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Michele e il capoufficio

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Michele e il capoufficio

Messaggioda franz il 14/10/2010, 18:09

Gli argomenti di una certa destra sul caso Santoro non sono del tutto peregrini. Prendete un qualsiasi ufficio, giornale, fabbrica o laboratorio, e mettete il caso che un dipendente mandi a farsi fottere il direttore generale. Il minimo che gli può capitare, se il vaffanculo è pubblico e ostentato, è che il dipendente venga raggiunto da una sanzione.

Così le cose funzionano, quando funzionano in modo normale.

Ma così in Italia non è e non può essere, perché nulla si capisce se si dimentica che da noi il capo del governo mette pubblicamente all’indice giornali e giornalisti, perché lo stesso premier fa telefonate di pressione alle autorità garanti, perché il conflitto di interessi è talmente ramificato da inquinare tutto, perché il direttore generale in questione ricopia con troppo zelo il dettato dei suoi “editori di riferimento”, perché sempre lo stesso direttore non muove un dito per i santorianissimi editoriali di Minzolini.

La somma di tanta anomalia è sconsolante. E con la nuova puntata della lite Masi-Santoro l’Italia ci perde due volte. La prima perché Annozero non va in onda e alcuni milioni di persone, non solo Michele Santoro, non potranno vederlo. La seconda perché l’arroganza del potere è tanta e tale da trascinare tutti nel cupio dissolvi: amici, avversari e nemici.

Impossibile, oggi, non schierarsi contro chi vuole imbavagliare notizie e opinioni. Perché l’attacco all’informazione “non conforme” è grave, continuo e sempre più inquietante.

Ma la cosa peggiore che un regime illiberale può fare è avvelenare il pozzo della ragione, trasformando anche chi avrebbe torto in qualcuno che, legittimamente, può oggi dire di avere ragione.

Da Politica-Pop, di Mario Bracconi
http://bracconi.blogautore.repubblica.i ... poufficio/
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Annozero, Michele alla sfida finale

Messaggioda franz il 14/10/2010, 18:13

Annozero, Michele alla sfida finale
"Non ci sarà pareggio uno dei due via dalla Rai"
Andare alla 7? Al dg piacerebbe tenermi alla Rai, ma in un angolo a fare niente Questo non si può fare. L'inferno si scatena puntualmente alla vigilia della puntata. È un massacro, una via crucis. Ma vado avanti di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - La sfida finale nell'Italia del conflitto d'interessi passa anche da qui: Borgo Sant'Angelo 26, redazione di Annozero. "Siamo arrivati allo "show down", dice Michele Santoro. Al momento in cui "una parte salta". Non c'è pareggio. Vincitore o vinto. Viaggio senza ritorno. "O io o Masi", annuncia ai suoi collaboratori. "La storia si avvia all'epilogo". La terza via non esiste, il ritorno a un normale confronto tra il dipendente e la sua azienda impossibile . Perché la sfida è più grande sia di Santoro sia di Masi. Sull'informazione Silvio Berlusconi gioca una battaglia campale senza più freni. "È vero, una parte salta. Siete sicuri che sarò io?". Il conduttore non getta la spugna. Osserva con un sospiro: "Sempre di mercoledì...". Ovvero: "Alla vigilia della puntata si scatena regolarmente l'inferno. È un massacro, una via crucis. Ma vado avanti, rispetto gli impegni presi con il pubblico. E non dimentico che tanta gente sta peggio di me".

Santoro sa che il direttore generale della Rai vive un momento di grande difficoltà. Lunedì scorso ha riunito i 5 consiglieri di maggioranza proponendo il licenziamento del giornalista. "Voi mi seguite in consiglio?". Risposta negativa. Licenziamento rimangiato. Il premier si lamenta perché nessuno degli obiettivi (pubblici dopo le intercettazioni di Trani: Ruffini, Santoro...) è stato portato a casa. La sua delusione aumenta il livello dello scontro. I 10 giorni di sospensione ne sono la conseguenza più immediata. Ma c'è altro? Quando Santoro chiede "siete sicuri che salto io" allude a qualcosa o si limita provocare?

Il conduttore di Annozero affiderà all'editoriale di stasera i suoi pensieri, le prossime mosse. Che per il momento cercano di stare lontano dalla politica. Preferiscono piuttosto inchiodare i vertici della Rai alla pura gestione aziendale. "Ci mettono i bastoni tra le ruote tutte le settimane. Ora ci tagliano due puntate. Basta chiedere a Carlo Freccero, uno che di televisione ne sa più di tutti, cosa significa per un programma appena partito".
Annozero fa ascolti record: milioni di spettatori, inserzionisti che si ingolosiscono e pagano profumatamente la pubblicità nel programma. La sua forza sta qui. La trasmissione cresce di 300 mila ascoltatori a puntata, dalla partenza di quest'anno. "E loro ci fermano - si sfoga Santoro - . Vuol dire ricominciare daccapo quando torneremo in onda".

