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Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda franz il 28/07/2008, 8:39

Lettera al presidente del Senato

di Marco Travaglio
l'Unità

Gentile Presidente del Senato, avv. sen. Renato Schifani, chi Le scrive è un
modesto giornalista che ha avuto la ventura di occuparsi talvolta di Lei per
motivi professionali. L'ultima - forse lo ricorderà - fu nel mese di maggio,
quando Lei ascese alla seconda carica dello Stato e io pubblicai una sua
breve biografia sull'Unità e nel libro "Se li conosci li eviti" (scritto con
Peter Gomez) che poi presentai su Rai3 a "Che tempo che fa". Anzitutto mi
consenta di congratularmi con Lei per la Sua recentissima invulnerabilità
penale, in virtù del Lodo Alfano, figlio legittimo del Lodo Schifani già
dichiarato incostituzionale dalla Consulta nel 2004 e prontamente replicato
in questa legislatura, anche grazie alla fulminante solerzia con cui Lei l'ha
messo all'ordine del giorno di Palazzo Madama. E' davvero consolante, per un
cittadino comune, apprendere che da un paio di giorni l'articolo 3 della
Costituzione è sospeso con legge ordinaria approvata in 25 giorni, e che
dall'altroieri esistono quattro cittadini più uguali degli altri dinanzi
alla legge, come i maiali della "Fattoria degli animali" di George Orwell.
Il fatto poi che Lei faccia parte del quartetto degli auto-immuni è per
tutti noi motivo di ulteriore soddisfazione.

Si dà il caso, però, che Lei mi abbia recentemente fatto recapitare in busta
verde, da ben tre avvocati (uno dei quali pare sia un Suo socio di studio),
un atto di citazione presso il Tribunale civile di Torino affinchè io vi
compaia per essere condannato a risarcirLa dei presunti danni, patrimoniali
e non, da Lei patiti a causa del mio articolo sull'Unità e della mia
partecipazione al programma di Fabio Fazio. Danni che Lei ha voluto
gentilmente quantificare in appena 1,3 milioni di euro. A carico mio, s'intende.
Tutto ruota, lo ricorderà, intorno al fatto che avevo osato ricordare come
Lei, alla fine degli anni 70, fosse socio nella Sicula Broker di due
personaggi poi condannati e arrestati per mafia, Benny D'Agostino e Nino
Mandalà; e che negli anni 90 Lei abbia prestato una consulenza in materia
urbanistica per il Comune di Villabate, poi sciolto due volte per mafia in
quanto ritenuto nelle mani dello stesso boss Mandalà. Circostanze che Lei
non ha potuto negare neppure nel suo fantasioso e spiritoso atto di
citazione (ho molto apprezzato i passaggi nei quali Lei fa rientrare quei
fatti nell'ambito dei "commenti sulla vita privata delle persone"; e mi
rimprovera di non aver rammentato come Lei sia stato socio non solo di
persone poi risultate mafiose, ma anche di altri "noti imprenditori mai
coinvolti in episodi giudiziari", e come Lei abbia prestato consulenze non
solo per comuni poi sciolti per mafia, ma anche per altri enti locali mai
sciolti per mafia).

