Pagina 1 di 1

Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 08/01/2010, 13:12
da trilogy
da: www.lastampa.it

Arrestato un anno e mezzo fa per aver preso tangenti dal re della Sanità abruzzese
FABIO MARTINI
ROMA
Quel pomeriggio di metà luglio il Procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi sembrò a tutti sinceramente convinto e convincente nel motivare la richiesta di arresto del presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, di assessori e funzionari della sua Giunta: «Stavano distruggendo la sanità in Abruzzo», gli indagati sono «schiacciati da una valanga di prove», è dimostrato il pagamento di tangenti, «una barca di soldi, circa 30 miliardi di vecchie lire».

Grande fu l’effetto di quel tintinnar di manette: l’immediato infarto della giunta di centrosinistra e cinque mesi più tardi la vittoria del centrodestra alle elezioni anticipate. Sull’inchiesta si spensero i riflettori: le parole di Trifuoggi sembravano preludere ad un processo così ben istruito da poter essere rapidamente archiviato. E invece dal giorno degli arresti - era il 14 luglio 2008 - la Procura si è avvalsa per due volte della facoltà di chiedere una proroga delle indagini. In un anno e mezzo sono state disposte circa un centinaio di rogatorie internazionali alla ricerca di conti esteri o di società off-shore. Ma non un soldo è stato trovato e il pilastro dell’accusa resta, essenzialmente, la parola del «collaboratore» Vincenzo Angelini, il patron delle cliniche abruzzesi che dopo aver goduto per anni di trasferimenti miliardari da parte della Regione, ad un certo punto raccontò ai magistrati di essersi stancato dei ricatti dei politici.

Ma nel frattempo dalle carte del processo sono spuntate alcune sorprese: la Procura - nel richiedere il rinvio a giudizio degli imputati per reati gravi come la concussione e l’assocazione per delinquere - contestualmente ha dovuto depositare gli atti via via acquisiti. E sono emersi tre rapporti - uno dei Carabinieri, uno della Guardia di Finanza e due della Banca d’Italia - che fino ad oggi non potevano essere conosciuti dalle parti e che sembrano andare in una direzione diversa da quella dell’accusa. In un rapporto riservato i Carabinieri avevano chiesto l’arresto di Angelini e di sua moglie e quanto alla giunta Del Turco si dimostrava che non aveva favorito le cliniche private, ma avviato invece un drastico taglio alle richieste illegittime del loro patron.

E così, dopo un anno e mezzo, da qualche giorno a Pescara il vento è girato. A cominciare dal Pd, che finora mai aveva difeso la “sua” Giunta. Per il capogruppo consiliare Marco Alessandrini, figlio di Emilio, il procuratore ucciso da Prima linea, «il rapporto dei Carabinieri offre un punto di vista diametralmente opposto a quello cristallizzato negli arresti» e persino il prudentissimo Franco Marini, oggi in un’intervista al “Centro”, esce allo scoperto: «Dai documenti oramai pubblici è inconfutabile come la giunta Del Turco abbia agito con coraggio rispetto ai costi della sanità privata e che l’accusa si basi soltanto sulle dichiarazioni di Angelini».

Il citatissimo rapporto dei Carabinieri del Nas documenta una serie di truffe ai danni della Regione consumate all’interno delle cliniche convenzionate di Angelini, reati così gravi da indurre l’Arma a consigliare la reclusione del patron. E’ importante la data del rapporto: 16 giugno 2008. Un mese più tardi infatti scattano gli arresti: non per Angelini però, ma per Del Turco e per i suoi collaboratori. Cosa è accaduto per invertire il destinatario delle manette? Ancora poche settimane prima Angelini aveva dichiarato ai magistrati di non aver mai dato un soldo ai politici e, anzi, di essere stato massacrato dalla giunta Del Turco.

