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Intercettati un italiano su dieci!

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Intercettati un italiano su dieci!

Messaggioda ranvit il 04/02/2009, 17:31

Dal corriere.it :

Ros: 578.000 «contatti» solo per Why Not e Poseidon
Genchi, nell'archivio un italiano su dieci
La Telecom al Copasir: chieste 5,5 milioni di intestazioni anagrafiche. Sono le schede di chi acquista un telefono

ROMA - Si chiamano «intestazioni anagrafiche» e sono le schede compilate da chi ha un telefono fisso o mobile. Contengono i dati personali del proprietario, la sua residenza, la professione, il codice fiscale. Tra il 2004 e il 2008, il consulente Gioacchino Genchi ne avrebbe chieste cinque milioni e mezzo, più o meno quella di un italiano su dieci. Il numero è stato comunicato dai responsabili delle società telefoniche al Copasir, il comitato parlamentare di controllo, durante le audizioni di lunedì sera. E integra i dati forniti dai carabinieri del Ros nei rapporti sulla gestione delle inchiesta Why Not e Poseidone condotte dal pubblico ministero Luigi de Magistris. Da queste relazioni emerge, fra l'altro, che il consulente avrebbe ottenuto password di accesso alle banche dati dei gestori e avrebbe acquisito informazioni utilizzando «chiavi» diverse da quelle autorizzate.

Schede e tabulati
Da anni Genchi affianca numerose Procure nell'ambito di indagini che riguardano criminalità e pubblica amministrazione, ma anche omicidi e sequestri di persona. E nel corso di questa attività — ha riferito il delegato Telecom — avrebbe «chiesto e ottenuto quei milioni di schede relative a cellulari e numeri di uffici o abitazioni». Più volte Genchi ha spiegato che per ogni numero telefonico la sua richiesta viene moltiplicata per quanti sono i gestori e per quante volte la stessa scheda sim ha cambiato intestatario: in questo caso si arriverebbe a una quantità di «controllati » molto inferiore. Tra il 2002 e il 2008 — dicono le Compagnie — il perito avrebbe anche acquisito 24.000 tabulati telefonici, di cui oltre 8.000 con l'autorizzazione della procura di Catanzaro. Il problema che si è posto all'interno del Copasir riguarda le modalità di archiviazione e conservazione di questi dati. Genchi ha sempre assicurato di aver rispettato le norme, ma adesso anche la procura di Roma verificherà se queste schede siano rimaste in suo possesso oltre il limite di tempo consentito. Bisognerà poi accertare se le informazioni ottenute nell'ambito di un'inchiesta siano state utilizzate anche per altre indagini o se invece davvero il consulente — come del resto ha sempre dichiarato — abbia ottenuto ogni volta un nuovo decreto di autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria. Secondo i numeri acquisiti dai carabinieri del Ros alla fine di aprile scorso, soltanto per le inchieste Why Not e Poseidone, «Genchi ha elaborato circa 578.000 record di intestatari anagrafici, dato ancora parziale perché mancano le risultanze complete di Tim e Vodafone».

La password Vodafone
Il rapporto del Ros contiene contestazioni molto pesanti sull'operato di Genchi. Durante gli accertamenti i carabinieri hanno chiesto a tutti i gestori che tipo di rapporti avessero avuto con Genchi nell'ambito dell'inchiesta Why Not. E tra le nuove accuse c'è quella che riguarda l'acquisizione di dati da Vodafone. Così è ricostruita la vicenda nella relazione consegnata alla procura generale di Catanzaro il 23 aprile 2008. «Il 13 febbraio 2008 Vodafone precisava di non aver mai elaborato richieste di intestatari anagrafici per conto del consulente tecnico, aggiungendo che— in ossequio al decreto firmato dal pubblico ministero aveva assegnato allo stesso consulente le credenziali "GGENCHI03" per poter accedere al portale "VODAFONE-AGWEB" dal quale interrogare gli intestatari anagrafici dei clienti Vodafone-Omnitel». Si tratta di una procedura riservata agli uffici di polizia giudiziaria. Aggiungono i carabinieri: «Nella stessa nota Vodafone precisava altresì che il consulente non aveva mai effettuato interrogazioni con le credenziali protette. Il successivo 19 febbraio 2008 si richiedeva alla Vodafone di comunicare eventuali altri account "AGWEB" aperti a favore del dottor Genchi, riferendone identificativi, date di rilascio e le interrogazioni effettuate nell'ambito delle due indagini (Why Not e Poseidon, ndr). Il 3 marzo 2008 Vodafone comunicava che Genchi disponeva anche delle credenziali "GGENCHI" ottenute con decreto della procura di Marsala con le quali lo stesso consulente aveva proceduto all'interrogazione degli intestatari anagrafici (circa 50.000 utenze) emergenti nel procedimento penale della Procura di Catanzaro». Copasir e magistratura dovranno adesso verificare come mai Genchi abbia utilizzato la password che gli era stata concessa da altri magistrati, lasciando così traccia relative a indagini diverse da quelle condotte da de Magistris.