Ora, sul merito della controversia, decideranno i giudici. Ma non Le
sfuggirà la sproporzione delle forze in campo, sulla bilancia della
Giustizia, fra la seconda carica dello Stato e un umile cronista: i giudici,
già abbondantemente vilipesi e intimiditi negli ultimi anni da Lei e dai
Suoi sodali, sapranno che dar torto a Lei significa dar torto al secondo
politico più importante del Paese, mentre dar torto a me è davvero poca
cosa. E' questo oggettivo squilibro che, in tempi e in paesi normali,
consiglia a chi ricopre importanti cariche pubbliche di spogliarsi delle
proprie liti private, per dedicarsi in esclusiva agli interessi di tutti i
cittadini. Lei invece non solo non si è spogliato delle Sue liti private, ma
ne ha addirittura ingaggiata una nuova (con me) dopo aver assunto la
presidenza del Senato. Ora però quello squilibrio diventa davvero abissale
in conseguenza della Sua sopraggiunta invulnerabilità. In pratica, se io
volessi querelarLa per le infamanti accuse che Lei mi muove nel Suo atto di
citazione, non avrei alcuna speranza di ottenere giustizia in tempi
ragionevoli, perché il Lodo Alfano La mette al riparo da qualunque
conseguenza penale delle Sue parole e azioni, imponendo la sospensione degli
eventuali processi a Suo carico. Lei può dire e fare ciò che vuole, e io no.
Riconoscerà che, dal mio punto di vista, la situazione è quantomai
inquietante.

Ma c'è di più e di peggio. L'anno scorso l'ex presidente del consiglio
comunale di Villabate, Francesco Campanella, indagato per mafia a causa dei
suoi rapporti con la cosca Mandalà e con Bernardo Provenzano, ha raccontato
ai giudici antimafia di Palermo che il nuovo piano regolatore di Villabate
era stato addirittura "concordato" da lei e dal senatore La Loggia con il
solito Mandalà. Lei e La Loggia annunciaste subito querela. E da allora i
magistrati antimafia stanno verificando se Campanella si sia inventato tutto
o magari dica la verità. Io Le auguro e mi auguro, visto che Lei ora
rappresenta l'Italia ai massimi livelli, che prevalga la prima ipotesi. Ma,
nella malaugurata evenienza che prevalesse la seconda, il Lodo Alfano
impedirebbe alla magistratura di processarLa, almeno per i prossimi cinque
anni, finchè terminerà la legislatura e, con essa, svanirà il Suo
preziosissimo scudo spaziale. Converrà con me, Signor Presidente, che nella
causa civile che Lei mi ha intentato la conclusione di quelle indagini
sarebbe comunque decisiva per valutare la mia posizione: sia che le accuse
di Campanella trovino conferma, sia che trovino smentita, sarebbe difficile
sostenere che io non abbia esercitato il mio diritto-dovere di cronaca,
segnalando ai cittadini una vicenda di così bruciante attualità e interesse
pubblico. Detta in altri termini: non vorrei che la causa civile da Lei
intentatami si concludesse prima delle indagini sul caso
Campanella-Villabate, magari in conseguenza del blocco di quel procedimento
per via del Lodo Alfano. Essere condannato a versarle 1 milione o anche 1
euro, e poi scoprire a cose fatte di aver avuto ragione, sarebbe per me
estremamente seccante.

L'altro giorno, con nobile gesto, il presidente della Camera Gianfranco Fini
ha rinunciato preventivamente al Lodo, dando il via libera al processo che
lo vede imputato per diffamazione ai danni del pm Henry John Woodcock. Mi
rivolgo dunque a Lei, e alla prima carica dello Stato che quel Lodo ha così
rapidamente promulgato, affinchè rassicuriate noi cittadini su un punto
fondamentale: o ritirate le vostre denunce penali e civili finchè sarete
protetti dallo scudo spaziale, oppure rinunciate preventivamente al Lodo in
ogni eventuale processo che potesse eventualmente influenzare, direttamente
o indirettamente, l'esito di quelle cause. In attesa di un Suo cortese
riscontro, porgo i miei più deferenti saluti.
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda matthelm il 28/07/2008, 8:53

Il ragionamento non fa una grinza.

Pvera Italia.
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda lucameni il 28/07/2008, 9:21

peraltro non ho notizia di alcun paese al mondo dove il presidente di una camera legislativa è "immune". Forse sono disinformato io. Sappiatemi dire, se qualcuno è a conoscenza di qualche caso simile. E nel merito: non mi stupisco. L'obiettivo dei nostri "dialoganti" è stato raggiunto (ricordo bene come il nostro Schifani si sia dimostrato "dialogante" nel discorso di insediamento).
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda franz il 28/07/2008, 10:07

matthelm ha scritto:Il ragionamento non fa una grinza.

