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"Il golpe sulle intercettazione" da inviatospeciale.com

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

"Il golpe sulle intercettazione" da inviatospeciale.com

Messaggioda lucameni il 12/06/2009, 14:15

"Votata la fiducia sulla legge che impedisce le indagini e limita la libertà di stampa. Silenzio quasi totale sulle tv del Cavaliere e nessuna spiegazione ai cittadini.

intercettazioniI commenti e le dichiarazioni di sdegno sono state numerose, eccone una sintesi.

Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ha detto: “ll presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo aver fatto il lodo Alfano, per assicurarsi l’impunità, e il lodo Apicella, per portare a spasso la sua corte dei miracoli con aerei di Stato, ora vara il lodo intercettazioni per permettere alla casta politica e finanziaria di questo Paese di sfuggire alle maglie della giustizia”. L’ex magistrato ha aggiunto: “Insomma, siamo in piena notte della Repubblica e dobbiamo fermare democraticamente questa dittatura fascistoide e piduista prima che sia troppo tardi”.

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L’Associazione famiglie vittime della strage di via dei Georgofili ha affermato: “È nostra ferma convinzione che si voglia una legge che ponga gravi limiti all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, non perchè le stesse possono essere usate a sproposito da stampa e media inconveniente che può benissimo essere affrontato e arginato in sede di severa legislazione, bensì per impedire ai pm, alla magistratura, di utilizzare liberamente uno strumento scomodo che potrebbe dare la possibilità di arrivare alla completa verità sui ‘concorrenti della mafia’ per le stragi del 1993. Lo ribadiamo ancora una volta - ha proseguito l’Associazione - Lo Nigro Cosimo, Francesco Giuliano, Gaspare Spatuzza e molti altri, tutti condannati all’ergastolo in Cassazione per strage eversiva, non erano soggetti riconducibili alla mafia corleonese prima dell’espletamento di indagini complesse e molto lunghe nel tempo, non certo della durata di 60 giorni. Quindi all’epoca della strage terroristica eversiva di stampo mafioso di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993,con una legge come quella che si vuole varare in queste ore, ci sono serie possibilità che il gruppo di fuoco di Bagarella potesse farla franca”.

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Il vicepresidente di Legambiente e responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, Sebastiano Venneri, ha commentato: “Porre la fiducia e approvare un testo che impedirà di fatto d’intercettare gli eco-criminali, ed in particolare i trafficanti di veleni, è un regalo all’ecomafia. Le intercettazioni telefoniche hanno avuto in questi anni un ruolo risolutivo per fermare tante organizzazioni criminali che hanno smaltito illegalmente rifiuti in tutto il Paese. Impedirle per questi reati è un atto gravissimo che avrà gravi ripercussioni sulla lotta contro la criminalità ambientale”. Venneri ha continuato: “Abbiamo denunciato più volte la necessità di mantenere questo strumento indispensabile per tutti i reati contro l’ambiente come i traffici illeciti di rifiuti tossici e gli incendi dolosi, altrimenti esclusi perchè passibili di pene inferiori ai 10 anni. E su questo punto abbiamo avuto al nostro fianco il presidente della Commissione d’inchiesta sui rifiuti Gaetano Pecorella, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, magistrati, giuristi competenti e anche parlamentari di maggioranza. Senza intercettazioni - ha proseguito l’ambientalista - sarà più difficile continuare a scoprire e perseguire con efficacia certi delitti devastanti, che ogni anno concorrono a danneggiare gravemente il territorio italiano e sgominare il coinvolgimento diretto nelle attività criminali di colletti bianchi, professionisti, funzionari pubblici corrotti e così via. Una vera e propria immunità per chi distrugge l’ambiente e mina la salute dei cittadini”

Legambiente ha ricordato anche come ad oggi i reati ambientali sono ancora puniti con sanzioni di tipo contravvenzionale. In appena 7 anni dalla sua entrata in vigore, invece, la norma che riconosce il delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ha consentito alle forze dell’ordine e magistratura di portare a termine ben 131 inchieste, l’ultima delle quali, coordinata dalla procura di Modena, conclusa ieri, di emettere 841 ordinanze di custodia cautelare, denunciare 2425 persone, con il coinvolgimento di 68 procure di tutto il territorio nazionale. Peraltro, ha concluso l’associazione, il 2008 è stato l’anno dei record per i trafficanti di rifiuti, che secondo il Rapporto Ecomafia 2009 hanno fatturato circa 7 miliardi di euro, gestendo in maniera criminale circa 31 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. “È un atto vergognoso -ha accusato Venneri- una pagina buia per la lotta alla criminalità organizzata, un freno assurdo e ingiustificato all’azione di contrasto delle Forze dell’Ordine e della Magistratura”.

