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Italia, cosa nostra

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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda flaviomob il 11/05/2014, 22:16

dal Fatto:

Expo 2015, la legge è diventata un impaccio
di Nando dalla Chiesa | 11 maggio 2014


E alla fine, di nuovo, è dovuta arrivare la magistratura. L’Expo e le tangenti. L’Expo e la corruzione. Milano e l’inguaribile malattia che la sfregia da decenni. Non ci voleva molto a vederlo. Expo 2015 è diventata sempre di più un totem, una religione. Vietato parlare di legalità, di regole da rispettare. O meglio: benvenuti gli annunci trionfali di legalità, i patti mano nella mano, come moschettieri, per un evento “mafia free”. Solo che mentre le figure-immagine delle istituzioni rassicuravano sul rispetto delle leggi, e su protocolli sempre più stringenti, i molti poteri economici che si sono affollati intorno al Grande Evento sono andati tessendo una tela contraria, talvolta con tanto di benedizioni politiche dall’alto. E hanno suonato la loro musica a reti unificate: se i controlli continuano, se ci preoccupiamo troppo delle imprese di ‘ndrangheta o di Cosa nostra, al maggio 2015 non ci arriveremo mai.

L’Expo rimarrà una grande incompiuta, con tutti i danni di immagine che ne deriveranno per l’Italia e per Milano. Legalità contro efficienza. Come tante volte è accaduto in questo paese, come sempre più sistematicamente è accaduto a botte di commissari straordinari, emergenze e urgenze internazionali. Si è arrivati perfino a sostenere, con argomenti giuridici surreali, che per l’allestimento dei padiglioni stranieri non debbano valere i protocolli, mica si può imporre la nostra legge agli stranieri. Ci si è perfino avventurati a teorizzare che questi padiglioni, in quanto rappresentanza di specifici Stati esteri, debbano essere equiparati alle ambasciate. Un gigantesco extra legem. Quel che è accaduto in un clima di accondiscendenza intellettuale ha avuto evidenza pubblica. Tanto che chi aveva il compito di offrire suggerimenti proprio in tema di rischio mafioso era stato facile profeta: dopo avere perso due anni solo per nominare l’amministratore delegato di Expo, ci sarebbe stata la corsa finale per trasformare in nemico della patria chi avesse sollevato qualunque problema di legalità.

Così è potuto succedere che tornassero nel grande motore economico della capitale lombarda i Greganti e i Frigerio. Perché, un decennio dopo l’altro, c’è sempre una ragione per vivere le leggi dello Stato come impacci allo sviluppo. Stavolta è stato il mito dell’immagine della città. A nessuno (o quasi) viene in mente che c’è un tema dell’Expo – come nutrire il pianeta – che dovrebbe qualificarlo e mobilitare sin da ora scienziati, ricercatori, università, associazioni, amministrazioni, imprese del made in Italy e non solo. Nessuno (o quasi) pensa che l’immagine dell’Expo non sarà data tanto dalla quantità dei padiglioni (anche quelli, si intende) ma sarà data soprattutto del livello di proposte, ricerche, riflessioni, dalla biologia alla filosofia, capaci di porre al mondo in modo nuovo l’argomento che dovrebbe stare al centro dell’appuntamento . Per ora dettano legge sbancamenti, costruzioni, grandi opere e fatturati. Ed è in questa rete di affari che cercano vantaggi i profittatori di ogni risma. Le imprese calabresi o i professionisti e i manager che promettono qualunque appalto in cambio di carriere, secondo la formula testualmente intercettata dai magistrati. Ancora le tangenti, dunque.

Stavolta però è diverso. Non si chiedono soldi, che hanno l’inconveniente di essere tracciabili. Si chiedono vantaggi “di rete”, perché le carriere possono garantirle solo reti di amministratori, politici e manager spregiudicati impegnati in un gioco di squadra. Un pagamento lo può fare una persona sola. La carriera la può garantire “un sistema”. Appunto il sistema messo plasticamente a nudo dall’inchiesta brianzola che ha portato alla condanna dell’ex assessore Massimo Ponzoni, potente esponente del mondo ciellino ma anche definito da un magistrato, per iscritto, “capitale sociale” della ‘ndrangheta.

La reputazione di Milano e gli investimenti internazionali. Ecco, se c’è qualcuno che sta rovinando la prima e pregiudicando i secondi è proprio la corruzione. Che sfregia il volto della città, lo sporca, lo consegna come inaffidabile alla comunità internazionale, la quale notoriamente preferisce andare là dove c’è un diritto certo e impersonale, non un diritto preda delle clientele. Meglio allora un Expo con un po’ di cemento in meno, ma con la faccia pulita e un dibattito scientifico e politico di avanguardia, che un Expo sfarzoso, con la faccia rossa di vergogna e un progetto culturale raffazzonato; che spiega al mondo che in Italia, quando si ha di fronte la ‘ndrangheta, invece di selezionare i manager con rigorosi criteri di moralità, si mettono nei posti di vertice quelli che gli appalti li danno in cambio di carriere.

