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I "Pirati della Baia" all'assalto della nave Italia

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

I "Pirati della Baia" all'assalto della nave Italia

Messaggioda franz il 18/08/2008, 12:16

I "Pirati della Baia" all'assalto della nave Italia
Roberto Arduini

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Pirate Bay sito web - internet
«Lo Stato fascista chiude la Baia». Sarebbe una curiosità, una frase un po´ forte per reagire alla chiusura del proprio sito. Ma lo Stato fascista è l´Italia e un sito è stato oscurato veramente dalle autorità italiane, l'ormai famoso "The Pirate Bay". Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bergamo ha infatti inibito l'accesso dall'Italia al sito svedese, specializzato nel peer-to-peer, lo scambio di file multimediali. Quattro persone di nazionalità svedese, individuate quali gestori del sito estero, sono state iscritte sul registro degli indagati per violazione alla normativa italiana sul diritto d'autore.

Gli amministratori di Pirate Bay, molto attivi nel combattere i tentativi di oscuramento, hanno reagito subito mettendo in piedi labaia.org, accesso alternativo che è rimasto attivo il tempo per diffondere in rete un duro comunicato contro il governo Berlusconi. «Siamo abituati al fatto che vi siano paesi fascisti che non consentano libertà d´espressione», si legge nel comunicato. «Alcuni paesi più piccoli hanno dittatori che decidono di bloccare il nostro sito perché possiamo contribuire a diffondere informazioni che potrebbero essere loro dannose». Il comunicato si rivolge poi all´Italia e contro le associazioni anti-pirateria, in questo caso contro la S.I.A.E.: «Stavolta tocca all´Italia, che già soffre di una situazione molto seria, visto che un organismo simile all'Ifpi è stato costituito durante gli anni del fascismo, e ora un fascista è al potere in quello Stato, Silvio Berlusconi. Berlusconi è anche il personaggio più potente, proprietario dei media italiani, dal momento che possiede molte ditte che sono in competizione con "The Pirate Bay" e vuole restare in questa condizione di monopolio». L´attenzione si sposta, poi, contro il sostituto procuratore che conduce l'indagine: «Così uno dei suoi lacchè, Giancarlo Mancusi, ha ordinato la chiusura del nostro nome di dominio e del nostro indirizzo IP in Italia per rendere più difficile contrastare l´impero di Berlusconi».

Il comunicato riporta quindi le contromisure predisposte dal gruppo dei "pirati": «Abbiamo già combattuto in passato in Italia, … vinceremo anche stavolta». E spiegano come: «Abbiamo già cambiato IP per il sito web, e questo consentirà l'accesso da metà dei provider. Vorremmo che tutti spingessero i nostri amici italiani a cambiare i loro DNS ad OpenDNS in modo che possano bypassare i filtri degli ISP. Questo consentirà loro anche di bypassare altri filtri installati dal governo italiano, come bonus». La battaglia, per la magistratura italiana, si annuncia quindi difficile: anche perché i "pirati" confermano che «noi non vogliamo un´internet censurata. E la guerra inizia qui ...».

Vista la straordinaria rilevanza del sito pirata di origine svedese, uno dei siti più visitati del mondo, la notizia del blocco sta rimbalzando un po´ ovunque e la Baia ha già annunciato che tenterà anche un ricorso contro il provvedimento del gip di Bergamo. Il più celebre degli admin della baia, Peter Sunde, ha dichiarato nelle scorse ore che The Pirate Bay intende fare tutto il possibile per rimanere accessibile agli italiani, e invita gli avvocati italiani esperti della materia e delle leggi in Italia a contattare gli amministratori del sito.


Pirate Bay annuncio contro Berlusconi - internet
Al di là delle parole, sembra aprirsi in Italia una stagione calda , oltre che per "The Pirate Bay" anche per i milioni di utenti che ne hanno fin qui fatto uso liberamente del peer-to-peer: non è la prima volta che le autorità italiane bloccano un sito internet, a causa della violazione dei diritti d´autore. Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Bergamo aveva chiuso "Colombo BT", portale italiano della pirateria, denunciando a piede libero tre persone.

In sostanza, il sito inibito ha lo stesso funzionamento di "Colombo Bt", rendendo estremamente semplice scaricare musica e film dal web. Attraverso un motore di ricerca interno, denominato tracker, è infatti possibile localizzare le opere di interesse. I file di queste vengono posti a disposizione da varie persone attraverso la loro condivisione sulla rete. Quest´operazione può avvenire in un'unica soluzione oppure "a pezzi", provenienti anche da fonti diverse contemporaneamente. In quest'ultimo caso il "download" è notevolmente più veloce e un apposito software ricompone le parti nel prodotto intero, che può essere a sua volta messo a disposizione di altri utenti collegati.

