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Morti bianche

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Morti bianche

Messaggioda gabry il 20/11/2008, 12:09

Morti bianche.
Si fa l'abitudine a sentir morire persone sul lavoro. Diventa normale.
Poi accade a pochi chilometri da casa tua.
Parli con persone che tecnicamente hanno qualcosa a che fare con il luogo della tragedia.
Ti arriva come un pugno in faccia!
Senti di 3 / 4 livelli di appalti e sub-appalti. Fino alla tecnica di "prestare" (scusate non conosco il termine tecnico che viene usato) alla ultima ditta possibile che puo' sub-appaltare, i propri operari (un modo per nascondere un ulteriore sub-appalto). Ti rendi conto di come l'ultimo del carro oltre ad avere ricevuto le briciole dell'appalto subira' tutte le conseguenze della tragedia!

Come porre fine a questa catena di sub-appalti?
Perche' non si vuole aumentare il numero di controlli ?
Semplice problema di soldi che non ci sono?

mi spiegate per favore?

grazie
gabry


Indagine di Demos & Pi e Osservatorio di Pavia

--> Documento completo

--> Riassunto dal sito Demos & Pi

--> Articolo da Repubblica.it

indagine di Demos & Pi e Osservatorio di Pavia. Il 21 per cento degli operai teme di rimanere vittima di un incidente
Sicurezza sul lavoro, per il 50% peggiorate le condizioni nelle fabbriche
di FABIO BORDIGNON e NATASCIA PORCELLATO


IL 6 DICEMBRE 2007, nell'inferno di una fabbrica che scoppia e si infiamma, l'Italia si scopre, sgomenta, ad osservare un operaio morire di lavoro, raggiunto, nei giorni successivi, da altri sei colleghi. E' il giorno dell'incidente alla ThyssenKrupp di Torino, che lunedì ha visto il rinvio a giudizio per omicidio della sua dirigenza. Nel giorno stesso in cui, a Bologna, la storia si è ripetuta: un'altra esplosione, altre fiamme, altre vittime.

La triste cronaca delle morti bianche, nei mesi scorsi, è tornata periodicamente al centro dell'attenzione,generando un sentimento di inquietudine nell'opinione pubblica, la sensazione che le cose stiano peggiorando. Si tratta di un elemento che emerge in modo molto chiaro dai dati della seconda indagine su "La sicurezza in Italia. Significati, immagine e realtà" curata da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia per la Fondazione Unipolis, di cui anticipiamo il focus relativo alla sicurezza sul lavoro.

A percepire un incremento delle condizioni di sicurezza nelle fabbriche e nei cantieri, negli ultimi anni, è circa un rispondente su tre: 35%, due punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione di ottobre 2007. Quanti invece ritengono ci sia stato un deterioramento delle condizioni di sicurezza sono quasi la metà: il 47%, con un incremento speculare rispetto a dodici mesi prima. Un assestamento delle percezioni, dunque, che rinforza le tendenze, di segno negativo, già rilevate nel recente passato.

Ma qual è il livello di timore manifestato dai cittadini italiani verso questo tipo di rischio? Se guardiamo alla popolazione nel suo complesso - incluse, quindi, anche le categorie inattive, o i lavoratori impiegati in mansioni a basso rischio - solo il 10% delle persone interpellate afferma di sentirsi frequentemente preoccupato di essere vittima di un incidente sul lavoro. Il dato, tuttavia, si presenta diversificato in relazione all'attività svolta, e arriva a raddoppiare tra gli operai: il 21%, in questa categoria, teme di essere coinvolto in un incidente sul luogo di lavoro. Ma il dato supera il valore medio anche tra gli stessi imprenditori (12%).


Il sondaggio ha poi indagato sulle responsabilità degli incidenti. La maggioranza relativa del campione punta il dito contro gli imprenditori: il 41% li ritiene responsabili per la mancata applicazione delle normative vigenti in materia di sicurezza. Se escludiamo una piccola componente che non si esprime (8%), o che non è in grado di individuare delle colpe ben precise, la rimanente frazione del campione si divide sostanzialmente a metà. Quasi una persona su quattro (24%) attribuisce le colpe innanzitutto all'assenza di controlli da parte delle autorità pubbliche preposte. Un rispondente su cinque (21%), invece, ritiene che le responsabilità maggiori debbano essere attribuite agli stessi operai, che non seguirebbero con sufficiente attenzione le norme di sicurezza.

L'indagine "La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà" sarà presentata domani, venerdì 21 novembre 2008, a Roma, nel corso di un incontro coordinato da Gad Lerner, al quale prenderanno parte, oltre a Ilvo Diamanti e Fabio Bordignon, di Demos, Antonio Nizzoli, Osservatorio di Pavia, Chiara Saraceno, Università di Torino, Mons. Vittorio Nozza, direttore Caritas Italiana, Massimo Livi Bacci, Università di Firenze, Pierluigi Stefanini, presidente di Fondazione Unipolis e di Unipol Gruppo Finanziario.

