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Bonino sulla riforma della giustizia

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Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda franz il 04/09/2008, 11:43

da Il Riformista del 2 settembre 2008, pag 1.

di Emma Bonino

Caro direttore, il fatto che il tema della giustizia abbia tenuto banco tutta l'estate e` l'ennesima prova di come i tempi siano piu` che maturi per affrontare quelle riforme di fondo che noi radicali chiediamo da tempo. Le principali direttrici sono note: abolizione dell'obbligatorieta` dell'azione penale, separazione delle carriere, responsabilita` civile e professionale dei magistrati, riforma del sistema elettorale del Csm, una nuova disciplina per gli incarichi extragiudiziari; nel settore processuale, sia civile che penale, conferire maggiore speditezza ai procedimenti con misure come la perentorieta` dei termini processuali, la semplificazione nelle notifiche degli atti processuali, l'attuazione del processo telematico. Tutti provvedimenti, questi, contenuti nella Mozione promossa da noi radicali e presentata in entrambi i rami del Parlamento, gia` sottoscritta da decine di parlamentari sia di maggioranza che di opposizione.

Da anni noi radicali denunciamo che in Italia la giustizia "non e` uguale per tutti". Dal caso Tortora in poi abbiamo condotto battaglie per una "giustizia giusta" soprattutto con i referendum come quello, stravinto, sulla responsabilita` civile dei magistrati che il Parlamento ha poi vanificato. Si e` invece cercato, nel tempo, di risolvere con l'aspirina alcune disfunzioni per le quali ben altre terapie erano, e sono, necessarie. E ora imperativo passare dagli interventi tampone ad una riforma complessiva dell'intero sistema giustizia se e` vero, com'e` vero che viaggiamo nell'ordine di milioni di processi pendenti, facendo della giustizia la piu` grande "questione sociale" in Italia; com'e` doveroso, in un paese che ha il triste primato della durata dei processi e che non riesce ad assicurare tempestivamente una risposta ai cittadini nemmeno per un banale risarcimento del danno, cominicare a sciolgliere alcuni nodi. Per questo insistiamo su tre priorita`.

La prima e` l'obbligatorieta` dell'azione penale, un tabu` che va rimosso nell'Italia del 2008. In realta` un tabu, che, nei fatti e` gia` bell'e caduto da tempo con l'impossibilita` materiale delle Procure di procedere per ogni singola notizia di reato. Siamo in presenza di un ingranaggio nel quale entra tutto fino a farlo ingolfare, con successiva selezione arbitraria da parte dei magistrati che non garantisce il cittadino su cio` che viene effettivamente perseguito e su cio` che viene abbandonato alla prescrizione, con buona pace delle vittime dei reati. Piu` che di "obbligatorieta`" dell'azione penale, bisognerebbe parlare di "arbitrarieta`" dell'azione penale... Per il 29 e 30 settembre abbiamo organizzato, presso la Camera dei Deputati, un convegno internazionale proprio su questo tema, e su quello piu` ampio di una riforma per l'efficienza e la qualita` della giustizia penale.

La seconda e` un altro tabu`, quello della separazione della carriera di giudice da quella di pubblico ministero, una strada che nessuno, a destra come a sinistra, ha avuto il coraggio d'imboccare. Invece, e` una riforma fondamentale per ottenere maggiore imparzialita`, indipendenza e terzieta` nel pieno rispetto dei principi del giusto processo.

La terza e` il ruolo abnorme che il Csm ha assunto negli ultimi lustri. L'organo di auto-controllo e` oggi un parlamentino, diviso in correnti partitiche, e ben lontano da un esercizio indipendente ed imparziale delle sue funzioni. Il referendum del 2000 promosso dai radicali sul sistema di elezione del Csm, pur non raggiungendo il quorum, ha avuto il merito di spingere il Parlamento ad introdurre il sistema maggioritario. Ma neanche questo ha intaccato il sistema "partitico" ancora fiorente. Meglio allora un'estrazione a sorte dei giudici togati, iscritti in un elenco con determinati requisiti di anzianita` e di disponibilita`, un'ipotesi che sembra non trovare indifferente il ministro Alfano.

