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Intercettazioni : l'archivio Genchi.

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Intercettazioni : l'archivio Genchi.

Messaggioda ranvit il 25/01/2009, 12:58

Da repubblica.it :

IL RETROSCENA
I segreti che inquietano il Palazzo arma finale del Cavaliere
di CLAUDIO TITO

ROMA - "Ora si rimette tutto in discussione". Dopo i resoconti ricevuti l'altro ieri da Gianni Letta e Fabrizio Cicchitto, Silvio Berlusconi vuole sparigliare. E riportare al punto di partenza il confronto sulla nuova disciplina per le intercettazioni telefoniche.

La "bomba" dell'archivio Genchi un primo effetto l'ha prodotto. E il Cavaliere lo vuole utilizzare fino in fondo. Sperando che anche nel centrosinistra si possa aprire un varco.

I paletti fissati nei giorni scorsi dalla Lega e Alleanza nazionale, del resto, non lo hanno mai convinto. Ora vuole farli saltare. Al prossimo vertice della coalizione, nei prossimi giorni, riporrà il problema. "E' indispensabile una normativa più severa", ripete da due giorni. Non quella reclamata dagli alleati, dall'opposizione e anche dal Quirinale. Da qualche giorno, gli uomini del premier ripetevano che non si sarebbero fatti imporre una revisione delle intercettazioni "troppo debole". Adesso c'è lo spunto per tornare alla carica.

E dunque, se Bossi e Fini considerano un muro insormontabile la necessità di non prevedere un elenco preciso di reati per cui è possibile effettuare i controlli sulle conversazioni al telefono, il capo del governo intende ricorrere ad un'altra arma. Inserire nella riforma un serie di vincoli e condizioni che di fatto ne restringeranno l'uso. Il punto, allora, non sarà più se il magistrato può agire con questo strumento per le indagini relative a atti di corruzione o concussione. Per Berlusconi, esistono tanti altri modi per arrivare ad una disciplina "più severa". La limitazione temporale delle intercettazioni, la non reiterabilità, la loro utilizzazione nei procedimenti come prova aggiuntiva e non decisiva. Tutte osservazioni che il capo del governo tornerà a formulare nel summit con i "big" del centrodestra. Con i quali ha preferito cedere su altri aspetti: ad esempio il futuro equilibrio del Pdl. Non a caso ieri ci ha tenuto a puntualizzare che l'intesa con il presidente della Camera e con il senatùr è "piena".

I colloqui e gli incontri dell'altro ieri, poi, rappresentano per il presidente del Consiglio un'arma in più per convincere tutti gli interlocutori più riottosi. I contatti degli ultimi giorni, infatti, gli hanno fornito un quadro preciso di quel che ci potrebbe essere nell'archivio di Gioacchino Genchi: 350 mila telefonate - o tracce di telefonate - che spaziano in ogni direzione. Ne ha parlato con il sottosegretario Letta che ha la delega ai servizi segreti. E quest'ultimo ne ha discusso telefonicamente con il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, e con il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che fa parte dello stesso comitato.
L'insieme che ne è uscito ha scosso un po' tutti, a partire dal Cavaliere. Un allarme che lo induce a "rimettere tutto in discussione".

Soprattutto la difficoltosa trattativa avviata nella maggioranza. "Ora - è il suo ragionamento - se ne convinceranno tutti di quel che bisogna fare". Una considerazione basata anche sui giudizi preoccupati dello stesso Rutelli: "Una questione rilevante per la nostra libertà e democrazia". A questo punto, infatti, Berlusconi è sicuro di poter convincere anche il Pd ad assumere una atteggiamento diverso. E pure il Quirinale. Che, a suo giudizio, in questa partita ha giocato finora di sponda con Lega e An.

L'accordo siglato informalmente - ma blindatissimo - tra i membri del Pd e del Pdl nel Copasir per evitare che le intercettazioni finiscano sui giornali, rappresenta per Palazzo Chigi la dimostrazione che uno spiraglio si può aprire un varco nella barricata alzata in questi mesi. "Perché - è l'avvertimento del premier ai suoi - nessuno si può sentire al sicuro".

(25 gennaio 2009)

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Vediamo che succede....

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Re: Intercettazioni : l'archivio Genchi.

