da lucameni il 03/12/2008, 23:40
"Sky, la Ue: "Iva da armonizzare"- Aveva chiesto il 10% su tutte le Tv
La Commissione suggeriva di abbassare l'imposta al livello delle altre televisioni
di ALBERTO D'ARGENIO
BRUXELLES - Per l'Europa il caso Sky è chiuso, ma da qui ad avvallare in pieno la scelta del governo di alzare l'Iva alla piattaforma satellitare italiana ce ne passa. "Se le autorità italiane dovessero insistere nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento, dovremo aprire una procedura di infrazione", ha detto tramite un portavoce la Commissione Ue, dando ragione al discorso fatto ieri dal ministro Tremonti a margine del summit con i colleghi europei a Bruxelles. Ma attenzione, perché la decisione di alzare le tasse a Sky è stata politica, come peraltro ammesso ieri dallo stesso titolare del Tesoro. Per noi che sia il 10 o il 20% è uguale, spiegano a Repubblica fonti Ue, l'importante è allinerare le aliquote tra Mediaset, Rai e Sky.
In aprile, comunque, la Commissione aveva suggerito all'Italia di allineare le aliquote Iva verso il basso, ossia al 10% concesso alle tv via satellite, ossia sky. Questo il succo di una lettera dell'11 aprile 2008 inviata dalla Direzione generale per la fiscalità alla rappresentanza permanente dell'Italia presso la Ue.
"La commissione - è scritto nella lettera - è del parere che le trasmissioni via etere (dvb-t, il cosiddetto digitale terrestre) debbano essere soggette ad una aliquota Iva ridotta identica a quella applicata alle stesse trasmissioni tramesse utilizzando le piattaforme tecniche dvb-c (cavo) e dvb-s (satellite) e che questo aspetto della legislazione italiana debba essere modificato".
La portavoce del commissario Ue al fisco, Laszlo Kovas, ha ricostruito tutta la vicenda. "La Commissione ha ricevuto nell'aprile del 2007 un reclamo", ha detto senza però indicare l'autore, che fonti di Bruxelles indicano in Mediaset (comportamento del tutto normale nella dialettica con l'Ue). In questo reclamo si denunciava la presenza di due aliquote diverse nel settore delle tv a pagamento, con alcuni che applicano l'Iva al 10% (Sky) e altri al 20% (Mediaset). "Quindi - ha proseguito la portavoce - come sempre la Commissione ha proceduto a fare le sue verifiche. Ricordo che nella direttiva Iva c'è un allegato in cui si dice che si può applicare un'Iva ridotta, ma assicurando la neutralità fiscale. Dunque - ha continuato - non ci possono essere aliquote diverse per uno stesso tipo di servizio".
Argomenti tanto validi da avere spinto il governo Prodi, con una lettera del 29 gennaio 2008, a impegnarsi "ad allinerare" la tassazione. Qualche mese dopo, era l'11 aprile, Bruxelles scriveva a Roma sollecitando di applicare "un'Iva ridotta identica" del 10% tra il satellite, Sky, e il digitale terrestre di Mediaset. Poi ci sono state le elezioni e tutto è rimasto fermo fino al 3 ottobre, quando la Ue ha dato due mesi a Roma per modificare il regime fiscale. Pena una scomoda procedura d'infrazione contro il Governo.
Che ha provveduto in tempo utile, alzando però le tasse a Sky, che dovrà pagare 220 milioni in più, anziché abbassarle agli altri, il cui gettito nella pay è decisamente meno significativo. "E' una scelta che deve fare il governo", ha detto oggi la portavoce Ue, sottolineando che dopo la mossa dell'esecutivo Berlusconi "il caso è chiuso". Ciò non toglie che la scelta di alzare le tasse a Sky è stata politica e che le indicazioni Ue erano solo contro lo status quo. Punto ammesso ieri da Tremonti, che ha detto: "Senza Bruxelles non avrei fatto nulla, ho ben altro a cui pensare. Ma va bene così, visto che facciamo cassa per pagare misure sociali, come il bonus" per i cittadini meno abbienti.
(3 dicembre 2008) "
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)