Per noi legislatori, e per chiunque senta una responsabilita` non di improvvisazione ma di governo delle situazioni, non basta essere "contro": bisogna proporre una linea di riforme per tutti i cittadini, contrapposta a provvedimenti spesso deplorevoli, come il cosiddetto lodo Alfano, presentati dal governo a spizzichi e bocconi. Per questo pensiamo anche ad un'ampia depenalizzazione e razionalizzazione delle fattispecie criminose, perseguendo l'obiettivo dell'effettivita` della pena, per cui una sanzione amministrativa immediata ha un effetto deterrente di gran lunga superiore ad una sanzione penale che si scontera` dopo dieci anni o forse mai. E, in previsione delle disastrose conseguenze sulla situazione carceraria che deriveranno dall'attuazione del pacchetto sicurezza, varato dal governo, una profonda revisione dell'ordinamento penitenziario sara` altrettanto prioritario, a partire dal problema del sovraffollamento per arrivare ad una rivisitazione del regime del 41 bis.
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda ranvit il 04/09/2008, 18:16

Molto bene Emma Bonino!
Naturalmente aspetto i commenti di franz e lucameni...
Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda franz il 04/09/2008, 20:40

ranvit ha scritto:Molto bene Emma Bonino!
Naturalmente aspetto i commenti di franz e lucameni...
Vittorio

Anche di altri, spero.

Intanto dico la mia. Nel senso di quello che io reputo veramente importante per una riforma seria della GIUSTIZIA, senza la quale anche le parole dei radicali per me sono al vento.

Da anni federalista convinto, sostengo che è inutile cianciare di federalismo (sanitario, fiscale, scolastico etc) dimenticando che uno dei principali aspetti dei paesi federali è che ogni giurisdizione politica è soggetta alla tripartizione dei poteri e che quindi ha il suo potere giudiziario e la sua polizia. Senza per questo eliminare ogni livello superiore di controllo. Non solo parlamenti e governi locali ma anche magistratura locale. Con precise regole di "ingaggio".

Il federalismo è costituito da poteri diversi che agiscono nella competenza territoriale ma che sono soggetti ad un controllo esecutivo superiore. Questo lo si ignora, anche se in parte traspare da certi film americani in cui appaiono giudici della contea o dello stato o federali (con sceriffi e poliziotti per ogni livello politico). E traspare anche che questi personaggi sono di solito "eletti" dal popolo, soprattutto a livello locale, e non nominati tramite concorsi piu' o meno truccati.

Qundi a mio avviso è importante la federalizzazione della giustizia, cosa che funziona egregiamente nei vari paesi federali. Non è necessario poi che si segua il modello americano, in cui ognuno dei 50 stati ha il suo codice civile e penale (e le corrispondenti procedure). In Germania per esempio abbiamo un solo codice civile e penale ma ogni lander ha la sua amministrazione. In Svizzera un solo codice civile e penale (nelle varie lingue) ma ogni cantone ha la sua procedura e la sua magistratura locale. Ovunque poi una polizia federale ed una magistratura federale per casi particolari.

Il mio ragionamento è semplice. Oggi la giustizia non funziona perché tutta la macchina è governata da Roma, da un unico ministero nazionale. Il quale dà i fondi, manda ispezioni etc.

In un contesto federale avremmo invece che gli organi politici (ipotizzo: comune o distretto, provincia, nazione) avrebbe una sua magistratura, pagata con le imposte locali, dotata di strutture finaziata con investimenti locali. Finirebbe l'alibi (fin troppo comodo) della classica "Roma che non ci dà i soldi". Il cittadino puo' controllare localmente se i soldi che lui ha pagato in tasse si sono trasformati in scuole che funzionano, in ospedali che funzionano, in truibunali che funzionano.

Ma non mancherebbe la possibilità che una polizia federale ed una magistratura federale possano controllare gli abusi locali. O viceversa. Come vediamo nella filmografia americana. La quale non lesina di proporci casi di polizia locale corrotta o giudici incapaci, sotto indagine federale cosi' come di casi anche opposti.

