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Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda annalu il 11/08/2013, 12:41

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Vanna Marchi (sìssì, proprio lei).

I ricorsi sono come le ciliegie.

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-8

E certi programmi elettorali stanno come le alghe dimagranti. ;)

Ma non vi fa piacere che fra "simili" si riconoscano al volo? :mrgreen:
Adesso l'identificazione tra i due personaggi è davvero evidente!

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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda flaviomob il 13/08/2013, 0:36

Già. E ora pare che ci sciropperemo anche la figlia, di Vanna Marchi!

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=Ab1SH0LI


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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda ranvit il 13/08/2013, 8:14

Siamo proprio il paese dei gonzi?


SI....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda flaviomob il 20/09/2013, 12:58

Dopo le dichiarazioni contro la magistratura di oggi, il presidente della repubblica gode della mia totale sfiducia. Credo che sia un'autentica iattura per il paese. Spero che se ne vada al più presto.


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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda Iafran il 20/09/2013, 14:30

flaviomob ha scritto:Dopo le dichiarazioni contro la magistratura di oggi, il presidente della repubblica gode della mia totale sfiducia. Credo che sia un'autentica iattura per il paese. Spero che se ne vada al più presto.

Non è il solo che rivolge mooolta considerazione alle parole del cavaliere, purtroppo. Ci sono i "101" che hanno voluto bocciare Prodi alla carica di PdR: questi ce li porteremo sempre appresso e continueranno a fare e a disfare secondo le volontà del "vincente" di turno, di qualsiasi schieramento.
Naturalmente, chi vuole può sempre prendersela con la sinistra ... ignorando volutamente il grado di degenerazione della "classe politica" italiana.
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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda Robyn il 20/09/2013, 19:44

Perchè cosa ha detto di male?
Ha detto che l'ordine giudiziario deve partecipare al processo di riforma della giustizia perche conosce più approfonditamente le problematiche che le vicende giudiziarie non vanno portate nel circuito politico per evitare il cortocircuito ha riaffermato l'indipendenza della magistratura e quindi la separazione dei poteri
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda annalu il 20/09/2013, 20:10

Ho ascoltato il frammento del discorso di Napolitano messo da poco in rete sul Corriere, e la levata di scudi mi sembra inopportuna.
Napolitano esordisce attaccando l'uso in senso dispregiativo del termine "impiegati pubblici" usato verso i giudici, di cui loda l'operato, e solo dopo parla di necessità di maggiore apertura da parte della magistratura verso le riforme.

Che la giustizia in Italia per funzionare abbia bisogno di alcune riforme (anche se non di quelle proposte dal noto pregiudicato) è un dato di fatto, ed il sostenere che nel suo discorso il PdR abbia inteso difendere Berlusconi mi sembra un regalo a Berlusconi stesso, che sarebbe meglio evitare. Perché non sottolineare invece le critiche abbastanza severe che gli ha rivolto, sia pure senza nominarlo?
Perché "regalare" la posizione del Presidente ai sostenitori di SB, quando si tratta di una interpretazione forzata?

Non sono una particolare estimatrice di Napolitano, ma in questo caso non mi sembra che meriti le critiche dure che gli sono state fatte, confermando l'interpretazione dei berluschini, interpretazione volutamente faziosa che non sta certo a noi avvalorare.
Stiamo attenti noi, a non schierarci con SB e compari, magari stimolati da visioni di parte che appartengono più ai famigerati "101" che non ad un centrosinistra serio.

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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda flaviomob il 20/09/2013, 23:46

Il capo dello stato è anche capo del CSM e le sue affermazioni sono gravissime. La magistratura è oggetto di attacchi inauditi da un paio di decenni ed è insopportabile il cerchiobottismo di Napolitano, unito alle ambiguità intollerabili delle coperture fornite a Mancino, alla violazione della Costituzione che la nomina di "saggi"(?) con competenze al di fuori del dettato della Carta, le continue pressioni perché si realizzino governi tra opposti inconciliabili che non si occupano dei veri problemi del paese (corruzione, criminalità organizzata, caste, poteri occulti), in grado di distruggere buona parte del PIL prodotto e alla radice della mancata crescita e dell'indebitamento del paese, oltre che del suo declino morale e civile.
Ricordiamo le perle della parte politica di Berlusconi, verso cui la magistratura "dovrebbe" mostrare maggiore equilibrio: depenalizzazione del falso in bilancio che ha distrutto gli investimenti in Italia, indicazioni di "convivere con la mafia" (Dell'Utri), dichiarazioni quali "magistrati assassini" (Sgarbi su Mediaset), palese azione della mafia a favore della nascita di Forza Italia, corruzione del magistrato Squillante, pericolo di morte per il magistrato Boccassini quando il governo Berlusconi (legislatura 2001-2006) le tolse la scorta, perdita di ogni credibilità internazionale sempre ad opera dell'Unto "Merkel c**** inchiavabile", etc etc

No, equidistanza con questa feccia significa senza alcuna possibilità di equivoco complicità viscida e meschina.


