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Sempre più mafia

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Sempre più mafia

Messaggioda flaviomob il 20/12/2014, 8:51

Procura di Palermo, il ritorno del Gattopardo

Giustizia & Impunità
di Marco Travaglio | 18 dicembre 2014

Ieri, con la nomina di Franco Lo Voi a successore di Francesco Messineo, il Palazzo si è ripreso la Procura di Palermo che aveva dovuto mollare 22 anni fa, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, con la rivolta dei pm ragazzini cresciuti al fianco di Falcone e Borsellino che misero in fuga il famigerato Pietro Giammanco e propiziarono l’arrivo di Gian Carlo Caselli.

Ora quella stagione che, fra alti e bassi, aveva garantito risultati eccezionali nella lotta a Cosa Nostra e ai suoi tentacoli politico-affaristico-istituzionali, si chiude violentemente con un colpo di mano che ha nel Csm l’esecutore materiale e negli alti vertici dello Stato e dei partiti i mandanti. Un replay, ma in peggio, dell’operazione che nel 1988 portò l’anziano Antonino Meli e non l’esperto Giovanni Falcone al vertice dell’Ufficio Istruzione. In peggio perché, allora, prevalse nel Csm l’osservanza delle regole formali dell’anzianità.

Stavolta tutte le regole, fissate in precise circolari del Csm, sono state travolte per premiare il candidato più giovane, inesperto e totalmente sprovvisto dei titoli minimi richiesti per quell’incarico.
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Lo Voi ha 9 anni in meno dei due concorrenti – i procuratori di Messina, Guido Lo Forte, e di Caltanissetta, Sergio Lari – non ha mai diretto né organizzato un ufficio giudiziario, non è mai stato né capo né aggiunto, ma solo sostituto (e per tre anni appena). L’unico incarico di prestigio l’ha ottenuto per nomina politica: delegato italiano in Eurojust per grazia ricevuta dal governo B.
Il che, a prescindere dagli altri handicap, avrebbe dovuto escluderlo in partenza dalla corsa per la Procura che ha fatto condannare per mafia Marcello Dell’Utri e lo sta processando per la Trattativa. Invece è stato questo uno dei pregi che gli sono valsi la vittoria. Non è qui in discussione l’onestà personale né la capacità professionale di Lo Voi, che ha fama di buon magistrato.
Ma la violazione sfacciata della legalità da parte di un Csm che, totalmente asservito ai diktat della politica, ha rinunciato per sempre al ruolo costituzionale di “autogoverno” dei magistrati e ora non tenta neppure di spiegare perché non rispetta neppure le proprie regole.

L’ordine partito dai piani alti era ben noto agli addetti ai lavori fin da luglio, quando il Quirinale bloccò il Csm che stava per nominare Lo Forte (uscito primo in commissione Incarichi direttivi): normalizzare Palermo e commissariare la Procura che ha osato trascinare sul banco degli imputati boss, politici e alti ufficiali per la trattativa Stato-mafia, fino allo sfregio finale di disturbare il presidente Napolitano. E l’ordine è stato puntualmente eseguito da tutti i membri laici, cioè politici, di centrodestra e centrosinistra: il Patto del Nazareno con l’aggiunta sorprendente del “grillino” Zaccaria (complimenti vivissimi) e quella scontata dei togati di Magistratura Indipendente (la corrente di Lo Voi) e dei vertici della Cassazione. Cioè del presidente Giorgio Santacroce, già commensale di Previti; e del Pg Gianfranco Ciani, che due anni fa parlò con Piero Grasso di avocare l’indagine sulla Trattativa a gentile richiesta del Quirinale e dell’indagato Mancino.

Di fatto, Lo Voi è il primo procuratore di nomina politica della storia repubblicana, sulla scia di quel che accadde nel 2005 per la Procura nazionale antimafia, quando il governo B. varò tre leggi (poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta) per eliminare Caselli e intronare il suo unico concorrente, Grasso. Dopo due anni di condanne a morte targate Riina e Messina Denaro – con tanto di tritolo già pronto – contro il pm Nino Di Matteo, e di minacce di servizi vari (“deviati”, si dice) al Pg Roberto Scarpinato, totalmente ignorate dai vertici istituzionali, Palermo attendeva un segnale da Roma. E quel segnale è arrivato: Lari, scortato col primo livello di protezione per le sue indagini su stragi e depistaggi, non può guidare la Procura di Palermo; e nemmeno Lo Forte, reo di aver processato Andreotti, Carnevale, Contrada, Dell’Utri & C.: rischiavano di sostenere il processo sulla trattativa e le indagini sui mandanti esterni delle stragi.
Lo Stato di Mafia Capitale non se lo può permettere.

