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E' questo il mio Paese?

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E' questo il mio Paese?

Messaggioda pagheca il 16/10/2008, 20:22

http://tv.repubblica.it/copertina/savia ... 5227?video

Sembra di rivedere il copione di Falcone, Borsellino e gli altri del pool antimafia di palermo, i morti che camminano, la popolazione contro perche' "non si puo' piu' camminare per la strada".

Sapete, vivo all'estero da tanti anni, ma nonostante tutto sento sempre una strana attrazione per il mio paese d'origine che mi fa privilegiare la discussione su di esso rispetto a quella sul Paese che via via mi ha ospitato. Ma ultimamente sento qualcosa che mi sta spingendo piano piano a "staccare", a dimenticarlo, complici anche certe cose che leggo su questo forum e che ricevo da altre fonti. La sensazione che siamo semprer li a discutere del nulla, che siamo attaccati al linguaggio, alla discussione come parodia dell'attivita' reale. Posso essere accusato di fuggire, mentalmente dopo che geograficamente, ma a un certo punto ti chiedi a che pro? Perche' dedicare energie mentali all'Italia e non a quei Paesi che se lo "meritano"? Abbiamo ricevuto in dote un paese fortunato e lo abbiamo tranquillamente distrutto. Parlo soprattutto del dopoguerra, della DC, della desolazione delle nostre periferie, degli scandali che ricoprono la nostra societa' da decenni, il potere al piu' ricco del paese. Quello che c'e' di buono e' solo il residuo del passato. Vale la pena continuare a preoccuparsi del presente? Qualcuno puo' dirti vacci te a Casale a combattere la 'ndrangheta, ma la risposta potrebbe essere: e perche' non in Malawi o in Ghana? Perche' sono italiano? Ma la propria nazionalita' siamo sicuri che rappresenti da sola l'obbligo a mettere sempre in testa il proprio paese? O piuttosto non dovrebbe essere un desiderio? E se quel desiderio passa? E' un legame indissolubile per legge o per sentimento? E se il sentimento cede?

pagheca
Ultima modifica di pagheca il 16/10/2008, 21:03, modificato 3 volte in totale.
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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda franz il 16/10/2008, 20:57

pagheca ha scritto:http://tv.repubblica.it/copertina/saviano-fatti-i-fatti-tuoi/25227?video

Sembra di rivedere il copione di Falcone, Borsellino e gli altri del pool antimafia di palermo, i morti che camminano, la popolazione contro perche' "non si puo' piu' camminare per la strada".

Sapete, vivo all'estero da tanti anni, ma nonostante tutto sento sempre una strana attrazione per il mio paese d'origine che mi fa privilegiare la discussione su di esso rispetto a quella sul Paese che via via mi ha ospitato. Ma ultimamente sento qualcosa che mi sta spingendo piano piano a "staccare", a dimenticarlo, complici anche certe cose che leggo su questo forum e che ricevo da altre fonti. La sensazione che siamo semprer li a discutere del nulla, che siamo attaccati al linguaggio, alla discussione come parodia dell'attivita' reale. Posso essere accusato di fuggire, mentalmente dopo che geograficamente, ma a un certo ti chiedi a che pro? Perche' dedicare energie mentali all'Italia e non a quei Paesi che se lo "meritano"? Abbiamo ricevuto in dote un paese fortunato e lo abbiamo tranquillamente distrutto. Parlo soprattutto del dopoguerra, della DC, della desolazione delle nostre periferie, degli scandali che ricoprono la nostra societa' da decenni, il potere al piu' ricco del paese. Quello che c'e' e' il residuo del passato. Vale la pena continuare a preoccuparsi del presente? Qualcuno puo' dirti vacci te a Casale a combattere la 'ndrangheta, ma la risposta potrebbe essere: e perche' non in Malawi o in Ghana? Perche' sono italiano? Ma la propria nazionalita' siamo sicuri che rappresenti da sola l'obbligo a mantenerla? O piuttosto non dovrebbe essere un desiderio? E se quel desiderio passa?