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Il segretario dell’Associazione nazionale funzionari polizia (Anfp), Enzo Marco Letizia ha sostenuto che la nuova legge “comprime intollerabilmente non soltanto uno strumento utilissimo per contrastare la criminalità, ma finisce per lasciare indifesi gli stessi operatori di polizia nelle fasi più critiche delle indagini, quelle nelle quali i criminali potranno scambiarsi liberamente comunicazioni telefoniche anche per ordire agguati, contromisure alle indagini in corso e altre azioni finalizzate ad ostacolare investigatori”. Il rappresentante della polizia ha insistito: “La norma ci appare da ora incostituzionale nella misura in cui non consente, ad esempio, le intercettazioni telefoniche e ambientali per tutelare gli agenti sotto copertura che espletano indagini in materia di stupefacenti ed armi. Per questi motivi, pur stigmatizzando gli evidenti abusi che alcuni inconcludenti magistrati hanno fatto dello strumento dell’intercettazione, dobbiamo richiamare l’attenzione del Parlamento sulla necessità che si provveda non tanto a limitare le possibilità ed i termini delle intercettazioni, quanto, piuttosto, a sanzionare severamente pubblici ministeri, giudici, polizia giudiziaria e gli stessi avvocati che non esercitino il dovuto controllo sulle intercettazioni e ne facciano un uso distorto”.

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Pd, Idv e Udc hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sostenendo che “stavolta la misura è davvero colma”. I tre partiti esprimono il “proprio disagio” contro la legge contro “questo modo di legiferare della maggioranza” che di fatto è diventato “un mercato delle vacche” tra Lega e Pdl.

“Le forze di opposizione - si legge nella lettera - si interrogano, con fortissima preoccupazione, sulla compatibilità, di questo continuo ricorso alla fiducia, con i principi costituzionali. Confidiamo, signor presidente, nel suo intervento, nelle forme che riterrà opportune, per restituire pienezza di contenuti democratici al dibattito parlamentare sulle leggi”.

Il capogruppo del Pd Antonello Soro in una conferenza stampa convocata insieme al presidente dei deputati dell’Idv Massimo Donadi e al vice-capogruppo dell’Udc Michele Vietti, ha sostenuto che il voto di fiducia di ieri richiesto dal governo per far passare la legge aveva come “unico obiettivo quello di impedire che ci possa essere una libera espressione da parte dei parlamentari della maggioranza”. Per l’esponente del Pd il processo di formazione delle leggi “si sta trasformando di fatto in un mercato delle vacche: io ti do il sostegno al ballottaggio e tu in cambio non appoggi il referendum. Io ti do le intercettazioni e tu dai qualcos’altro a me…”.

Donadi, ha aggiunto che si mette “un bavaglio alla stampa” e si nega ai cittadini “il diritto di conoscere e quindi di essere informati”. Per l’Idv “si tratta di un testo profondamente eversivo perchè mette la mordacchia alla stampa, viola ogni diritto del cittadino ad essere informato ed è di fatto la dimostrazione di come lo Stato intenda arrendersi alla criminalità rinunciando a fare le indagini. E questo - ha aggiunto - solo per compiacere il presidente del Consiglio. La democrazia è realmente in pericolo ed è per questo che chiediamo l’intervento di Napolitano. Non è un caso che la fiducia su questo ddl sia stata chiesta all’indomani delle elezioni. Di farlo prima non hanno avuto la faccia. Soprattutto la Lega, che sulla sicurezza aveva fatto la sua campagna elettorale. Ma ci sono cose davvero gravissime in questo testo come quella di consentire le intercettazioni solo in presenza di ‘evidenti indizi di colpevolezza’”.

Per Vietti “la definizione ‘evidenti’ è molto più stringente del termine ‘gravi’, pertanto diventerà praticamente impossibile intercettare. Servirebbero indizi ancora più consistenti di quelli necessari” a far scattare le manette. “Prima mettono tra le proprie priorità, anzi ossessioni, la sicurezza e poi, una volta incassato il voto, sono pronti a vanificare un importante strumento di indagine come quello delle intercettazioni”

Il deputato centrista ha specificato che “l’Udc è molto gelosa della sua specificità di opposizione, ma stavolta la situazione è tale che occorre un’azione congiunta per far capire ai cittadini quanto la situazione stia diventando pericolosa. E noi chiediamo a Napolitano di valutarla bene questa situazione per capire se non ci sia un rischio per gli equilibri costituzionali” e poi ha fatto notare come con l’adesione alla protesta congiunta il suo partito “intende mandare un chiaro segnale anche al ministro Alfano perchè noi siamo stati tra i più dialoganti, nell’opposizione, proprio per cercare di trovare delle convergenze. Ma se il metodo è questo, e cioè ricorrere continuamente alla fiducia, è chiaro che non potremmo essere più così tolleranti”.

