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Caselli: aperta la caccia al giudice

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda flaviomob il 28/02/2015, 15:55

Magistratura, aperta la stagione di caccia al giudice

di Gian Carlo Caselli | 28 febbraio 2015

Il problema della responsabilità civile dei giudici comporta scelte di vera e propria civiltà, essendo in gioco il rispetto della libertà dei magistrati contro le intimidazioni di questo o quel soggetto che voglia difendersi non tanto “nel” ma “dal” processo. Una volta funzionavano bene, al riguardo, le leggi ad personam. Oggi abbiamo la nuova disciplina della responsabilità, che apre praterie sconfinate alle azioni di disturbo o di rappresaglia di chi non accetta la giurisdizione. Ma in un modo o nell’altro sono sempre – appunto – questioni di civiltà. Che in quanto tali non si possono ridurre in pillole propagandistiche a colpi di slogan e tweet. Tanto più se abbondano frasi fatte o ipocrisia. Tipo: la giustizia sarà meno ingiusta; i cittadini saranno più tutelati; finalmente chi sbaglia paga.
Purtroppo, oggi come oggi la giustizia è già strutturalmente ingiusta. Una decina di anni fa, in epoca “non sospetta”, non ancora influenzata dalle polemiche sulla responsabilità, scrivevamo (Lettera ad un cittadino che non crede nella giustizia, Caselli-Pepino, Laterza 2005) che il nostro sistema penale si caratterizza ormai per la compresenza di due distinti codici. Uno per i “galantuomini”, le persone giudicate “per bene” comunque e a prescindere, in base al censo e alla condizione socio-politica: per loro vige di fatto un sistema pensato per misurare il tempo occorrente a che la prescrizione cancelli i processi, così da favorire la richiesta dei “potenti” di essere sciolti dalle regole. E un altro codice per cittadini “qualunque”, capace pur sempre – anche se con molte differenze – di segnare la vita e i corpi delle persone.
Ora, la nuova disciplina della responsabilità, nel momento in cui elimina ogni filtro dell’azione civile (invece di affinare e perfezionare quelli esistenti), offre ancor più opportunità di intorbidare le acque processuali alle parti economicamente forti, cioè proprio ai “galantuomini” che già godono di una situazione privilegiata. E sono opportunità non da poco, perché si consente l’azione sia per “violazione della legge” sia per “travisamento del fatto e delle prove”, che sono formule incerte (tali anche a fronte ad aggettivi come “macroscopico” o “evidente”, più che altro squilli di tromba che fanno rumore ma non sciolgono i nodi): formule sufficientemente equivoche perché soggetti processuali spregiudicati e senza scrupoli, assistiti da avvocati agguerriti e perciò costosi, scatenino un vero e proprio fuoco di sbarramento contro i giudici per loro “scomodi”. Tutto il contrario, in definitiva, di una giustizia meno ingiusta e di una maggior tutela per i cittadini. A guadagnarci , ancora una volta, saranno solo i “galantuomini”.
Se l’azione civile contro il giudice sarà la regola o comunque potrà essere massicciamente esercitata in maniera temeraria a scopo intimidatorio, non si sbaglia di certo ad ipotizzare che molti magistrati saranno portati a scegliere le iniziative e le opzioni interpretative meno rischiose, vale a dire che diverranno più insicuri e paurosi in generale e nei confronti dei soggetti processuali “forti” in particolare. Il che significa che privilegeranno una lettura burocratica del proprio ruolo, perché la nuova legge a questo li spinge se vogliono ripararsi dalla tempesta delle cause strumentali ormai senza argini. Col paradosso che si tratta di una direzione tutt’affatto contraria a quella indicata dal capo dello Stato nel suo discorso di martedì alla scuola di formazione dei magistrati, là dove (citando Calamandrei) ha detto che in democrazia il pericolo maggiore per i giudici “è quello dell’assuefazione, dell’indifferenza burocratica, dell’irresponsabilità anonima”.
E non è questo l’unico paradosso, se si pensa che i magistrati più incattiviti per la riforma (che avrebbero voluto scioperare subito per protesta) sono quelli che fanno capo alla “corrente” di fatto guidata da un magistrato prestato al governo come… sottosegretario alla Giustizia! Quanto allo slogan “chi sbaglia paga” va bene per uno spot, ma non regge a un’analisi seria. Il punto non è certamente se pagare o meno, ma “come” pagare e per “quali” sbagli. Cioè pagare sì, non ci piove, ma senza compromettere l’indipendenza dei magistrati, come invece inesorabilmente avverrà con la nuova legge. Posto infine che tale indipendenza non è un patrimonio della casta dei giudici (figuriamoci, altro slogan…), ma dei cittadini tutti, perché altrimenti non si potrebbe neppure sperare in una giustizia più giusta, almeno tendenzialmente uguale per tutti.
Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2015


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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda pianogrande il 28/02/2015, 18:19

Il nostro livello di inciviltà giuridica sta proprio nella incertezza (a partire dalla poca chiarezza) del diritto.

