Iafran ha scritto:La solita storia: forti con i deboli (con i bambini, poi!) e deboli con i forti!
(Ma non potevano mandare un'assistente sociale?)
Insieme ai poliziotti? Certo. Non so se e perché non ci fossero.
Ma avrebbe cambiato molto le cose?
Dico, se uno picchia i poliziotti, vuoi che non picchi anche gli assistenti sociali?
«Ho salvato mio figlio, è sereno»
Parla il padre del bambino prelevato dalla polizia a scuola. «Ho pranzato e cenato con lui, abbiamo giocato e l'ho messo a letto. E' stata una bella emozione»
PADOVA - Il padre ha spiegato che suo figlio è «inserito provvisoriamente in una comunità adatta al suo recupero, prima di essere affidato a me». Ha sottolineato poi che la Corte d'appello di Venezia «ha emesso un provvedimento grave che ha portato alla decisione di far decadere la patria potestà della madre e il motivo di ciò è consistito nell'aver attuato un ostruzionismo strenuo che ha impedito la frequentazione tra me e io mio figlio. Per cui, di fatto, - ha osservato - il bambino non l'ho più visto. Anche perché il comportamento della madre e dei suoi familiari ha cagionato al bambino una psicopatologia secondo la quale mio figlio è esposto ad un rischio altissimo di patire dei disturbi mentali nel corso dell'evoluzione».
Il padre, evidentemente provato, ha raccontato che prima di arrivare a questa «sofferta decisione» ci sono stati altri quattro provvedimenti giudiziari e le decisioni prese sono state «ponderate e approfondite ed avanzate tutte le possibilità per convincere la madre del piccolo a cambiare atteggiamento, di seguire dei percorsi meno incisivi di quello finale ma sono andati sempre falliti». «Il bambino - ha ribadito - necessita di un sostegno di psicoterapeuti qualificati e finora non è stato possibile». Il padre ha evidenziato che suo figlio ha un «condizionamento che lo porta ad avere comportamenti che non sono autentici. Non bisogna fermarsi al dato formale e apparente del bambino che fa resistenza, come si è visto ieri a scuola, perchè il bambino quando si comporta così è vittima del condizionamento». «Ho salvato mio figlio. - ha ripetuto - e inevitabilmente i momenti difficili sono stati tantissimi. Io per primo avverto una pesantezza però ho la consapevolezza di fare il bene di mio figlio. Penso come padre di aver diritto a frequentarlo come mio figlio, ancor prima, ha diritto di frequentare me e quindi di avere un padre. Io e la mia famiglia - ha ricordato - siamo stati totalmente eliminati dalla vita di mio figlio per periodi lunghissimi. È una situazione drammatica che non auguro a nessun figlio e a nessun padre e per la corretta evoluzione di un bambino penso si debba mantenere dei rapporti significativi con entrambi i rami parentali. O bisogna lasciare crescere il figlio, sono solo orfano del padre, ma educato all'odio del padre?».
Il padre ha concluso evidenziando che la situazione dei padri separati «è nota. Sono vittime di una giustizia incommensurabile ed è sicuramente una cosa che andrebbe radicalmente risolta. Sicuramente ci sono problemi di carattere legislativo, problemi anche di mentalità che si riscontrano talvolta nelle stesse istituzioni che operano. Ci deve essere un cambio di mentalità anche nella pubblica opinione. E io credo - ha affermato - che in questo momento i diritti dei bambini di crescere con i due genitori, e quindi anche con il padre, su un piano di parità con la madre, in questo momento non sono adeguatamente tutelati. Si parla di affidamento condiviso ma alla fine la collocazione figlio avviene prevalentemente presso la madre e ciò corrisponde all'affidamento esclusivo di una volta». Il padre, che ha dichiarato che dopo il periodo in comunità non eviterà alla madre di vedere suo figlio ricordando infine che «se i genitori si comportassero bene non si sarebbe alcun bisogno della legge». (Ansa)
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