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Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

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Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda franz il 03/02/2014, 18:39

Beffa per Ingroia: subito sotto inchiesta da manager pubblico

Al primo atto da amministratore l'ex pm è già nei guai. Nel mirino della Corte dei conti per le 76 assunzioni alla "Sicilia e-Servizi"
Paolo Bracalini - Sab, 01/02/2014 - 08:09

Una società in liquidazione che invece di liquidare assume 76 persone. Selezionate con cura: la figlia del boss mafioso Bontate insieme a suo marito, un ex consigliere comunale Udc, il figlio dell'ex capo di gabinetto di Cuffaro, un indagato per tangenti, altri parenti (e parenti dei loro autisti e segretari), raccomandati ed ex politici vari.

Ad assumerli è l'ex pm Antonio Ingroia, nominato dal governatore Crocetta commissario liquidatore di «Sicilia e-Servizi», uno dei tanti carrozzoni regionali siciliani che inghiottono soldi pubblici (intanto il bilancio della Regione Sicilia è una voragine da default). Si doveva liquidare e invece no, non si liquida più, la società da sciogliere è diventata improvvisamente «strategica», come stabilito dalla Finanziaria regionale appena approvata.

E così succede che il grande indagatore di misteri e trattative, dopo appena qualche mese che non è più pm e alla prima prova da manager pubblico, finisce nel mirino di una Procura. Quella della Corte dei conti di Palermo, che ha acquisito la documentazione dei 76 contratti a tempo determinato fatti partire sotto la gestione Ingroia di Sicilia e-Servizi. I magistrati contabili vogliono accertare le modalità dell'assunzione, in particolare la legittimità della delibera regionale che ha dato mandato a Ingroia di «assorbire» i 76 impiegati provenienti dalla Sisev, una società privata, lì inquadrati con l'impegno di prenderli poi in Regione dopo un periodo di formazione detto «trasferimento di know how» (costato la bellezza di 66 milioni di euro).

In sostanza la Sisev, appena scaduta la convenzione regionale (impiego interinale a condizioni fiscali vantaggiose) ha mandato a casa quell'esercito di persone, che la Regione Sicilia si è subito presa affidandoli ad una società formalmente in scioglimento. Il punto che la Corte dei conti vuole chiarire è come sia possibile l'infornata di assunzioni, visto che in Sicilia è in vigore il blocco delle assunzioni pubbliche. Una serie di anomalie, insomma, su cui i magistrati contabili vogliono vederci chiaro.

Ma già che c'era, non poteva farlo Ingroia, chiamato da Crocetta proprio per far luce su sprechi e malversazioni nella gestione di Sicilia e-Servizi? Le giustificazioni dell'ex pm, chiamato dall'Onu in Guatemala per guidare l'unità investigativa sul narcotraffico, sembrano scritte da Crozza. «Abbiamo deciso di assumerli per evitare uno stop gravissimo del sistema informatico della Regione. Quei lavoratori sono gli unici in grado di utilizzare i software» spiega Ingroia. In sostanza, dice l'ex pm, tra i 28.796 dipendenti regionali siciliani, cinque volte la Lombardia, non si trovava nessuno che sapesse usare il computer. Fargli un corso accelerato, magari a qualcuno dei 1.836 dirigenti della Regione, uno ogni 9 impiegati? Macché, servivano questi altri 76 dipendenti altamente informatizzati.

Non solo, Ingroia, dopo aver scoperto nomi, parentele e curriculum delle persone da lui assunte, ha annunciato una commissione d'inchiesta sulle sue stesse assunzioni. L'ex pm - racconta LiveSicilia - farà un'indagine da concludere entro due mesi, per stabilire che tipo di competenze hanno i 76 dipendenti appena assunti e se dunque potranno essere confermati dopo i quattro mesi di prova che seguono all'assunzione del commissario Ingroia. In pratica un'autoinchiesta.
Il leader di Azione civile e commissario non liquidatore, però, è assolutamente sereno: «Prendo atto della richiesta di approfondimento della Corte dei Conti - dice Ingroia - e garantisco la massima disponibilità ai pm che hanno tutto il diritto di approfondire una vicenda certamente complessa e delicata.

