da ginospadon il 13/04/2009, 21:24 
			
			Non è facile oggi polemizzare contro Berlusconi, e tuttavia  si avverte nel suo modo di esprimere il cordoglio un qualcosa  di detestabile. Egli non si limita, infatti a dire le parole della pietà, della compassione e dell’aiuto ma cerca di ottenere un plauso  personale, un riconoscimento di laica santità. Di qui “lacrime” enfatizzate e troppo esibite. Di qui, non già una sofferenza spartita con chi ha poteri e responsabilità, ma una sofferenza "privata" perchè  di lui si dica: “ecco uno che soffre come noi”. Di qui, per via di logica conseguenza, la decisione di lasciare il gruppo delle autorità durante il funerale per mescolarsi alla folla in modo che  emerga chiara “l’autenticità”, la "genuinità"  della "sua" sofferenza, Di qui la ricerca del  bagno di folla quotidiano per dar cameratesche pacche sulle spalle, per “incoraggiare” con battute presuntamene “popolaresche” tipo quella sul "camping", per promettere alloggio nelle “sue” ville, per provvedere, a “sue” spese, a procacciar ponti e dentiere. Tutti comportamenti di veniale cattivo gusto  se non fosse che la loro reiterata presenza sui media e il fracasso di tanti orridi imbonitori,  li fa apparire come atti d’insigne cialtroneria e d'indegno cinismo. Gino Spadon