(20 novembre 2008)
gabry
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Re: Morti e basta

Messaggioda mauri il 20/11/2008, 15:27

gabry non ti so rispondere e spiegare sarebbe difficile, muoriamo e basta,
i motivi vanno dai più stupidi ai più assurdi
in pratica ogni anno sparisce una città come bergamo e si riempie di invalidi una città come verona
perchè è così, si muore anche in casa, 2 morti ogni minuto
invece sono d'accordo con te che ci facciamo l'abitudine invece dobbiamo imperdire che accada per errori umani e delle macchine e quindi migliorare la sicurezza al lavoro, in strada, in casa, negli ospedali, sugli aerei, in nave, eliminare la fame, la povertà, le malattie...........
ma penso anche sia normale che si muore e per fortuna non ci pensiamo e continuiamo a vivere
bella serata, mauri

Anno 2007
Diffuso il: 20 novembre 2008
Ogni giorno in Italia si verificano in media 633 incidenti stradali, che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893.
Nel complesso, nell’anno 2007 sono stati rilevati 230.871 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.131 persone, mentre altre 325.850 hanno subito lesioni di diversa gravità.
Rispetto al 2006, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-3,0%) e dei feriti (-2,1%) e un calo più consistente del numero dei morti (-9,5%).
L’analisi dell’incidentalità nel lungo termine mostra una costante riduzione della gravità degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), che si attesta al 2,2% nel 2007 contro il 2,8% del 2000, e dall’indice di gravità, che passa da 1,9 a 1,6 decessi ogni 100 infortunati.

Anno 2006
Diffuso il: 11 dicembre 2007Ogni giorno in Italia si verificano in media 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 912.
Nel complesso, nell’anno 2006 sono stati rilevati 238.124 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.669 persone, mentre altre 332.955 hanno subito lesioni di diversa gravità. Rispetto al 2005 si riscontra una lieve diminuzione del numero degli incidenti (-0,8%), dei morti (-2,6%) e dei feriti (-0,6%). L’analisi dell’incidentalità nel lungo termine mostra una costante riduzione della gravità degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) che si attesta al 2,4% nel 2006 contro il 2,8% del 2000 e dall’indice di gravità, che passa da 1,9 a 1,7 decessi ogni 100 infortunati.In Italia, nel periodo 2000 – 2006, gli incidenti sono passati da 256.546 a 238.124, i morti da 7.061 a 5.669, i feriti da 360.013 a 332.955. Si è pertanto registrato un decremento del 7,2% per quanto riguarda il numero di incidenti, del 7,5% per i feriti e del 19,7% per quanto riguarda il numero di morti in incidente.
Va sottolineato che, nello stesso periodo, il parco veicolare è cresciuto del 13,7% mentre il volume di circolazione, valutato sulle percorrenze autostradali, è aumentato del 19,9 %.

