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Salvare il manifesto

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Salvare il manifesto

Messaggioda flaviomob il 13/11/2014, 12:12

Oggi è in edicola a 20 euro.

Altrimenti, qui si spiega tutto.

http://ilmanifesto.info/miriprendoilmanifesto/

PS A settembre è stato tra i pochissimi quotidiani ad incrementare le vendite.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda franz il 13/11/2014, 13:20

in effetti è chiaro che se diversi quotidiani chiudono, è implicito che chi rimane puo' osservare un po' di vendite in piu'.
La chiusura dell'Unità (Agosto) è ovviamente un fattore che incrementa un po' le vendite del Manifesto.
A chiuso anche Europa (Settembre) ma qui non c'è un'utenza condivisa, mi pare.
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda flaviomob il 14/11/2014, 2:58

Bah, il calo delle vendite corrisponde ad un incremento dell'utenza su internet. Io non compro da anni una copia cartacea del Manifesto, ma ieri ho fatto una donazione di 50 euro sul loro IBAN perché non mi sembra giusto fare i "pasti gratis" come dice Franz. E intanto il Manifesto è sopravvissuto, con grandi sacrifici, al fallimento di Liberazione, Unità e, pare, pure Padania... che peraltro prendevano contributi ben più altri (Liberazione vendeva pochino ma era organo ufficiale di un partito, PRC, come gli altri due, mentre il Manifesto è assolutamente indipendente e credo che di contributi ne prendesse molto meno).

I giornalisti, come i dirigenti, prendono uno stipendio molto basso e una parte (300 euro al mese) la reinvestono nel giornale; hanno anche rinunciato ulteriormente a due mensilità per lo stesso motivo.

Ricordiamoci poi che i contributi milionari li prendevano anche i grandi quotidiani privati nazionali, con firme strapagate e dirigenti d'oro!!!


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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 10:25

Se un giornale non vende, ci sarà una ragione....meglio che chiuda!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 10:35

http://avvertenze.aduc.it/comunicato/ir ... _22621.php

L'emblematico caso de La Padania


9 novembre 2014 11:45



Dal 1 dicembre dovrebbe chiudere il quotidiano “La Padania”, organo ufficiale della Leganord, e in quanto tale giornale che usufruisce dei soldi pubblici previsti per questo tipo di stampa, e non solo.
Chiusura emblematica leggendo una intervista alla direttrice Aurora Lussana, pubblicata sul quotidiano “Cronache del Garantista”. Le colpe sarebbero in due direzioni:
1 – il taglio ai fondi dell'editoria disposto dal Governo nella legge di stabilita': “Renzi vuole mettere il bavaglio a tutte quelle realta' territoriali, libere e indipendenti che si oppongono al pensiero unico, alla globalizzazione e all'immigrazionismo. Il disegno e' chiaro”.
2 – “le casse della Leganord sono quasi vuote e per il prossimo anno non ci possono quindi garantire il consueto sostegno”.
In entrambi i casi si tratta di soldi quasi esclusivamente pubblici, visto che la maggior parte di quelli presenti nelle casse della Leganord sono del finanziamento pubblico ai partiti.
Inoltre, in queste ultime settimane, la visibilita' mediatica del segretario della Leganord, Matteo Salvini, e' notevole. Visibilita' pero' che non sembra corrispondere ad una maggiore attenzione di quella parte di opinione pubblica che acquista e legge i giornali cartacei (e mediatici, in questo caso, visto che dovrebbe chiudere anche il web de La Padania).
L'emblematicita' di quanto dice la direttrice Lussana e' nel suo ignorare quello che -a nostro avviso- dovrebbe essere l'elemento base di un giornale che e' sul mercato: i lettori/acquirenti e la pubblicita'. Le sue motivazioni che stanno alla base della chiusura sono solo politiche/partitiche e non anche commerciali, al punto che annovera nelle “realta' territoriali” cio' che non e' tale, altrimenti perche' i soggetti della realta' non dovrebbero acquistare La Padania? Noi crediamo che la realta' della Lussana sia quella di chi vede e vive il mondo solo con gli occhiali di un partito politico. E sin qui non ci sarebbe nulla di strano, visto che stiamo parlando di un giornale che e' organo di un partito politico. L'emblematicita' nasce pero' se prendiamo in considerazione cosa e' oggi un partito politico e la sua stampa: non mantenuta da iscritti e simpatizzanti e curiosi, ma dai soldi dello Stato, decisi da quelli che fanno parte di questi stessi partiti.
Noi non sappiamo se il premier Renzi abbia tagliato i fondi dell'editoria per fare dispetto alla Leganord (non ci sembra, visto che hanno chiuso anche i due organi stampa del suo partito, Europa e l'Unita'). Quindi crediamo che sia un sistema che cominci a cedere (finalmente!). Ma prendiamo atto che Lussana, come quelli dei giornali Europa e l'Unita', sembra che vivano una loro realta' che non e' quella di chi quotidianamente lavora, pensa, si informa, sceglie, acquista. E in base a questo da' un peso determinante alle politiche commerciali di questo o quell'altro soggetto che e' presente sul mercato... ma sembra che la parola mercato non faccia parte del vocabolario della Lussana, e non solo.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 10:37

