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Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

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Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda franz il 29/08/2008, 12:06

Il settimanale Panorama racconta di raccomandazioni fatte al telefono
Richieste di favori per amici ad un collaboratore dell'ex presidente del Consiglio

Inchiesta Italtel, Prodi intercettato
L'ex premier: "Niente di rilevante"


Immagine
Romano Prodi

MILANO - Il sottobosco della politica. Quella rete di amicizie, di richieste che emerge ogni volta che viene intercettata l'utenza di chi è solito parlare con parlamentari. Favori, accreditamenti che immancabilmente emergono anche dalle telefonate di Alessandro Ovi, ex manager Iri, prodiano, che i pm di Bolzano hanno captato nell'inchiesta sui fondi occulti della Siemens. Un'inchiesta che ha coinvolto l'Italtel, ex azienda di Stato, dove Ovi aveva un ruolo dirigenziale: dal 1994 al 2000, infatti, è stato amministratore delegato di Tecnitel, società creata per gestire proprio le partecipazioni della Iri in Sirti e Italtel.

Ascoltando le sue telefonate i pm di Bolzano speravano di trovare i destinatari della ipotetica tangente pagata dalla Siemens per agevolare i rapporti dell'azienda tedesca con l'Iri, in vista di una collaborazione industriale con Italtel. Invece sono incappati in una serie di telefonate, anticipate ieri dal settimanale della Mondadori, Panorama, in cui Ovi appare come uno dei tramiti per "raggiungere" l'allora presidente del Consiglio, Romano Prodi. Ovvero, come un consigliere d'affari per alcuni parenti dello stesso Prodi, il nipote Luca, e il consuocero Pier Maria Fornasari.

A chiedere favori, secondo il settimanale, sarebbe stato l'imprenditore farmaceutico, Claudio Cavazza (gruppo Sigma Tau). In cambio di una sponsorizzazione di un sondaggio per il nascente Partito democratico, avrebbe chiesto benefici fiscali per la fondazione scientifica del suo gruppo. "Una richiesta di revisione della lista - dice Ovi al telefono con Cavazza - è un passaggio che si può fare, ma bisogna parlare con Visco ... Romano non ha problemi". È, però, l'ex sottosegratario all'Economia Alessandro Tononi a spiegare a Ovi che la cosa in realtà non si può fare: "Lui (Cavazza, ndr) è venuto a trovarmi troppo tardi. Non può pensare che cambia il decreto del presidente del Consiglio... Loro mi stanno simpatici... sono amici di mio fratello ... se venivano un mese fa si telefonava a Visco, si diceva, guardate mi raccomando metteteli dentro, sono persone brave... io volevo aiutarli, io sarei stato il primo".

Quanto al nipote Luca, Prodi viene intercettato con Ovi, mentre i due studiano il modo di aiutare il nipote, azionista di minoranza di una società, la Cyanagen, per uscire da una empasse gestionale con altri soci. Ovi viene poi intercettato al telefono con Fornasari, primario dell'istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, mentre cerca di organizzare un incontro con gli allora ministri, Livia Turco, alla Sanità, e Fabio Mussi, all'Università, per convogliare risorse finanziarie verso le iniziative scientifiche del medico.

"Fatti di nessuna rilevanza dal punto di vista sia giuridico sia penale", ha replicato Prodi. "Come presidente del Consiglio - afferma - ho preso atto delle legittime richieste di una importante struttura scientifica della regione Emilia Romagna e, nel rispetto delle norme e delle leggi, ho chiesto agli organismi competenti di valutarne le istanze. Nella veste di zio, e quindi in forma assolutamente privata, ho ascoltato le richieste di un mio nipote e gli ho dato dei consigli". Le telefonate sono state trasmesse alla procura di Roma, al pm Roberto Felici, che ha aperto un fascicolo privo di ipotesi di reato e di indagati.

(29 agosto 2008)
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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda franz il 29/08/2008, 12:07

Berlusconi su Prodi intercettato
"Sono solidale, serve una legge"


ROMA - Silvio Berlusconi interviene sulle intercettazioni: "La pubblicazione di telefonate che riguardano Romano Prodi, a cui va la mia assoluta solidarietà, non è che l'ennesima ripetizione di un copione già visto. E' grave che ciò accada e il Parlamento deve sollecitamente intervenire per evitare il perpetuarsi di tali abusi che tanto profondamente incidono sulla vita dei cittadini e sulle libertà fondamentali".