Dal 2004 ad oggi la popolarità del sito è andata progressivamente aumentando. I dati statistici disponibili on line evidenziano che "The Pirate Bay" è attualmente uno dei 100 siti web più visti al mondo, con circa 20 milioni di visitatori al mese. La celebrità della "Baia dei Pirati" è testimoniata inoltre dal fatto che i suoi contenuti sono tradotti in 13 lingue, tra cui appunto l'italiano, e proprio dall'Italia proveniva oltre il 2 per cento dei contatti, ovvero circa 450mila visite al mese.

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Re: I "Pirati della Baia" all'assalto della nave Italia

Messaggioda franz il 19/08/2008, 7:44

Chi va sul motore per file audio-video (anche illegali) chiuso
dalla magistratura ora viene individuato. Anche se è un curioso

Pirate Bay, "i discografici schedano
chi va sul sito oscurato dall'Italia"

Esposto al Garante per la protezione dei dati personali
La Fimi ribadisce: " E' fuori dal mondo questa difesa dei ladri"
di ALESSANDRO LONGO

LA PRIVACY di milioni di italiani, utenti di Pirate Bay o semplici curiosi, potrebbe essere minacciata: è l'allarme che si leva in queste ore da tanti blog e che è già arrivato al Garante per la protezione dei dati personali. Si ingigantisce così il caso del sequestro preventivo adottato in Italia contro Pirate Bay, un motore di ricerca per ritracciare musica, giochi e film, anche illegali. Tutto è nato da una scoperta fatta in contemporanea da Peter Sunde (uno dei gestori di Pirate Bay, il quale è ora indagato dalla Guardia di Finanza di Bergamo) e dal blogger Matteo Flora: i tentativi di connettersi a Pirate Bay sono inoltrati, da alcuni operatori, verso un indirizzo ip particolare, 217.144.82.26/pb, che fa capo a www.pro-music.org. È un sito gestito da Ifpi, associazione dell'industria discografica nel mondo.

È cosa inusuale: al solito, in casi come questo, gli utenti sono re-indirizzati a una pagina della Guardia di Finanza ospitata sui server del loro operatori. È scattato così il sospetto, sul web: di fatto ora i discografici possono sapere chi ha tentato di accedere a Pirate Bay. E quindi, in teoria, possono raccogliere gli indirizzi ip degli utenti, schedarli, e tenerne conto per future possibili azioni legali. Non sarebbe nemmeno la prima volta: una grande incetta di indirizzi ip fu fatta mesi fa, a danno di centinaia di migliaia di italiani, da alcune aziende discografiche, poi bloccate dal nostro Garante della Privacy. Secondo il quale equivaleva a "spiare gli utenti", ne ledeva il diritto alla privacy, ed era vietato. Solo le autorità potevano fare una cosa del genere e solo su ordine della magistratura. Dinanzi a questo ultimo sviluppo, l'Authority per la tutela dei dati personali fa sapere "che la segnalazione è appena arrivata e il Garante assumerà tempestivamente tutte le informazioni necessarie per verificare quanto accaduto".

Il caso Pirate Bay sembra simile a quello della Peppermint - e se così fosse significherebbe che i discografici non hanno perso la voglia di "spiare" gli utenti. Nel provvedimento (ora pubblico) del giudice di Bergamo, che chiede il sequestro di Pirate Bay, non c'è traccia infatti dell'ordine di indirizzare il traffico verso un sito dell'industria discografica. "Non mi stupirebbe se l'iniziativa fosse partita della Guardia di Finanza, che potrebbe aver chiesto ai provider di fare così. Forse ispirata dai discografici. Telecom Italia e 3 Italia hanno ubbidito, altri provider si sono rifiutati", dice Andrea Monti, avvocato tra i massimi esperti di diritto d'autore in Internet e fondatore dell'associazione Alcei, che ha segnalato la cosa al Garante della Privacy.

