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Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

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Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda franz il 11/06/2015, 9:03

Umberto Eco: 'Social network da un lato positivi, dall'altro danno la parola a legioni d'imbecilli'

Lo ha detto Umberto Eco a margine del conferimento della laurea honoris causa all'Università di Torino: "Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel"
Laurea onoris causa a Umberto Eco

Torino, 10 giugno 2015 - "Il fenomeno dei social network da un lato è positivo, perché permette alle persone di rimanere in contatto tra loro, ma dall'altro canto dà diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel".

Lo ha detto Umberto Eco a margine del conferimento della laurea honoris causa in "Comunicazione e Culture dei Media" all'Università di Torino. "Credo - ha aggiunto - che dopo un po' si creerà una sindrome di scetticismo".

INSEGNARE AI RAGAZZI COME FILTRARE INTERNET - "Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono neofiti di fronte a questo strumento". Lo ha affermato Umberto Eco parlando con i giornalisti dopo la cerimonia all'Università di Torino. Secondo Eco "i giornali dovrebbero dedicare due pagine al giorno a fare l'analisi dei siti internet". Inoltre bisogna "invogliare gli studenti a paragonare i siti. Ad esempio facendo fare un tema dicendo ai ragazzi di copiare da internet, ma comparando almeno dieci siti".

I GIORNALI NON SCOMPARIRANNO - I giornali cartacei non scompariranno a maggior ragione nell'era di Internet in cui proliferano bufale e riletture storiche fantasiose di guerre, calamita e dell'attentato alle Torri Gemelle. Un'epoca, la nostra afflitta dalla sindrome del complotto e del favoleggiamento di oscuri potentati che reggono le sorti del mondo. Ne è convinto Umberto Eco. Nella sua lectio magistralis dedicata al tema del complotto, l'intellettuale ha sottolineato come "le bufale oggi abbiano successo, perché promettono saperi negati ad altri" e ci sollevano dall'impegno in prima persona di cercare la verità e di impegnarsi contro le storture del mondo. "Se si è convinti che il mondo è condotto dagli Illuminati, che cosa posso fare io singolo cittadino? Mi arrendo. Quindi il complotto distoglie dai problemi autentici" ha detto Eco, sostenendo che i giornali "in questo panorama dovrebbero dedicare almeno due pagine all'analisi critica dei siti" e quindi non farsi cannibalizzare da questo flusso di informazioni spesso di dubbia provenienza.

Lo scrittore vede quindi un fulgido futuro per i giornali di carta, proprio mentre internet e i social media vogliono rubare la scena all'editoria tradizionale. "Sono sempre fedele a Hegel, che diceva che la lettura del giornale è la preghiera quotidiana dell'uomo moderno. Si tornerà all'informazione cartacea" ha vaticinato Eco, portando l'esempio di alcuni colossi della Silicon Valley che "hanno vissuto e trionfato in Internet e hanno comprato dei giornali oltreoceano". "Questo mi dice che c'è un certo avvenire per il cartaceo" ha detto l'intellettuale. A Torino Eco si laureò nel 1954 in Lettere e Filosofia e a seguire la sua lectio magistralis c'era anche un nutrito gruppo di suoi compagni del liceo. Uno di loro ha ricordato che lo scrittore "durante le lezioni, disegnava in continuazione. Faceva disegni bellissimi che io da amico fraterno ho conservato". Alla fine della sua prolusione fioccano lunghi minuti di applausi e lui apostrofa il pubblico con ironia, dicendo: "non c'è più religione, neanche una standing ovation", che subito la platea di studenti e autorità gli ha tributato.

http://www.quotidiano.net/eco-internet- ... -1.1047071

Vedere anche ANSA: http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura ... 0af35.html
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda pianogrande il 11/06/2015, 14:04

Qualcosa di vero c'è in quello che dice Umberto Eco ma non sono così ottimista.
Anche quando negli uffici (compresi gli uffici tecnici) sono arrivati i sistemi computerizzati e non solo per scrivere, qualcuno diceva che avrebbero fabbricato falsi tecnici e che i tecnici (quelli veri e competenti) avrebbero continuato ad esprimersi col tecnigrafo e la calcolatrice o giù di lì.
Questo perché il programma ce l'avevano in testa ed era costituito dalle loro conoscenze ed esperienze che non potevano essere sostituite da un programma di computer.
Col cavolo!
Nel computer si può inserire di tutto e si può definire questa condizione come evoluzione del sistema.