Partiti e ministri
Genchi ha sempre detto di aver acquisito i dati di traffico relativi ad alcuni politici senza sapere chi in realtà usasse il telefono. Nel loro rapporto i carabinieri ripetono che «il consulente aveva elaborato i tabulati di utenze riconducibili al senato della Repubblica, alla Camera dei deputati, alla presidenza del Consiglio dei ministri, a Ministeri, alla Direzione nazionale Antimafia, a direzioni di partiti politici, ad amministrazioni comunali e finanche a numerazioni private di magistrati. Si ritiene che il consulente abbia acquisito conoscenza della sicura riconducibilità di molti degli intestatari già prima delle richieste di emissione dei decreti dei dati di traffico telefonico. In alcuni casi è lo stesso consulente che associa in modo in equivoco le utenze da esaminare a enti istituzionali, come la presidenza del Consiglio, il Senato e la Camera senza conoscerne gli usuari, potendo trattarsi anche di parlamentari. Allo stesso modo il consulente ha agito per acquisire i tabulati di utenze che egli stesso riconduce puntualmente a persone investite di ruoli istituzionali, tutelati da normative specifiche come i funzionari del Sismi o i magistrati fuori ruolo presso il ministero della Giustizia e quelli del distretto di Catanzaro» sui quali de Magistris non aveva competenza ad indagare.

Fiorenza Sarzanini
04 febbraio 2009

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Chiedo ai sostenitori delle intercettazioni senza se e senza ma : ma vi sembra di essere in un Paese normale?
Da un articolo letto ieri, non ricordo piu' dove, risulta che siamo il Paese con il maggior numero di intercettazioni....tipo da 4 a 10 volte rispetto agli altri Paesdi occidentali come Usa, Germania, Uk, Francia etc

Non sono affatto contrario alle intercettazioni ma ritengo assolutamente indiscutibile porre delle limitazioni allo strapotere di una Magistratura che in molte sue operazioni appare a dir poco invadente.

Per non parlare poi del "vizietto" di passare le intercettazioni ai giornali.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Intercettati un italiano su dieci!

Messaggioda ranvit il 04/02/2009, 20:01

Dal corriere.it :

Il Pd: «Sì al confronto sulla giustizia»
Fassino apre sulla riforma: «Ma non si colpisca la magistratura». Bonaiuti: parole incoraggianti

ROMA - Il Pd apre a un confronto con la maggioranza sulla riforma della giustizia, in particolare sulle intercettazioni. «Su qualsiasi materia va cercato il confronto», ha infatti affermato Piero Fassino, ministro degli Esteri ombra del Partito democratico, in un dialogo con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, a Radio City su RadioUno. «La giustizia è una grande emergenza del Paese. Occorre dare ai cittadini una giustizia più rapida, certa e sicura. C'è anche il tema di una regolazione corretta, equilibrata e giusta delle intercettazioni. Se si vuole affrontare questo tema, avendo come obiettivo di dare ai cittadini una giustizia più efficiente e più rapida, noi siamo pronti a discutere. Se si vuole dare un colpo ai magistrati e punire qualcuno, non è un terreno che ci interessa perché non interessa ai cittadini».

BONAIUTI: «PAROLE INCORAGGIANTI» - «Le parole di Fassino ci incoraggiano», ha replicato Bonaiuti. «Non c'è nessuna volontà di colpire la magistratura, ma di arrivare alla riforma di un sistema che presenta mostruose lentezze». Il sottosegretario ha poi aggiunto: «Ci sono nel Pd posizioni avanzate e coraggiose, come quelle di Violante. Spero che su queste posizioni si possano contemperare diverse esigenze. Si può arrivare a una soluzione, non dico concordata al 100% perché opposizione e governo devono fare il proprio mestiere, ma se c'è un insieme di cose sulle quali si trova un accordo, è meglio per tutti».

DI PIETRO SI APPELLA A NAPOLITANO - In precedenza Antonio Di Pietro aveva lanciato un nuovo appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché non firmi il disegno di legge sulle intercettazioni ora all'esame della Camera. Per nulla pentito delle critiche espresse durante la manifestazione in piazza Farnese a Roma, il leader dell'Idv torna ad ammonire il capo dello Stato: «Adesso che arriva il momento della firma della legge sulle intercettazioni, visto che in Parlamento la voteranno tutti con la mano alzata come soldatini, il presidente si chieda se questa legge sia davvero costituzionale o se umilia la funzione della giustizia costituzionalmente garantita come uguale per tutti».

BERLUSCONI - Al contrario il premier Berlusconi aveva rivendicato l'importanza della legge sulle intercettazioni: «Fino a oggi le intercettazioni sono state usate e abusate con milioni di intercettati, che poi si leggevano le loro conversazioni sui giornali, anche senza aver commesso reati, con tutte le sofferenze del caso. Ora abbiamo trovato un accordo nella maggioranza: la riforma garantirà che le intercettazioni tornino a essere un mezzo di indagine eccezionale, come previsto dalla Costituzione».

04 febbraio 2009
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Molto, molto bene!
Vittorio
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Re: Intercettati un italiano su dieci!

Messaggioda franz il 04/02/2009, 20:27

Intercettati un italiano su dieci!



considerando il fatto che tra mafia, camorra, 'ndragheta, sacra corona unita, lavoro nero, lavoro sommerso, grigio ed altri reati arriviamo al 30% della popolazione, il 10% mi pare poco, ... un po' misero.

Ciao
Franz
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Re: Intercettati un italiano su dieci!

Messaggioda antonio bianco il 04/02/2009, 21:23

Non facciamoci predere in giro dal PROBLEMA delle intercettazioni che danneggia la gente comune e onesta.
Le intercettazioni danneggiano quasi esclusivamente i disonesti e la casta dei potenti.
Il danno per la povera gente è quasi inesistente.
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