2005
Aspetti epidemiologici
Gli incidenti stradali sono un problema di salute pubblica molto importante, ma ancora troppo trascurato. Per l’Oms sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. Si stima, inoltre, che senza adeguate contromisure, entro il 2020 rappresenteranno la terza causa globale di morte e disabilità. Il peso di questo problema non è distribuito in maniera uniforme ed è fonte di una crescente disuguaglianza tra i diversi Paesi, con svantaggi socioeconomici delle categorie di persone più a rischio.
Dati internazionaliSecondo le stime pubblicate nel 2004 dall’Oms nel World report on road traffic injuiry prevention, ogni anno in tutto il mondo sono 1,2 milioni le persone che muoiono a causa di un incidente stradale e circa 50 milioni quelle che rimangono ferite. Le proiezioni per il futuro indicano che, se non si investe sulla prevenzione, nei prossimi vent’anni questi dati potrebbero aumentare del 65%. Ogni giorno, nel mondo, più di 3000 persone muoiono a causa di un incidente stradale. L’85% dei decessi e il 90% degli anni di vita persi per disabilità (Daly) avviene nei Paesi a basso e medio reddito. Ci si aspetta che tra il 2000 e il 2020 le morti legate a questo tipo di incidente diminuiranno del 30% circa nei Paesi ad alto reddito (dove è più facile promuovere campagne di prevenzione), mentre sono destinate ad aumentare notevolmente nei Paesi più poveri. I dati relativi ai giovani, ricavati dal rapporto Youth and road safety, sono allarmanti: a livello mondiale, ogni giorno, più di 1000 ragazzi al di sotto dei 25 anni muoiono in un incidente stradale. La maggior parte avviene in zone considerate maggiormente a rischio (Africa e regioni del Mediterraneo orientale) e coinvolge categorie di persone più vulnerabili (pedoni, ciclisti, motociclisti e passeggeri dei trasporti pubblici).Anche dal punto di vista economico il fenomeno non è da sottovalutare. Si stima, infatti, che l’impatto degli incidenti stradali sia l’1% del prodotto interno lordo nei Paesi a basso reddito, l’1,5% in quelli a reddito medio e il 2% nei Paesi ad alto reddito. Si stima che il costo globale è di 518 miliardi di dollari all’anno di cui 65 miliardi sono destinati ai Paesi più poveri (più di quanto ricevono come aiuto per il loro sviluppo).Non bisogna poi dimenticare che gli incidenti stradali gravano profondamente non solo sulle economie nazionali, ma anche sulle finanze delle singole famiglie, che si trovano a dover affrontare il peso dell’assistenza sanitaria per uno dei suoi membri o addirittura la perdita del capofamiglia.
Dati europei Secondo il rapporto Youth and road safety in Europe dell’Oms Europa, ogni anno 127 mila persone muoiono a causa di incidenti stradali nella Regione europea dell’Oms, mentre 2 milioni sono inoltre i casi che hanno richiesto ricovero ospedaliero o assistenza medica. Dal punto di vista economico, gli incidenti stradali hanno un impatto del 2% sul Pil e una perdita annuale stimabile in 3,6 milioni di Daly.Non trascurabile il fatto che, all’interno della Regione europea dell’Oms, sono ben 32 mila i ragazzi con età inferiore a 25 anni che rimangono uccisi in incidenti stradali ogni anno. Il costo per la società e per la sanità pubblica è elevato e si stima variare da 1,7 milioni di euro a 2,2 milioni di euro per evento.Restringendo l’analisi alla sola Unione europea, 1,3 milioni di incidenti stradali all’anno provocano 40 mila morti e 1,7 milioni di feriti. Inoltre secondo l’Osservatorio nazionale alcol, in Europa un incidente su quattro (il 25%) è correlato all’alcol. Inoltre, negli incidenti causati da guida in stato di ubriachezza il 96% delle persone coinvolte è rappresentato da individui di sesso maschile, di cui il 33% giovani o giovani adulti di età compresa tra i 15 e i 34 anni.
Dati italiani In Italia la rilevazione degli incidenti stradali a livello nazionale, deriva dalla collaborazione di diversi enti: ministero dell’Interno, Automobile Club d’Italia (Aci), Polizia stradale, Carabinieri, Polizie municipali, uffici statistici locali che hanno sottoscritto una convenzione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat) volta alla raccolta, al controllo e alla registrazione dei dati.Secondo il rapporto Istat-Aci relativo agli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2005, ogni giorno nel nostro Paese si verificano in media 617 incidenti stradali, che causano la morte di 15 persone e il ferimento di 860. Nel 2005 si sono verificati 225.078 incidenti stradali, che hanno provocato il decesso di 5426 persone, mentre altre 313.727 hanno subito lesioni di diversa gravità.Rispetto al 2004, è in calo il numero degli incidenti (-1,8%), quello dei morti
(-4,7%) e dei feriti (-2,7%). L’andamento decrescente è cominciato a partire dal 2003, probabilmente come conseguenza dell’entrata in vigore della Legge n. 151 del 27 giugno 2003 che ha introdotto nuove regole del codice stradale tra cui, in primo luogo, la patente a punti.Sempre secondo il rapporto Istat-Aci, le città sono i luoghi in cui si verificano la maggior parte degli incidenti in Italia. Nel 2005, infatti, 172.422 incidenti (il 76,6% del totale) si è verificato su strade urbane. Inoltre, la notte è il momento in cui avvengono gli incidenti più gravi: nel 2005, nella fascia oraria compresa tra le 22 e le 6 35.098 incidenti stradali hanno causato 1529 decessi e il ferimento di 54.873 persone.Le persone maggiormente colpite sono i conducenti dei veicoli coinvolti (il 67% dei morti e il 78,8% dei feriti). I passeggeri trasportati rappresentano il 20% dei morti e il 23% dei feriti mentre per i pedoni i dati sono più bassi (6,1% di feriti e 13% dei morti). Il dato più allarmante si conferma anche in Italia: sono i giovani la categoria più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali: la fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni registra infatti ben 637 morti e 41.230 feriti.
Alcol e guida, in ItaliaI dati riferiti dall’Osservatorio nazionale alcol in collaborazione con l’Oms, l’Istituto superiore di sanità e il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e prevenzione della salute, sono chiari: in Italia, l’alcol è la causa del 30-50% degli incidenti stradali e la prima causa di morte per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Inoltre, la consapevolezza del rischio nel nostro Paese è bassa: solo il 58,7% dei giovani conosce il limite di alcolemia consentito alla guida (0,5 g/L) e tra questa percentuale solo il 29,9% sa effettivamente questo limite (2-3 bicchieri).La riduzione degli incidenti stradali attraverso interventi mirati porterebbe a una riduzione del costo economico, sanitario e sociale, stimato nel 2004 in oltre 33 miliardi di euro, il 2,5% del Pil