Pvera Italia.

Chiaro. Travaglio non fa che porre in modo evidente la disparità (l'asimmetria) tra la posizione del normale cittadino e di quello protetto dal Lodo. Questo é alla base della prevedibile incostituzionalità del Lodo sia per l'art 3 (quello per cui siamo tutti uguali davanti alla legge) sia per l'art 24:

Art. 24.

Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.

La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.

La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.


Il problema è che bloccando processi in cui sono coinvolte le 4 alte cariche se ne bloccano anche altri connessi e quindi viene meno il diritto espresso dall'art 24.

Per questi due motivi il precedente lodo Schifani fu dichiarato anticostituzionale.
Vedremo questo.

Ciao,
Franz

"E' generale, automatica e di durata non determinata"
Ecco perché la Corte ha bocciato la legge sui vertici dello Stato
La Consulta contro il lodo Schifani
"Così viola la Costituzione"
E' contrario ai principi di uguaglianza e del diritto alla difesa

Riccardo Chieppa

ROMA - "La sospensione del processo penale nei confronti delle cinque più alte cariche dello Stato prevista dal Lodo Schifani è generale, automatica e di durata non determinata". Con questa motivazione, depositata questa sera, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l'articolo 1 del Lodo Schifani.

Le motivazioni della sentenza, dunque, non fa riferimento al fatto che il Lodo sia un ampliamento delle immunità per cui sarebbe stata necessaria una legge costituzionale (violazione art. 138 della Costituzione). Piuttosto per la Consulta il Lodo Schifani è illegittimo in sé e per sé, perché, violando gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 24 (la difesa è un diritto inviolabile) della Costituzione, crea una disparità di trattamento rispetto alla giurisdizione.

Con una sentenza di ventitre pagine, la Corte Costituzionale sostiene che il Lodo Schifani è generale perché riguarderebbe tutti i reati, commessi in qualsiasi epoca, anche quelli extrafunzionali del capo dello Stato e del presidente del Consiglio dei ministri (regolati dagli articoli 90 e 96 della Costituzione).

In secondo luogo, la sospensione del processo prevista dal Lodo Schifani sarebbe automatica (scatta solo perché si ricopre una delle cinque alte cariche previste) anche perché, senza alcun filtro, non consente una valutazione concreta, caso per caso.

Infine, è una sospensione senza una durata determinata perché legata all'incarico che può essere reiterabile. Tutto ciò - sempre secondo quanto si è appreso - comporterebbe un regime differenziato rispetto all'esercizio della giurisdizione.

Alla luce di tutto ciò, secondo la Consulta il Lodo Schifani, in quanto automatico, violerebbe, tra l'altro, il diritto della difesa dell'imputato (art. 24 della Costituzione), vale a dire, nel caso specifico del processo Sme, il diritto alla difesa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E questo perché all'imputato sarebbe posta l'alternativa tra il mantenere l'alto incarico sotto il peso di un'imputazione, oppure dimettersi dalla carica per essere giudicato.

La Corte Costituzionale, nel bocciare il Lodo Schifani, giudica in ogni caso "apprezzabile" l'interesse di tutelare il sereno svolgimento delle funzioni delle cinque più alte cariche dello Stato (Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera, della Corte Costituzionale, del Consiglio dei Ministri).

La Consulta - relatore Francesco Amirante - nella sentenza, infatti, premette: "la situazione cui si riconnette la sospensione disposta dalla norma censurata è costituita dalla coincidenza delle condizioni di imputato e di titolare di una delle cinque più alte cariche dello Stato ed il bene che la misura in esame vuol tutelare deve essere ravvisato nell'assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche. Si tratta - aggiunge la Consulta - di un interesse apprezzabile che può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale".
(20 gennaio 2004)
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda Paolo65 il 28/07/2008, 14:13

Il Lodo Alfano è stato fatto solo per evitare a Berlusconi l'ennesimo processo e forse la condanna.