La ‘ndrangheta, quando fa le sue selezioni interne, è più esigente. Ed è questo che fa la differenza.

Il Fatto Quotidiano, 11 Maggio 2014


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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Iafran il 11/05/2014, 23:11

Robyn, se è così come "sentenzi", ribadisco che l'unica spiegazione per la impalpabile "attenzione" che concedi agli "apprendisti-discepoli senza arte ne parte" quali siamo noi forumisti, è quella di ritenerti "uno dei 35+7 saggi ("che più saggi non si può") nominati ai primi di giugno 2013 dal PdR" e ti senti autorizzato a non rapportarti alla (pessima) "qualità" dei rappresentanti del popolo in Parlamento e, di conseguenza, a quei "miseri" elettori che li hanno voluti.
Ti voglio far notare, però, che ci sono cittadini che non hanno votato "quelli della casta", e questi cittadini (che non sono né "fusi" né "liquidi" per come hai arzigogolato in un altro thread) se ne farebbero un baffo (forse anche due o tre) delle tue "certezze" ... se non le leggessero in questo particolare forum!
Bisogna dar conto anche agli avversari politici di perlulivo.it, o a te non interessa?
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda flaviomob il 11/05/2014, 23:23

da Repubblica:

...
I consumatori sono stanchi. Adusbef e Federconsumatori si dicono "inorriditi" di fronte ai fatti di corruzione per gli appalti per l'Expo 2015 e rilanciano proponendo l'istituzione di un comitato di Garanzia "affidato a personalità di sicuro prestigio morale e professionale". "Siamo francamente inorriditi - sottolineano Adusbef e Federconsumatori - dei fatti, Expo ed altro, che in questi giorni stanno portando a conoscenza a quale livello di corruzione si è ridotto il nostro Paese e che ha oramai raggiunto livelli insopportabili. Tutto ciò oltre a scavare un fossato assai ampio tra cittadini e politica e ancor più grave tra cittadini e istituzioni, mette in mora anche volontà di rinnovamento e di cambiamento professate in questi ultimi tempi. Ma non vi sono solo in ballo questioni, peraltro rilevantissime di etica e morale, ma anche questioni importanti di politica economica quali i costi della corruzione che inciderebbero per 90-100 miliardi sulla nostra economia nonché la diffidenza se non il rifiuto di investitori e investimenti esteri utilissimi a dare risposte alla gravissima crisi occupazionale del nostro Paese".
...

http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... -85826789/


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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Iafran il 12/05/2014, 11:37

In Italia ci sono troppi che fanno finta di non vedere, di non sentire e che si propongono in politica come se niente fosse avvenuto per sfruttare l'esistente.
. . . . .

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... la/981579/

Cantone: “Cancellare Expo? Una sconfitta. Tangentopoli non ci ha insegnato nulla”

... Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, chiamato dal premier Matteo Renzi a seguire i lavori dell’Expo, in un’intervista al Mattino chiede alla politica di “rialzare la guardia”. E non è soltanto il caso scoppiato in Lombardia che deve sollecitare la politica a operare sul tema della prevenzione.

Infatti, Cantone ravvisa un “filo comune” tra le vicende della rassegna internazionale 2015, Silvio Berlusconi ai servizi sociali, l’arresto di Claudio Scajola e la condanna definitiva e la richiesta di estradizione dal Libano per Marcello Dell’Utri.“La politica tarda a liberarsi da un diffuso malcostume. Non so se si tratta di un fallimento politico. Di certo in questi anni si è sbagliato a non lavorare abbastanza sulla prevenzione. Si è clamorosamente abbassato il livello di guardia di fronte a certi fenomeni. L’abbassamento della guardia – aggiunge l’ex magistrato – è anche il frutto di un’opinione pubblica spesso distratta” e che “su alcuni temi si è rivelata eccessivamente ondeggiante”. Perché, se a fronte di alcuni episodi “c’è stata grandissima attenzione, finanche con rigurgiti di moralismo“, in altri “si è stati del tutto incapaci di indignazione”.

