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Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda franz il 23/11/2008, 15:44

Come si fabbrica
l'insicurezza

di ILVIO DIAMANTI

SONO passati un anno, dodici mesi appena, ma l'Italia sembra un'altra. Meno impaurita e meno insicura. Infatti, l'inverno è vicino, ma il clima d'opinione registra un disgelo emotivo evidente. Come testimonia il 2° rapporto - curato da Demos e dall'Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della sicurezza - nella percezione sociale e nei media. Pochi dati, al proposito (d'altronde, ieri Repubblica gli ha dedicato molto spazio).

Nell'ultimo anno, si è ridotta sensibilmente la percezione della minaccia prodotta dalla criminalità a livello nazionale e soprattutto nel contesto locale. E' calato in modo rilevante anche il timore dei cittadini di cadere vittima di reati. Da un recentissimo sondaggio di Demos (concluso venerdì scorso) emerge, inoltre, che il problema più urgente per il 31% degli italiani (se ne potevano scegliere due) è la criminalità comune.

Un anno fa era il 40%. Mentre il 21% indica l'immigrazione: 5 punti meno di un anno fa. Gli immigrati, peraltro, sono considerati "un pericolo per la sicurezza" dal 36% degli italiani: quasi 15 punti percentuali meno di un anno fa e 8 rispetto allo scorso maggio. Il legame fra criminalità comune, sicurezza e immigrazione che, negli ultimi anni, è apparso inscindibile, agli occhi dei cittadini, oggi sembra essersi allentato. Cosa è successo in quest'ultimo anno, in questi ultimi mesi di così importante, significativo e profondo da aver scongelato il clima d'opinione? L'andamento dei reati, in effetti, rileva un declino che, peraltro, era cominciato a metà del 2007. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, si è sviluppato senza variazioni tali da giustificare mutamenti di umore tanto violenti.

Invece, l'immigrazione è cresciuta in misura molto rilevante, come segnalano le principali fonti, dal Ministero dell'interno alla Caritas. Gli sbarchi di clandestini sono anch'essi aumentati. Quasi raddoppiati. Non sono i fatti ad aver cambiato le opinioni. Al contrario: le opinioni si sono separate dai fatti. Per effetto di un complesso di fattori. D'altronde, il clima d'opinione riflette una pluralità di motivi, spesso non prevedibili e, comunque, non controllabili.

In questa fase, in particolare, la crisi economica e finanziaria ha spostato il centro delle paure e delle preoccupazioni dei cittadini. Non solo in Italia: anche negli Usa, prima del collasso delle borse, la campagna delle presidenziali era concentrata sull'immigrazione. Poi tutto è cambiato, con grande beneficio per Obama. Tuttavia, la preoccupazione economica, in Italia, è da tempo molto alta. Destinata a deteriorarsi ancora.

Nell'ultimo anno, però, non è peggiorata. Era già pessima. Il profilo delle "persone spaventate" presenta alcuni tratti particolari, utili a chiarire l'origine di questo collasso emotivo. Due fra gli altri: guardano la tivù per oltre 4 ore al giorno e sono vicine al centrodestra; nel Nord, alla Lega.

L'analisi dell'Osservatorio di Pavia sulla programmazione dei tg di prima serata, peraltro, rileva una forte crescita di notizie sulla criminalità comune nell'autunno di un anno fa e un successivo declino - particolarmente rapido dopo maggio. Peraltro, il peso delle notizie "ansiogene" è nettamente più elevato sulle reti Mediaset, ma soprattutto su Studio Aperto e Canale 5.

Seguiti, per trascinamento, dal Tg 1, il più popolare e autorevole presso il pubblico. Il sondaggio di Demos osserva come l'insicurezza sia molto più alta fra le persone che frequentano prevalentemente le reti e i notiziari Mediaset. Ciò suggerisce che i cicli dell'insicurezza siano favoriti e scoraggiati, in qualche misura, dal circuito fra media e politica. D'altra parte, la sicurezza, l'immigrazione e la criminalità comune sono temi "sensibili" negli orientamenti degli elettori.