Nella conferenza stampa Soro ha fatto infine notare l’incongruenza di chiedere il voto di fiducia su un testo che “è stato fermo oltre quattro mesi in Commissione”. Il ddl intercettazioni, infatti, era stato licenziato dalla Commissione Giustizia della Camera il 19 febbraio.

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Roberto Zaccaria, vicepresidente Pd in commissione Affari Costituzionali ha affermato: “Non si può impedire ai giornalisti di parlare dei processi e dei loro risultati. Quando cessa il segreto investigativo il giornalista deve poter raccontare, perchè il processo si fa in nome del popolo”. L’ex presidente della Rai si è detto in disaccordo anche sulla fiducia posta dal governo: “Sono duramente contrario al fatto che si chieda la fiducia su leggi che disciplinano la libertà dei cittadini”, ha dichiarato.

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Giuseppe Quattrocchi, procuratore capo della Repubblica di Firenze, ha detto: “Le intercettazioni sono importanti sulle indagini per mafia e camorra perchè non sempre l’associazione per delinquere ex articolo 416 bis è immediatamente riconoscibile. Spesso si deve partire da reati-fine per risalire alla struttura associativa”. Marcando l’importanza delle intercettazioni nell’operazione con cui la Dda di Firenze ha scoperto infiltrazioni camorristiche in Toscana ad opera del clan Terracciano originario della Campania, il magostrato ha aggiunto: “Se in futuro non saranno più consentite le intercettazioni per reati cosiddetti minori non si potrà più risalire alla struttura associativa. Bisogna stare attenti a dire ‘ma tanto per le indagini sulla mafia le intercettazioni rimangono’ proprio perchè questa inchiesta della Dda fiorentina dimostra che a volte si risale all’associazione mafiosa partendo da altri tipi di indagine”. Nell’operazione è stato scoperto che affiliati alla camorra avevano attuato in Toscana un sodalizio criminoso finalizzato ad usura, sfruttamento della prostituzione e scommesse clandestine. Legato al mondo dei locali notturni.

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Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil ha commentato: “Il disegno di legge sulle intercettazioni, sul quale viene posta l’ennesima fiducia per l’evidente timore del governo dei contrasti dentro la maggioranza, contiene norme che limiteranno in maniera drastica la possibilità per le forze dell’ordine e la magistratura di utilizzare le intercettazioni come strumento d’indagine e rappresenta un vero e proprio regalo alle mafie e all’illegalità”. La sindacalista ha continuato: “La tanto decantata politica sulla sicurezza ha prodotto finora solo norme persecutorie contro gli immigrati e forme di privatizzazione della sicurezza inefficaci e pericolose come le ronde. Ora, con questo disegno di legge si dà un gravissimo colpo all’attività di indagine nei confronti di tutte le forme di criminalità, a partire da quelle contro mafia ‘ndrangheta e camorra, che non sono affatto escluse dalle limitazioni poichè tali reati non sono sempre immediatamente riconoscibili e ad essi si giunge il più delle volte attraverso indagini su reati minori”. D’ora in poi - ha proseguito l’esponente della Cgil - sarà molto più difficile perseguire reati come l’usura, le estorsioni, le truffe, la corruzione e quelli legati in genere alla criminalità economica, nonchè i delitti contro l’ambiente e tante fattispecie contro la persona. Un regalo alle mafie ed all’illegalità dal momento che le intercettazioni sono uno strumento che serve a creare la prova e diventano molto meno efficaci se possono sopraggiungere solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza”. Inoltre, ha concluso Lamonica “sebbene sia giusto tutelare il diritto alla privacy ed evitare abusi, non si può limitare la libertà di informazione ed il diritto dei cittadini ad essere informati, essendo questo un carattere costitutivo della democrazia che oggi, con il bavaglio che si vuol mettere alla stampa, rischia di venire fortemente colpito”