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Ti capisco, capita a tutti, anche a me
Ma l'Italia è plurale, in realtà sono tante Italie, alcune da tenere con cura, altre volentieri le butterei in discarica.
Nel complesso pero' non posso fare una Italia a fette e per ora la tengo tutta, con tutti i pregi ed i tantissimi difetti.

Ciao,
Franz
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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda annalu il 16/10/2008, 22:29

franz ha scritto:
pagheca ha scritto:Sembra di rivedere il copione di Falcone, Borsellino e gli altri del pool antimafia di palermo, i morti che camminano, la popolazione contro perche' "non si puo' piu' camminare per la strada".

Ti capisco, capita a tutti, anche a me
Ma l'Italia è plurale, in realtà sono tante Italie, alcune da tenere con cura, altre volentieri le butterei in discarica.
Nel complesso pero' non posso fare una Italia a fette e per ora la tengo tutta, con tutti i pregi ed i tantissimi difetti.

Ciao,
Franz


Franz, mi sembra proprio che tu prenda alla leggera il problema della criminalità organizzata!
Non puoi considerare marginale che in Italia si possano fare impunemente stragi come quella di Falcone e Borsellino, e poi minacciarne altre contro un giovane "colpevole" di aver scritto un libro sulla camorra!!!
E poi, c'è gente che accusa Saviano di aver guadagnato dei soldi scrivendo il suo libro, e che quindi le conseguenze (il rischio continuo per la sua vita) se le è cercate!!!
Per me, la cosa appare così dolorosa che faccio fatica a parlarne.

Però mi faccio forza, e posto questo scandaloso articolo de Il Giornale.
Scandaloso perché minimizza. E quanto minimizza!

giovedì 16 ottobre 2008, 18:00
Saviano santo subito ma non esageriamo
di Luigi Mascheroni

Uno dei grandi insegnamenti della vita lo devo al mio vecchio rettore, quando arrotondavo le collaborazioni giornalistiche con l’insegnamento in collegio. Durante gli scrutini, don Claudio – ogni volta che un insegnante iniziava a parlare troppo bene di un alunno – riportava tutti alla realtà: “Attenti a non esagerare. I santi si fanno in cielo, fino a quando stiamo qui in terra siamo tutti peccatori”.

Pensavo a questo ieri sera quando per oltre un’ora – poi ho abbandonato – ho assistito alla santificazione in diretta da parte di un Mentana in choc adrenalinico e a un pubblico in estasi dello scrittore Roberto Saviano. “Attenti a non esagerare”. Credo che don Claudio avesse ragione: l’uomo, purtroppo – a differenza degli angeli - è banalmente un uomo. E quindi peccatore: si tratta solo si sapere quando e quanto. Ma prima o poi, inesorabilmente, peccherà. Ora: non vogliamo dire con questo che fra tre o quattro anni beccheranno Saviano che spaccia eroina a Casal di Principe. Vogliamo solo dire: attenti, non esageriamo. E’ un uomo come tutti noi. Anzi, peggio: è uno scrittore (con tutta la forza morale, l’intelligenza e la vanità che ne conseguono). Anche perché santificare in vita Saviano significa fargli del male.
Per diversi motivi. Primo: glorificare oltre misura Saviano e identificarlo tout court con la lotta alla Camorra vuol dire trasformarlo, agli occhi dei camorristi, nel nemico pubblico Numero Uno, nel senso di primo e unico e quindi esporlo maggiormente ai rischi attentanti: accadde a Falcone, simbolo della lotta alla mafia. Secondo: innalzare Saviano oltre ogni limite – dal punto di vista morale, etico, civile, letterario eccetera eccetera - si rischia di “proporre” un orizzonte d’attesa per ogni suo intervento – televisivo, giornalistico, letterario – talmente ampio da essere difficilmente poi soddisfatto (c’è chi fa notare che dopo “Gomorra”, e sono passati oltre due anni, non è arrivato più nulla). Terzo: costringere Saviano a una sovra-esposizione mediatica si finisce per cadere nell’errore – particolarmente pericoloso – di identificare e confondere la forza morale dell’autore del libro (indubbia) con il valore civile del libro (sacrosanto) e anche con il valore letterario del libro (nullo, o quasi). Saviano è un grande cronista o un giornalista impegnato, o un saggista anche. E’ persino un intellettuale. Ma non è un romanziere. Non nel senso di aver scritto un capolavoro della narrativa. E’ assolutamente certo che “Gomorra” rimarrà nella storia della società italiana, in quella editoriale, e in quella del cinema addirittura. Ma non in quella della letteratura. Cosa che al lettore-cittadino comune può anche non interessare affatto, ma al critico sì, e molto.

