La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

I disastri del TG1. Così l’informazione diventa emergenza

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

I disastri del TG1. Così l’informazione diventa emergenza

Messaggioda Sandra Zampa il 11/03/2011, 12:20

Carissimi amici,
oggi scelgo di parlare di qualità dell'informazione perché sono convinta che si tratti di una vera emergenza del Paese. Democrazia è anche il diritto ad un'informazione libera e non manipolata, obiettiva e chiara. E la RAI, servizio pubblico, ha il dovere di garantire obiettività e trasparenza di informazione.

Questo testo è stato pubblicato ieri, 11 marzo, sulle pagine de L'Unità.

Buona lettura,
SZ



Tutti i disastri del TG1 Così l'informazione è diventata emergenza

Da Mills "assolto" all'intervista di Berlusconi col "gobbo", tutte le
"perle" di un servizio pubblico ormai alla deriva. Ma adesso è ora di
ripensare anche al ruolo delle opposizioni nelle istituzioni di
controllo e di garanzia


Articolo di Sandra Zampa su L'Unità del 10 marzo 2011


Quando si arriva a manipolare le notizie, a falsificarle, a
nasconderle, travestirle, camuffarle, e lo si fa in modo sistematico,
utilizzando i canali dell'informazione pubblica, come avviene nel caso
del Tg1, senza che gli organi di controllo e di garanzia intervengano
con efficacia, si può sostenere di essere in presenza di una ferita
della democrazia? Se si può sostenerlo, come io credo fermamente,
allora è bene dirsi che dobbiamo fare i conti con questa realtà e
trovare risposte politiche adeguate anche in relazione alla nostra
partecipazione all'attività degli organismi di vigilanza e garanzia.

L'analisi che qui propongonon prende in considerazione il dato
"quantitativo" che certifica la presenza abnorme di Berlusconi in tv,
ma contenuti e tecniche.

Parto da un caso recentissimo che ha riguardato la Libia, Gheddafi e
la qualità della relazione del governo in carica con il dittator
libico. Al Tg1 ci si deve essere a lungo interrogati su come
convincere gli italiani che il baciamano di Berlusconi e le
pagliacciate grottesche a cui milioni di italiani avevano assistito
durante la visita di Gheddafi a Roma (nel 2010 con cavalli e amazzoni
al seguito e con hostess pagate per ascoltarlo e convertirsi.

Nel 2009 per illustrare alle donne della destra italiana che fecero a
pugni per accaparrarsi un posto in sala, la condizione femminile nei
paesi arabi) non avessero rappresentato niente di singolarmente
indecoroso e comunque non lontano da quanto aveva fatto il
centrosinistra. La soluzione al rompicapo è consistita nell'attingere
a documenti d'archivio. Si è ripescata così un'intervista di Giovanni
Minoli al leader libico che dice: Prodi ci ha aiutati, è un amico.
Un'intervista risalente agli anni della presidenza Prodi alla
Commissione Europea (2004). Del tutto ignorata l'intervista allo
stesso Prodi pubblicata dal Corriere della Sera proprio nel giorno in
cui il servizio televisivo veniva confezionato, laddove si spiegava
all'intervistatore che "amico" o "fratello" sono espressioni di
cortesia comunemente usate nel mondo arabo. Un caso di manipolazione
dell'informazione, una tra le peggiori "patologie" perché consegna un
messaggio distorto allo spettatore che non può difendersi se non è
avvertito o informato. Andando indietro nel calendario di qualche
giorno, ci si imbatte nell'intervista "vera-falsa" a Berlusconi
realizzata con l'uso del "gobbo" (le risposte sono scritte dentro
l'obiettivo della telecamera e l'intervistato deve semplicemente
leggerle) e con domande dunque precedentemente concordate. Questa
forma di manipolazione trasforma il giornalista in un professionista
dello spettacolo, che recita la sua parte nella costruzione
propagandistica ad uso dell'intervistato di turno (il premier).

Questa ingloriosa pagina nella storia del servizio pubblico
radiotelevisivo si è accompagnata ad un secondo grave episodio nato
dal tentativo di rintuzzare le critiche e relativizzare le
responsabilità. Mi riferisco alla messa in onda di uno spezzone di
un'intervista del Tg3 fatta ancora una volta (non casualmente)
all'allora premier Prodi (2007). In questo caso sono stati realizzati
dei tagli per far apparire l'intervista "addomesticata". Ora sul caso
c'è un esposto all'Ordine dei giornalisti. Nel Tg1 diretto da
Minzolini (in carica da giugno 2009) sono state censurate o nascoste
in poche righe le notizie diffuse da Istat, Eurispes, Ocse e anche
Caritas, laddove si evidenzia il peso della crisi economica.

Spariscono le notizie sulla condizione degli anziani, ma va in onda il
servizio sulla consegna della dentiera all'anziana signora dell'Aquila
per mano di Berlusconi. Del terremoto si parla per sottolineare i
risultati ottenuti dalla protezione civile e dal premier. Censurate le
proteste degli aquilani contro il Tg1.

Il caso Scajola è da manuale della disinformazione: servizi che
"discolpano" e non informano.

Il 3 ottobre2009 si tiene la manifestazione per la libertà di stampa:
la manifestazione è presentata come di parte, contro Berlusconi e va
in onda un editoriale di Minzolini a commento.