Ora non voglio sostenere che la giustizia americana sia perfetta ... ma che sia migliore della nostra questo si. E ci vuole poco. Le vittorie sulla mafia, anche se ci sono volute decenni, dimostrano che un sistema fatto da piu' componenti locali che si controllano (come sostenevao i loro padri fondatori (*)) è migliore di uno monocratico e cerntralizzato.

Poi una volta che c'è il federalismo giudiziario, si puo' anche pensare che un territorio segua la strada della abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale e della separazione delle carriere mentre un altro territorio non lo fa e dedica invece piu' risorse a magistratura, carceri e polizia. Poi si comparano i risultati dei vari esperimenti.

Ciao,
Franz

(*)
"Il mezzo per avere un governo buono e fidato non sta nell'affidare ad un unico organo tutto il potere ma nel dividerlo tra molti, distribuendo a ciascuno esattamente le funzioni che e' in grado di assolvere. Che al governo nazionale siano affidate la difesa della nazione e le relazioni estere e federali; ai governi degli Stati le leggi, i diritti politici e civili, la polizia e l'amministrazione di quanto concerne lo Stato nel suo complesso; alle contee le materie di interesse locale al livello della contea ed a ciascuna comunita' minore gli affari che la interessano direttamente. E' dividendo e suddividendo la grande repubblica nazionale in queste repubbliche minori da un estremo all'altro della gerarchia, finche' si giunga all'amministrazione da parte di ciascun individuo della propria fattoria ; attribuendo ad ognuno la direzione di cio' che il suo occhio riesce a sorvegliare direttamente, che tutto verra' realizzato per il meglio. Che cosa e' stato a distruggere la liberta' ed i diritti dell'uomo in ogni forma di governo esistita sotto il sole? L'estendere ed i concentrare tutti i poteri e tutte le attribuzioni in un solo corpo, non importa che si tratti degli autocrati di Russia o di Francia o dei patrizi del senato veneziano. Ed io sono convinto che se l'Onnipotente non ha decretato che l'uomo non debba mai essere libero (e sarebbe bestemmia il crederlo), si scoprira' che il segreto consiste nel farsi egli stesso depositario dei poteri che si riferiscono a lui, nella misura in cui e' capace di esercitarli, e nel delegare soltanto quelli che sono al di la' delle sue capacita', mediante un processo sintetico, a gradi sempre piu' elevati di funzionari, in modo da conferire sempre meno poteri mano a mano che i delegati rappresentano sempre piu' una oligarchia. Le repubbliche elementari rappresentate dalle comunita' dalle contee, dagli Stati e dall'Unione federale formerebbero una gradazione di autorita' ciascuna fondata sulla legge, investita ciascuna della sua sfera di poteri delegati, e costituenti per davvero un sistema di freni e contrappesi per il governo. [....] Come Catone, ai suoi tempi concludeva ogni suo discorso con le parole <<Carthago delenda est>>, cosi' io concludo sempre con l'esortazione <<dividete le contee in comunita'>>. Cominciate con l'istituirle per una sola funzione; dimostreranno ben presto per quali altre esse sono lo strumento migliore. Dio vi benedica, e benedica tutti come i nostri governanti, e dia loro la saggezza, cosi' come sono certo che avranno la volonta', di fortificarci, contro la degenerazione di un unico governo e la concentrazione di tutti i poteri nelle mani dell'uno, dei pochi, della gente per bene o dei molti."
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda lucameni il 04/09/2008, 21:27