Se non ci fosse di mezzo Berlusconi una norma a tutela di alcune cariche dello Stato non le vedrei un'assurdità.

Mi sono espresso positivamente sul lodo in questione perchè a mio parere era meglio ,per come messo il paese, un compromesso che uno scontro istituzionale.

Finita l'era berlusconiana si potrà eliminare la norma o cambiarla se questa venisse ritenuta un obrobrio.

In questo caso però, sulle accuse mosse a Veltroni, il presunto dialogo, non mi trovo d'accordo.

Ha sempre detto no sia sulla blocca processi che sul lodo alfano; non è sceso in piazza ed ha fatto bene, ma questa è un'altra feccenda.

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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda Perrynic il 29/07/2008, 16:03

matthelm ha scritto:Il ragionamento non fa una grinza.

Pvera Italia.


Concordo

Saluti Perrynic
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda pinopic1 il 29/07/2008, 18:38

lucameni ha scritto:peraltro non ho notizia di alcun paese al mondo dove il presidente di una camera legislativa è "immune". Forse sono disinformato io. Sappiatemi dire, se qualcuno è a conoscenza di qualche caso simile. E nel merito: non mi stupisco. L'obiettivo dei nostri "dialoganti" è stato raggiunto (ricordo bene come il nostro Schifani si sia dimostrato "dialogante" nel discorso di insediamento).


Nelle scorse settimane parecchie persone anche nei forum democratici hanno sostenuto che ci sono tanti altri Paesei nei quali esiste una cosa del genere. Aspetto ancora l'elenco almeno dei principali di questi Paesei. Non vorrei fossero in Second World.
Io nella mia ignoranza credevo che i presidenti delle camere non fossero neanche considerati alte cariche dello stato. Del resto pensavo anche stupidamente che il Premier fosse solo il Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè colui che presiede il consiglio dei ministri, una specie di primus inter pares (devo averlo letto da qualche parte).
Ma è colpa mia. Il fatto è che leggo troppo.

Comunque che qualcuno ne approfitttasse subito dell'immunità c'era da aspettarselo. Si vede che era proprio necessaria.

Ahi serva Italia! Di dolore ostello.

Per eventuali leghisti: non è una frase di Alberto da Giussano.
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda annalu il 29/07/2008, 19:20

pinopic1 ha scritto:Nelle scorse settimane parecchie persone anche nei forum democratici hanno sostenuto che ci sono tanti altri Paesei nei quali esiste una cosa del genere. Aspetto ancora l'elenco almeno dei principali di questi Paesei. Non vorrei fossero in Second World.
Io nella mia ignoranza credevo che i presidenti delle camere non fossero neanche considerati alte cariche dello stato. Del resto pensavo anche stupidamente che il Premier fosse solo il Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè colui che presiede il consiglio dei ministri, una specie di primus inter pares (devo averlo letto da qualche parte).
Ma è colpa mia. Il fatto è che leggo troppo.

Non sono particolarmente ben informata, ma a me sembra che si confondano le norme a tutela delle più alte cariche dello Stato presenti in molti paesi, con l'immunità totale sancita dal Lodo Alfano.
Credo che siano abbastanza diffuse norme di tutela per l'operato delle alte cariche dello Stato per quanto compiuto nell'esercizio delle loro funzioni.
In alcune legislazioni per procedere contro alcune cariche sono necessarie procedure speciali. Persino contro il Presidente degli Stati Uniti è possibile l'impeachment, mentre nel lodo Alfano credo che nemmeno questo venga in alcun modo previsto.
Trovo poi poco pertinente il confronto tra il Lodo Alfano e la revocata "Immunità parlamentare": l'Immunità parlamentare non rendeva veramente immuni, solo costringeva i magistrati a chiedere l'autorizzazione al parlamento prima di mettere sotto processo un parlamentare. Questo significa che, sia pure con procedure complesse, i parlamentari alla fine risultavano perseguibili, a meno che non ci fosse una maggioranza di ferro a sostenere che il reato non dovesse venir perseguito.
In teoria, ma anche in pratica, una situazione ben diversa da una reale e totale immunità apriori.