Nel numero in edicola, Panorama tira in ballo le telefonate di Alessandro Ovi, collaboratore da sempre di Prodi, per "la ricerca di un socio di capitale per la società del nipote di Prodi, il Luca" e per "sbloccare finanziamenti pubblici richiesti dal consuocero Pier Maria Fornasari", autorità mondiale nel campo della ricerca medica.

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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda lucameni il 29/08/2008, 13:33

ma guarda un po'. Berlusconi "solidale", dopo la pubblIcazione su un suo settimanale.
Giochetto sporco e d'una ipocrisia senza pari per avere il via libera ad una normativa mai vista nel mondo democratico, al fine di salvare le terga a se stesso e ai suoi scherani.
Pubblicare colloqui ininfluenti sarà funzionale a questo disegno; e sicuramente qualche personaggio del Cs, o in malafede o assuefatto e ipnotizzato dalle balle berlusconiane, sarà pure d'accordo.
Peggio che nel quinquennio 2001-2006: ormai non c'è alcun pudore da parte di questo signore.
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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda lucameni il 29/08/2008, 13:35

Prodi l'ho criticato pesantemente e non me ne pento affatto.
Ma per fortuna è di altra pasta rispetto il suo successore.

"(AGI) - Roma, 29 ago. - No a una legge che blocchi i magistrati. L'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, interviene con una nota sul caso delle intercettazioni pubblicate da 'Panorama'. "Vista la grande enfasi e, nello stesso tempo, l'inconsistenza dei fatti a me attribuiti da 'Panorama' - afferma Prodi dopo l'intervento del premier Silvio Berlusconi - non vorrei che l'artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo o la tentazione di dare vita, nel tempo piu' breve possibile ad una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si e' dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie". "Da parte mia - conclude Prodi - non ho alcuna contrarieta' al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche"."
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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda annalu il 29/08/2008, 18:53

Concordo.
La risposta chiara e netta di Prodi all'offerta di solidarietà pelosa da parte di Berlusconi, penso abbiano colpito di sorpresa un po' tutti, soprattutto nella maggioranza.
Schifani, per esempio, ha dichiarato : "Il Parlamento deve assumersi la responsabilità di intervenire al più presto. Serve un provvedimento legislativo che consenta la corretta pubblicazione di quelle sole intercettazioni di rilevanza penale ad inchiesta conclusa". (da Repubblica.it)
Probabilmente lui, ed anche Cicchitto, si erano preparati il discorso in anticipo e non aveva previsto la reazione decisa di Prodi. Oppure hanno deciso di non tenerne conto, di dare alla reazione di Prodi il minimo possibile nei giornali ed in TV, troppo stridente il confronto tra un PdC che si occupa dei propri affari e la dignità di Prodi.

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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda lucameni il 29/08/2008, 22:29

a questo punto si capisce bene che far uscire sulla stampa intercettazioni irrilevanti ai fini di indagini diventa soltanto un pretesto per velocizzare e far digerire ad una cittadinanza disinformata il bavaglio prossimo venturo.
Bavaglio che (informatevi per bene) darà luogo a situazioni paradossali, assurde.
Senza considerare che con la prossima normativa non si sarebbe mai scoperto e non si sarebbe mai saputo di Fazio, dei furbetti, di Unipol, di Saccà e relativa corruzione, dei casi di malasanità assassina, del letamaio calabrese, di Parmalat e via dicendo.
Praticamente, fosse entrata in vigore prima, la nuova normativa "garantista" avrebbe garantito tutti questi delinquenti e furbetti: o non si sarebbe scoperto nulla e/o noi cittadini saremmo ancora ignari di tutto; e magari avremmo eletto, senza saperlo, qualche parlamentare accusato di reati gravissimi.
in questa sede mi contengo ma è veramente uno schifo.
Però - purtroppo - non mi meraviglio affatto che non pochi esponenti del Cs ed alcuni presunti elettori di questo pacatissimo Cs non importi nulla ed anzi si siano allineati, vuoi per interesse di casta, vuoi per ignoranza, vuoi per ipnosi, ai desiderata berlusconiani.
Non c'è nulla da fare: non esistono più anticorpi e gl italiani hanno svenduto l'anima al berlusconismo.
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Solidarietà ai magistrati,e rifiuto di solidarietà pelose.

Messaggioda Sandra Zampa il 30/08/2008, 0:08

Con un tempismo da guiness dei primati, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto sapere oggi (ieri per chi legge, ndr) all’opinione pubblica italiana di essere “solidale” con l’uomo che l’ha battuto due volte in altrettante sfide elettorali, Romano Prodi.