Usare formule generiche e polivalenti favorisce proprio la discrezionalità e non la obiettività del giudizio.

Insomma, la giustizia rimane in mano a chi può permettersi fior di avvocati (spendendo fior di soldi).

Niente di nuovo; neanche i paroloni strombazzati al popolo (che ha anche altro a cui pensare).
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda Robyn il 28/02/2015, 20:39

Per me bisogna andare verso la regola del precedente anche perche i due sistemi common law e civil law tendono ad avvicinarsi il primo,il common law,con la legislazione parlamentare il secondo,il civil law,con la regola del precedente che in Italia è possibile realizzare con leggi senza incertezze interpretative ed già è possibile applicare la regola del precedente che diventa inattaccabile alle cause pretestuose per sfuggire dal processo.Attualmente a situazioni uguali possono corrispondere giudizi diversi perche esiste la discrezionalità e per di più con la responsabilità civile la diseguaglianza si accentua con un giustizia timida con i forti e forte con i deboli.Invece nel common law non c' è il rischio del privilegio di una giustizia timida con i forti,e a situazioni uguali per la regola del precedente si applicano giudizi uguali eliminando la diseguaglianza anche in questo e rendendo inutile la responsabilità civile dei magistrati perche l'interpretazione è senza equivoci .La sinistra tutte le volte che difende lo status quo perde.Se invece si abbandonano le vecchie certezze e ci si mette in mare aperto,le nuove certezze si troveranno in mare aperto
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda flaviomob il 01/03/2015, 2:38

La nostra Costituzione e il nostro tipo di diritto non permettono di basarsi sui precedenti; del resto anche nella giustizia angloamericana ci sono forti discrepanze tra le classi privilegiate (per non parlare delle lobby) che possono permettersi avvocati costosi e cauzioni ingenti e le classi popolari. Basti pensare alla popolazione carceraria degli USA, prevalentemente costituita da neri o ispanici indigenti o a basso reddito.


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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda pianogrande il 01/03/2015, 3:15

Altro bellissimo parametro di civiltà è sicuramente la composizione della popolazione carceraria rispetto alla composizione della società di un paese.
Da lì si misura il grado di emarginazione e di trattamento duro in relazione al censo.
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda Robyn il 01/03/2015, 5:01

flaviomob la nostra costituzione non dice nulla in merito se civil law o common law dice semplicemente che la magistratura è un'ordine indipendente e autonomo da ogni altro potere cosa naturalmente che c'è nel civil law e nel common law.La scelta del civil law è una scelta indipendente dalla costituzione e in ogni caso non c'entra niente la regola del precedente e del common law con le disegualianze della società nordamericana
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda Robyn il 01/03/2015, 13:51

Pannella-Finalmente con la responsabilità civile potremmo concedere il privilegio di una giustizia di classe A e un'altra di classe B questa è la nuova meta del liberismo basta con il senso del limite
Sacconi-No alla regola del precedente verrebbe a mancare il senso della punizione
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda flaviomob il 01/03/2015, 23:46

Robyn nel nostro ordinamento il precedente non significa nulla e non vincola nessun giudice che successivamente si trova a pronunciarsi su di una causa simile o identica. Ci sono innumerevoli esempi di sentenze completamente difformi.


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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda Robyn il 02/03/2015, 11:58

Il diverso modello civil law deriva dall'art "il giudice è soggetto solo alla legge"quindi in base a quest'articolo potrà interpretare la legge.Ma per evitare l'incertezza interpretativa il parlamento riesce a fare leggi che danno poco spazio alla fantasia interpretativa?Penso che sia difficile che sia una acrobazia.Sul precedente non è del tutto vero che non è applicabile perche c'è la cassazione che può svolgere una funzione monofilattica ed in ogni caso non è impedito ai magistrati di servirsi dei precedenti,soprattutto quando c'è l'attacco alla giustizia
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Re: Caselli: aperta la caccia al giudice

Messaggioda Robyn il 02/03/2015, 15:23

La regola del precedente permette una maggiore tutela del principio di uguaglianza perche si potrà dire che ad un precedente caso x è stato applicato questo giudizio,per quale causa il soggetto y che ha commesso lo stesso reato vuole sfuggire dal processo e dal medesimo giudizio?ha per caso la patente di impunità?Poi a parità di reato potrà esserci una diversità di trattamento se per ex il soggetto soffre di una grave patologia e anziche la detenzione si preferisce lasciarlo all'ospedale a casa etc
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