Nella segnalazione, Monti domanda al Garante se "sia conforme alla normativa sul trattamento dei dati personali: A) sequestrare una risorsa di rete imponendo a soggetti terzi - gli internet provider - di impedirvi l'accesso, considerato che nel codice di procedura penale non sembra rinvenirsi traccia di una norma che consenta di attuare il sequestro preventivo nei modi stabiliti dall'ordinanza del Gip di cui sopra, traducendosi tale modalità in una illegittima estensione del provvedimento a soggetti estranei al procedimento. B) Consentire che il filtraggio degli accessi a un dominio - quale che sia - possa essere eseguito dirottando gli accessi in questione verso una risorsa di rete al di fuori della giurisdizione italiana, gestita da soggetti privati con uno specifico interesse economico nel procedimento penale, consentendo a questo soggetto di "andare a pesca" di dati di traffico che potranno poi essere utilizzati nei modi più disparati".

I discografici, dal canto loro, non arretrano d'un passo: "Ci sembra fuori dal mondo questa difesa dei ladri", dice Enzo Mazza, presidente di Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana). "Il sequestro di siti è normale in tutto il mondo. Proprio nei giorni scorsi in Francia c'è stata una decisione identica, di un giudice, contro un sito razzista".

Intanto si organizza la contro offensiva: si diffondono guide per aggirare il blocco di Pirate Bay (e con alcuni provider basta semplicemente digitare nel browser un indirizzo ip alternativo, 83.140.33.40). I gestori di Pirate Bay, inoltre, stanno preparando il ricorso contro la decisione del giudice.

(18 agosto 2008)
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Anche il Cio contro Pirate Bay

Messaggioda franz il 19/08/2008, 20:21

Il Comitato olimpico chiede al governo svedese l'oscuramento
del motore di ricerca dei file torrent. Che rilancia a modo suo

Anche il Cio contro Pirate Bay
"Ci ruba i video delle Olimpiadi"


di MAURO MUNAFO'
TUTTI all'attacco della Pirate Bay, anche il Comitato Olimpico Internazionale. I responsabili dell'organizzazione dei Giochi di Pechino hanno inviato una lettera ufficiale al ministro della Giustizia svedese Beatrice Ask, chiedendole di prendere provvedimenti contro il celebre motore di ricerca di file torrent. I server del sito, in questi giorni al centro di una diatriba legale anche in Italia, si trovano infatti in Svezia.

La lettera. Alla base della richiesta del Cio c'è la preoccupazione per la diffusione illegale di materiali coperti da copyright: in questo caso i video delle gare e delle cerimonie dei Giochi di Pechino, tra i file più scambiati attraverso i programmi "peer to peer". Secondo i dati di Torrent Freak, il video della cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici è stato lo show televisivo più scaricato da BitTorrent in tutto il 2008. Naturale quindi la preoccupazione del Cio, che ha fatto pagare a caro prezzo i diritti sulle Olimpiadi alle televisioni di tutte il mondo, vincolando non solo le dirette ma anche le successive riproposizioni in Dvd e Vhs.

Il governo svedese. Un portavoce del ministero della Giustizia ha dichiarato che è intenzione del ministro prendere provvedimenti, senza però specificare le modalità dell'intervento. Non è la prima volta che qualcuno alza la voce contro Pirate Bay e, fino a questo momento, il governo e la magistratura svedesi non sono mai riusciti a impedire al sito di continuare ad operare e crescere.

Pirate Bay. Intanto i fondatori di Pirate Bay, nel loro consueto stile provocatorio, hanno modificato il logo del sito, "dedicandolo" proprio alle Olimpiadi, una pratica che ricorda le analoghe iniziative di Google e Yahoo. Il tradizionale galeone con vela pirata adesso infilza l'omino simbolo dei giochi di Pechino, mentre i cannoni sparano contro i copyright che impediscono la libera distribuzione dei file sulle Olimpiadi; al posto della scritta Pirate Bay compare Beijing Bay.
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Cliccando sul logo si viene reindirizzati ad una pagina che elenca i principali file torrent con tema olimpico, primo tra tutti naturalmente quello della cerimonia di apertura, in alta risoluzione. In basso il motto "Give us the gold", che in qualche modo riguarda anche gli italiani. Si riferisce infatti alla protesta inscenata da Ara Abrahamian, medaglia di bronzo con polemica nella lotta greco romana e sconfitto in semifinale dall'azzurro Andrea Minguzzi.

Il co-fondatore di Pirate Bay, Peter Sunde, per nulla preoccupato delle minacce governative, ha dichiarato a TorrentFreak: "Stavamo ignorando le Olimpiadi, ma adesso stiamo caricando i cannoni. Le nostre armi di 'distribuzione di massa' sono puntate su Pechino".

(19 agosto 2008)
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