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La mordacchia di Renzi

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La mordacchia di Renzi

Messaggioda flaviomob il 20/12/2014, 9:48

Diffamazione, Renzi non può firmare una legge che fa male alla stampa

Le nuove norme saranno approvate dopo le feste. E hanno un solo obiettivo: dare una stangata ai giornalisti. Perchè la politica vuole celebrare il funerale delle notizie?
di LIANA MILELLA

Uno spettro si aggira per Montecitorio, la nuova legge sulla diffamazione. Pronto a colpire giornali e siti web, negando agli uni e agli altri la libertà di fare cronaca e dare giudizi e interpretazioni. Pronto a imporre una rettifica capestro. Pronto a battere cassa duramente. Sull'altare del carcere che scompare - per una diffamazione grave non si andrà più in galera - la categoria dei giornalisti sta per essere messa in riga in un clima di indifferenza generale che preoccupa. Passate le feste, la politica imporrà una cattiva legge, già votata al Senato, che si pone un solo obiettivo: stangare la stampa per imbavagliarla, regolare un conto antico, costringere di fatto i direttori a non pubblicare notizie che "costerebbero" troppo. Addirittura fino a 50mila euro, una cifra insostenibile in tempi di grave crisi come quella che la stampa sta attraversando.

Dieci domande. La prima domanda da porsi è questa: la futura legge è necessaria? La seconda: per evitare il carcere, che non è la prassi ma un'assoluta rarità, i giornalisti possono pagare un prezzo così alto? La terza: perché non si può fare una legge semplice, di un solo articolo con su scritto "è abolito il carcere" e fermarsi qui? La quarta: perché si impone una multa da 10 a 50mila euro? La quinta: perché le rettifiche devono essere prese per oro colato e pubblicate senza commento? La sesta: non sono pochi due giorni di tempo per pubblicare la rettifica? La settima: possono essere trattati allo stesso modo i quotidiani, i libri, i siti web, i semplici blog? L'ottava: perché, in una legge sulla diffamazione, viene inserito il diritto all'oblio e s'impone ai siti di cancellare in tutta fretta le notizie presuntamente diffamatorie? La nona: perché il principio della querela temeraria, la richiesta di una cifra spropositata rispetto a quanto si è scritto o detto, non viene inserito correttamente? La decima: com'è possibile che una maggioranza politica in cui il Pd è l'azionista più forte, che esprime addirittura un premier potente come Renzi, consenta di mettere il bavaglio ai giornalisti?

La fine del web libero. Di queste dieci domande l'ultima è sicuramente quella su cui è un dovere riflettere. Perché non è accettabile che chi dovrebbe avere più a cuore degli altri un giornalismo libero e scevro da paure e da auto censure, lavori invece per il disegno opposto. Perché è inutile girarci intorno: se questa legge sarà approvata, così come la possiamo leggere adesso negli stampati della Camera, ci sarà un solo e immediato risultato. Una stampa sul chi vive, editori che imporranno ai propri direttori di essere molto più attenti di prima a pubblicare notizie scomode e che potrebbero produrre diffamazioni da migliaia di euro, visto che a rispondere, e poi a pagare, non sarà il singolo autore dell'articolo, ma anche il direttore che lo ha autorizzato. Un direttore responsabile di tutto, anche di poche righe non firmate. Sarà la fine del web libero. Perché l'obbligo della rettifica continua e immediata ne stroncherà la stessa natura di informazione in continuo movimento. La battaglia per resistere alle richieste di cancellare definitivamente le notizie sarà talmente distruttiva da corrodere la forza stessa di chi fa informazione online. Sull'altare del carcere che non c'è più celebreremo il funerale delle notizie. Ma ne vale davvero la pena? Renzi e il Pd hanno il dovere di chiederselo.

