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Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

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Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda flaviomob il 04/06/2015, 11:31

http://video.corriere.it/fantasma-palaz ... 409b81767d

Quattromila euro al metro quadrato. E’ la quotazione di un appartamento di pregio in una zona centrale di Venezia. Ed è anche il prezzo pagato dai contribuenti per un buco di quasi un ettaro, lì dove avrebbe dovuto sorgere il Nuovo palazzo del Cinema. Ma al suo posto non c’è un bel niente. Solo un buco, appunto: pietosamente riparato (ma neppure troppo) dagli sguardi distratti dei passanti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... a/1746216/

“Ci mangiamo Roma“. Assomiglia tanto alla ormai celebre frase “Se pigliamo Roma” della banda della Magliana, la frase che l’uomo delle coop, Salvatore Buzzi, dice però riferendosi alla giunta di Ignazio Marino.

Con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Flavia Costantini sottolinea la consapevolezza di Buzzi di essere parte di Mafia Capitale e parlando con i suoi collaboratori, Michele Nacamulli, Emanuela Bugitti e Claudio Bolla (con i quali discuteva delle richieste di dimissioni avanzate nei confronti del sindaco) esibisce la certezza di poter accaparrarsi gare e finanziamenti pubblici: “Noi comunque … ti dico una cosa … lui (Marino ndr) se resta sindaco altri tre anni e mezzo, con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... i/1745826/

L'inchiesta sul "Mondo di mezzo" della Procura di Roma prosegue. Operazione del Ros nel Lazio, in Sicilia e Abruzzo. Nel mirino anche la gestione dell'accoglienza di immigrati. A tre giorni dal giudizio immediato per il “Mondo di mezzo” la nuova bufera giudiziaria ha investito politici di Fi e Pd. Confermato il “sistema Odevaine” pensato per garantire un ritorno economico a chi gestiva i centri d’accoglienza

http://www.pinomasciari.it/?p=34334

L’affaire “Mafia capitale” è ormai diventato il simbolo del sistema mafioso italiano, lo specchio di una cultura che non si scardinerà mai per quanto sia diventato virulento negli anni. Politica, imprenditoria, pubblica amministrazione, piccolo commercio, non vi è settore dove le mani della mafia collusa con persone senza scrupoli che meriterebbero di finire i propri giorni in un campo a zappare dalla mattina alla sera, fa’ affari o forse sarebbe meglio dire, malaffari di ogni genere.


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Sicuramente non è la soluzione

Messaggioda pianogrande il 04/06/2015, 12:17

Se Rosy Bindi ha sbagliato, ha sbagliato anche se siamo massacrati dalla mafia, ha sbagliato anche se ci stanno per invadere quelli di Alfa Centauri, ha sbagliato anche se stanno arrivando il diluvio universale e le cavallette e la peste bubbonica.
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Re: Sicuramente non è la soluzione

Messaggioda annalu il 04/06/2015, 14:04

pianogrande ha scritto:Se Rosy Bindi ha sbagliato, ha sbagliato anche se siamo massacrati dalla mafia, [...]

L'elenco postato da Flavio è tristissimo, e non fa che aggravare le scelte della Commissione Antimafia in questa particolare circostanza.
C'è qualcuno che pensa che la pubblicazione di una lista di pochi nomi (siamo sicuri che non ce ne siano altri di "impresentabili", che potranno vantarsi di non essere stati considerati tali?) abbia rafforzato la consapevolezza popolare della drammaticità del fenomeno mafioso?
Il sospetto (e sottolineo, anche solo il sospetto) che l'elenco degli "impresentabili" pubblicato in modo così frettoloso sia frutto di una considerazione politica riguardante polemiche di partito, non fa che indebolire la credibilità dell'Antimafia, a scapito del lavoro serio che stava svolgendo e dovrebbe continuare a svolgere.

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Re: Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda pianogrande il 04/06/2015, 14:12

Quindi Rosy Bindi ha sbagliato due volte.
Che tale commissione abbia suscitato Il solo "sospetto" di essere stata usata per fini di lotta interna a un partito è già qualcosa di grave.
Rosy Bindi pretende addirittura le scuse del PD.
Una uscita di scena discreta e silenziosa le farebbe riguadagnare qualche punto.
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Re: Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda flaviomob il 04/06/2015, 14:21

Annalu, di che cosa stai parlando?

La commissione antimafia ha applicato un regolamento approvato all'unanimità da rappresentanti di tutte le forze politiche.

Nessun candidato è definito "impresentabili": il documento semplicemente evidenzia candidature espresse in contrasto al codice di autoregolamentazione dei partiti.