Saviano e la camorra sono diventati un po’ come gli ebrei e la Shoah. Intoccabili. Impossibile avanzare anche solo la più velata delle critiche.In un caso passeresti per antisemita, a prescindere. Nell’altro per un invidioso del suo successo, nel migliore dei casi, o in un fiancheggiatore della mafia, nel peggiore. In pubblico – in televisione sui grandi giornali – se si parla di Saviano è solo per glorificarlo. In privato – sui blog ad esempio, anche se fanno più contatti di un quotidiano qualunque – invece , come capita sempre in questi casi, ci si sfoga. Il nostro articolo pubblicato ieri sul “Giornale”, postato sul blog Satisfiction di Gian Paolo Serino, ha raccolto (sono numeri bassi, certo, ma indicativi) una sessantina di commenti. Nella stragrande maggioranza dei casi negativi o addirittura pesantemente negativi verso Saviano. Si dice che ci ha rotto i coglioni perché è sempre sui giornali e in tv, che è solo un caso editoriale-mediatico, che il libro vale zero dal punto di vista letterario, che anche da quello giornalistico non ci ha raccontato nulla più di quanto sapevano già, che è antipatico… E, a naso, ci sentiamo di escludere che i blogger siano tutti affiliati alla camorra.
Ieri politici di destra e di sinistra, rarissimo caso di mozione bipartisan, hanno proposto di insignire con la cittadinanza onoraria della Capitale lo scrittore Roberto Saviano. Nello stesso tempo Canale 5 ha annunciato che riproporrà domani sera, dopo la prima puntata di «Paperissima», quindi in una fascia di massimo ascolto, l’intervista di Enrico Mentana a Saviano “per l’alto valore civile della testimonianza dell’autore di Gomorra”. Salman Rushdie, a suo tempo colpito a suo tempo da una “fatwa” dell’Iran per i suoi scritti, da Parigi si è preoccupato di avvertire che «Saviano corre un pericolo terribile e dovrà scegliere molto prudentemente il suo luogo di destinazione se lascerà l’Italia”. E infine il noto sociologo Domenico De Masi ha proposto Saviano quale prossimo premio Nobel per la Pace. Ed è pure diventato una statuina del presepe napoletano. Il mio vecchio rettore direbbe: “Non esageriamo”.


Ho evidenziato nell'articolo questa frase: "Saviano e la camorra sono diventati un po’ come gli ebrei e la Shoah. Intoccabili. Impossibile avanzare anche solo la più velata delle critiche."
E' una frase emblematica. E direi quasi che la condivido. La Shoah è stata una cosa terribile, e non so cosa lamenti l'autore dell'articolo quando dice che non è possibile criticarla. Vuol dire che non si può negare sia avvenuta? E' vero, non si può.
E così non si può accettare che un giovane scrittore venga "condannato a morte" per un libro denuncia scritto con grande coraggio.
O dobbiamo accettare di vivere in un paese dove si promulgano fatwe come quella contro Salman Rushdie?
Ma davvero dobbiamo vivere in un paese che non può definirsi civile?

