell'aliquota Iva:

1) contraddice la sesta direttiva della Comunità Europea;

2) contraddice l'atteggiamento degli altri paesi europei verso aziende innovative quali le pay tv;

3) crea una grave discriminazione tra la pay-tv e il servizio televisivo pubblico».

In pratica il manager scelto da Berlusconi diceva le cose che oggi dicono gli uomini di Murdoch.

Effettivamente un ruolo dei comunisti ci fu. Ma a favore del Cavaliere.

Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest»."
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Re: Berlusconi raddoppia l'IVA al suo principale concorrente

Messaggioda moderatore il 07/12/2008, 16:52

caro lucameni, come scritto piu' sopra, si continua ad unifcare le discussioni.
Grazie per non disperdere il dibattito.

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