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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda cardif il 21/09/2013, 3:15

Intervento del Presidente Napolitano all'incontro di studio in ricordo di Loris D'Ambrosio
Roma, Luiss, 20/09/2013

"Gentile Presidente Marcegaglia, gentile Professoressa Severino,

desidero innanzitutto rinnovare il mio vivo apprezzamento per l'iniziativa promossa dall'Università LUISS in ricordo di Loris D'Ambrosio: un'iniziativa che mi ha toccato istituzionalmente e personalmente per l'intensità del rapporto che ho intrattenuto con il collaboratore e l'amico cui era giusto dedicare non solo un memore omaggio ma una riflessione partecipe e accurata. E questo è stato l'incontro di studio che grazie ad apporti meditati e di alto livello si è risolto in una trattazione esaustiva dei molteplici aspetti del lungo impegno e servizio di Loris D'Ambrosio e in una seria considerazione di problematiche essenziali da lui coltivate negli anni.
Negli interventi che si sono succeduti, da ultimo in quello del Presidente Lupo, ho visto emergere la coerenza e continuità dell'ispirazione e del modo di operare di Loris D'Ambrosio nelle diverse, anche assai diverse, funzioni che egli è stato via via chiamato a svolgere. Quella coerenza e continuità che in sostanza sancisce la personalità e la moralità del civil servant. E ricorro a questa espressione, in quanto essa è più comprensiva del solo titolo di magistrato e ha - rispetto a più tradizionali definizioni italiane - finito per caratterizzare un modello di comportamento davvero indipendente da ogni connotazione particolaristica o partigiana, sinonimo di dedizione esclusiva all'interesse generale del paese e alle sue istituzioni democratiche.
Parto naturalmente dal titolo e dalla funzione di magistrato di cui Loris D'Ambrosio era orgogliosamente portatore. Il titolo di "impiegati pubblici", riferibile in Costituzione anche ai magistrati, non dovrebbe mai essere usato in senso spregiativo ma non può peraltro oscurare - da nessun punto di vista - la peculiarità e singolare complessità delle funzioni giudiziarie. Non c'è nulla di più impegnativo e delicato che amministrare giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle leggi, quel severo controllo di legalità, che rappresentano - come ho avuto più volte occasione di ribadire - "un imperativo assoluto per la salute della Repubblica". Anche la considerazione della peculiarità di questa funzione, e l'inequivoco rispetto per la magistratura che ne è investita, sono invece stati e sono spesso travolti nella spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa nel nostro paese.
Il superamento di tale fuorviante conflitto, gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica in Italia, ha rappresentato l'obbiettivo costante del mio impegno fin dall'inizio del mandato di Presidente, e nessuno più di Loris D'Ambrosio mi ha aiutato a definirne i termini e le condizioni. E nulla è stato più paradossale e iniquo che vedere anche Loris divenire vittima di quello che il professor Fiandaca ha chiamato "un perverso giuoco politico-giudiziario e mediatico". La cui impronta mistificatoria si è fatta risentire proprio oggi forse in non casuale coincidenza con questo incontro.
Ma pur nel non sopito sdegno e nel cocente rimpianto per la tragica scomparsa di Loris D'Ambrosio, a noi tocca raccoglierne il testimone. E cioè operare perché la politica e la giustizia, e ancor più le istanze rappresentative dell'una e dell'altra, cessino - dichiarai dinanzi al CSM già nel febbraio 2008 - di "concepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti da una comune responsabilità istituzionale". Ci tocca operare in questo senso, senza arrenderci a resistenze ormai radicate e a nuove recrudescenze del conflitto da spegnere nell'interesse del paese. Forse - come qui si è detto - passando attraverso "un ridistanziamento tra politica e diritto".
E molto importante è il contributo che ci si deve attendere dalla magistratura. Lo sguardo di Loris D'Ambrosio è stato sempre esigente, e non acritico, verso la sua casa, verso il suo mondo : nella convinzione che ciò fosse necessario nell'interesse della stessa magistratura e di un suo rinnovato prestigio.
Il Consigliere D'Ambrosio mi ha, innanzitutto, sempre spinto a mettere l'accento sull'importanza decisiva della formazione non solo in senso culturale e tecnico-giuridico ma in senso deontologico cioè come acquisizione di modelli di comportamento ispirati a quei valori e criteri - l'equilibrio, la sobrietà ed il riserbo, l'assoluta imparzialità e il senso della misura e del limite - che sono il miglior presidio dell'autorità e dell'indipendenza del magistrato.
E sono certo che Loris D'Ambrosio avrebbe accolto con soddisfazione la forte, coraggiosa riflessione auto-critica che si è sollecitata e avviata giorni fa, in un dibattito a Milano, negli interventi di magistrati di grande esperienza, e di indiscutibile, fiera indipendenza e combattività.
Ne dovrebbe scaturire anche, tra i magistrati, un'attitudine meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno da tempo e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione repubblicana.
Infine : il dottor Lupo ha detto l'essenziale anche sullo svolgimento, da parte di Loris D'Ambrosio, della funzione in cui è culminato il suo percorso al servizio delle istituzioni, e lo ringrazio per aver richiamato parole da me dette su Loris come Consigliere del Presidente della Repubblica. Vedete, l'esercizio del mandato presidenziale è obbiettivamente un esercizio solitario, per la stessa natura monocratica di questa istituzione. Esso può trovare un temperamento e un fondamento più sicuro solo nella qualità dei Consiglieri del Presidente, specie di quelli chiamati a dargli adeguato supporto in campi di sua particolare, diretta responsabilità costituzionale. Io ho avuto la fortuna di potermi avvalere del consiglio di Loris D'Ambrosio ; ed è ciò che mi lega nel ricordo alla sua famiglia e ai tantissimi che lo stimarono e gli vollero bene."