Così succede per l'informazione.
La tastiera invece della macchina da scrivere credo sia ormai scontata.
La stampa su carta non è scontata per niente.
Intanto gli e-book invadono sempre di più alla faccia di ogni sentimentalismo e/o legame affettivo col cartaceo.
I giornali on line pur con le loro pubblicità martellanti si diffondono sempre di più e tutto diventa più veloce e interattivo e gli articoli di fondo alla Eugenio Scalfari non dico che li scriva e/o li legga solo Eugenio Scalfari ma la strada è quella e chi vuole mantenere il suo livello intellettuale e un certo numero di lettori (o di followers) penso si debba adattare a percorrere questa strada così come hanno fatto i tecnici nelle varie specialità che adesso si vergognerebbero solo a parlare di tecnigrafo e calcolatrice.

Umberto Eco fa benissimo a sollevare il problema e a provocare la discussione ma, secondo me che sono un suo estimatore anche se non lettore accanito, sa benissimo di avere torto marcio.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda annalu il 11/06/2015, 19:06

pianogrande ha scritto:[...] Umberto Eco fa benissimo a sollevare il problema e a provocare la discussione ma, secondo me che sono un suo estimatore anche se non lettore accanito, sa benissimo di avere torto marcio.

Penso che anche quella di Eco sia una boutade (come spero sia quella di Franz, si licet parva...).
Anch'io stimo Eco e lo leggo con piacere, ma proprio perché lo leggo spesso, ho letto numerosi suoi testi di elogio del progresso e dell'informatica, per cui non riesco a prenderlo sul serio questa volta.
Come diceva uno dei suoi commentatori, tutti riusciamo ad essere imbecilli quando ci lanciamo a sentenziare in campi che ignoriamo, cosa che di tanto in tanto capita più o meno a tutti.

Non credo che la versione cartacea dei giornali resterà al livello attuale ancora a lungo, credo invece che il livello culturale medio della gente si adatterà ai nuovi strumenti di comunicazione e finalmente si imparerà a distinguere le imbecillità dalle opinioni documentate.
Il livello intellettuale medio delle giovani generazioni è molto maggiore di quello dei giovani del mio tempo; ce ne accorgiamo poco solo perché un tempo i livelli sociali più bassi non avevano modo di esprimersi, essendo per lo più analfabeti.
I testi senza senso delle "legioni di imbecilli" sono dei testi scritti, sono quindi prodotti da persone in grado di scrivere un testo, sia pure assurdo. Non credo che Eco preferisca che "gli imbecilli" restino analfabeti, perché magari qualcuno degli analfabeti potrebbe essere un potenziale genio.

Uno sfogo, una invettiva, concediamola di tanto in tanto a tutti, Eco compreso.
E cerchiamo di fare in modo che le nuove tecnologie si diffondano, ma anche che si diffondano gli strumenti culturali per utilizzarle al meglio, imparando a distinguere le sciocchezze dai ragionamenti seri.

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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda annalu il 11/06/2015, 19:42

Leggo ora da Valigia blu: ...
[EDIT giovedì 10 giugno, 12.43 – commento di Alessandra al post – Tengo comunque a chiarirvi che, visto che ero presente a Torino ieri, alla lectio magistralis, e sono dottoranda in semiotica e giornalista pubblicista (insomma: tengo il piede in due scarpe per non sbargliarmi) Eco non ha pronunciato queste parole nella sua lezione (che concludeva un convegno internazionale a tema complotto e complottismo) bensì dopo, nel breve incontro con i giornalisti. Forse un po’ di contesto aiuta a inquadrare meglio.]
Ecco, a proposito di imbecilli ed uso del mezzo, l'articolo con la citazione di Eco era sulla carta stampata ...
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda franz il 11/06/2015, 19:51

Premesso che la mia è solo una provocazione (tra le tante) per far discutere ... aggiungo quella di un amico recente (sul piano fisco) ma di vecchia data sul piano internettaro ... Michele Boldrin.