Poi, intuìto forse che per lui l’aria si stava facendo pesante, ha cambiato versione. Ha detto la verità? Oppure è vero il contrario? Lo stabilirà il processo e in quella sede gli imputati faranno valere anche un altro dato emerso dal rapporto dei Carabinieri: negli anni tra il 2005 e il 2007 la giunta di centrosinistra aveva tagliato drasticamente i fondi destinati alle cliniche di Angelini, sospettate di una gestione troppo “allegra”, con una decurtazione di circa 43 milioni di euro, quadrupla rispetto ad analoghi tagli disposti dalla precedente giunta di centro destra. Tra gli atti depositati dalla Procura, ci sono anche due rapporti prodotti dalla Banca d’Italia (tra agosto e ottobre del 2008) e dalla Guardia di Finanza (settembre 2008) che segnalavano movimentazioni di denaro «sospette», estero su estero, in particolare una con la quale Angelini pescò, non si è capito da dove, 3 milioni di euro per pagare gli stipendi dei propri dipendenti.

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 08/01/2010, 14:13
da franz
malasanità, malagiustizia.
probabilmente alla radice c'è lo stesso problema.
incompetenza, pessima preparazione tecnica, strutture non adeguate ai compiti.
In questo caso i due aspetti hanno fatto cortocircuito (una giustizia inadeguata che indaga sulla malasanità).
Ovviamente c'è anche qualche raggio di ottima sanità e di buona giustizia.
Non facciamo di ogni erba un fascio.
Franz

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 08/01/2010, 14:54
da trilogy
Sono d'accordo che non bisogna fare di ogni erba un fascio nella sanità come nella giustizia.
Ricordiamoci però che nell'inchiesta abruzzese sono state formulate accuse gravissime, persone sono finite in carcere.
Ora, se questi provvedimenti sono stati presi ignorando la documentazione disponibile, su prove incosistenti, sulla base di teorie prive di fondamento, chi ha condotto l'inchiesta va punito in maniera esemplare.

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 14/01/2010, 17:37
da Iafran
Marco Travaglio, sulla prima pagina de "il Fatto Quotidiano" dell'11 gennaio '10, nell'articolo "Battista il cassazionista", scrive

"… La gente legge e si dice: toh, hanno assolto Del Turco. Poi legge "il Fatto" e scopre che non è vero niente. Nessun'assoluzione, nessun elemento nuovo, tantomeno a discarico. Il tanto strombazzato dossier dei Nas sulle Asl abruzzesi risale a prima dell'arresto di Del Turco, i pm che l'avevano commissionato lo citavano ampiamente nella richiesta cautelare a conferma delle accuse, gli avvocati lo conoscevano benissimo ma non si erano mai sognato di considerarlo una prova favorevole. I Nas …"

Mi sono limitato a trascrivere questa parte perché non riesco ad estrarre l'intero pezzo dal sito.
Vuole cimentarsi qualche altro?

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 14/01/2010, 19:32
da cardif
Marco Travaglio - Battista , il Cassazionista [FattoQuotidiano del 12.01.2010]

Quando uno qualunque finisce in carcere e sotto processo, cerca di smontare le accuse e, se è innocente, spera di convincere i vari magistrati che si occupano di lui. Se invece, puta caso, ha la doppia fortuna di chiamarsi Ottaviano Del Turco e di aver frequentato Craxi, nulla di tutto questo. Appena uscito di galera, entra di diritto a Porta a Porta, poi beneficia degli articoli innocentisti di commentatori che non hanno mai letto una riga delle carte processuali: cioè di Pigi Battista sul Pompiere della Sera. Quando poi si avvicina l'udienza preliminare, fabbrica una bella bufala e strappa paginoni e titoloni a edicole unificate.

La Stampa: "Crollano le accuse a Del Turco", "L'ex governatore: mi ha ferito la viltà del Pd, i fatti mi danno ra gione". Corr iere: "Del Turco: su di me affiora la ver ità", "Del Turco paga il suo passato socialista". Il Giornale: "L'accusatore di Del Turco? Meritava la g a l e ra ", "Sgarbi: ora il pm deve pagare". La gente legge e si dice: toh, hanno assolto Del Turco. Poi magari legge il Fatto e scopre che non è vero niente. Nessun'assoluzione, nessun elemento nuovo, tantomeno a discarico. Il tanto strombazzato dossier dei Nas sulle Asl abruzzesi risale a prima dell'arresto di Del Turco, i pm che l'avevano commissionato lo citavano ampiamente nella richiesta cautelare a conferma delle accuse, gli avvocati lo conoscevano benissimo ma non si erano mai sognati di considerarlo una prova favorevole. I Nas si limitavano a scrivere che la Regione era stata costretta a ridurre il budget sanitario dal governo Prodi per contenere il buco miliardario.