Solidale per cosa? Ovvio! Per le inutili intercettazioni che un periodico dell’azienda di famiglia, Panorama, ha pubblicato con gran clamore anticipandone i contenuti.

L’intercettato è Alessandro Ovi, intimo amico del Presidente e già suo collaboratore all’IRI, uomo di straordinarie competenze sul versante dell’innovazione e della ricerca, all’epoca (delle intercettazioni) consigliere del Premier Prodi a titolo non oneroso (nessun compenso o benefit per il suo impegno è mai stato previsto a Palazzo Chigi).

Le intercettazioni - abbiamo appreso - sono state effettuate nell’ambito di un’inchiesta sulla cessione di Italtel alla Siemens nella quale non ci sono indagati. Oggetto delle intercettazioni pubblicate: un progetto scientifico da realizzarsi da parte di istituzioni pubbliche (non andato in porto), la ricerca di una soluzione per l’azienda di un nipote (che nulla ha avuto a che fare con risorse o soggetti pubblici) nella quale, di sguincio, entra il nome di un imprenditore amico dello stesso Ovi.

I risultati dell’interessamento di Ovi? Nulla. Per ragioni diverse infatti non gli fu possibile portare a buon esito il proprio impegno.

A che cosa può mai servire una operazione così? Di certo al direttore di Panorama, Belpietro che può millantare l’ennesimo scoop (mica scherzi quelle telefonate di Ovi con la foto di Prodi al cellulare!) della sua redazione.

Ma questo è un fatto trascurabile… la pubblicazione delle conversazioni serve, come evidente a tutti, a far dire al Premier Berlusconi, esattamente quel che ha detto: “la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche… non è che la ripetizione di un copione già visto. E’ grave che ciò accada e il Parlamento deve sollecitamente intervenire per evitare il perpetuarsi di tali abusi”.

Strabiliante: non ha atteso neppure tre giorni tanto ghiotta era l’occasione di poter dire agli italiani che l’eventuale nuova legge contro le intercettazioni non è certo a suo uso personale!

Peccato che il Presidente Prodi ci tenga a far sapere di avere un’unica preoccupazione: la libertà d’azione della magistratura e di non nutrire una particolare contrarietà a che le sue telefonate vengano pubblicate!

E che Ovi, l’intercettato, rivendichi per filo e per segno la correttezza del suo operato.

Non sarà in nome di Prodi, che notoriamente intrattiene relazioni telefoniche con mezzo mondo (il suo numero di cellulare è stato diffusamente utilizzato dai No Tav della Val di Susa, con scambi di sms che immagino pirotecnici!), che la destra e il governo di Berlusconi faranno una legge per impedire ai magistrati di far uso delle intercettazioni telefoniche, uno strumento prezioso per le indagini.

Una riflessione è necessaria invece sul versante dell’uso delle intercettazioni telefoniche da parte dei media. Lo dico prima di tutto da giornalista che ha avuto esperienze professionali “ricche”.

E’ così vero che tutto vale la pena? che l’assoluta mancanza di autodisciplina (un fenomeno spiccatamente italiano) e una certa “docilità” dei giornalisti agli interessi dei loro editori, non producono mostruosità dell’informazione? Davvero la pubblica opinione è in grado di distinguere bene ciò che è corretto e limpido da ciò che non lo è subendo, come avviene, un bombardamento di falsi “scoop”, tutti ampliati dalle televisioni dell’ineffabile Cavaliere? Ho visto secchi di fango ferire persone oneste.

Ma, soprattutto, impedire alla gente comune di arrivare a distinguere. “sono tutti uguali”: questo è stato l’obiettivo della destra presso l’opinione pubblica. E quando è così che vanno le cose chi ci rimette di più sta a sinistra.

Non sarà meglio rifletterci su?

Sandra Zampa

29 agosto 2008
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L'ultimo trucco del mago di Arcore

Messaggioda franz il 30/08/2008, 9:15

IL COMMENTO
L'ultimo trucco
del mago di Arcore

di GIUSEPPE D'AVANZO

LA CLASSE non è acqua. Prodi dimostra di averne.
Uno degli house organ del Cavaliere lo mette in mezzo. Scopre che è stato intercettato in un'inchiesta giudiziaria. Pubblica stralci delle sue conversazioni. È una buona occasione per rilanciare il "giro di vite" per le intercettazioni, già al primo posto dell'agenda del governo per l'autunno. Farle? Come disporle e per quali reati? Per tutti o soltanto per alcuni? Pubblicarle, e come e quando?

