Il Csm trasferisce Forleo da Milano

Decisione presa a maggioranza, tre voti contrari. Mancino: "Scelta molto sofferta"
Il motivo è l'incompatibilità ambientale. "Venuti meno equilibrio e indipendenza"
Il Csm trasferisce Forleo da Milano
Il giudice: "Lotterò fino alla fine"
Ma il gip non si arrende e annuncia che farà ricorso al Tar: "La giustizia avrà la meglio"
ROMA - Il giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo deve lasciare Milano. Il plenum del Csm ha disposto il trasferimento d'ufficio del gip dell'inchiesta sulle scalate bancarie. La decisione è stata motivata con l'incompatibilità ambientale. Ed è stata presa a maggioranza: 20 voti a favore, tre contrari, un astenuto. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che ha votato a favore della delibera, ha commentato: "Sono vicende che creano sofferenza, non è facile dire a un magistrato che se ne deve andare in un'altra sede". Ma Forleo ha annunciato battaglia e ha assicurato che farà ricorso, innanzitutto al Tar: "Lotterò fino alla fine dei miei giorni, andrò a testa alta nei tribunali per affermare il principio che la legge è uguale per tutti".
A favore del trasferimento d'ufficio della Forleo hanno votato i togati di Unicost, Md e del Movimento per la giustizia, insieme ai laici di centrosinistra e centrodestra, al vicepresidente Mancino e al primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone. Contrari, invece, i tre consiglieri togati di Magistratura Indipendente: il presidente della prima commissione Antonio Patrono e i colleghi Cosimo Ferri e Giulio Romano, che sostenevano una proposta di archiviazione. Si è astenuto il procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, che a carico del gip milanese ha avviato due procedimenti disciplinari, uno dei quali (quello per l'ordinanza su Unipol inviata alle Camere) si è concluso meno di un mese fa con l'assoluzione della Forleo da parte della sezione disciplinare del Csm.
Secondo il Csm, con alcune dichiarazioni sul caso Unipol - in particolar modo due suoi interventi alla trasmissione televisiva Annozero - la Forleo ha "compromesso il requisito dell'imparzialità richiesta". Nella delibera proposta dai togati Livio Pepino (Md) e Fabio Roia (Unicost) e approvata dal plenum, si sostiene che è emersa "una notevole propensione a condotte vittimistiche e una marcata carenza di equilibrio, nonché una personalizzazione delle vicende processuali" affidate a Clementina Forleo. La conseguenza sono "contrasti, conflitti e sospetti nei confronti dei magistrati di uffici con lei in contatto anche nella sede giudiziaria milanese".
"Sono molto amareggiata, non per me, perché sono in grado di sostenere un trasferimento - ha commentato Forleo - ma per i colleghi che non hanno questi mezzi". Di dichiarazioni 'sopra le righe', ha aggiunto il giudice, "ce ne sono costantemente, ci sono colleghi che ne hanno fatte su processi pendenti al loro carico e non è successo niente. Il mio è il primo caso". E dopo avere auspicato "una seria riforma" del settore, ha concluso: "Sono certa che la giustizia alla fine avrà la meglio".
(22 luglio 2008)
www.repubblica.it
Il motivo è l'incompatibilità ambientale. "Venuti meno equilibrio e indipendenza"
Il Csm trasferisce Forleo da Milano
Il giudice: "Lotterò fino alla fine"
Ma il gip non si arrende e annuncia che farà ricorso al Tar: "La giustizia avrà la meglio"
ROMA - Il giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo deve lasciare Milano. Il plenum del Csm ha disposto il trasferimento d'ufficio del gip dell'inchiesta sulle scalate bancarie. La decisione è stata motivata con l'incompatibilità ambientale. Ed è stata presa a maggioranza: 20 voti a favore, tre contrari, un astenuto. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che ha votato a favore della delibera, ha commentato: "Sono vicende che creano sofferenza, non è facile dire a un magistrato che se ne deve andare in un'altra sede". Ma Forleo ha annunciato battaglia e ha assicurato che farà ricorso, innanzitutto al Tar: "Lotterò fino alla fine dei miei giorni, andrò a testa alta nei tribunali per affermare il principio che la legge è uguale per tutti".
A favore del trasferimento d'ufficio della Forleo hanno votato i togati di Unicost, Md e del Movimento per la giustizia, insieme ai laici di centrosinistra e centrodestra, al vicepresidente Mancino e al primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone. Contrari, invece, i tre consiglieri togati di Magistratura Indipendente: il presidente della prima commissione Antonio Patrono e i colleghi Cosimo Ferri e Giulio Romano, che sostenevano una proposta di archiviazione. Si è astenuto il procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, che a carico del gip milanese ha avviato due procedimenti disciplinari, uno dei quali (quello per l'ordinanza su Unipol inviata alle Camere) si è concluso meno di un mese fa con l'assoluzione della Forleo da parte della sezione disciplinare del Csm.
Secondo il Csm, con alcune dichiarazioni sul caso Unipol - in particolar modo due suoi interventi alla trasmissione televisiva Annozero - la Forleo ha "compromesso il requisito dell'imparzialità richiesta". Nella delibera proposta dai togati Livio Pepino (Md) e Fabio Roia (Unicost) e approvata dal plenum, si sostiene che è emersa "una notevole propensione a condotte vittimistiche e una marcata carenza di equilibrio, nonché una personalizzazione delle vicende processuali" affidate a Clementina Forleo. La conseguenza sono "contrasti, conflitti e sospetti nei confronti dei magistrati di uffici con lei in contatto anche nella sede giudiziaria milanese".
"Sono molto amareggiata, non per me, perché sono in grado di sostenere un trasferimento - ha commentato Forleo - ma per i colleghi che non hanno questi mezzi". Di dichiarazioni 'sopra le righe', ha aggiunto il giudice, "ce ne sono costantemente, ci sono colleghi che ne hanno fatte su processi pendenti al loro carico e non è successo niente. Il mio è il primo caso". E dopo avere auspicato "una seria riforma" del settore, ha concluso: "Sono certa che la giustizia alla fine avrà la meglio".
(22 luglio 2008)
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