Ma Del Turco non è imputato per aver speso troppo, bensì per aver intascato tangenti da 6 miliardi di lire dal re della sanità convenzionata, Vincenzo Angelini. I Nas ne chiedevano l'arresto, ma gli arresti fino a prova contraria li decidono i magistrati, che nel suo caso non ravvisarono esigenze cautelari perché Angelini collaborava: confessando di aver truffato la Regione e di aver pagato Del Turco e il suo staff per continuare a truffarla. Del Turco ovviamente nega, ma questo
ovviamente non basta: è raro trovare un imputato (aparte l'orrido Angelini) che confessi. Né basta il fatto che i giudici non abbiano trovato conti esteri intestati a Del Turco: nessuno è così stupido da intestarseli. Al supergiudice galattico Battista però questo basta e avanza: l'altroieri si è ritirato in camera di consiglio a sezioni unite e, dopo breve discussione, ha sentenziato unanimemente e irrevocabilmente sul Pompiere: "La giustizia ha decapitato la giunta abruzzese e si è dimostrata ingiusta…

Qualora il processo appurasse in via definitiva ciò che appare sempre più evidente, si sarà scritta una orribile pagina della magistratura e della politica". Resta da capire perché, se è armato di elementi difensivi così poderosi, Del Turco li abbia finora nascosti ai pm e al gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere, come ha fatto pure la sua compagna sulla provenienza dei 600 mila euro usati per l'acquisto di una casa intestata a lei. E perché il suo segretario Lamberto Quarta non riesca a spiegare i 200 mila euro in contanti usati per comprare una villa. E perché la difesa Del Turco non si affretti a chiedere il giudizio abbreviato in base alle carte dei pm, se sono così favorevoli. Noi naturalmente non sappiamo se Del Turco è colpevole o innocente: aspettiamo che ce lo dicano i giudici, che sono pagati per questo.

Ma invidiamo molto il collega Battista che, dotato di virtù divinatorie, sapeva dell'innocenza di Del Turco fin dal giorno del suo arresto. Lui del resto è innocentista anche dopo le condanne definitive: infatti ha appena beatificato con trasporto il pluripregiudicato Craxi. Con Del Turco si è semplicemente portato avanti col lavoro. Così, in attesa di sapere se Del Turco è innocente, già sappiamo come si regolerà Battista: se sarà assolto, griderà al complotto; se sarà condannato, anche.
----------

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 15/01/2010, 0:07
da Iafran
cardif ha scritto:Marco Travaglio - Battista , il Cassazionista [FattoQuotidiano del 12.01.2010]

Grazie dell'impegno.

Re: Indagine sanità:crollano accuse a Del Turco

MessaggioInviato: 15/01/2010, 14:40
da Iafran
Siamo sempre più in balia della "casta"!
_________________________________________
ANCHE IL PD CONTRO I GIUDICI di Sandra Amurri
Destra e sinistra firmano insieme un’interrogazione: "L’inchiesta su Del Turco ha violato la Costituzione"

Inchiesta bipartisan. Assoluzione preventiva bipartisan. Stringiamoci a coorte: la casta chiamò. Il nemico comune, neanche a dirlo, è la magistratura.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, che il 14 luglio del 2008 ha portato in carcere il presidente in carica della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, con l’accusa di aver intascato tangenti della sanità per cinque milioni di euro, vede coinvolti anche esponenti del centrodestra, come il deputato del Pdl Sabatino Aracu.
E in attesa che il gup valuti la richiesta di rinvio a giudizio e che un giudice emetta una sentenza di assoluzione o di colpevolezza, arriva un’interrogazione parlamentare bipartisan firmata appunto da senatori del Partito democratico come Franca Chiaromonte, Pietro Marcenaro, Adriano Musi, Luciana Sbarbati, e da senatori del Pdl come Luigi Compagna, Ombretta Colli, Antonino Caruso, Diana De Feo, Marcello Pera e Vincenzo Fasano.