Gli imbecilli, i social ed Umberto Eco
11 giugno 2015 alle ore 19.01 (Michele Boldrin, su FB)

Eco, come molti altri educati in un certo tipo di cultura (che loro chiamano "classica" ed io invece chiamo parziale ed insufficiente ...) non si rende conto che l'informazione e' un bene tale e quale lo sono le scarpe, gli orologi e le camicie. Cambia la tecnologia e, a volte, i meccanismi di mercato, ma alcune regole non cambiano per nulla.

Quando i costi di produzione delle, per esempio, scarpe, erano molto alti, le scarpe le compravano in pochi. Ed erano, in relazione alla tecnologia dell'epoca, di alta' qualita': fatte a mano, materiali costosi, pezzi unici, e cosi' via. Mano a mano che la tecnologia e' migliorata il costo di produzione e' diminuito e le scarpe son diventate meno costose e piu' diffuse. Quando, come da qualche decennio, tutti hanno avuto accesso alle scarpe il mercato e' stato dominato (quantitativamente) dalle scarpe economiche di bassa qualita'. Le scarpe di alta' qualita' non sono pero' sparite, sono semplicemente di nicchia e riservate a chi e' in grado o e' disposto a pagare di piu' per averle.

La cosa interessante (che Eco, come tutti i critici ideologici del "capitalismo" e del "mercato" non notano o capiscono) e' che (1) non solo e' meglio un mondo in cui tutti hanno le scarpe, seppur di bassa qualita', che non un mondo in cui il 99% va a piedi nudi, ma che, (2) il numero di coloro con scarpe di buona qualita' aumenta nel tempo, invece di diminuire, grazie al processo appena descritto.

Lo stesso vale per l'informazione ma Eco non lo capisce. Vede solo tanta gente con scarpe di bassa qualita' ("imbecilli" che blaterano a vanvera) e non si rende conto del processo storico in corso, ne' si ricorda di quando il 99% NON aveva accesso ad alcuna informazione, non aveva voce in capitolo, non aveva nemmeno l'opzione di informarsi, anche se lo avesse voluto.

E' per questo che l'analogia fra informazione scarpe, orologio o macchina, fa ben sperare. Nella misura in cui le scarpe si diffondono e massificano e gli acquirenti imparano a riconoscerne la qualita', la domanda si fa piu' esigente e sofisticata. Se, grazie alla concorrenza ed alla pressione della domanda, la tecnologia progredisce permettendo di aumentare la qualita' a costi costanti, la qualita' media della scarpa sul mercato migliora. Ed e' questo che e' successo da tre o quattro secoli a questa parte (nel caso delle scarpe) o da un secolo nel caso delle macchine, e cosi' via. Lo stesso sta avvenendo per l'informazione!

Basta osservare i fatti per notarlo, ma Eco (come tutti coloro affetti dalla parzialita' distorcente della cultura erroneamente definita "classica") questa analogia e questi processi storici non li sa notare. Lui vede solo una minuscola, negativa, parte: che gli "imbecilli" ora non parlano solo al bar ma anche sui social. Strano non abbia anche menzionato che oggi si pubblicano (e vendono) molti piu' romanzacci orrendi che in passato! Si scorda il resto (e, guarda caso, si scorda anche che centinaia di migliaia di quegli "imbecilli" usciti dai bar hanno acquistato i suoi, mediocri, romanzi rendendolo milionario ...) e quindi fa la diagnosi sbagliata.

Eco, confuso dalla sua cultura parziale ed un po' ottusa, fa la parte del luddista che vuole distruggere le macchine (internet e social) che gli hanno tolto il "ruolo" di vate che la tecnologia anteriore (piu' primitiva) gli riservava. Non ha la capacita' di capire che deve invece inventarsi un ruolo adatto alla nuova tecnologia dell'informazione. Questo non toglie che sia vero che i social ed internet sono (quantitativamente) dominati da cattiva informazione, bufale, teorie assurde, cretinate d'ogni tipo. Solo che queste scarpe di bassa qualita' sono solo un aspetto, parziale, d'un processo complessivamente positivo.