Sono convinto che la Bonino sia in buona fede ma non trovo le proposte particolarmente condivisibili.
Ne ha parlato diffusamente e con grande concretezza un Bruno Tinti.
Chi volesse può leggere i suoi articoli e le sue opere: chiare, sintetiche e ancorate alla realtà di oggi (http://chiarelettere.ilcannocchiale.it/?r=138437).
Senza volerlo prendere per oracolo ritengo che comunque in Italia -oggi 2008 - non si voglia riformare la giustizia per snellire i processi che sono, in particolare nel campo civile, quanto mai lunghi per una sorta di complice adattamento tra esigenze di avvocati e giudici, "grazie" al nostro codice (quello si da riformare urgentemente).
L'interesse principale degli attuali riformatori non è accellerare i processi ma, nel campo penale, è invece quello allungarli più che mai per farli giungere a prescirizione.
Almeno quelli inerenti corruzione e reati dei colletti bianchi.
Perciò ogni riforma annunciata e promessa non può non considerare il particolare contesto italiano (sono 14 anni che va avanti questa farsa fatta di bavagli, inciuci e sanatorie truffaldine spacciate per riforme ;e credo dovremmo esserne consapevoli).
Senza poi considerare che quanto viene detto sulla separazione delle carriere e relativo rapporto tra esecutivo e PM negli altri paesi civili e quanto dispensato dai principali organi di informazione (che poi - lo sappiamo - sono sostanzialmente dei velinari dei politici e si guardano bene dall'investigare sugli ordinamenti stranieri) non sempre risponde al vero. Anzi.
Perciò invito ("pacatamente, sommessamente") tutti coloro che hanno a cuore il funzionamento della Giustizia a non dare per scontato quanto viene detto da una parte politica, anche se in buona fede (difficile sia così ma immagino possa capitare), ma tentare di informarsi oltre quanto riferito dai quotidiani e con l'ausilio di più fonti.
Probabilmente, almeno facendo delle comparazione con altri ordinamenti, ci sarebbero delle sorprese.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda franz il 05/09/2008, 9:59

lucameni ha scritto:Probabilmente, almeno facendo delle comparazione con altri ordinamenti, ci sarebbero delle sorprese.


Appunto, ... mi aspettavo un tuo commento su quanto da me proposto in campo federalistico, proprio perché nasce facendo una comparazione con altri ordinamenti. Ok che commentare la Bonino è piu' interessante che commentare Franz :lol: ma ...

Ciao,
Franz
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda lucameni il 05/09/2008, 11:15

Non per disinteresse: della cosa si può discutere e si discuterà.
Ho replicato alle tesi della Bonino, peraltro in parte anche condivisibili se non fossimo in Italia, perchè ritengo che le emergenze e le priorità per evitare il totale collasso della macchina giudiziaria siano altre; almeno adesso in presenza di una tale situazione politica, con nostri rappresentanti al Parlmento animati da intezioni così poche limpide, e in presenza di codici e legislazione che rendono i procedimenti una via crucis infinita.
Di certo non le proposte berlusconiane della sospensione dei processi (della serie: per bloccarne uno se ne bloccano 100000) o i vari escamotage furbetti spacciati per riforme garantiste ma in realtà rappresentano, tra le tante inconguenze e assurdità pratiche, sanatorie per i potenti, problemi per l'ordine pubblico e mordacchie all'informazione.
Onestamente mi pare difficile poter replicare o adattare al nostro sistema una struttura federale o di tipo anglosassone: lì c'è una tradizione e non sono soltanto leggi cadute dall'alto che fanno funzionare l'ordinamento.
Col tempo forse e con adattamenti progressivi.
Però - ripeto - ritengo che in prima istanza si dovrebbe mettere mano proprio alle procedure, limitare il potere dispositivo delle parti nel processo civile (sostanzialmente i rinvii indotti dagli avvocati delle controparti ed avvalati dal giudice), eliminare le sciagurate leggi berlusconiane in campo penalistico.
Da qui allora si potrebbe partire per delle riforme progressive e virtuose che effettivamente potrebbero rendere meno lento l'iter per giungere a sentenza.
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Re: Bonino sulla riforma della giustizia

Messaggioda ranvit il 05/09/2008, 15:29

Franz, io condivido tantissimo le tue idee federali e anche quelle istituzionali (con l'elezione separata dell'esecutivo e del legislativo). Purtroppo pero' nel Pd non c'è traccia di tali iniziative. Al massimo sul federalismo si va al traino della Lega.
Troverei rivoluzionario e fortemente innovativo se il Pd promuovesse le tue idee... Sarebbe anche un modo per riprendere l'iniziativa che scarseggia fortemente.

Vittorio
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