Ha passato il pomeriggio con gli avvocati. Per studiare l'ennesimo ricorso. Dice di non essere "né rassegnato né stanco". E che sentenza che obbliga la Rai a dargli la prima serata si può aggirare se il Cda vuole. "Masi e il consiglio sono liberi di fare una scelta chiara - ripete nella sua stanza al primo piano di Borgo Sant'Angelo -. La sentenza non costringe la Rai a tenermi. Arriviamo a dicembre, facciamo le nostre 12-13 puntate e chiudiamo lì". Così finirebbero i sabotaggi, i contratti non firmati, i provvedimenti disciplinari, "questo spararci nelle gambe ogni volta che ci muoviamo". Si fa una trattativa, si scioglie il contratto e Santoro può guardarsi intorno, magari puntando l'occhio a La7. "A qualcuno sarebbe piaciuto che me ne andassi gratis dalla Rai, ma questo è impossibile. A Masi piacerebbe tenermi ma in un angolo a fare niente. E anche questo non si può fare". I contratti si strappano, "non c'è bisogno del mobbing".

Tornare alla normalità dei rapporti aziendali sarebbe "la soluzione migliore", dice Santoro. Che ribalta l'accusa di Masi, difende l'editoriale. Era la base per un confronto civile, sostiene. "C'era stato un lungo braccio di ferro - racconta a Freccero che si affaccia nella sua stanza -, l'avvio difficile della nuova stagione. Ma il messaggio era chiaro: ok, adesso si ricomincia". Invece è ricominciato il duello. Alle mosse del direttore generale risponde Santoro con il suo discorso settimanale al popolo di Annozero. La stessa storia, tutti i giovedì. Adesso siamo all'epilogo, secondo il conduttore. O io o lui non è solo uno scontro personale. È una diversa idea di tv, di informazione.

(14 ottobre 2010) © Riproduzione riservata
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Re: Michele e il capoufficio

Messaggioda pianogrande il 14/10/2010, 20:53

Ma possibile che Santoro non abbia mai venduto o comprato un appartamento magari a Roccacannuccia,o almeno, non a abbia mai indossato calzini tali da essere "attenzionato"?
Se tocca disturbare il direttore generale, Feltri, Belpietro, salvo altri, stano rubando lo stipendio.
Fotti il sistema. Studia.
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Santoro: «Raccogliete firme contro lo stop ad Annozero

Messaggioda franz il 15/10/2010, 8:55

L'appello di Santoro: «Raccogliete
firme contro lo stop ad Annozero»


Il giornalista ai telespettatori: petizione in ogni caseggiato. Formigoni: «Punizione fuori dal mondo»

MILANO - Michele Santoro rilancia lo scontro con il direttore generale della Rai Mauro Masi, che gli ha inflitto un provvedimento di sospensione che dovrebbe portare a far saltare le prossime due puntate di Annozero.

L'APPELLO - Il conduttore spiega, nel suo discorso introduttivo alla puntata odierna della trasmissione, che avrebbe preferito ricorrere al giudice per impedire che la punizione contro di lui fosse anche estesa alla cancellazione temporanea del programma. Ma visto che non ci sono i tempi tecnici per farlo, «non c’è che una soluzione: ricorrere al cosiddetto arbitrato interno, soluzione che non amo. Ma voglio per una volta - aggiunge rivolto al suo pubblico - che voi raccogliate in ogni caseggiato dove c’è qualcuno che ascolta Annozero una dichiarazione che dice al presidente della Rai "sono un abbonato e non voglio essere punito al posto di Santoro"».

BERSANI - «Ci possono essere errori ma un'azienda normale non fa punizioni autopicconandosi. È come se l'Eni per punire un ingegnere sospendesse l'estrazione del gas. Non è un'azienda normale». Il segretario Pd Pier Luigi Bersani, ospite di Annozero, critica così la decisione della direzione generale Rai di sospendere per 10 giorni la trasmissione di Michele Santoro. «Finchè non si cambieranno i meccanismi - afferma Bersani - i partiti non usciranno dalla Rai, non ci sarà un amministratore delegato non ne usciremo mai. Noi paghiamo il canone per avere un'azienda normale, l'autolesionismo non lo capisco».

FORMIGONI - «Io mi sarei limitato ad un cartellino giallo. Due giornate di squalifica sono una cosa fuori dal mondo. Da utente avrei preferito un'azienda che si fosse tenuta lontana da questi provvedimenti», ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo ad Annozero.

L'ARBITRATO - Nessun ricorso in tribunale dunque per Santoro. Ma ricorso a un collegio arbitrale che esamini la sospensione di dieci giorni decisa dal direttore generale Mauro Masi. Questa strada, stando all’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori, lo metterà nelle condizioni di riprendere subito a lavorare garantendo quindi la trasmissione delle due puntate previste per giovedì 21 e giovedì 28 ottobre. Infatti l’articolo 7 dello Statuto prevede l’immediata sospensione di qualsiasi provvedimento in attesa che il collegio si riunisca. Collegio, convocato presso l’ufficio provinciale del Lavoro di Roma, che sarà composto da un membro indicato da Santoro (quasi certamente l’avvocato Domenico D’Amati) uno dalla Rai (un membro dell’ufficio legale) più un presidente concordato tra le parti o, in caso di mancata intesa, dall’ufficio provinciale del Lavoro. Dunque sembra quasi certo che Annozero continuerà regolarmente ad andare in onda fino alla riunione del collegio arbitrale e alla decisione che prenderà.

GABER - In coda alla trasmissione, sulle vignette di Vauro (che ha annunciato di essere stato querelato da Masi), Michele Santoro ha chiuso la puntata intonando insieme al pubblico «la libertà non è uno spazio libero; libertà è partecipazione». Parole e musiche di Giorgio Gaber.

Redazione online
14 ottobre 2010 www.corriere.it
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