Rcs, Della Valle: "Intervenga Napolitano"
Marchionne: "Il gruppo per noi è strategico".
Mercoledì l'asta per il 15% inoptato e il patron della Tod's decide di appellarsi al presidente della Repubblica: "In pericolo la libertà di stampa". Il numero uno del Lingotto intanto giustifica la mossa di portarsi oltre il 20% dell'editore del Corriere della Sera: "Strategica, sennò non avremmo investito tanto". Diplomazie al lavoro, resta da collocare il 15% del capitale - fino al 16 luglio - per un esborso di circa 60 milioni
MILANO - Nella battaglia per il controllo del Corriere della Sera Diego Della Valle sceglie una mossa clamorosoa. Un appello a Giorgio Napolitanto. L'imprenditore della Tod's scrive, in una lettera: "Presidente Napolitano, abbiamo bisogno di sentire la Sua voce, una voce forte, al di sopra delle parti e della massima autorevolezza. E' in pericolo la libertà di opinione di un pezzo importante della stampa italiana. Anche io, e credo molti italiani, abbiamo bisogno di conoscere il Suo pensiero".
Poi si dice pronto a un passo indietro: "Sarebbe necessario che noi tutti, il gruppo che io rappresento, la Fiat, Intesa e Mediobanca, invece di rafforzare le nostre posizioni, facciamo un passo indietro e lasciamo completamente l'azionariato di Rcs liberandolo così da tutte le vecchie polemiche e da tutte le dietrologie di ogni tipo". Ma Della Valle se la prende soprattutto con la politica: "Vedere in questa occasione il totale silenzio della politica vecchia e nuova è un fatto inspiegabile e molto preoccupante per la democrazia e mi ha convinto, ancora di più, a rivolgermi a Lei e all'autorevolezza che la Sua persona e il Suo ruolo rappresentano".
Intanto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dice: "Rcs è strategica, altrimenti non avremmo investito tanto". Parole pronunciate commentando le mosse del Lingotto a margine dell'assemblea degli Industriali di Torino; Fiat ha deciso di salire nell'editore del Corriere della Sera, del quale controlla ormai il 20%. Dalla stessa assise si è espresso anche il presidente onorario di Exor, Gianluigi Gabetti, che ha detto: "John ci sa fare, Rcs è in buone mani", riferendosi al presidente John Elkann. "Non mi sorprende", ha aggiunto in merito a quanto deciso dal Lingotto sul fronte Rcs.
Ad aumento di capitale concluso, venerdì scorso, si tirano le somme sull'azionariato e sui possibili scenari futuri. Il tema è quello posto dal grande socio fuori patto Diego Della Valle, all'8,8% post aumento, pronto a un impegno maggiore a fronte di uno scioglimento del patto, una revisione del piano e un assetto affidato a una truppa di soci con quote paritetiche. Il dialogo sembrerebbe chiuso dalla salita Fiat al 20,1%. La sfida delle diplomazie all'opera appare allora innanzitutto quella di aprire un canale tra i due, visto che comunque avranno un peso decisivo nel futuro di Rcs.
Ecco l'azionariato in attesa dell'asta dell'inoptato:
Fiat 20,135%
Mediobanca 15,14%
Diego Della Valle 8,81%
Fonsai 5,54%
Pirelli 5,3%
Intesa Sanpaolo 5,018%
Italmobiliare 3,74%
Eredi Rotelli 3,257% (4,13% con la quota in opzione)
Sinpar (Lucchini) 1,27%
Edison 1,08%
Edizione 1,045%
Mittel 1,042%
Generali 0,989%
Erfin (Bertazzoni) 0,77%
Francesco Merloni 0,52%
Da mercoledì e fino al 16 luglio in Borsa sarà offerto in asta l'inoptato dell'aumento non già collocato (il 15%), per un impegno di sottoscrizione da 60 milioni, pari poi all'11,2% nel capitale post operazione. Nel caso opposto di asta deserta, le banche interverrebbero per 49,4 milioni (il 12,3% dell'aumento, pari al 9,2% del capitale post operazione). Al più tardi, i nuovi pesi nell'azionariato dovrebbero noti per l'ultima settimana di luglio.
Intanto il titolo è positivo all'indomani della chiusura dell'aumento di capitale che ha 'riscritto' la geografia dei soci. In attesa dell'asta sui diritti di opzione non esercitati al via da mercoledì, Rcs guadagna oltre un punto a 1,246 euro, con oltre 3,3 milioni di pezzi passati di mano nelle prime battute di contrattazioni (segui in diretta).
(08 luglio 2013) www.repubblica.it