2004
ogni giorno in Italia si sono verificati in media 614 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 15 persone e il ferimento di altre 867.
Nel complesso, nell’anno 2004 sono stati rilevati 224.553 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.625 persone, mentre altre 316.630 hanno subito lesioni.
Rispetto al 2003 si registra una diminuzione del numero degli incidenti stradali (-3,1%), del numero dei morti (-7,3%) e di quello dei feriti (-3,3%).All'esito dell'analisi eseguita dall'ISTAT in base alle comunicazioni fornite dagli Organi accertatori (Polizia, Carabinieri ecc.), è risultato che il 91,1% degli incidenti stradali è stato causato dal comportamento scorretto del conducente alla guida del veicolo.
In particolare, le principali cause sono risultate essere le seguenti:
15,1% del totale è rappresentato dalla guida distratta o andamento indeciso (con questa annotazione gli Operatori di Polizia indicano anche le cause non direttamente correlabili a comportamenti contrari alle norme del c.d.s. e/o non precisamente definibili - n.d.r.)
il 12,2% dall’eccesso di velocità; l’11,4% dal mancato rispetto della distanza di sicurezza.
lo stato delle infrastrutture ha pesato per il 4% dei casi. Lo stato psico-fisico alterato, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi (2%), è caratterizzato da tre cause fondamentali: l’ebbrezza da alcool (4.140 casi pari al 72% della categoria), il malore improvviso ed il sonno che con 1.095 casi pesano per il 19%.
Soltanto in 726 casi, che pesano per lo 0,3 % sul totale, sono stati difetti o avarie del veicolo ad aver
causato gli incidenti.
Note Fonte: Istituto Nazionale di Statistica Incidenti stradali: quelli che si verificano in una strada aperta alla circolazione pubblica, in seguito ai quali una o più persone sono rimaste ferite o uccise e nei quali almeno un veicolo è rimasto implicato. Morti: le persone decedute sul colpo (entro le 24 ore) o quelle decedute dal secondo al trentesimo giorno, a partire da quello dell’incidente compreso.Feriti: le persone che hanno subito lesioni al proprio corpo a seguito dell’incidente.

2003 Diffuso il: 12 novembre 2004
Ogni giorno in Italia si verificano in media 617 incidenti stradali, che causano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 874.
Nel complesso, nell'anno 2003 sono stati rilevati oltre 225 mila incidenti stradali, per i quali sono morte di 6 mila persone, mentre altre 320 mila hanno subito lesioni di diversa gravità.
Rispetto al 2002 si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-5,9%), del numero dei morti (-10,7%) e del numero dei feriti (-6,6%).
A Rimini, al Secondo salone internazionale sulla sicurezza stradale, l'Istat presenta i risultati dell'indagine sugli incidenti stradali che si sono verificati nel 2003 sul territorio nazionale e che hanno causato lesioni alle persone (morti o feriti).
All'indagine, che è condotta con cadenza mensile, collabora attivamente l'Aci.
I dati consentono di stimare la dimensione del fenomeno e di descriverne le caratteristiche, con particolare riguardo a cause, localizzazione, analisi temporale, utenti della strada più a rischio.

Incidenti in casa, un morto ogni due minuti
Repubblica — 14 aprile 2008 pagina 12 sezione: CRONACA
ROMA - Uccidono un europeo ogni due minuti e sono la quarta principale causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, il cancro e le malattie respiratorie. Soltanto in Italia si contano almeno 26.500 morti ogni anno a causa di incidenti domestici. In Europa sono 250mila l' anno, mentre 60 milioni di persone, più della popolazione italiana, ricevono cure mediche per infortuni provocati in casa. Il problema riguarda soprattutto bambini e anziani, mentre tra le stanze meno sicure figurano bagni, stanze e cucine. E, in futuro, questi numeri sono destinati a crescere proprio a causa dell' innalzamento dell' età demografica. È quanto emerge dal rapporto "Injuries in the European Union - Statistics summary 2003-2005" pubblicato sul sito Epicentro dell' Istituto superiore di sanità. Il rapporto mostra anche che gli incidenti domestici uccidono il doppio di quelli stradali e dieci volte di più di quelli sul posto di lavoro: il maggior numero di vittime è di età compresa tra 1 e 44 anni, ma ogni anno più di 100mila anziani muoiono in seguito a una caduta in casa o per le complicazioni causate da un incidente tra le pareti domestiche. Il record negativo in Europa è della Lituania, mentre nei Paesi Bassi c' è il minor numero di incidenti.
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