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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda franz il 16/10/2008, 22:57

annalu ha scritto:Franz, mi sembra proprio che tu prenda alla leggera il problema della criminalità organizzata!
Non puoi considerare marginale che in Italia si possano fare impunemente stragi come quella di Falcone e Borsellino, e poi minacciarne altre contro un giovane "colpevole" di aver scritto un libro sulla camorra!!!

Annalu, mi pare che tu non ti sia resa conto che piu' che altro sentivo la necessità di compredere le tendenze di abbandono di pagheca e di rincuorarlo, senza badare, anzi "malgrado" la gravità della situazione italiana.
Non era difficile capirlo (cosi' credevo) ma cerchero' in futuro tecniche espressive migliori per evitare che tu o altri possiate pensare che prendo alla leggere il problema della criminalità organizzata.

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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda lucameni il 16/10/2008, 23:04

Bè anche Emilio Fede (Fido) ha detto la sua infamando Saviano.
Considerando chi lo dice non c'è da meravigliarsi.
Non è il fatto di criticare o meno (mi risulta che il giornalista sia simpatizzante della sinistra radicale e questo sicuramente lo esporrebbe anche a delle mie critiche) ma la cosa colpisce in quanto la struttura mentale di questi personaggi - Mascheroni e tutti gli scherani del nuovo regime di furbastri - è tale da dare priorità alla minimizzazione di un Saviano - al di là delle sue idee e dei limiti della sua opera - piuttosto che concentrare le loro attenzioni all'infamia della criminalità organizzata (alla faccia della tanto decantata "tolleranza zero").
Un ricordo in tema.
Anni fa Leoluca Orlando aveva toni ben più radicali rispetto ad oggi e certe sue liason con l'allora PCI e poi PDS, oltre al suo fare da masaniello, non mi piaceva affatto.
Critiche legittime.
Ma la critica politica motivata era una cosa.
Altro paio di maniche quando personaggi come Farina, alias Agente Betulla, al tempo inneggiavano a Salvo Lima in opposizione ad Orlando.
Mi pare il meccanismo mentale di questi appecoronati polisti sia lo stesso.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda pagheca il 17/10/2008, 9:23

non e' tanto la presenza di una criminalita' organizzata che fa paura. E' il fatto di vedere dei ragazzi, benestanti (chi gioca con l'immancabile telefonino in mano, chi con il motorino, tutti molto piu' ben vestiti dei compagni di scuola di mio figlio) che ripetono a vanvera discorsi ascoltati con ogni probabilita', in famiglia. E' questo che e' raccapricciante. Qui non si tratta della gioventu' di un paese del terzo mondo, alle prese con incultura, fame, magari un regime dittatoriale e una storia di orrori alle spalle. Qui stiamo parlando di un Paese dove la democrazia esiste da decenni (comunque), a meno di mille km da paesi come l'Austria o la Francia. Non si tratta nemmeno di un paese come la Russia, dove trovi una situazione paurosamente simile ma che ha una storia alle spalle molto diversa. Ditemi, ditemi in quale angolo d'europa, anzi, in quale paese al mondo, trovate un quadro piu' terrificante di questo. Un paese che fa parte della top-ten del mondo, economicamente, un paese che vanta le provincie piu' ricche d'europa, un paese con una costituzione che e' (stata - dico io) tra le piu' avanzate del mondo, un paese con un patrimonio storico-artistico unico al mondo, ma anche ... un paese in cui dei ragazzi si lamentano che "ci hanno tolto pure il pulmino della scuola" (perche' girava senza assicurazione!), "ci fermano ogni 5 minuti in motorino" (perche' questi ragazzi continuano a girare senza casco nonostante la legge lo preveda da anni), "Saviano si poteva fare gli affari suoi" (quando denunciava le mafie locali), "droga e inquinamento ambientale sono tutte invenzioni" (quando si parla di camorra). E questo esce dalla bocca di ragazzi che, nel roseo immaginario comune, dovrebbe essere quella del nuovo, della rivolta contro il passato, degli ideali irrealizzabili. La domanda finale della giornalista "ma c'e' almeno qualcuno che difende Saviano?" e' il canto del cigno del nostro paese. Ehi Walter, hai sentito? Ci sei? Possibile che non hai nulla da dire nemmeno su questo?