Stiamo delirando?

Chi ha sbagliato sono i partiti che non hanno rispettato il codice che essi stessi si sono dati. La commissione ha semplicemente reso pubblico questo dato, diffondendo peraltro notizie già di pubblico dominio, semplicemente riassunte in un unico documento.

Se i partiti hanno un codice di autoregolamentazione che non va bene, che lo cambino loro invece di attaccare una singola persona che svolge il proprio lavoro!


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Re: Sicuramente non è la soluzione

Messaggioda franz il 04/06/2015, 14:24

pianogrande ha scritto:Se Rosy Bindi ha sbagliato, ha sbagliato anche se siamo massacrati dalla mafia, ha sbagliato anche se ci stanno per invadere quelli di Alfa Centauri, ha sbagliato anche se stanno arrivando il diluvio universale e le cavallette e la peste bubbonica.

Dimenticasti scie chimiche e rettiliani.
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Re: Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda flaviomob il 05/06/2015, 1:43

Avviso pubblico: candidature e codice di autoregolamentazione della Commissione Parlamentare Antimafia

Nel settembre del 2014, la Commissione parlamentare antimafia ha votato all’unanimità quello che è stato definito come Codice di autoregolamentazione dei partiti in materia di formazione delle liste elettorali. Uno strumento pensato per “aumentare l’autotutela da parte dei partiti e dei movimenti politici contro il rischio di inquinamento delle liste elettorali”, come citato nel Codice stesso.
Dei contenuti di questo documento e dell’iter di discussione che lo ha accompagnato, Avviso Pubblico ne ha dato costantemente notizia sul portale del suo Osservatorio parlamentare.
Nove mesi fa, dunque, tutte le forze politiche hanno consapevolmente accettato uno specifico sistema di regole, con l’intento di dotarsi di uno strumento capace di dare concretezza all’esercizio della responsabilità politica e di contribuire a spezzare il legame tra politica, mafia, corruzione e malaffare.
Tenere lontani da incarichi di responsabilità pubblica personaggi oggetto di attenzione da parte della magistratura per reati particolarmente gravi e favorire la candidatura di persone oneste, prive di ombre, competenti e animate da un’autentica passione civile: questo l’intento del Codice. Un messaggio chiaro e forte, per contribuire a ridare credibilità alla politica e fiducia ai cittadini elettori.
Alla Commissione parlamentare antimafia spettava il compito di controllare l’applicazione del Codice, così come previsto dall’articolo 4 del medesimo e dai poteri conferitegli dalla legge istitutiva. Ai partiti, non solo il dovere di applicarlo ma anche, in base all’articolo 3, il compito di “rendere pubbliche le motivazioni della scelta di discostarsi dagli impegni assunti con l'adesione al codice di autoregolamentazione”.
A dispetto delle migliori intenzioni e della ricordata unanimità di approvazione del Codice, in queste ore, dopo la pubblicazione da parte della Commissione parlamentare antimafia di una lista di candidati presentati in violazione di tali regole e definiti dalla stampa come “impresentabili”, abbiamo assistito ad un vortice di polemiche che sono destinate, ancora una volta, a nuocere alla credibilità della politica, a delegittimare le istituzioni e l’attività della Commissione, ad indebolire la battaglia contro le mafie e la corruzione.
La politica, come abbiamo affermato anche recentemente, deve avere più coraggio. I partiti devono essere i primi protagonisti della selezione del loro personale, smettendo di continuare a delegare questo delicato compito alla magistratura e alle forze dell’ordine. Non vi sono soltanto comportamenti penalmente sanzionabili. Vi sono anche atteggiamenti politicamente ed eticamente inopportuni e gravi.
La Commissione parlamentare antimafia, e la sua Presidente in particolare, ha fatto la sua parte, nella consapevolezza che principi e regole non possono essere disattesi per ragioni di tempo e di metodo che, seppur condivisibili, non potevano impedire di portare a termine il lavoro.
Come Avviso Pubblico abbiamo sostenuto, e sosteniamo,il Codice di autoregolamentazione. Ai partiti spetta il compito di rispettarlo e la responsabilità di spiegare le ragioni delle candidature e della non applicazione di alcune delle regole condivise, chiarendo ai cittadini e all'opinione pubblica le motivazioni delle scelte fatte evitando, nel loro stesso interesse, pretestuose polemiche e delegittimazioni.

http://www.antimafiaduemila.com/2015053 ... mafia.html


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Re: Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda franz il 05/06/2015, 7:42

Di cosa parla questo thread?
Della corruzione a Roma o del caso Rosi Bindi, che già è trattato qui: viewtopic.php?f=4&t=7833 ?
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Re: Il problema dell'Italia è Rosi Bindi

Messaggioda flaviomob il 09/06/2015, 12:14

Qui siamo veramente in un sistema di corruzione integrale. Sciogliere tutto, commissariare tutto.

