Arrestato l'ex senatore Marano (Forza Italia)

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Napoli, bancarotta per 100 milioni di euro arrestato l'ex senatore Marano
NAPOLI (6 ottobre) - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo arresti e perquisizioni per reati di bancarotta per circa 100 milioni di euro nei confronti di un gruppo di noti imprenditori napoletani operanti nel settore edile Si tratta dell'ex parlamentare di Forza Italia Salvatore Marano, 55 anni, nato a Melito, ed eletto in Senato nel 2001. In manette anche i suoi due fratelli, Stefano e Francesco
Le accuse. Le indagini si sono concentrate soprattutto sull'attività di cinque società di costruzioni dichiarate fallite nonchè sulla holding cui le stesse erano riconducibili. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, i collegamenti tra le società fallite avevano consentito la creazione, dalla fine degli anni Ottanta, di un vero e proprio gruppo, il 'Gruppo Marano' impegnato nella edificazione alla periferia nord di Napoli e, come emerso dalle indagini, attivo in vari settori con circa un centinaio di società variamente controllate, partecipate, amministrate o comunque connesse, anche in virtù di rapporti familiari o di cointeressenza economica-finanziaria, ai fratelli Marano.
Il meccanismo fraudolento escogitato dai Marano e realizzato anche grazie all'accondiscendenza di alcuni dipendenti bancari, consisteva nell'utilizzo di disponibilità economiche solo cartolarmente esistenti sui conti bancari di riferimento. È, infatti, emerso, che nel corso del 1993 e del 1994 le società del gruppo Marano avevano beneficiato del reddito bancario per importi di notevole entità in assenza di affidamenti bancari o dei requisiti per la concessione, presentando per l'incasso effetti cambiari intestati a persone inesistenti o comunque falsi ed effettuando un 'girò di assegni bancari emessi e ricevuti da società sempre facente capo al gruppo, senza adeguata copertura finanziaria. Nel corso delle perquisizioni, ancora in corso, rinvenuti anche circa 50 orologi di valore.
Il precedente. Già nel 2001 fu emessa una ordinanza di custodia cautelare per Salvatore Marano: ma in quegli anni era senatore e, quindi, l'arresto non fu eseguito. Il provvedimento scattò nell'ambito di una inchiesta su frodi comunitarie che aveva già portato all'arresto di due persone. Associazione per delinquere e truffa aggravata le accuse che allora gli furono contestate. Fu lo stesso senatore a far presente alla Guardia di Finanza, che si presentò a casa sua per arrestarlo, la propria situazione di immunità. Fonti della Procura spiegarono che la richiesta di arresto era stata formulata ad aprile del 2001, prima dunque delle elezioni politiche, e che tale circostanza avrebbe determinato l'errore. La Giunta per le autorizzazioni del Senato respinse la richiesta di arresto di Marano.
Napoli, bancarotta per 100 milioni di euro arrestato l'ex senatore Marano
NAPOLI (6 ottobre) - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo arresti e perquisizioni per reati di bancarotta per circa 100 milioni di euro nei confronti di un gruppo di noti imprenditori napoletani operanti nel settore edile Si tratta dell'ex parlamentare di Forza Italia Salvatore Marano, 55 anni, nato a Melito, ed eletto in Senato nel 2001. In manette anche i suoi due fratelli, Stefano e Francesco
Le accuse. Le indagini si sono concentrate soprattutto sull'attività di cinque società di costruzioni dichiarate fallite nonchè sulla holding cui le stesse erano riconducibili. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, i collegamenti tra le società fallite avevano consentito la creazione, dalla fine degli anni Ottanta, di un vero e proprio gruppo, il 'Gruppo Marano' impegnato nella edificazione alla periferia nord di Napoli e, come emerso dalle indagini, attivo in vari settori con circa un centinaio di società variamente controllate, partecipate, amministrate o comunque connesse, anche in virtù di rapporti familiari o di cointeressenza economica-finanziaria, ai fratelli Marano.
Il meccanismo fraudolento escogitato dai Marano e realizzato anche grazie all'accondiscendenza di alcuni dipendenti bancari, consisteva nell'utilizzo di disponibilità economiche solo cartolarmente esistenti sui conti bancari di riferimento. È, infatti, emerso, che nel corso del 1993 e del 1994 le società del gruppo Marano avevano beneficiato del reddito bancario per importi di notevole entità in assenza di affidamenti bancari o dei requisiti per la concessione, presentando per l'incasso effetti cambiari intestati a persone inesistenti o comunque falsi ed effettuando un 'girò di assegni bancari emessi e ricevuti da società sempre facente capo al gruppo, senza adeguata copertura finanziaria. Nel corso delle perquisizioni, ancora in corso, rinvenuti anche circa 50 orologi di valore.
Il precedente. Già nel 2001 fu emessa una ordinanza di custodia cautelare per Salvatore Marano: ma in quegli anni era senatore e, quindi, l'arresto non fu eseguito. Il provvedimento scattò nell'ambito di una inchiesta su frodi comunitarie che aveva già portato all'arresto di due persone. Associazione per delinquere e truffa aggravata le accuse che allora gli furono contestate. Fu lo stesso senatore a far presente alla Guardia di Finanza, che si presentò a casa sua per arrestarlo, la propria situazione di immunità. Fonti della Procura spiegarono che la richiesta di arresto era stata formulata ad aprile del 2001, prima dunque delle elezioni politiche, e che tale circostanza avrebbe determinato l'errore. La Giunta per le autorizzazioni del Senato respinse la richiesta di arresto di Marano.