REPUBBLICA


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Re: La mordacchia di Renzi

Messaggioda franz il 20/12/2014, 10:09

Dieci domande. La prima domanda da porsi è questa: la futura legge è necessaria? La seconda: per evitare il carcere, che non è la prassi ma un'assoluta rarità, i giornalisti possono pagare un prezzo così alto? La terza: perché non si può fare una legge semplice, di un solo articolo con su scritto "è abolito il carcere" e fermarsi qui? La quarta: perché si impone una multa da 10 a 50mila euro? La quinta: perché le rettifiche devono essere prese per oro colato e pubblicate senza commento? La sesta: non sono pochi due giorni di tempo per pubblicare la rettifica? La settima: possono essere trattati allo stesso modo i quotidiani, i libri, i siti web, i semplici blog? L'ottava: perché, in una legge sulla diffamazione, viene inserito il diritto all'oblio e s'impone ai siti di cancellare in tutta fretta le notizie presuntamente diffamatorie? La nona: perché il principio della querela temeraria, la richiesta di una cifra spropositata rispetto a quanto si è scritto o detto, non viene inserito correttamente? La decima: com'è possibile che una maggioranza politica in cui il Pd è l'azionista più forte, che esprime addirittura un premier potente come Renzi, consenta di mettere il bavaglio ai giornalisti?

Francamente abbiamo una stampa becera che è forse tra le peggiori del mondo. Non esita a mettere mostri in prima pagina, per fare clamore e notizia, non rettifica mai le notizie false. Quante volte le notizie vengono pubblicate come copia&incolla dalle agenzie, senza verificarle, senza un minimo di senso logico e spirito critico?
Una stampa piu' responsabile, che attende un po' per verificare, che analizza ed indaga, puo' fare solo bene al giornalismo.
Quello attuale in realtà è ben poco giornalismo, sono esperti di cut&paste, di traduzioni di articoli di altri senza citare la fonte.
Quello attuale poi è un giornalismo che in campo politico o fa da portavoce alle veline dei politici, o insulta impunente i politici avversari. Spesso confondendo in un'unica insalata l'informazione (i fatti) con le opinioni e la critica.

Per me la cosa migliore è togliere totalmente qualsaisi sostegno economico ai giornali ed ai media (inclusa la RAI, che va privatizzata come da referendum del 1995) e poi se ci sono estremi per la diffamazione lo decide un giudce, non Renzi, quindi il problema non si pone. Se la diffamazione esiste, la responsabilità è del giornale o mezzo informativo. Non del governo.
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Re: La mordacchia di Renzi

Messaggioda pianogrande il 20/12/2014, 11:23

Siamo alla solita storia della libertà che serve a commettere abusi.
Succede in politica con le autonomie che quando poi le cose vanno male chiedono lo stato di emergenza e paga Pantalone.
Succede tra i manager che hanno ampia autonomia decisionale e si aumentano a vicenda stipendi e benefit.
Succede tra i giornalisti che diffamano su ordinazione e non vogliono risponderne in nome della libertà di informazione.

Succede tra i diffamati (tanto per allargare il panorama) che, con le nostre leggi multiuso e se si possono permettere gli avvocati giusti, possono tenere a bada chi ha detto sacrosante verità con raggelanti richieste di risarcimento di cui non risponderanno se il tribunale darà loro torto.

In pratica e per riequilibrare, le nostre leggi non sono abbastanza severe con chi, dichiarandosi pulito e diffamato, tiene in scacco il diffamatore ma poi viene fuori che quello aveva ragione.

In quel caso, per l'angioletto che di buono aveva solo soldi e avvocati, dovrebbero scattare punizioni tali da levargli la voglia di riprovarci.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La mordacchia di Renzi

Messaggioda ranvit il 20/12/2014, 13:31

Concordo con Franz!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La mordacchia di Renzi

Messaggioda flaviomob il 20/12/2014, 14:48

La querela temeraria è un nodo da affrontare. Un Berlusconi può querelare un Luttazzi per milioni di euro, poi perde e non ci rimette che poche spese legali: è un comportamento che va disincentivato.
Anche i due giorni di tempo: che senso hanno se i tempi per una sentenza in giudicato sono abissali?


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