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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda pinopic1 il 29/07/2008, 19:36

annalu ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Nelle scorse settimane parecchie persone anche nei forum democratici hanno sostenuto che ci sono tanti altri Paesei nei quali esiste una cosa del genere. Aspetto ancora l'elenco almeno dei principali di questi Paesei. Non vorrei fossero in Second World.
Io nella mia ignoranza credevo che i presidenti delle camere non fossero neanche considerati alte cariche dello stato. Del resto pensavo anche stupidamente che il Premier fosse solo il Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè colui che presiede il consiglio dei ministri, una specie di primus inter pares (devo averlo letto da qualche parte).
Ma è colpa mia. Il fatto è che leggo troppo.

Non sono particolarmente ben informata, ma a me sembra che si confondano le norme a tutela delle più alte cariche dello Stato presenti in molti paesi, con l'immunità totale sancita dal Lodo Alfano.
Credo che siano abbastanza diffuse norme di tutela per l'operato delle alte cariche dello Stato per quanto compiuto nell'esercizio delle loro funzioni.
In alcune legislazioni per procedere contro alcune cariche sono necessarie procedure speciali. Persino contro il Presidente degli Stati Uniti è possibile l'impeachment, mentre nel lodo Alfano credo che nemmeno questo venga in alcun modo previsto.
Trovo poi poco pertinente il confronto tra il Lodo Alfano e la revocata "Immunità parlamentare": l'Immunità parlamentare non rendeva veramente immuni, solo costringeva i magistrati a chiedere l'autorizzazione al parlamento prima di mettere sotto processo un parlamentare. Questo significa che, sia pure con procedure complesse, i parlamentari alla fine risultavano perseguibili, a meno che non ci fosse una maggioranza di ferro a sostenere che il reato non dovesse venir perseguito.
In teoria, ma anche in pratica, una situazione ben diversa da una reale e totale immunità apriori.

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Infatti non è neanche il caso di accostare le misure a tutela di alte cariche dello stato e parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni a questa cosa.
Hai ragione, la vecchia "immunità parlamentare" prevedeva la richiesta di autorizzazione a procedere ed era il parlamento a decidere; non era l'immunità per il singolo parlamentare.
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Re: Travaglio: Lettera al presidente del Senato

Messaggioda Paolo65 il 29/07/2008, 21:43

Il dibattito sul lodo alfano da una parte è inevitabile,dall'altra è una perdita di tempo.

Non bisogna essere delle aquile per capire che Berlusconi lo ha fatto per se, e ci ha messo le altre cariche perchè al contrario sarebbe stato troppo spudorato.

Quello che neppure Berlusconi si aspettava è il regalo politico di non discutere altro per 1 mese intero e vedere il CS dividersi tra scontristi e dialoganti e di fatto indebolirsi ulteriormente.

Sarebbe il caso di capire che abbiamo di fronte un leader spregiudicato ed una DX compatta,per cui tanti sofismi tecnico giuridico non pagano sul piano politico.

La gente vede che la mondezza non c'è più nelle strade e che si prendono delle decisioni governative come mai prima d'ora.

Cosa intenda fare il PD, oltre che litigare sul suo segretario, non è dato sapere...finora.

In autunno oltre alla manifestazione del PD il governo ha già detto dove vuole andare a parare. Sarà pronto il PD per la battaglia di autunno, o pensa che il 25 ottobre con quella manifestazione avrà fatto per intero il suo ruolo di opposizione?

Attendo fiducioso ma la vedo nera.

Paolo
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