"Spostano" i voti degli incerti. Rendono incerti molti cittadini certi. Peraltro, come abbiamo già visto, il tema della sicurezza non è politicamente "neutrale". La maggioranza degli elettori (anche a centrosinistra) ritiene la destra più adatta ad affrontare questi problemi - trasformati in emergenze (Indagine Demos, luglio 2007).

Così, per creare un clima d'opinione favorevole, al centrodestra basta sollevare il tema della sicurezza. Cogliere e rilanciare episodi e argomenti che alimentano l'insicurezza sociale. Farli rimbalzare sui media. Il che avviene senza troppe difficoltà. Non solo perché il suo Cavaliere ha una notevole conoscenza del settore, sul quale esercita un certo grado di influenza. Ma perché la paura è attraente. Fa spettacolo e audience. E perché, inoltre, in campagna elettorale, la tivù costituisce la principale arena di lotta politica, su cui si concentrano l'attenzione dei partiti e la presenza dei leader.

Così, l'insicurezza cresce insieme ai consensi per il centrodestra. Senza che il centrosinistra riesca a opporre una resistenza adeguata. Frenato da divisioni interne, particolarismi e personalismi che non gli permettono di proporre e imporre un solo tema capace di spostare a proprio favore il consenso. Il lavoro, i prezzi, le tasse, l'etica: nel centrosinistra c'è la gara a distinguersi e a smarcarsi. Tutti contro tutti.

La recente campagna elettorale di Veltroni, irenica, tutta protesa a marcare la distanza dal passato (Prodi), non ha scalfito l'insicurezza del presente.
La morsa della sfiducia e dell'insicurezza si è allentata solo dopo le elezioni politiche e le amministrative di Roma. Non a caso. Il risultato, senza equivoci, non lascia scampo alle speranze dell'opposizione: resterà opposizione a lungo. Così, la campagna elettorale, dopo anni e anni, finisce. E il centrodestra si dedica a controllare, in fretta, il clima di insicurezza che aveva contribuito ad alimentare negli anni precedenti.

Propone e approva provvedimenti ad alto valore simbolico: l'impiego dei militari contro la criminalità, l'aumento di vincoli e controlli all'immigrazione. La liberalizzazione delle polizie e delle milizie locali, padane, private. Gli stessi episodi di razzismo hanno prodotto la condanna "pubblica" dell'intolleranza, con l'effetto di inibirne, in qualche misura, il sentimento.

In quanto gli stranieri, percepiti perlopiù come "colpevoli" di reati e violenze, ne diventano "vittime".
Così gli immigrati continuano a fluire, i clandestini a sbarcare e il numero dei reati non cambia, ma l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media nei loro confronti si ridimensiona. La paura declina. Un po' come avvenne nel periodo fra il 1999 e il 2001. Anche allora criminalità e immigrazione divennero priorità nell'agenda delle emergenze degli italiani.

Spaventati da aggressioni e rapine a orefici e tabaccai; dall'invasione degli stranieri. Che conquistavano i titoli dei quotidiani e dei tg. Poi, l'inquietudine si chetò. Sopita dall'attacco alle Torri Gemelle e dalla vittoria elettorale di Berlusconi. Capace, come nessun altro, di navigare sulle acque dell'Opinione Pubblica. E di domare le tempeste che la turbano dopo averle evocate.

(23 novembre 2008)
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Re: perchè?

Messaggioda mauri il 23/11/2008, 20:08

dopo questa interessante analisi, che comunque era palpabile specie in questa lunga campagna elettorale
mi sorge una spontanea domanda

perchè in 7 anni noi non siamo riusciti a fare una legge sul conflitto d'interessi?

qualcuno mi sa rispodere per favore? e senza tanti rigiri
grazie mauri
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Re: perchè?

Messaggioda pagheca il 24/11/2008, 13:26

mauri ha scritto:dopo questa interessante analisi, che comunque era palpabile specie in questa lunga campagna elettorale
mi sorge una spontanea domanda

perchè in 7 anni noi non siamo riusciti a fare una legge sul conflitto d'interessi?

qualcuno mi sa rispodere per favore? e senza tanti rigiri
grazie mauri


Per la stessa ragione per cui discutere di alleanze secondo il principio io preferisco l'UdC o io preferisco l'IdV non ha senso.