Messaggioda ranvit il 25/01/2009, 12:59

Da repubblica.it :

Rutelli per il Copasir chiede nuova documentazione a Catanzaro
Presto ci saranno le prime audizioni, il Pdl attacca: "Ci vuole la corte marziale"
Archivio Genchi, vertice Procura-Ros
"Fatti rilevanti per la democrazia"
di FRANCESCO BEI


Francesco Rutelli
ROMA - "Temo che nelle prossime settimane ci si renderà conto che si tratta di una questione molto rilevante per la nostra libertà e la nostra stessa democrazia". Francesco Rutelli, presidente del Copasir (Comitato per la sicurezza della Repubblica), non ci gira intorno. L'affaire dell'archivio di Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, che conterrebbe centinaia di migliaia di utenze telefoniche - tra cui quelle di parlamentari, esponenti dei servizi segreti e delle forze armate - è una bomba pronta a esplodere. "In questi giorni - annuncia quindi Rutelli - stabiliremo le audizioni e ascolteremo anche processualisti che ci aiuteranno a verificare se queste attività siano state rispettose della legge o meno".

Rutelli parla di "tabulati telefonici e acquisizioni di dati riguardanti moltissime persone non indagate", che sono stati trasmessi dalla procura di Catanzaro al Copasir e sono coperti dal segreto. Ma il l'ex consulente informatico della procura di Catanzaro, intervenuto ieri mattina a "Radio anch'io", prova a ridimensionare la vicenda sostenendo che "non esiste alcuna banca dati".

"Non ho mai svolto una sola intercettazione né telefonica né ambientale - si difende Genchi-, ho solo e sempre analizzato dei dati che provenivano dal fascicolo e che erano acquisiti dalle indagini preliminari o al processo. Quegli stessi dati sono poi stati messi a disposizione dei difensori e su quegli stessi dati si sono fatti dei processi e ci sono centinaia di sentenze che lo confermano".

Quanto all'eventuale "controllo" delle utenze dell'allora capo della polizia Gianni De Gennaro, oggi capo del coordinamento dei servizi segreti, Genchi smentisce decisamente: "Tengo a precisare che non ho mai svolto acquisizioni che riguardano Gianni De Gennaro. Lui non è mai stato coinvolto nelle indagini calabresi né a titolo diretto né indiretto, e come lui tanti altri, a partire dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino".

Tutti nomi, sostiene l'esperto informatico, che sono stati "agitati sui giornali alla vigilia dell'avocazione del procedimento del dottor De Magistris. Ed è questo l'aspetto più pericoloso: l'avere tirato in ballo persone che non c'entrano nel tentativo di suscitare le loro reazioni, che da persone intelligenti quali sono non ci sono state".

Ma le spiegazioni di Genchi non convincono i politici. Il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia, chiede al governo di "portare a conoscenza del Parlamento le reali dimensioni dell'archivio segreto Genchi". Mentre Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl a palazzo Madama, definisce il caso Genchi "uno dei più gravi e sconcertanti scandali della storia repubblicana" e invoca "la corte marziale".

Intanto il Copasir ha chiesto nuova documentazione a Catanzaro, dove ieri si è tenuta una riunione tra i magistrati della Procura e i carabinieri del Ros che acquisirono i tabulati raccolti da Genchi.

(24 gennaio 2009)
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Re: Intercettazioni : l'archivio Genchi.

Messaggioda ranvit il 25/01/2009, 13:01

Da repubblica :

Secondo il premier l'ex consulente del pm De Magistris avrebbe controllato 350 mila persone
"Dobbiamo essere decisi e non consentire che questo sistema che possa continuare"
Archivio Genchi, Berlusconi all'attacco
"Più grande scandalo della Repubblica"
E sulla riforma della giustizia annuncia: "C'è il via libera di Umberto Bossi"


Giaocchino Genchi
OLBIA - "Sta per uscire uno scandalo che forse sarà il più grande della storia della Repubblica. Un signore ha messo sotto controllo 350 mila persone". Lo dice il premier Silvio Berlusconi parlando di intercettazioni in comizio a Olbia e riferendosi senza nominarlo al caso dell'archivio Genchi, il consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, titolare dell'inchiesta Why Not. L'archivio conterrebbe centinaia di migliaia di utenze telefoniche, tra cui quelle di parlamentari, esponenti dei servizi segreti e delle forze armate.

Rispondendo poi ai cronisti che gli chiedevano chi venisse intercettato, Berlusconi ha poi risposto: "Tutti".
Anche membri dei Servizi segreti? "Sì, il capo", ha risposto ancora riferendosi a Nicolò Pollari. Subito dopo il presidente del Consiglio ha ammesso però di essere al corrente della vicenda solo per quello già emerso sulla stampa. "Se sono vere le cose che sembra siano vere circa il volume di queste verifiche e l'estensione temporale delle stesse, è una cosa che veramente ha dell'incredibile", ha aggiunto il premier.

"Dobbiamo essere decisi e non consentire che questo sistema che la nostra Costituzione considera come eccezionale possa continuare. Dobbiamo imporre limiti certi, sicuri per i cittadini", ha detto Berlusconi. Ovviamente l'uscita del presidente del Consiglio non è casuale, ma intende mettere pressione ad opposizione ed alleati in vista della discussione di una riforma che riduca la possibilità di ricorrere alle intercettazioni nell'ambito delle inchieste giudiziarie, come annunciato nei giorni scorsi dallo stesso Berlusconi.

