franz ha scritto:...Perché sempre "la società", "la scuola", "la famiglia"? Cominciamo che le responsabilità se le prendono gli individui, le singole persone, senza scaricare su "altri" (piu' o meno collettivi) le "colpe"...
E in base a che cosa gli individui, formano il loro senso di reposnsabilità si comportano di conseguenza? Lo fanno sulla base di valori collettivi condivisi e trasmessi e praticati. Altrimenti si cade nella visione Tacheriana
"la società non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie".
Oggi perfino gli industriali riflettono e comprendono il nesso tra società, scuola, inclusione sociale, esclusione criminalità.
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Difficile il rapproto fra scuola e mondo del lavoro«In Italia abbiamo un tasso di abbandono scolastico molto forte, e spesso alla fine di un percorso di studi, i ragazzi non trovano lavoro o sono sopraqualificati rispetto all'impiego che trovano. C'è un macroscopico problema, quindi, che è il rapporto tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro».
Il rischio è che sempre più giovani si sentano fuori dalla società«Il rischio - ha sottolineato Lo Bello - è che sempre più giovani si sentano fuori dalla società, fuori da quella cittadinanza attiva che è fondamentale per dare un contributo al Paese. Molti giovani sono "neet" ossia scelgono di non studiare o lavorare, ma molti altri possono invece provare un forte rancore perché vengono emarginati dalla società».
E questo, avverte Lo Bello, «rischia di creare problemi molto seri. Perciò il tema di un rapporto tra scuola e mondo del lavoro è strategico anche per la qualità civile del nostro vissuto, per la democrazia, per la sicurezza del Paese e la competitività del sistema Italia».fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... fromSearch