Mi spiego.
Quando si parla di partiti politici si parla di uno specchio della societa', non di strutture autoconsistenti. Se Ford e General Motors vogliono "allearsi" lo possono fare se economicamente conveniente. Nel caso della politica la cosa non e' cosi' semplice.

Nel caso del conflitto di interessi, cosi' come dei PACS o delle cellule staminali, ovvero in tutte le scelte "etiche", il partito rappresenta le foglie e l'elettorato le radici. Nel momento in cui il partito taglia i rapporti con la sua base perche' prende decisioni che non convincono, o che non convingono un settore consistente che puo' essere terreno di coltura per un altro partito, le foglie muoiono. Il motivo per cui non sono (e non, non "siamo", visto che il punto e' proprio questo) riusciti a fare una legge sul conflitto di interessi e' che tantissima gente in Italia, informazione inclusa, avrebbe cominciato immediatamente a cercare il pelo nell'uovo, a parlare di regime, a vedere un atto in chiara funzione antiberlusconiana (come d'altra parte sarebbe - giustamente) e questo avrebbe portato, almeno secondo alcune analisi, a un crollo dell'alleanza di governo che, ricordo, si reggeva su una maggioranza di parlamentari risicatissima. Sarebbe quindi bastato un voto o due contrari a una proposta di legge in tal senso per far cadere il Governo. As simple like that. Guarda che c'e' un sacco di gente, nel centrosinistra, che non vede queste come vere priorita', che pensa che tutto sommato il punto e' un altro ("benaltrismo"), etc. Tu puoi non essere d'accordo con costoro (e non lo sono neanche io) ma il punto non e' questo: il punto e' che costoro esistono, come esiste un gran numero di persone che hanno le idee confuse, che non vedono di buon grado QUALSIASI decisione radicale, che pensano che il capello vada spaccato in 4 e che ripetono continuamente il mantra del "se il partito X fa Y io non lo voto piu'", che e' come dire che siccome ogni partito prende necessariamente almeno 10 decisioni strategiche, e siccome almeno una di queste non trovera' il nostro consenso, il numero di partiti votabili decrescera' rapidamente a zero per chiunque...

La stessa cosa ha determinato l'incapacita' di decidere su ogni tema sensibile che non fosse la mera gestione dell'esistente (e anche li, non e' che si potesse fare molto). PACS e staminali, o eutanasia, o aumenti agli statali o politica con i ROM o con gli immigrati, o quello che vuoi.

Se mi hai letto, sai bene che sono criticissimo dell'andazzo corrente, ma lo sono senza mai dimenticare che il PD, le alleanze di governo, i partiti, sono specchio fedele della nostra povera societa'. Ed e' questa all'origine del problema, non le persone che ci rappresentano in parlamento (o quanto meno: non solo loro).

E in questo senso penso anche che parlare sterilmente di alleanze (vedi altri argomenti) dicendo "secondo me sarebbe meglio allearsi con X che con Y perche' secondo me X ha piu' ragione di Y" non ha molto senso. Il problema e' che le alleanze devono rispecchiare non solo i nostri desideri, ma la realta' di una prassi politica che richiede di arrivare ad una maggioranza in accordo con la base elettorale. Personalmente io sono rimasto estremamente dispiaciuto dal vedere che il PD alle elezioni si e' alleato con radicali e IdV piuttosto che con la sinistra, perche' IO sono di sinistra e penso che la sinistra durante l'ultimo governo - grazie alla politica di Fausto Bertinotti - e' stata piu' costruttiva di radicali e IdV, nonostante non mi nasconda i limiti di questa sinistra (e infatti ho votato PD, e non Sinistra Arcobaleno).

Detto questo (e penso sia inutile riaprire questo argomento ormai vecchio e inutile please) sono convinto che il PD abbia fatto una scelta comprensibile (anche se ho i miei dubbi) nell'allearsi con quelle due forze per soli motivi di potere. Questo e' qualcosa molto - ricordo - da paese normale. Dappertutto si vedono alleanze che sollevano parecchi dubbi, ma questa e' la realta' della politica: la dialettica, il dialogo, il compromesso. Duri e puri e' bello ma si rischia di avere poco o nullo effetto sulla realta'.

