http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12 ... mo/178979/
San Patrignano, tra buchi in bilancio e fazioni
“Riorganizzazione dura, ma ce la faremo”
Venti milioni di buco e un dopo Muccioli ancora da pensare. Il portavoce della comunità Carlo Forquet: "Strada difficile, ma è un processo tutto interno. E alla fine ce la faremo" ... All’opera sono due gruppi ... per quello che viene definito come “progetto di riordino di tutte le nostre attivita’. L’obiettivo che ci siamo dati è che al centro dovranno essere prima di tutto le esigenze dei ragazzi ospitati qui a San Patrignano“...
Perché non tutto era finalizzato al recupero dei tossicodipendenti, nonostante le apparenze, i finanziamenti di facoltosi mecenati e le passarelle dei politici (per come si doveva dedurre dalle fughe, dai "suicidi", dalle condanne al guru Vincenzo Muccioli per abusi e violenze agli ospiti, nonché per la morte di Roberto Maranzano),
Tutto, in perfetto "stile quotidiano", proposto in Italia da varie specie di "opere per l'assistenza ai bisognosi", le cui "gesta" sono messe in discussione da denunce e testimonianze ... spesso non ascoltate!
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Da: http://www.pummarulella.org/d_muccioli.htm (Il sito è in trasferimento su http://www.altrestorie.org)
… «Durante la mia seconda permanenza a SanPa in due anni visitai quasi tutti i luoghi di prigionia. Venti giorni in piccionaia, un luogo circolare molto angusto, dipinto di arancione e in discesa, dove ti sentivi letteralmente impazzire. Due mesi al buio nella cassaforte della pellicceria insieme ad un dobermann malato. In un vecchio casolare abbandonato sdraiata e incatenata con tutte e due le braccia alla spalliera del letto. Mi veniva liberato un braccio due volte al giorno per mangiare, mentre per i bisogni fisiologici bastava un secchio sotto il letto. … Ma la chiusura più terribile, per quanto la più breve, fu una settimana nella botte. Si, un tino vero e proprio, di ferro, dove potevi stare accovacciata e dove una volta al giorno ti passavano il cibo da uno sportellino, il tutto ad un palmo dal solito secchio con gli escrementi. Non avevo ucciso nessuno, ma ben più grave era la mia colpa: ero entrata nella contestazione. Vincenzo aveva rinchiuso, sempre per futili motivi, tre ragazze considerate da tutti ed anche da lui stesso fino a qualche giorno prima, guarite. Consuelo, Martina ed Alice, anche loro contestatarie. Le aveva rinchiuse in un casolare e siccome non soffrivano abbastanza, dopo qualche giorno sospese loro i viveri. Era terribile passare da quel capannone e sentire tutto il giorno le povere tre cantare. Mi sentivo ad Auschwitz. Dopo qualche giorno fece portare Alice, la più fragile delle tre, leggermente handicappata, sul piazzale e, con una macchinetta, le rasò i capelli, tra battute deplorevoli e risate grasse. Alice di Roma riuscì a scappare e la ritrovarono l’indomani morta per overdose in Piazza Tre Martiri. Criticai pesantemente l’operato del mio padre-padrone che mi fece rinchiudere nella botte. ...E’ difficile parlare di SanPa. Ci sarebbe troppo e ancora troppo da dire: mille episodi, tutti eloquenti e dolorosi, ma il vero problema é che lo Stato italiano consideri recupero dei tossicodipendenti quello che avviene a S. Patrignano … »