L'interrogazione. Chiedono al ministro della Giustizia se siano stati "violati diritti costituzionali individuali e se lo svolgimento della vita democratica della regione non sia stato irrimediabilmente compromesso dai comportamenti della magistratura". E terminano con la seguente domanda: "Come si può impedire in futuro il ripetersi di inchieste tanto palesemente disancorate al rispetto delle norme costituzionali in termini di diritti individuali?".
Senatori della Repubblica che dovrebbero avere cognizione della pericolosità delle parole utilizzate, che minano nelle fondamenta la credibilità dell’azione della magistratura e il principio della separazione dei poteri.
Così come dovrebbero sapere che chiedere al ministro della Giustizia di svolgere attività ispettiva sul processo in corso comporta una vera e propria azione intimidatoria nei confronti del giudice che dovrà decidere sull’esito della richiesta di rinvio a giudizio.
Ma a loro discolpa gioca la condivisione dell’assunto berlusconiano che chi, come lui – e Del Turco – è stato eletto dal popolo non può e non deve essere sottoposto alla legge. Così come non stupisce che tra i firmatari ci sia anche una delle due artefici del "lodino" Chiaromonte-Compagna che in attesa del “lodone” rende immuni dal rispetto della legge i presidenti della Repubblica, del Consiglio, della Camera e del Senato. E’ un vero peccato però che nella stesura abbiano dimenticato i presidenti di regione.

La stampa. Quello su cui dovrebbero interrogarsi quei poveri illusi che credono ancora di vivere in uno Stato di diritto in cui la legge è uguale per tutti è la tempistica degli attacchi ai magistrati di Pescara in attesa che il gup esamini la loro richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Del Turco, iniziata da una settimana sulla stampa e ora sfociata in un’interrogazione parlamentare che arriva ad attribuire la responsabilità della caduta della giunta abruzzese alla magistratura che ha indagato e arrestato il presidente e non a chi avrebbe intascato tangenti.
Fin qui la politica. Ora passiamo ai fatti. Primo fra questi è che Del Turco, una volta finito in carcere, non ha impugnato il provvedimento di custodia cautelare – come era suo diritto – rivolgendosi al Tribunale della Libertà che ha respinto il ricorso degli altri arrestati, definendo il grande accusatore Vincenzo Angelini "attendibile".

Le case. Il secondo fatto è che Del Turco non si è opposto al provvedimento di sequestro, avvenuto il 28 luglio del 2009, delle due case di Roma e Sardegna, che secondo i pm sono state acquistate con 600 mila euro frutto di tangenti versategli dal re della sanità privata abruzzese Angelini. Soldi che Del Turco ha consegnato in contanti alla sua compagna, Cristina D’Avanzo, che a sua volta li ha utilizzati per acquistare le due case. Dagli accertamenti patrimoniali non è risultata alcuna disponibilità della signora che legittimasse una simile spesa. Ma sia Del Turco sia la sua compagna dinanzi ai magistrati non hanno voluto rivelare la provenienza di quei 600 mila euro avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Il procuratore. Terzo fatto è che gli avvocati difensori di Del Turco ricevuto l’avviso della conclusione delle indagini non hanno chiesto ulteriori indagini, non hanno esibito né documenti né memorie, né hanno chiesto, alla luce degli atti acquisiti, che il loro assistito venisse interrogato.
Il procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi non commenta l’interrogazione parlamentare, alza le spalle con disarmante arrendevolezza, come dire: se non dobbiamo più perseguire reati basta che ce lo dicano e cambieremo mestiere.

Da "Il Fatto Quotidiano" del 15 gennaio 2010