La domanda giusta e' quindi, invece del perche' non e' stata fatta una legge contro il conflitto di interessi, e' come fare a costruire un consenso dietro a decisioni drastiche come quella della legge sul conflitto di interessi, che potrebbe causare un enorme risentimento in una fetta importante del paese, controllata da SB e non solo. Io la ricetta non la ho ma so che finche' l'opposizione stara' ad occuparsi di stupidaggini senza una chiara lista delle priorita', sara' difficile che una legge del genere venga approvata anche in futuro. Comunque, SB avra' 80 anni alla fine di questo mandato. Contrariamente a quello che egli crede, e' difficile che possa vivere all'infinito e quindi la priorita' della legge sul conflitto di interesse calera' nella prossima legislatura. E siccome il PD si attacca sempre al tema del giorno, piuttosto di fare un programma coerente svincolato dalle priorita' istantanee (immagino che adesso chiederanno una legge per ristrutturare le scuole italiane, se poi domani un bosco prendera' fuoco chiederanno una legge contro gli incendi nei boschi etc.) questa legge tu ed io non la vedremo mai. Fino a quando un altro "piu' ricco del paese" prendera' il comando, e allora saremo daccapo.

saluti
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Re: Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda mauri il 24/11/2008, 19:43

chiaro e semplice
grazie
quindi siamo fregati, ci meritiamo quanto abbiamo e non ci resta che resistere
superato il "non moriremo democristiani" supereremo il "non moriremo berlusconiani" sempre chè salti fuori il rampollo

arcobaleno che bell'immagine era raggruppava tutti i colori del pensiero di sx, peccato l'abbiano eliminato e non sarà un'araba fenice almeno per parecchi anni
questa discussione di alleanze idv, udc mi fa accapponare la pelle ma si vede che l'evoluzione delle cose spinge il pd sempre più verso il centro, rutelli non vuole entrare nel ppe, alleanze per ricostruire un grande centro rosa pallido e dall'altra parte un pdl che anche vuole un grande centro che taffico al centro, già non si capisce più niente tutto mischiato e gli italiani cosa potranno scgliere se è tutto uguale? il lider,quello che sembra parli meglio il linguaggio comune e sa usare bene i media che possiede oggi, il domani ce lo dobbiamo inventare partendo dagli obiettivi primari, come tu dici non improvvisando giorno per giorno, forse lo capirà veltroni e i vertici di partito, forse lo capirà prima la sx per riformare un grande arcobaleno che colori questa terra popolata da italiani che non l'amano e non la riconoscono come la propria casa
ciao, mauri
mauri
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Re: Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda pagheca il 24/11/2008, 20:17

mauri ha scritto:chiaro e semplice
grazie
quindi siamo fregati, ci meritiamo quanto abbiamo e non ci resta che resistere
superato il "non moriremo democristiani" supereremo il "non moriremo berlusconiani" sempre chè salti fuori il rampollo

arcobaleno che bell'immagine era raggruppava tutti i colori del pensiero di sx, peccato l'abbiano eliminato e non sarà


Dai Mauri, lo sai che non e' vero, esattamente come gli americani sono passati da "uno come loro" (Bush) a "uno meglio di loro" (Obama) - questa bella frase non e' mia ma di un autore che non ricordo, in Italia forse dovrebbero votare non piu' uno ricco molto piu' di loro ma uno povero come loro...