Il 9 novembre arriva la richiesta di arresto per Cosentino. Va in onda
un editoriale di Minzolini per illustrare la necessità del ritorno
all'immunità parlamentare. Il 22 gennaio, inchiesta Mediatrade: poche
parole alle 20, servizio alle 13.30 il giorno seguente per una notizia
che rappresenta l'apertura dei principali quotidiani nello stesso
giorno. Il 28 gennaio si dà spazio ad un lungo "vivo", cioè un
intervento letto dal conduttore con la notizia di una presunta
inchiesta di Panorama su un complotto contro Berlusconi. Non è l'unico
spazio dato ai complotti (falsi) contro Berlusconi, portati
all'attenzione pubblica da media di proprietà della famiglia del Cav.

Il calendario della disinformazione conosce il 26 febbraio 2010 un
record con Mills che risulta assolto dal reato di corruzione che
invece è prescritto. 200mila spettatori protestano su Facebook contro
il Tg1.

Interessante il confronto tra il numero di notizie sul caso Verdini e
quello sulla casa a Montecarlo di Fini. Ma c'è da citare anche il
servizio del 31 agosto sulle contestazioni a Dell'Utri, in cui ci si
guarda bene dal fornire spiegazioni sulle ragioni delle stesse. L'8
settembre, il servizio sulle contestazioni a Bonanni, il segretario
Cisl alla festa del Pd di Torino. Il servizio non dice che a
contestare non sono i democratici, ma esponenti dei centri sociali. Il
14 dicembre è il giorno della sfiducia a Berlusconi. A una cronista
viene tolto il pezzo, già assegnato, a conclusione di uno scontro con
la direzione sulla messa in onda della notizia che due delle tre donne
gravide arrivate con fatica a votare erano finiane. Per più di un
mese, ogni sera, va in onda sul tg delle 20 un servizio sul 41bis, con
l'obiettivo di dimostrare che nel centrosinistra (Mancino, Conso,
Ciampi) si è trattato con la mafia e alleggerito il carcere duro ai
mafiosi. Nell'ultimo mese si è assistito a una vera e propria
escalation della disinformazione. Oltre ai due casi citati in
apertura, ricordo Ferrara invitato a parlare a favore di Berlusconi in
studio dove attacca l'Espresso e De Benedetti. Parla più di 5 minuti
(un servizio medio, che può contenere anche tre interviste, dura
1minuto e 15 secondi).

Nessun contraddittorio. La manifestazione delle donne del 13 febbraio
è relegata quasi a metà giornale, per la durata di 1 minuto e 15
secondi. Gli altri tg ci aprono. Il 1 marzo ci sono da affrontare le
polemiche sulla scuola pubblica innescate dalle parole del Cav: si
censura il cardinal Bagnasco e non si dà notizia del sit-in del Pd
davanti a Palazzo Chigi. Possiamo dire ancora che questa informazione
ci informa? L'elenco potrebbe arricchirsi ma credo basti già a dire
che è arrivato il momento non solo di denunciare le carenze delle
istituzioni di controllo e garanzia, ma di interrogarsi sul ruolo che
le opposizioni hanno in esse, fino a metterne in discussione i modi e
la stessa permanenza. Non si può rischiare di legittimare ciò che è
fuori dalle regole. E non possiamo più nasconderci che se
l'informazione nutre e alimenta la democrazia, in Italia siamo in
un'emergenza vera e propria.

Sandra Zampa, parlamentare PD


http://www.sandrazampa.it/news/tutti-i-disastri-del-tg1-cosi-linformazione-e-diventata-emergenza_2928.html
Avatar utente
Sandra Zampa
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 61
Iscritto il: 29/05/2008, 15:22
Località: Bologna

Re: I disastri del TG1. Così l’informazione diventa emergenza

Messaggioda delbia il 11/03/2011, 13:12

Ieri ho letto con attenzione (riportato dal tuo sito sandrazampa.it) il lungo articolo. Come redattore nel sito dell'associazione Peacelink, che si occupa anche di informazione alternativa e ha una sezione dedicata a simili comportamenti dei media, ho voluto aggiungere lì qualche riga mia.

Trovate tutto alla pagina http://www.peacelink.it/mediawatch/a/33533.html

E ovviamente, consiglio anche qui un proseguimento della discussione. Viviamo in tempi tristi ma possiamo ancora tenere gli occhi aperti...
delbia
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 9
Iscritto il: 24/05/2008, 19:42
Località: Firenze

Re: I disastri del TG1. Così l’informazione diventa emergenza

Messaggioda Iafran il 11/03/2011, 14:09

Sandra Zampa ha scritto: è arrivato il momento non solo di denunciare le carenze delle
istituzioni di controllo e garanzia, ma di interrogarsi sul ruolo che
le opposizioni hanno in esse, fino a metterne in discussione i modi e
la stessa permanenza. Non si può rischiare di legittimare ciò che è
fuori dalle regole. E non possiamo più nasconderci che se
l'informazione nutre e alimenta la democrazia, in Italia siamo in
un'emergenza vera e propria.

E' quello che sostengono in molti (anche in questo forum), Paolo Flores d'Arcais ne è convinto, ne ha scritto pure un articolo ("L’opposizione lo lasci solo") su "il Fatto Quotidiano" del 19.1.11.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46


Torna a Sicurezza, Giustizia, Informazione

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 57 ospiti