Senza troppo fantasia o sorpresa, si affaccia al proscenio prontamente - toh! - il Cavaliere ancora in vacanza (come non pensare che la minestrina se la siano cucinata in famiglia?). Esprime una solidarietà tartufesca al suo predecessore e chiede alParlamento di approvare con sollecitudine il disegno di legge che, regolando l'uso delle intercettazioni, imbriglia il lavoro dei magistrati e ammutolisce l'informazione vietandone di fatto le cronache, a prezzo del carcere per gli scriba e punizioni pecunarie per gli editori.

È l'ennesimo trucco del mago di Arcore. Al terzo round governativo, ha deciso di esercitare il suo potere secondo una tecnica che gli impone di creare - volontariamente e in modo artefatto - una necessità dopo l'altra, giorno dopo giorno, quale che siano le priorità più autentiche del Paese. Abitualmente i trucchi del mago di Arcore sono di cattiva qualità. Tutti vedono il passo storto, ma sono efficaci perché ipnotici. Per lo meno, per chi all'opposizione ci casca per non smarrire l'onda mediatica, che immagina essere l'unico canale per essere in sintonia con il Paese reale, condividendo così l'agenda del governo e l'offerta di un immaginario "dialogo istituzionale".

Questa volta, però, c'è Prodi di mezzo. Come il bambino di Andersen, dice quel che vede. E quel che vede è il sovrano nudo. Quel che scorge è un giochetto maldestro e molesto. Avverte che si vuole soltanto creare artificiosamente un "caso politico" per accelerare una soluzione legislativa che egli non condivide: "Le intercettazioni sono utili", dice. È tranquillo, certo di non avere nulla da temere dall'accertamento penale. Invita, chi vuole, a pubblicare integralmente le sue conversazioni, sicuro di non doversi vergognare delle sue parole. Con il che, l'ultimo tentativo di Berlusconi di creare uno stato di necessità, che imponga l'annichilimento delle intercettazioni e delle cronache, s'affloscia come un soufflé malfatto e svela i suoi ingredienti.

Da quando il Cavaliere è al governo è il terzo affondo. Si comincia nei primi giorni di giugno. Una nota di Palazzo Chigi annuncia che il governo ha approvato un decreto con immediata forza di legge che vieta le intercettazioni, se si esclude terrorismo e mafia, praticamente per tutti i reati (anche quelli per corruzione) e dispone il carcere per chi le pubblica. "È un provvedimento atteso da tutti i cittadini" giura Berlusconi. Deve intervenire addirittura il Quirinale per ricordare che il capo dello Stato ha già fatto sapere al governo che non intende riconoscere né l'urgenza né la necessità di un decreto legge. Palazzo Chigi impiega due ore per correggersi.

È "un refuso": presentiamo un disegno di legge, non un decreto. La rettifica arriva dopo che anche la Lega ha fatto la voce grossa (vuole che le intercettazioni siano consentite anche per i reati contro la pubblica amministrazione).

Il mago di Arcore ci riprova in luglio. Per giorni il Paese è inchiodato a un dilemma: che cosa dice Berlusconi nelle conversazioni privatissime registrate dalla procura di Napoli? Le sue parole sono davvero così inappropriate da costringerlo alle dimissioni? È vero che, in un'intercettazione, spiega a Fedele Confalonieri le ragioni postribolari dell'ingresso di qualche ministra nel governo? Quelle conversazioni semplicemente non esistono. Non sono mai esistite in un fascicolo giudiziario. L'avvocato del Cavaliere - Nicolò Ghedini, ministro di Giustizia di fatto - lo sa.

Sa che a Napoli e a Milano sono stati raccolti dei colloqui privati del Cavaliere (niente a proposito di ministre) e sa che, irrilevanti dal punto di vista penale, sono stati o saranno distrutti. Ghedini si guarda bene dal dirlo. Non aiuterebbe la performance dell'illusionista che, con notizie farlocche affidate ai famigli, veleni insufflati nelle redazioni, deve rappresentare la necessità di un urgente "giro di vite".
Mi spiano illegalmente, geme Berlusconi. Vogliono ricattarmi con intercettazioni private, abusivamente consegnate alle redazioni, protesta. Minaccia incursioni televisive e requisitorie parlamentari.