___

Mafia Capitale, “i soldi delle coop di Buzzi pagavano gli stipendi del Pd di Roma”

Dalle intercettazioni emerge un versamento da "6-7000 euro" per pagare gli stipendi dei dipendenti del partito. Tutto regolarmente fatturato. Il ras delle cooperative: "Abbiamo fatto buona figura con poco". Il contatto è Carlo Cotticelli, tesoriere dei dem romani
di F. Q. | 9 giugno 2015

Gli stipendi del Pd di Roma pagati coi soldi di Mafia Capitale. Salvatore Buzzi, ras della cooperativa 29 giugno e al centro dell’inchiesta che ha travolto la politica romana, distribuiva regolarmente fondi ai funzionari capitolini del partito. Il suo contatto è il tesoriere locale Carlo Cotticelli. Nei dialoghi intercettati dai carabinieri del Ros – che risalgono al 9 settembre 2014 – si fa riferimento alla richiesta del versamento di “6-7000 euro” e “alla consuetudine sistematica ‘il primo di ogni mese’ di pagare stipendi a pubblici ufficiali“. Nel giorno della seconda ondata di arresti di Mafia Capitale il 4 giugno il commissario del Pd romano e presidente democratici Matteo Orfini si scagliava contro “chi ha sbagliato”. Invece deve fare i conti con un sistema che si rivela sempre più simile a Mani Pulite e che non coinvolge solo qualche “mela marcia”, ma anche i vertici, almeno locali, dei dem.

Ecco il dettaglio delle intercettazioni. Carlo Guarany, vice di Buzzi, parlando col suo capo, spiega che Cotticelli chiede i soldi perché il partito è in difficoltà: “Non erano riusciti a pagare gli stipendi di agosto e non sapevano cosa fare. E così chiedeva a Buzzi se per caso potesse aiutarli dando loro 6-7000 euro per pagare gli stipendi di agosto e una parte di settembre”. Quindi Buzzi stacca l’assegno intestato al “Partito democratico di Roma”. In cambio riceve una regolare ricevuta proprio a nome del partito della Capitale: “Serve per metterla in contabilità”.

Si tratta di versamenti di cui il ras delle cooperative andava fiero parlando ai suoi collaboratori: “Un assegno di settemila euro, abbiamo fatto buona figura con poco”. E parlando con un suo collaboratore racconta: “No, noi pensavamo che ce chiedesse un sacco di soldi…c’ha chiesto 7mila euro…non c’è sembrato vero!…Subito…7mila euro subito!…abbiamo fatto un figurone”. Buzzi era certo di potere “contare” sui consiglieri, anche quelli del Partito democratico. Perché, come aveva detto all’ex Nar Massimo Carminati considerato dagli investigatori a capo dell’organizzazione Mafia Capitale, “li paghiamo tutti”.

E non c’è solo Cotticelli: perché dalle carte emerge anche il rapporto tra Buzzi e il capogruppo del Pd in Regione Lazio, Marco Vincenzi: sarebbe suo l’emendamento che è andato ad aumentare di 600mila euro i finanziamenti destinati alla coop 29 giugno. I due si incontravano a Tivoli, a Villa Adriana, dove si scambiavano “pizzini”. Tra loro anche telefonate e sms.

E, al di là, dei vertici locali romani, il Partito democratico viene coinvolto da Buzzi anche sulla vicenda che riguarda il Cara di Mineo, il centro di accoglienza per i richiedenti asilo di Catania – il più grande d’Europa -, che ai contribuenti costa 139mila euro al giorno. E che ha coinvolto anche il sottosegretario all’Agricoltura in quota Ncd Giuseppe Castiglione, indagato dalla Procura di Catania per una presunta turbativa d’asta.”Su Mineo casca il governo – dice Buzzi parlando ai magistrati il 31 marzo 2015 – io potrei, cioè, se possiamo spegnere il registratore glielo dico, se può spegnere un secondo”, chiede Buzzi ai pm. Esita nel racconto, ma conferma che a raccontare quello che è successo in merito agli appalti è Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto con Walter Veltroni sindaco.

Il Fatto Q


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Il Problema dell'Italia E' Marino?

Messaggioda pianogrande il 09/06/2015, 12:43

Il post posso anche lasciarlo vuoto.
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