A proposito della riforma, Berlusconi ha annunciato che "C'è il via libera di Bossi sulla giustizia. Con Bossi c'è collaborazione convinta su tutto".

A denunciare la gravità di quanto emerso attraverso la scoperta dell'archivio Genchi è stato ieri anche Francesco Rutelli, il presidente del Copasir, il comitato per la sicurezza della Repubblica che ha sostituito il Copaco. Secondo l'esponente del Pd l'ex consulente di De Magistris ha raccolto "tabulati telefonici e acquisizioni di dati riguardanti moltissime persone non indagate", che sono stati trasmessi dalla procura di Catanzaro al Copasir e sono coperti dal segreto.

(24 gennaio 2009)

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Se è grave come dice Rutelli.....

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Genchi si difende.

Messaggioda ranvit il 26/01/2009, 13:10

Da repubblica.it :

Genchi: perseguitato perché testimone di malefatte
E la politica si divide sull'allarme-democrazia del premier
Il custode dei tabulati dal suo bunker "So molte cose, anche del Cavaliere"
di EMANUELE LAURIA

PALERMO - La sua difesa l'ha affidata a Facebook, citando Camilleri: "A Berlusconi, Cicchitto, Rutelli e Gasparri consiglio di leggere "La concessione del telefono"". Gioacchino Genchi si rivede nel personaggio di Filippo Genuardi, il commerciante che nella Sicilia dell'800 chiede l'installazione di una linea telefonica e finisce per essere tacciato dal prefetto di essere un sovversivo, malgrado la difesa del questore Monterchi che sarà trasferito. Nella metafora del perito informatico, l'ex pm di Catanzaro De Magistris è il questore e lui, semplicemente, "spera di non fare la fine di Genuardi". Che, per inciso, nel romanzo viene ucciso: "Ma io so che questo non accadrà - chiosa Genchi - Perché sto ricevendo la solidarietà di tante persone perbene".

Eccola, la "spia" additata da Berlusconi, il protagonista dello "scandalo enorme" pronosticato dal premier. A mezzogiorno il poliziotto in aspettativa che ha lavorato con le procure di mezz'Italia è seduto in tuta da ginnastica nel salotto della sua abitazione-bunker di Palermo, protetta da telecamere e codici d'ingresso. Il famigerato archivio con 350 mila nomi? Genchi precisa, chiarisce, corregge. Ribadisce di non aver mai intercettato alcuna conversazione nell'ambito del processo Why Not ma di avere lavorato sui tabulati, incrociando numeri di telefono, date e orari dei colloqui: "I tabulati sono 792, le utenze controllate solo 641. Assimilare le intercettazioni ai tabulati equivale a ipotizzare un reato di violenza sessuale per chi dà uno sguardo a una bella donna. Per rimanere a una materia di cui Berlusconi si intende".

Genchi ammette che fra i nomi del suo archivio figura quello dell'ex capo del Sismi Nicolò Pollari "ma si tratta della replica di tabulati già fatti dalla Procura di Milano. De Gennaro? No, lui non c'è. Quella è una cattiveria". Non nega, l'esperto informatico, "di sapere tanto di tanti, anche di Berlusconi. Ma come i pm, gli avvocati e i medici, io ho il dovere della segretezza". Genchi lamenta una "vile aggressione": "Vogliono colpirmi perché sono uno scomodo testimone delle malefatte di alcuni magistrati di Catanzaro e di quanto stava emergendo dall'inchiesta Why Not: un intreccio affaristico che coinvolge imprenditori, politici, giornalisti, uomini dei servizi segreti".

Maggioranza e opposizione litigano sul caso-intercettazioni. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, parla di una "manipolazione della vita politica del Paese". Tesi che non convince Antonio Di Pietro: "L'allarme di Berlusconi è una bufala". Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, rilancia: "Lo scandalo Genchi-De Magistris esca dal Copasir e approdi in Parlamento e in Procura". E Francesco Rutelli, presidente del comitato per la sicurezza, smorza i toni: "Lavoreremo con equilibrio e severità sul caso-Genchi. Ma non c'è un'emergenza democratica".

(26 gennaio 2009)
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Re: Intercettazioni : l'archivio Genchi.

Messaggioda Gab il 27/01/2009, 0:23

Caro Vittorio,
queste faccende incominciano sempre piu' ad assomigliare ad una altra fase storica in cui si cercava di tirare dentro tutti.
Tutti colpevoli e qunidi tutti salvi. Questo tentarono di far passare .

Sappiamo come e dove fini.

Speriamo che la storia si ripeta ..

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