La pantomima, che si è affatturato con la complicità del suo avvocato-consigliere, lo autorizza a chiedere subito alle Camere genuflesse l'approvazione della nuova legge. Si sente finalmente abilitato a pretendere dal capo dello Stato di riconoscere l'urgenza costituzionale di un decreto legge. Il sette luglio è a un passo dall'imporre al Consiglio dei ministri un provvedimento che vieta, pena la galera per il giornalista e la disgrazia dell'editore, la pubblicazione delle intercettazioni. Si ferma, lo fermano (troppo presto per dare battaglia a Napolitano).

Ci riprova ora combinando dal nulla un "caso Prodi" alla vigilia del suo rientro a Roma, tanto per spiegare ai suoi che cosa gli interessa che facciano in Parlamento nelle prossime settimane.

I suoi dimostrano di aver capito al volo. Il presidente del Senato Renato Schifani (chi lo sa con quale titolo istituzionale) chiede che le Camere approvino subito la riduzione al silenzio della stampa (gli appare addirittura una mossa "indifferibile") rinviando alla discussione della riforma della giustizia "l'individuazione delle tipologie di reato per le quali poter utilizzare quel metodo di indagine".

Difficile avere dubbi (chi ne aveva?): Berlusconi pretende che la sua legittimità a governare sia libera dall'impaccio della legalità; intende legale con un "soltanto formale" e legittimo come il suo opposto. Vuole tagliar corto con le dispute togate e avvocatesche di uno Stato giurisdizionale e le lunghe, faticose discussioni dello Stato parlamentare. Ridotte già le Camere a una sorta di "servizio al governo", era così scritto che il Cavaliere si dovesse occupare al più presto di magistratura e informazione, i due ordini che, nell'equilibrio di checks and balances, sono le istituzioni di controllo dei poteri e, nell'interpretazione della legittimità di Berlusconi, soltanto pericolosi ostacoli che impediscono al sovrano di governare perché sorvegliano le sue decisioni.

Quella vigilanza è un impedimento che crea uno status necessitatis, che gli impone di andare avanti per decreti con forza di legge o per leggi approvate in pochi giorni creando ad hoc il "clima giusto". È quel che è accaduto con il fasullo "caso Prodi" e quel accadrà in un autunno, freddissimo per la Costituzione.

(30 agosto 2008)
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Re: Inchiesta Italtel, Prodi intercettato

Messaggioda annalu il 30/08/2008, 17:45

Maroni: "Silvio ma hai per caso ancora qualche problema che ti assilla?"
Ghedini: "Una manovra? Non ci serve, la legge ce la possiamo votare da soli"

La nuova offensiva del Cavaliere
"Ascolti vietati per corruzione"


Ma Lega e An si mettono di traverso: quel testo non si tocca

di LIANA MILELLA

ROMA - Era ancora luglio. Un tavolo riservato a casa di Berlusconi per discutere di giustizia e di intercettazioni. Lui, il Cavaliere, scatenato, continuava a ripetere: "Dovete darmi retta. Questo disegno di legge va cambiato. In consiglio dei ministri mi avete forzato la mano. Ma io non sono per niente soddisfatto. Avete voluto a tutti i costi prevedere una lista ampia di reati. Così non va bene. I magistrati continueranno a massacrarci. Finiremo sempre sui giornali. Dobbiamo limitare la possibilità di ascoltare le telefonate solo ai delitti gravi, la mafia e il terrorismo. E basta. Perché...".

D'improvviso, fatto non proprio usuale quando parla il Cavaliere, lo interrompe Bobo Maroni: "Silvio, scusami. Ma hai per caso qualche altro problema che ti assilla?". Angoscia giudiziaria, ovviamente, ma il fair play impone di non chiamare le cose col loro nome. Il premier si fa una risata e replica: "Problemi? Io? Altre inchieste? Proprio no. Che io sappia non ne ho. Ma è il sistema che fa schifo. Ieri è toccato a me, domani toccherà a un altro. Qui non si salva nessuno. Prima o poi finiamo tutti sulla graticola, sputtanati sui e dai giornali. Per questo, e non finirò mai di ripetervelo, i reati sulla pubblica amministrazione non devono essere più ascoltati dai giudici. Capito?".

Ma la Lega di Maroni e An con Giulia Borgiorno non si sono spostate di un centimetro. "La corruzione è intercettabile, e tale deve restare" disse allora, e ripete ancora oggi, la delegata di Fini al tavolo della giustizia. Il Carroccio era ed è altrettanto irremovibile.