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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda franz il 17/10/2008, 10:44

pagheca ha scritto:non e' tanto la presenza di una criminalita' organizzata che fa paura.

No, è il fatto che quella criminalità è il futto perfettamente in linea con la società che la esprime, con la cultura, con la mentalità dominante del luogo. Nulla di alieno, nessun corpo estraneo quindi. Credo che chi si sentiva estraneo se ne è già andato (al nord, all'estero) se ne aveva la possibilità oppure sia già stato costretto a soccombre ed essere omertoso come gli altri, per sopravvivenza. Per cui, come sotto il nazismo ed il fascismo, tutti a marciare con la mano alzata tra due ali di folla, tranne pochi che si nascondono dietro il portone.
Nulla di nuovo sotto il sole ma è vero, queste cose fanno paura.

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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda ranvit il 17/10/2008, 18:15

Condivido naturalmente lo sgomento.

Ma questa situazione non è nata oggi.

Di chi la colpa?

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda annalu il 18/10/2008, 10:11

ranvit ha scritto:Condivido naturalmente lo sgomento.

Ma questa situazione non è nata oggi.

Di chi la colpa?

Vittorio

Come dici tu stesso, la situazione non è nata oggi, e nemmeno ieri.
Discutere di come questa situazione si sia formata, mi sembra quindi una questione poco costruttiva, se non dal punto di vista storico.

Il problema è; si può fare qualcosa per superare questa situazione, e se sì, cosa?
Il governo è contro la criminalità organizzata? Contro tutte le forme di criminalità organizzata?
Mangano eroe, ed altri tanti segnali ambigui, cosa ci fanno pensare?
Minimizzare la situazione di Saviano, non è accettare che un potere criminale stabilisca le regole in Italia?
Ha ragione Maroni ha rivendicare che Saviano non è il simbolo della lotta alle mafie, oppure queste sue affermazioni indeboliscono la lotta alla camorra?
Perché Saviano è un simbolo della lotta alle mafie, non solo e non tanto per il libro-denuncia da lui scritto con coraggio, ma perché se non fosse un simbolo la camorra non lo avrebbe condannato a morte, e lui non dovrebbe vivere sotto scorta.

Poi, se e dove ci sono infiltrazioni o collusioni, o anche solo dubbi di collusioni, tra esponenti del centrosinistra e gruppi criminali, denunciamoli con forza e con coraggio.
Perché per essere credibili, dobbiamo prima di tutto essere onesti noi.

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Re: E' questo il mio Paese?

Messaggioda franz il 18/10/2008, 11:59

ranvit ha scritto:Condivido naturalmente lo sgomento.

Ma questa situazione non è nata oggi.

Di chi la colpa?

Vittorio

Sono costretto come sempre a ribadire che il concetto di colpa (troppo morale e religioso) non lo gradisco e preferisco il piu' laico concetto di responsabilità.
La responsabilità è di chi ha governato. Dal dopoguerra, direi.
Di chi ha governato la nazione. Essendo il nostro un paese fortemente centralizzato, le responsabilità locali sono minori e sono prevalenti quelle nazionali.
Cosa avrebbero duvuto fare quei governi?
Io credo che avrebbero dovuto dare piu' istruzione, perché quello che ho sentito dire da quei ragazzi è frutto dell'ignoranza.
Fatto ancora piu' grave se si considera che quelle interviste erano fatte davanti ad una scuola.
Avrebbero dovuto dare piu' istruzione già negli anni 50 e 60 quando andavano a scuola i loro genitori di oggi.

L'istruzione è tutto. Quella che dà la famiglia (se ha avuto una buona istruzione) e quella che dà la scuola.

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