Alla luce degli scandali che hanno travolto Expo, il magistrato ricorda Mani Pulite e traccia differenze e parallelismi. “Tangentopoli non ci ha insegnato nulla – dice-. Tornano alla ribalta personaggi già condannati: il peggio poteva essere scongiurato”, spiega il magistrato, secondo cui “i partiti hanno grandi responsabilità perché non hanno saputo attrezzarsi con delle regole chiare di finanziamento trasparente. La trasparenza – sottolinea – è l’anticorpo più potente nei confronti del malaffare“. Ed è convinto che il controllo pubblico non sia sinonimo di ritardi e inefficienze, perché “si può tranquillamente mettere in campo una rete di controlli efficace, intelligente, agile e non burocratica, purché ci sia davvero trasparenza”. Ricorda che alcuni “personaggi già condannati per corruzione” sono “arrivati a ritagliarsi un ruolo, non di diritto ma di fatto, per incidere nuovamente nell’assegnazione e nella gestione degli appalti”. Non solo “Uno di questi soggetti era riuscito a farsi candidare ed eleggere in Parlamento (Gianstefano Frigerio, ndr), nonostante la precedente condanna per corruzione”. Un passaggio che è avvenuto “davanti a tutti e nel disinteresse generale”. Ed è proprio questa, secondo Cantone, l’anomalia italiana. Ma, a differenza del 1992, “lo scenario “è indubbiamente cambiato: oggi – prosegue – esistono gruppi di potere o di pressione del tutto autonomi dalla politica, ovvero che rispondono ai partiti ma piuttosto ne influenzano l’attività politica”. Si tratta quindi di una situazione “molto diversa dal passato”, perché “adesso alcuni manager, invece di essere espressione dei partiti, utilizzano la politica”.

Al Mattino Cantone parla anche della legge Severino che “ha il merito di alzare il livello di attenzione nella pubblica amministrazione, e la parte migliore è quella riguardante la prevenzione”. Tuttavia “sta creando problemi lo sdoppiamento del reato di concussione”. Precisa anche che tracciare oggi un bilancio della legge è troppo prematuro, perché “nella lotta alla corruzione certi cambiamenti non possono verificarsi dall’oggi al domani. Soprattutto – puntualizza – se ci sono pezzi di classe dirigente, magari anche trasversale ai partiti e legata al mondo economico e finanziario, che si è resa responsabile di un abbassamento del livello di controllo da parte dello Stato”. Nonostante gli scandali, però, ”l’unica cosa da non fare è cancellare Expo. Sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia, sarebbe come ammettere che l’illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia”. In più “la comunità internazionale ci guarda”.
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Robyn il 12/05/2014, 13:06

Può essere che ci siano state e ci siano ampi strati di alcuni partiti collusi con la mafia con la criminalità organizzata,ma accertare la verità non è compito mio è un compito dei magistrati.Le stragi di Firenze e Roma sono ricollegabili alla fine della contrapposizione ideologica.La criminalità colpiva i centri della cultura e allo stesso tempo zone geografiche del paese in cui è sempre stata maggioranza la sinistra ostile alla criminalità organizzata perchè la criminalità organizzata aveva capito che con la sinistra al governo sarebbe significata la sua fine.Ma poi scusa quando dici che ci sono persone che si propongono in politica cosa che di cui non ho la minima intenzione per caso ce l'hai con me?perchè se tu hai deciso di attaccarmi io quello cerco
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Robyn il 12/05/2014, 16:00

Iafran non ti conosco se voglio posso scrivere quello che mi pare e piace pensarla come mi pare e piace,se voglio sono libero di replicarti o meno se ti stà bene bè altrimenti vatti a buttare al fiume
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda flaviomob il 12/05/2014, 18:54

Beh io aspetterei almeno l'estate... :lol:


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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Robyn il 12/05/2014, 20:04

la prossima volta a Iafran gli chiamo l'amministrazione del forum
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Robyn il 13/05/2014, 11:28

Iafran crede di essere etnicamente puro da un punto di vista giudiziario
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Re: Italia, cosa nostra

Messaggioda Iafran il 13/05/2014, 13:35

I telescopi non sono per niente idonei a guardare le vicende del mondo circostante ... una mente aperta, invece, può essere sufficiente per tentare d'interpretare ciò che si sente (se lo si ascolta), ciò che si vede (se si presta attenzione a quel che succede), ciò che si scrive (se si legge) e nonostante ciò (comunque) rischia di sbagliare.
Una mente "diversa", invece, non sbaglia mai (altrimenti che certezze sarebbero) o tutt'al più è in buona fede, e mette in discussione non solo i reati che accadono o che sono accaduti (contro le persone, contro i servitori dello Stato e contro lo stesso Stato), ma anche le indagini e le sentenze della Magistratura!
Con la presenza di queste "menti diverse" nella nostra società sarà arduo riportare l'Italia al posto che le compete nelle democrazie occidentali. :(
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