Il punto e' che le opinioni si cambiano, i pugni in faccia fanno male e a volte convincono all'autocritica, le crisi vere (non quelle per cui non puoi comprare il telefonino tutto colorato ma quelle che ti ritrovi a dormire per strada perche' ti hanno preso la casa) inducono alla riflessione. In fin dei conti quando partecipiamo a forum come questi spostiamo di una quantita' infinitesimale, ma non nulla, la lancetta. Anche coloro che sembrano arciconvinti delle loro opinioni hanno qualche spunto di riflessione in piu' che magari domani li convincera' a cambiare o - di converso - quello che leggiamo ci convincera' ad ampliare di un pochino la nostra opinione. In piu' i contatti con gli altri paesi ormai sono incontenibili. Oggi guardavo su Skynews il dibattito parlamentare tra Alistair Darling (cancelliere e quindi una sorta di Tremonti britannico) e il suo ministro ombra. Be', ogni volta penso... non c'e' proprio storia. Intanto tutti i parlamentari (che al contrario di quel che si pensa non sono meno che in Italia) partecipano alla discussione. Nessuno legge, nessuno telefona, nessuno chiacchiera. Ci sono continui boati, ma sono espressione di partecipazione. E poi i contenuti: questi parlano di cose, di aiuti concreti all'impresa. Non sto dicendo che va tutto bene e che sono piu' bravi, ma che e' proprio il metodo un altro e dai oggi e dai domani prima o poi sempre piu' italiani si renderanno conto che spettacoli come quello di Chiodi in Abruzzo (guardatevi lo spot qui) non sono solo vergognosi. Sono anche brutti, volgari, antiquati, roba da paese sudamericano anni 50...

Il punto e' che o si cambia questo sistema autoreferenziale che si chiama "gente" o la politica non cambiera' mai da solo. Chiodi e' espressione di un brutto elettorato (senza offesa per gli abruzzesi - e' lo stesso dappertutto). La novita' in america non e' Obama, ma la gente che lo ha votato in massa.

saluti
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Re: Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda annalu il 25/11/2008, 16:38

pagheca ha scritto: Dai Mauri, lo sai che non e' vero, esattamente come gli americani sono passati da "uno come loro" (Bush) a "uno meglio di loro" (Obama) - questa bella frase non e' mia ma di un autore che non ricordo, in Italia forse dovrebbero votare non piu' uno ricco molto piu' di loro ma uno povero come loro...
[...] In fin dei conti quando partecipiamo a forum come questi spostiamo di una quantita' infinitesimale, ma non nulla, la lancetta. Anche coloro che sembrano arciconvinti delle loro opinioni hanno qualche spunto di riflessione in piu' che magari domani li convincera' a cambiare o - di converso - quello che leggiamo ci convincera' ad ampliare di un pochino la nostra opinione. [...] La novita' in america non e' Obama, ma la gente che lo ha votato in massa.

Grazie, Pagheca, della risposta positiva.
Dovremmo sempre ricordarci che le cose possono cambiare, che le opinioni delle persone possono cambiare, e noi, se siamo convinti delle nostre opinioni, possiamo contribuire a far cambiare quelle degli altri.
Siamo qui su questo e su altri forum per moltissimi motivi, credo, tutti validi.
Stiamo qui per chiarirci le idee e contemporaneamente, discutendo e parlando, contribuire ad influenzare quelle altrui. E stiamo anche qui per rassicurarci a vicenda, e per verificare, ragionando, che la "gente", o meglio le persone, in Italia, non sono tutte in adorazione del capo più ricco, ma sono anche disponibili a darsi da fare perché la situazione cambi, ed anche da noi possa esserci la novità che un giorno forse voteremo in massa una persona migliore di gran parte di noi.

Qui però ho un piccolo problema: questa persona "migliore" per ora non la vedo, vedo solo politici al massimo più o meno del livello dell'italiano medio, e non mi sembra cosa di cui rallegrarsi troppo.
Eppure magari questa persona c'è tra noi, ma non si fa avanti perché in questa situazione è impossibile.
E allora cerchiamo di cambiarla, questa situazione, ognuno per quel poco che può ...

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Re: Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda pagheca il 25/11/2008, 19:10

Cara Annalu,

E' proprio questo il punto: non la vedi perche' non sei in grado di vederla. Per questo "aspettare l'Obama italiano" e' secondo me un idiozia. Sono sicuro che c'e' gia', c'e' sempre stato, la gente e' sempre quella, ma siamo troppo presi da una brutta informazione che butta tutto in polemica, siamo diventati diffidenti, abbiamo perso la capacita' di discutere, non lo vedi?

Se uscisse domani un partito, o un gruppo, o anche un individuo, con una proposta politica eccezionale, chiara, condivisibile (per quanto il punto e' proprio questo), ad ampio respiro, chi se ne accorgerebbe? Quanti di noi sarebbero disposti a rischiare di cambiare veramente? Quante proposte politiche interessanti sono state buttate alle ortiche negli anni per questa nostra incapacita' di confrontarci, di fare un passo indietro se necessario, di non buttare il bambino con l'acqua sporca?