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Beppe Grillo nel corso della sua audizione nella commissione Affari Costituzionali al Senato ha detto: “Oggi viene approvata una legge sulle intercettazioni che limita la libertà di informazione. Sicuramente io sarò il primo condannato perchè farò disobbedienza civile. Dopo l’approvazione del lodo Alfano ora questa legge sulle intercettazioni. Il primo pensiero di Berlusconi è non farsi beccare”.
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Il deputato dell’Udc Bruno Tabacci, rivolgendosi direttamente ai colleghi del Carroccio presenti in Aula, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia al provvedimento ha detto: “Oggi il governo ha messo la fiducia e la Lega, che ha vinto le elezioni, propone uno scambio” accettando una limitazione alle intercettazioni. “Ma non c’era la sicurezza al centro delle vostre attenzioni?. Dove non arrivano le tecnologie si potrebbero far arrivare i cittadini, con maglie variopinte”, ha ironizzato poi Tabacci, che ha chiesto alla Lega se non voglia sostituire le intercettazioni, “prezioso strumento giudiziario”, con le ronde. “La giustizia era malmessa - ha concluso - Per inseguire il presidente del Consiglio la state annientando”.

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Pina Picierno, del Pd, ha sostenuto che “non la crisi, non il problema dei precari o della sicurezza, ancora una volta l’interesse privato del presidente del Consiglio è l’unica vera emergenza di questo governo. Ancora una volta si cerca confondere le acque, facendo passare l’utile personale del presidente del Consiglio per l’interesse dei cittadini”. Per la parlamentare “questa fiducia prosegue il progetto che punta a garantire la totale immunità del presidente del consiglio rispetto alla legge, nell’ottica del legibus solutus consona alle monarchie assolute piuttosto che ai sistemi democratici a cui appartiene il nostro Paese. Un cammino iniziato con l’approvazione del lodo Alfano e del quale non si vede ancora la fine”.

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L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è insorta contro le nuove norme, evidenziando come si tratta di scelte legislative “che rappresentano un oggettivo favore ai peggiori delinquenti”. Per i giudici la riforma delle intercettazioni unita a quella del processo segnano nei fatti “la morte della giustizia penale in Italia”. In particolare, le norme sulle intercettazioni “impediranno alle forze di polizia e alla magistratura inquirente di individuare i responsabili di gravissimi reati”. Ed è come e se Governo e Parlamento chiedessero “alle forze dell’ordine e alla magistratura inquirente di tutelare la sicurezza dei cittadini uscendo per strada disarmati e con un braccio legato dietro la schiena”. Per la giunta dell’Anm sarebbe “più serio e coerente assumersi la responsabilità politica di abrogare l’istituto delle intercettazioni piuttosto che trasformarle in uno strumento non più utilizzabile”. I magistrati si dicono “sgomenti” che il Parlamento compia queste scelte proprio “in un momento in cui la sicurezza dei cittadini è evocata come priorità del Paese”. Il sindacato dei magistrati ha spiegato con esempi concreti la “gravità delle conseguenze” delle nuove norme: “Gli stupri di Roma, le violenze nella clinica di Milano, le scalate bancarie alla Antonveneta e alla Bnl: in nessuno di questi casi con la nuova legge sarebbe stato possibile accertare i fatti e trovare i colpevoli. È semplicemente assurdo pensare che si possano fare intercettazioni solo nei confronti del colpevole già individuato. Ed è del tutto irragionevole prevedere che le intercettazioni debbano sempre essere interrotte dopo 60 giorni, anche nei casi, come un sequestro di persona, un traffico di stupefacenti o di armi, in cui il reato sia in corso di esecuzione”. Ed ancora: “La equiparazione delle riprese visive alle attività di intercettazione rappresenta un grave danno per la lotta al crimine. Con queste norme non saranno possibili riprese visive per identificare gli autori di rapine in banca, spaccio di stupefacenti nelle piazze, violenza negli stadi, assenteismo nei pubblici uffici”. Per l’Anm anzichè ricercare un “punto di equilibrio tra esigenze investigative, tutela della riservatezza delle persone e diritto alla informazione”, governo e Parlamento “sacrificano del tutto le esigenze investigative e il diritto di informazione”. Un quadro ancora più preoccupante se letto insieme alla riforma del processo penale in discussione in Senato, una proposta che “non introduce le riforme necessarie ad assicurare l’efficienza del processo e la sua ragionevole durata, ma addirittura inserisce nuovi, inutili formalismi, che determineranno un ulteriore allungamento dei tempi del processo”.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: "Il golpe sulle intercettazione" da inviatospeciale.com

Messaggioda lucameni il 21/06/2009, 10:54

Devo dire che qui è molto chiaro, più di tanti articoli di illustri accademici:

http://www.youtube.com/watch?v=eUhVZqL_T0o
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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