Il Fatto Quotidiano, 18 Dicembre 2014


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Re: Sempre più mafia

Messaggioda flaviomob il 21/12/2014, 0:32

Napolitano ed il “sistema” hanno vinto


Francesco Bertelli - 19 dicembre 2014

Anche se si tratta di una vittoria c’è poco da stare allegri. La politica, dopo ventidue anni (se credete alle coincidenze, fate pure) mette il suo cappello sopra alla Procura di Palermo.
Ieri infatti è stato eletto come capo della Procura palermitana Franco Lo Voi; dopo un lungo tiro e molla il candidato con i minor requisiti è stato eletto a capo della procura più bollente d’Italia.
Adesso, qui non stiamo certo a dare dei giudizi sulla persone di Franco Lo Voi. Per carità, sarà sicuramente all’altezza del suo compito, ce lo auguriamo. Ciò che stupisce è il metodo con cui il Csm (organo ormai controllato e diretto dalla politica in tutto e per tutto) è giunto alla sua elezione.
Andiamo con ordine.
Tutto inizia a fine luglio quando Francesco Messineo ex capo della Procura finisce il suo mandato. Vista la criticità che stava vivendo (e che poi nei mesi successiva si è accresciuta) il Tribunale di Palermo, tutti pensavano in una veloce elezione di un nuovo Procuratore Capo. E così doveva essere. Il Csm aveva già pronto il suo candidato per subentrare a Messineo: Lo Forte (il quale aveva già ottenuto tre voti), quando però intervenne il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano stoppando tutto in un modo alquanto anomalo. Con una lettera il Quirinale ordinava al Csm di procedere con urgenza al riempimento dei posti vacanti da più tempo, ignorando la lista di candidati per Palermo, che oltre a Lo Forte prevedeva anche Lo Voi e Lari.

Era il periodo in cui si doveva decidere in merito alla deposizione di Napolitano al processo sulla trattativa. Era anche il periodo delle continue minacce. A fine estate gli avvertimenti con tanto di proiettile si indirizzarono verso Roberto Scarpinato. Seguì la famosa incursione nel suo ufficio con un messaggio molto sibillino: “Possiamo raggiungerti ovunque”.
Insomma, le settimane sono trascorse, il livello di sicurezza verso Di Matteo e tutto il pool si è fatto sempre più alto, ma la Procura è rimasta orfana di un capo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la testimonianza di Napolitano al processo trattativa. Oltre ad essere stato un atto dovuto che ha reso (solo in parte) giustizia dopo il pessimo gesto del conflitto di attribuzione sollevato contro la Procura di Palermo nel giugno 2013, lì si è rotto qualcosa. Da un lato quella testimonianza è stata più che utile, dall’altro però è stato come se Napolitano avesse mandato anche un messaggio al mondo politico. Della serie: “Visto fin dove certi magistrati arrivano?”.
La politica e la stampa si sono mobilitati fino ad arrivare ad oggi. Un pool che lavora sul processo più scomodo e delicato della storia della Repubblica Italiana. Un attentato pronto contro un giudice che ha la colpa di svolgere il suo dovere. “Sei andato troppo oltre” ha scritto Matteo Messina Denaro nella lettera indirizzata a Di Matteo.
In questi ultimi giorni sono venuti alla luce particolari inquietanti a proposito di questo attentato: si sa quanto è costato il tritolo (450 mila euro, spesi tramite una “colletta” tra le famiglie mafiose), si sa chi lo ha ordinato (Matteo Messina Denaro e altre “entità”, le stesse di Via D’Amelio), si sa che non è stato eseguito per il semplice fatto che parte dell’esplosivo (giunto dalla Calabria) era bagnato. E c’è dell’altro: l’esplosivo non si trova. Ciò preoccupa molto Vittorio Teresi ed il resto del pool.
La politica quindi viene a dare una mazzata decisiva al pool impegnato nelle indagini sulla trattativa: serviva necessariamente una figura diversa, più distensiva che si orientasse nella direzione opposta all’ultima storia recente che nel Tribunale di Palermo che ha visto prima Caselli, per poi giungere a Messineo. Questo era il tormento di Napolitano e di tutto il “sistema”, di cui la politica fa parte: isolare sempre di più l’attività di certi magistrati troppo curiosi. Ecco Lo Voi. Altro candidato che non è riuscito a ottenere i voti necessari è stato Lari (capo a Caltanissetta). Lo Forte aveva dalla sua la colpa di aver processato Andreotti, Dell’Utri, Carnevali e altri nomi eccellenti. Purtroppo è così. Certe “colpe” si scontano.
Scene già viste. Ci ricorda l’isolamento di Falcone, accoltellato alle spalle infinite volte sempre dal Csm. Ci ricorda le battaglie di Borsellino contro Giammanco.
Ci auguriamo tutti che Lo Voi sia all’altezza della situazione. Resta il fatto però che il suo, è un nome troppo condiviso da tutto il mondo politico, centro, destra e sinistra. Sarà un caso?
Adesso Napolitano può serenamente cedere il posto a qualcun altro, e la politica ha agito contro ogni regola procedurale prevista. E da oggi forse c’è un pool di magistrati più solo di prima.


http://www.antimafiaduemila.com/2014121 ... vinto.html


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Re: Sempre più mafia

Messaggioda flaviomob il 28/01/2015, 16:40



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Re: Sempre più mafia

Messaggioda franz il 29/01/2015, 19:15

Esiste una questione italiana.
E pure grave.
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