http://www.aduc.it/comunicato/irriveren ... _22618.php


L'Europa e' finita prima dell'euro....

Comunicato di Vincenzo Donvito

8 novembre 2014 10:30



La stampa di partito, per i finanziamenti, nel nostro Paese e' uno scandalo, in buona compagnia con la stampa cosiddetta ordinaria che, anche se meno, prende sempre i contributi per l'editoria, con tanto di apposito Dipartimento per l'informazione e l'editoria che disciplina e smista. Soldi che poi i vari media prendono anche dalle Regioni e da altri enti locali, come diretto finanziamento o come contratti privilegiati per questo o quell'altro servizio di informazione.
Lo scandalo oggi e' ancora piu' lampante, visto che ufficialmente -e finalmente- si sta dissolvendo il finanziamento pubblico ai partiti (1), per cui a questi ultimi -al di la' della loro importanza costituzionale- non viene piu' riconosciuta una specifica rilevanza economica, e quindi non si capisce perche' i giornali di partito debbano avere questi soldi pubblici. Ma siamo nel Belpaese, e questo e' altro dobbiamo ancora (?) sorbircelo. Ma nonostante questi soldi c'e' qualcuno che non ce la fa.
E' il caso del quotidiano del Partito Democratico “Europa”, che dopo anni di assottigliamento della foliazione, e nonostante editorialisti di alto rango come il neo-ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, ha tirato le cuoia. Probabilmente, al di la' delle rassegne stampa mediatiche e degli abbonamenti istituzionali nazionali e locali fatti di default, grazie alla costosa presenza di una o due copie (puntualmente invendute) in tutte le edicole d'Italia, i suoi “dodici” lettori non bastavano.
Noi non siamo detrattori della moneta Euro. Anzi. Ma la battuta “e' finita l'Europa prima dell'euro”, ci e' stata proprio levata di bocca. Cogliamo l'occasione di questo sorriso per invitare chi legge a non dimenticare le premesse di queste nostre considerazioni, a tenerle ben presenti per meglio comprendere chi, cosa e come si muove nell'economia dell'informazione. Con le dovute -e per noi eccellenti- eccezioni, per carita'. Ma l'andazzo e' quello. E se oggi e' toccato ad Europa, chissa' in una spending review piu' incisiva, quanti giornali sparirebbero, giornali della cui esistenza molto probabilmente non sapevamo nulla prima che scomparissero.

(1) pur nella sua edulcorata versione di rimborsi spese elettorali, chiamati cosi' per fregare i risultati del referendum popolare che aveva abrogato questo finanziamento
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 10:38

http://www.aduc.it/comunicato/quotidian ... _22411.php


Il quotidiano l'Unita' chiude, perche' no, visto che non vende?