Noi abbiamo fatto rispettare le regole, garantendo la prosecuzione di un pubblico servizio e senza sperpero di denaro. L'Avvocatura distrettuale dello Stato ci ha detto che le assunzioni sono legittime, quei lavoratori sono stati selezionati attraverso un bando pubblico che prevedeva il transito alla Regione». L'ex grande inquirente che finisce in una indagine? «Non è un paradosso: era già successo in passato, quando mi denunciarono Dell'Utri e Berlusconi». Ma a Crocetta è andata bene: «Avrei potuto anche dimettermi, non l'ho fatto assumendomi la responsabilità di rimettere a posto la società». Altro flop in vista, dopo Rivoluzione civile e Guatemala?

http://www.ilgiornale.it/news/interni/987994.html
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Re: Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda pianogrande il 03/02/2014, 23:36

Non so quali speciali meriti caratterizzino l'Ingroia magistrato.
Al momento, però, lo vedo come il secondo caso Razzi e cioè l'originale che fa ridere più del comico che lo imita.

Questi discorsi mi fanno sorgere una domanda più pressante.
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Re: Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda flaviomob il 03/02/2014, 23:42

Antonio Ingroia indagato in Sicilia dalla Corte dei Conti per assunzioni facili?

Antonio Ingroia indagato perchè la società Sicilia e Servizi che dirige ha assunto 76 dipendenti.

E' la Corte dei Conti di Palermo ad aver aperto un fascicolo nei confronti dell’ex pm antimafia.

Scrive Paolo Bracalini sul Giornale che tra quei 76 nuovi dipendenti a tempo determinato ci sono la figlia del boss mafioso Bontate e a suo marito, un ex consigliere comunale Udc, il figlio dell'ex capo di gabinetto di Cuffaro, un indagato per tangenti, parenti, amici e raccomandati vari, autisti e segretari.

I dubbi della Corte dei Conti di Palermo sono almeno due.

Innanzitutto, la modalità dell'assunzione e la legittimità della delibera regionale che ha fatto partire i contratti in un clima economico catastrofico per la Regione, a rischio default con 5 miliardi di euro di rosso e 28.796 dipendenti già a libro paga. Perché assumere altre persone? E perché proprio loro?

L'assunzione di quei 76 "esperti informatici" Spiega Ingroia, è legata a un accordo tra Regione Sicilia e la società privata Sisev, che ha curato la loro formazione (un periodo do prova costato 66 milioni alla Regione Sicilia) con l'impegno di "trasferire" poi tutti i lavoratori nei quadri di Sicilia e-Servizi.

Però la Regione, a causa della crisi finanziaria, ha imposto il blocco della assunzioni.

Ingroia si dice tranquillo sulle indagini della Corte dei Conti perché "noi abbiamo fatto rispettare le regole, garantendo la prosecuzione di un pubblico servizio e senza sperpero di denaro. L'Avvocatura distrettuale dello Stato ci ha detto che le assunzioni sono legittime, quei lavoratori sono stati selezionati attraverso un bando pubblico che prevedeva il transito alla Regione".

2 febbraio 2014

http://www.articolotre.com/2014/02/anto ... ili/252380


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Re: Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda franz il 04/02/2014, 8:59

pianogrande ha scritto:Questi discorsi mi fanno sorgere una domanda più pressante.
Se la Sicilia fa default ........ chi paga?

Sicuramente chi ha prestato soldi alla regione sicilia.
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Re: Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda pianogrande il 04/02/2014, 12:20

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Questi discorsi mi fanno sorgere una domanda più pressante.
Se la Sicilia fa default ........ chi paga?

Sicuramente chi ha prestato soldi alla regione sicilia.

Mi aspetto che la Sicilia pretenda di uscire dall'Euro e pagare in Trinacrie sonanti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ingroia ... da indagatore a ... indagato?

Messaggioda franz il 04/02/2014, 20:50

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Questi discorsi mi fanno sorgere una domanda più pressante.
Se la Sicilia fa default ........ chi paga?

Sicuramente chi ha prestato soldi alla regione sicilia.

Mi aspetto che la Sicilia pretenda di uscire dall'Euro e pagare in Trinacrie sonanti.

Dovrebbe uscire dalla UE e dall'Italia ...
Stai diventando leghista? :o :? ;)
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