E siamo proprio sicuri che non sia successo? Negli ultimi anni abbiamo avuto una serie di personaggi che hanno impersonificato questa aspettativa messianica dell'"Obama" italiano. Ti faccio una lista di molte persone che hanno rappresentato almeno per un attimo questa aspettativa:

Segni
Di Pietro
Berlusconi
Bossi
Cofferati
Moretti

La lista e' molto variegata, ma non mi interessa starne a discutere le effettive capacita' o della vicinanza di costoro con le mie opinioni. Quello che mi interessa e' che di tutte queste persone (spesso loro malgrado) e di qualcun altra che potrei non ricordare, e' stato detto almeno per un momento che erano il cambiamento. Ma tutti costoro prima o poi sono "defunti" politicamente, in due circostanze diverse:

Ad alcuni semplicemente e' stato attribuito un progetto politico ad ampio spettro che non avevano. Questo e' quanto e' accaduto a Moretti (ora ce lo siamo dimenticati, ma per un periodo tutti erano li a scommettere che avesse mire di potere. Forse dovremmo scusarci tutti con lui per questo).

Per gli altri (Di Pietro, Cofferati, Segni), si e' scoperto che nel momento in cui sono entrati a contatto con la realta' il loro progetto si e' frantumato. in parte perche' non era un vero progetto politico, ma semplicemente una forma di protesta verso i contenuti (Di Pietro) o verso la forma (Cofferati e Segni) della politica. Il risultato e' stato comunque che la gente non e' stata in grado di accettarne in massa la novita'.

Bossi c'e' riuscito (nostro malgrado) abbastanza, ma il suo era un bacino d'utenza troppo ridotto e locale per rappresentare una reale novita' a livello nazionale.

A Berlusconi invece, il gioco e' riuscito, purtroppo, un po' per il suo strabordante potere economico-mediatico (mi sa che l'hai gia' sentita questa...) ma anche perche' si e' rivolto alle destre, che e' molto piu' semplice in quanto sono piu' disposte di "noi" ad accettare di delegare al potere il potere decisionale.

Io resto convinto che fino a quando la gente non sara' ridotta a necessita' molto piu' basiliari, sara' difficile non "bruciare" un eventuale candidato, perche' non c'e' il terreno per farlo germogliare. E inoltre questo candidato avrebbe senso solo se provenisse da un terreno di gente nuova, il che e' difficile che accada. Per questo non sono cosi' convinto che un congresso sara' in grado di far cambiare le cose. Perche' il problema non e' veltroni, ma CHI al posto di Veltroni. In questo senso anche il povero Veltroni forse, in un altro contesto sarebbe stato in grado di avere un ruolo di cambiamento. Ma oggi in Italia chiunque verrebbe bruciato dall'estrema frammentazione delle idee, dal dilettantismo della stampa sempre a caccia di "bufere", "polemiche" e "proteste", dalla diffidenza della gente, dal livello di discussione tra le forze politiche. Tutti elementi che giocano a favore di Berlusconi e del suo populismo.

Per questo, piuttosto che aspettare l'obama italiano, che e' un giuoco inutile e infantile, converrebbe tentare di rendere la gente cosciente di questo problema, dirgli guarda, guarda quello che succede in tanti altri paesi, guarda come si comportano gli altri.

Non e' un compito facile, la lancetta di cui parlavo prima si spostera' per anni di quantita' infinitesime, ma sempre meglio che stare ad aspettare il messia che non verra' mai, e se venisse verrebbe calpestato.

saluti
pagheca
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Re: Italiani, tra paure e insicurezza, reali e costruite

Messaggioda mauri il 26/11/2008, 16:16

AAA candidato premier cercasi
si esamineranno esclusivamente candidati senza esperienza politica
inviare curricola entro novembre 2011...
ciao mauri

ps
siamo tutti brava gente e tutti possiamo fare o premier se c'è consenso di chi lo vuole appoggiare, amare sposare
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