Ovviamente, nel caso dell'informazione, perche' aumenti la domanda per informazione di qualita' al posto delle bufale imbecilli, occorre SIA che il grande pubblico esperimenti l'imbecillita' dannosa delle bufale - ecco perche' sputtanare i ballisti, da salvini al grullo, dagli scikimici agli amici di putin, dai fondamentalisti religiosi ai nemici della scienza, eccetera, eccetera financo agli Eco che fanno analisi erronee di fenomeni veri, e' cosa buona e giusta - SIA che cresca l'istruzione media del pubblico, in modo tale che la qualita' dell'info domandata cresca.

Quindi: non meno ma PIU' internet e piu' social, caro Eco.

E piu' scuola moderna, piu' scienza e meno certezze classiche, piu' pensiero critico e meno retorica, piu' merito e meno uguaglianza a priori, piu' critica spietata alle bufale e meno condiscendenza con le cazzate di chi sta "dalla nostra parte", piu' dibattito pubblico e meno colloqui per illuminati, meno prediche e piu' confronto con i fatti.

Il "progresso" non e' garantito, ne' automatico. Il miglioramento tecnologico non da' diritti ne' garantisce risultati, offre opzioni e possibilita' prima impossibili. Usarle bene o male sta a noi, alle regole che ci diamo e, soprattutto, alla nostra capacita' di capire cosa le nuove tecnologie ci offrano di positivo, invece di snobbarle perche' incapaci di comprenderle. Il luddismo, caro Eco, non ha mai pagato.
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda pianogrande il 12/06/2015, 0:26

Non sono d'accordo che la cultura "classica" sia "parziale".
La cultura classica è una base molto larga per affrontare vari problemi compresi (e questo è il concetto duro a passare) quelli tecnologici.

Esiste, evidentemente, anche una cultura di élite, per membri del club.
Cultura conformista, ripetitiva, conservatrice, auto referenziale.
Ma non è quella la cultura classica.

La cultura classica parte da un passato lontano per proiettarsi nel futuro.

Il mondo è sempre più competitivo e così è anche l'informazione.
I membri del club di un certo tipo di cultura scolpita nella pietra vanno in crisi davanti al foglio elettronico dove scorre di tutto?
Imparino (e insegnino) a scegliere invece di essere infastiditi da questo fiume.

Imparino a nuotare; a navigare, invece di maledire l'acqua.
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda franz il 12/06/2015, 7:40

Conoscendo il dibattito che su questo si è acceso da tempo in rete, il fatto che "classica" sia virgolettato indica che qualcuno la chiama cosi' ma non lo è. In Italia la cultura classica è stata parzializzata e messa quasi in competizione ed antitesi con quella logico-matematica-scientifica (appunto parzializzandola). Tu forse ti riferisci ad una cultura Classica (ci metto la C maiuscola per distinguerà dall'altra). A volte (anzi spesso) usiamo lo stesso termine con significati diversi.
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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda flaviomob il 16/06/2015, 1:37

Imbecille non necessariamente corrisponde ad ignorante... ne' ciò determina la "mancanza" di una propria cultura; tuttavia la situazione italiana è francamente drammatica. Secondo i dati del censimento generale della popolazione e delle abitazioni, anno 2012 (rif. 2011), in Italia in quell'anno la popolazione al di sopra dei 15 anni era di 47 milioni e 908mila persone. Di queste, 11 milioni era analfabeta o semianalfabeta (cioè priva di qualsiasi scolarità o con solo la scolarità elementare).
Nello stesso periodo, di 3 milioni e 313mila stranieri censiti, solo 424mila erano nella stessa condizione.


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Re: Eco: Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli

Messaggioda pianogrande il 16/06/2015, 22:06

11 milioni di analfabeti (o semi analfabeti che non è esattamente la stessa cosa), non ci credo neanche se li conto e li esamino personalmente.

Comunque e a maggior ragione, meglio leggere bufale e imbecillità varie (e scriverne) che essere messi fuori dal dorato club della cultura.

Se leggo di scie chimiche e limone che guarisce i tumori (occhio alla percentuale di bicarbonato che è fondamentale) è molto meglio che non leggere niente.
Mi verrà qualche dubbio.
Mi farò una qualche opinione.
Abbozzerò un ragionamento.
Mi farò anche qualche risata (forse non guarisce i tumori ma non richiede quello schifo di bicarbonato).
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