Sicché Berlusconi, quando l'altra sera gli hanno messo sul tavolo l'anteprima della copertina di Panorama col servizio su Prodi, ha avuto buon gioco ad esplodere: "Eccoci qua. È disgustoso. Ieri ero io la vittima, adesso è lui. Qui non si salva nessuno. Questi comportamenti non sono più tollerabili. Bisogna approvare la legge il più presto possibile. E bisogna stringere sulla lista dei reati".

Ha chiamato Niccolò Ghedini, il suo avvocato e consigliere giuridico. Con lui s'è lamentato con forza per "quella legge troppo morbida" che però Ghedini difende. "Berlusconi ha dato delle indicazioni, il ministro della Giustizia Alfano ha presentato un testo, ne abbiamo discusso, il consiglio dei ministri l'ha approvata, il premier stesso l'ha firmata, ora è in Parlamento.

Non ci sono accelerazioni particolari da imporre, il testo farà il suo iter, che non sarà certo breve, ma alla fine sarà approvato". E l'opposizione che oggi accusa Berlusconi di aver provocato e quasi ordinato lo scoop di Panorama per poi sfruttarlo politicamente e imporre il voto su una legge che in realtà serve soprattutto lui? Ghedini esplode in un mezzo moccolo: "Abbiamo una maggioranza fortissima. La legge ce la possiamo votare da soli. Che ce ne importa di Prodi? La verità è che Berlusconi ha scritto esattamente quello che provava. Fastidio, esasperazione, condanna per pubblicazioni inaccettabili".

Silvio sincero? Silvio autentico? Silvio che arriva a contrirsi per l'ex premier e l'ex avversario? Ghedini giura che è proprio così: "Berlusconi non sapeva nulla del servizio del settimanale. Se ne fossimo stati informati avremmo tentato di dire che stavano per fare una cosa pazzesca, anche perché si tratta di un comportamento penalmente rilevante". Avreste censurato Panorama? "Berlusconi non lo fa mai. E non lo avrebbe fatto nemmeno in questo caso. Ma la sua reazione è stata di indignazione profonda".

Quella che ieri mattina, a ridosso dell'incontro con Napolitano che lodava i risultati bipartisan sulla Georgia ottenuti dopo il confronto Frattini-Fassino, gli ha fatto dettare alle agenzie una nota decisamente a favore di Prodi.

Ma alla versione di Ghedini s'oppone quella del Pd e di Di Pietro. Solidarietà "pelosa". Come sospetta Marco Minniti, solo "una manovra architettata". Che serve a Berlusconi come pezza d'appoggio per giustificare non solo la stretta sulle intercettazioni, ma più in generale quella contro i giudici. Ma un fatto è certo. Nell'incontro tra il premier e il Guardasigilli Alfano a palazzo Grazioli, appena due giorni fa, il capo del governo ha detto al suo ministro: "E poi, Angelino, mi raccomando le intercettazioni. Segui la legge a ogni passo. E dammi retta. Limate quella lista dei reati".

Via la corruzione, la concussione, gli abusi. È l'unica preoccupazione del Cavaliere. Non il carcere per i giornalisti, ché quello vuole eliminarlo. Non la durata degli ascolti, ché non lo preoccupa. Ma la "lista". È quello il vero problema su cui vorrebbe che almeno i benpensanti della sinistra stessero dalla sua parte.

(30 agosto 2008)

Da Repubblica.it
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Panorama farnetica: tutte sciocchezze scontri Prodi-Veltroni

Messaggioda Sandra Zampa il 08/09/2008, 2:19

Leggiamo oggi su alcuni quotidiani la fantasiosa ricostruzione di uno scenario di ’sospetti e veleni’ che avrebbe avuto tra i protagonisti esponenti dello staff del presidente Romano Prodi e collaboratori del segretario del Pd, Walter Veltroni. Si tratta di ipotesi del tutto infondate che rivelano una unica verita’: tra gli obiettivi della seconda, inutile, puntata delle intercettazioni di Panorama, c’e’ evidentemente quello di accreditare l’esistenza di uno scontro personale e politico tra Prodi e Veltroni.

E’ questa l’unica conclusione razionale alla quale si puo’ arrivare vista l’inconsistenza dei contenuti delle intercettazioni e l’enfasi mediatica loro riservata.

Per quanto ci riguarda vogliamo rassicurare quanti si stanno esercitando, o intendono farlo in futuro, su questo versante: noi non ci prestiamo e non ci presteremo ad accreditare ipotesi di inesistenti complotti o vendette che mirano solo a danneggiare il Partito democratico.

On. Sandra Zampa, On. Giorgio Tonini.
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