Comunicato di Vincenzo Donvito

30 luglio 2014 12:40



Il quotidiano l'Unita' ha annunciato che dal prossimo 1 agosto sospendera' le pubblicazioni perche' non ha piu' soldi. Abbiamo avuto modo di leggere diverse opinioni di chi ritiene questo fatto come una “ferita per la democrazia” e non si contano gli appelli alle maggiori istituzioni perche' in qualche modo intervengano per scongiurarne la scomparsa.
Noi non ci stupiamo piu' di tanto e non facciamo nessun appello. Anzi. Diciamo che e' durato anche troppo, perche' sono anni che questo giornale -in ottima e numerosa compagnia- sopravvive a se stesso, non avendo piu' sufficiente quantita' di acquirenti e contratti pubblicitari, e nonostante i soldi pubblici. Averlo mantenuto fino ad oggi e' stata una illusione per chi ci lavorava e uno spreco dei soldi dei contribuenti. Siamo consapevoli che e' la legge sull'editoria che facilita operazioni editoriali di questo tipo e che sono decine e decine i giornali che campano grazie ai soldi dei contribuenti e non di coloro che, interessati, li acquistano o li usano come veicoli pubblicitari. E infatti noi saremmo per l'azzeramento di questa legge sull'editoria, di partito o meno poco importa: le imprese -incluse quelle editoriali- devono e possono essere tali solo se riescono ad imporre sul mercato i loro prodotti, non per il fatto stesso di esistere.
Noi di Aduc siamo un'associazione no-profit e non prendiamo nessun tipo di finanziamento pubblico (abbiamo rifiutato anche di essere, per questo, una ONLUS). Siamo in “perenne bolletta” perche' viviamo solo della nostra attivita' e dei liberi e volontari contributi dei cittadini che ritengono meritoria e necessaria la nostra presenza e i servizi che eroghiamo. Ma, per il momento, continuiamo ad esistere e a essere ricercati. Perhe' non deve essere altrettanto per altri, a maggior ragione quando non sono soggetti no-profit ma societa' di capitali con gli utili che vengono divisi tra gli azionisti?
Non siamo nati oggi e sappiamo che il nostro e' il Paese, per esempio, di Alitalia e delle sue voragini perennemente colmate dallo Stato. Ma crediamo sia opportuno cogliere l'occasione della chiusura di uno dei due quotidiani del Partito Democratico (stendiamo un velo pietoso anche su quello che si sembra il mercato dell'altro quotidiano di questo partito) per ricordare a chi ci governa, chi ci fa le leggi e chi determina il consenso per i due precedenti, che uno dei pilastri fondamentali per la ripresa e l'affermazione economica, politica e culturale (di cui l'informazione e' un pilastro) del nostro Paese, deve necessariamente passare attraverso chi e' capace di farsi ascoltare, scegliere ed acquistare e non attraverso chi sopravvive grazie ai propri legami politici.
E ci teniamo a precisare che non ci fa piacere di non poter leggere tutti i giorni, come abbiamo fatto fino ad oggi, il quotidiano l'Unita', ma prendiamo atto che i soldi che davamo al nostro edicolante per acquistarlo, nonostante i soldi pubblici che prendeva, non erano sufficienti. E' il bello, e il giusto, della democrazia, anche quella economica.
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda Iafran il 14/11/2014, 12:43

I cittadini guardano la TV e tanti si divertono con i talk show, con il rottamatore e si inebriano con le opinioni di Panebianco o di Ferrara o appassionandosi alle vicende del Milan, della Juventus ... (meno a quelle del Bayern Monaco).
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 13:19

Parliamoci chiaro, io non guardo nè i talk show nè altro....mi hanno offerto SKY a prezzi stracciati, ma ho risposto che non lo voglio neanche gratis :D ....pero' a leggere Unità, Europa, Padania e Manifesto ci vuole uno stomaco! :lol:
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Re: Salvare il manifesto

Messaggioda flaviomob il 14/11/2014, 14:21

Intanto il Manifesto non chiude, le crisi che attraversa ormai sono cicliche e i lettori hanno sempre risposto con generosità.

Peraltro, lo sforzo è ancora maggiore perché si vuole anche mantenere il sito libero da pubblicità, proprio per garantire la totale indipendenza della testata. Unità ed Europa avevano ben più lettori, ma non hanno avuto questo spirito autenticamente cooperativo, quello che permette al Manifesto di continuare ad esistere! Prendano esempio, se vogliono tornare in edicola!


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