La Chiesa contro Celentano

LL CASO
La Chiesa contro Celentano
"Vuoto e ignoranza, ora le scuse"
Repliche alle critiche del Molleggiato che ieri sera ha attaccato "i preti", e Avvenire e Famiglia Cristiana. Tarquinio: "Se l'è presa con noi perché abbiamo scritto che con il suo cachet di una serata si potevano tenere aperte le sedi giornalistiche Rai nel Sud del Mondo. Viva Sanremo". Critico anche il segretario della Federazione nazionale della stampa
ROMA - E' scontro tra i vescovi e Celentano. Questa mattina la Sir, l'agenzia della Cei, risponde alle critiche lanciate ieri dall'artista verso le testate cattoliche Avvenire e Famiglia Cristiana. "Quando l'ignoranza prende il Microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità", scrive la Sir.
Le parole del molleggiato, secondo l'agenzia dei vescovi, nascono da un "vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono" e da un "vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro paese".
Ieri sera Celentano aveva attaccato preti e giornali Avvenire e Famiglia Cristiana spiegando che "andrebbero chiusi" perché sono "testate ipocrite". "Adriano Celentano è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private", si legge in un duro editoriale di Famiglia Cristiana senza firma pubblicato sul sito internet che replica alle critiche al mondo cattolico del molleggiato.
Oggi sul caso è intervenuto anche il direttore di Rai1 Mauro Mazza, intervistato dal Tg1, che ha preso le distanze dall'intervento di Celentano. "La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai: sono cose brutte e ad ascoltarle si avvertono i brividi lungo la schiena", ha detto Mazza.
L'esibizione di Celentano era terminata da pochi minuti e sul sito del quotidiano l'Avvenire era già arrivato il commento del direttore Marco Tarquinio: "Se l'è presa con i preti e con i frati (tutti tranne uno) che non parlano del Paradiso. E se l'è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana che vanno chiusi. Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero. Dunque, andiamo chiusi anche noi".
"Buona idea - continua il direttore del quotidiano dei vescovi - così a tutti questi poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime briciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo. Viva Sanremo e viva la Rai". E Tarquinio conclude: "P.S. Naturalmente, caro Celentano, continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis".
L'esibizione del Molleggiato non è piaciuta neppure al segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi: "Per fortuna - ha detto - i giornali non dipendono da Sanremo e ancor meno da Celentano le cui battute senza senso fanno ridere chi può godersi Sanremo ma non cambiano un paese che ha bisogno oggi più di ieri di giornali di idee e di identità come Avvenire e Famiglia Cristiana ma anche di tanti altri che sono l'opposto e il contrario". "Questa volta - aggiunge Siddi - neanche per paradossi si riesce a dare un senso a quello che un grande artista come Celentano dopo tanta attesa dice. Ha perso il senso che in altri tempi sapeva invece recuperare. Per fortuna le bussole sono altre".
www.repubblica.it
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Repliche alle critiche del Molleggiato che ieri sera ha attaccato "i preti", e Avvenire e Famiglia Cristiana. Tarquinio: "Se l'è presa con noi perché abbiamo scritto che con il suo cachet di una serata si potevano tenere aperte le sedi giornalistiche Rai nel Sud del Mondo. Viva Sanremo". Critico anche il segretario della Federazione nazionale della stampa
ROMA - E' scontro tra i vescovi e Celentano. Questa mattina la Sir, l'agenzia della Cei, risponde alle critiche lanciate ieri dall'artista verso le testate cattoliche Avvenire e Famiglia Cristiana. "Quando l'ignoranza prende il Microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità", scrive la Sir.
Le parole del molleggiato, secondo l'agenzia dei vescovi, nascono da un "vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono" e da un "vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro paese".
Ieri sera Celentano aveva attaccato preti e giornali Avvenire e Famiglia Cristiana spiegando che "andrebbero chiusi" perché sono "testate ipocrite". "Adriano Celentano è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private", si legge in un duro editoriale di Famiglia Cristiana senza firma pubblicato sul sito internet che replica alle critiche al mondo cattolico del molleggiato.
Oggi sul caso è intervenuto anche il direttore di Rai1 Mauro Mazza, intervistato dal Tg1, che ha preso le distanze dall'intervento di Celentano. "La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai: sono cose brutte e ad ascoltarle si avvertono i brividi lungo la schiena", ha detto Mazza.
L'esibizione di Celentano era terminata da pochi minuti e sul sito del quotidiano l'Avvenire era già arrivato il commento del direttore Marco Tarquinio: "Se l'è presa con i preti e con i frati (tutti tranne uno) che non parlano del Paradiso. E se l'è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana che vanno chiusi. Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero. Dunque, andiamo chiusi anche noi".
"Buona idea - continua il direttore del quotidiano dei vescovi - così a tutti questi poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime briciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo. Viva Sanremo e viva la Rai". E Tarquinio conclude: "P.S. Naturalmente, caro Celentano, continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis".
L'esibizione del Molleggiato non è piaciuta neppure al segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi: "Per fortuna - ha detto - i giornali non dipendono da Sanremo e ancor meno da Celentano le cui battute senza senso fanno ridere chi può godersi Sanremo ma non cambiano un paese che ha bisogno oggi più di ieri di giornali di idee e di identità come Avvenire e Famiglia Cristiana ma anche di tanti altri che sono l'opposto e il contrario". "Questa volta - aggiunge Siddi - neanche per paradossi si riesce a dare un senso a quello che un grande artista come Celentano dopo tanta attesa dice. Ha perso il senso che in altri tempi sapeva invece recuperare. Per fortuna le bussole sono altre".
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