Il PdR è il garante del rispetto della Costituzione (fino a che c'è), e quindi dei tre poteri in essa previsti (legislativo, esecutivo e giudiziario); perciò non può certo schierarsi a favore di un potere contro un altro, essendo suo dovere istituzionale essere equidistante.
Né si può chiedere a qualunque PdR, nel suo ruolo, di fare il partigiano nei confronti delle persone (politici o magistrati che siano).
Senza fare di tutt'erba un fascio, mi pacerebbe capire l'interpretazione di quali affermazioni di questo intervento porterebbe a concludere che Napolitano si debba dimettere, come pare che chieda il M5S secondo Il Fatto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... el/717655/

Fermo restando che si può sempre buttare a mare tutto: Costituzione, Presidenti di Repubblica Camera e Senato, altri partiti e tutti i politici avversi e ricominciare daccapo, come un giorno sì e l'altro pure chiede Grillo, dando a lui il 100% con cui potrebbe scegliere chi piazzare dovunque.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Piuff: la Cassazione conferma la condanna al cavaliere

Messaggioda franz il 21/09/2013, 7:58

cardif ha scritto:IIl PdR è il garante del rispetto della Costituzione (fino a che c'è), e quindi dei tre poteri in essa previsti (legislativo, esecutivo e giudiziario); perciò non può certo schierarsi a favore di un potere contro un altro, essendo suo dovere istituzionale essere equidistante.
Né si può chiedere a qualunque PdR, nel suo ruolo, di fare il partigiano nei confronti delle persone (politici o magistrati che siano).
Senza fare di tutt'erba un fascio, mi pacerebbe capire l'interpretazione di quali affermazioni di questo intervento porterebbe a concludere che Napolitano si debba dimettere, come pare che chieda il M5S secondo Il Fatto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... el/717655/

Fermo restando che si può sempre buttare a mare tutto: Costituzione, Presidenti di Repubblica Camera e Senato, altri partiti e tutti i politici avversi e ricominciare daccapo, come un giorno sì e l'altro pure chiede Grillo, dando a lui il 100% con cui potrebbe scegliere chi piazzare dovunque.

Anche io non trovo alcuna "gravissima affermazione" in quanto scritto da Napolitano.
Ti piacerebbe capire? Non posso aiutarti.
Eventualmente posso ragionare per cercare di capire perché parte del mondo politico e parte della magistratura continuino a "concepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco".
Se la democrazia elegge con voto popolare legittimamente un Bandito, altrettanto legittimamente la Magistratura ha il dovere di perseguirlo. Per un classico ed antico gioco di ruolo di intreccio e scambio delle figure di Vittima, Carnefice, Salvatore, i politici che difendono il Bandito lo aiuteranno ad atteggiarsi a Vittima, togliendolo dal ruolo di Carnefice e facendo il modo che il Salvatore (magistratura) diventi a sua volta il Carnefice. Nulla di nuovo sotto il sole; sono giochi antichi come il mondo.
Le Costituzioni possono ben poco per evitarli, se il popolo si fa abbindolare.
L'unico Salvatore della situazione non puo' essere il PdR ma il Popolo (che nel gioco assume il ruolo di Vittima) che pero' ha dimostrato ancora una volta di votare per il Bandito (quasi quasi vinceva anche questa volta).
Questa è l'essenza della situazione, mentre l'Italia è sull'orlo del baratro per i problemi economici.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
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