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Tranquilli. C'è la polizia.

Garantire insieme: sicurezza e giustizia uguale per tutti; privacy e diritto del cittadino all'informazione

Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda pianogrande il 12/10/2012, 15:36

Anche i problemi di "palle" si possono risolvere a monte Franz.
Ma forse sarebbe un rimedio peggiore del male.
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda pianogrande il 12/10/2012, 17:38

La denuncia ("segnalazione") per oltraggio e resistenza alla forza pubblica non si poteva evitare?

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/1 ... ef=HRER1-1

Nella sostanza, l'oltraggio e resistenza ci saranno anche stati ma, ad un certo punto della storia, non si può vedere almeno di fermare le macchine?
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda flaviomob il 12/10/2012, 22:25

Di solito in casi così gravi avviene che la famiglia viene convocata ai servizi sociali, poi con una scusa si fa salire il genitore (per esempio) al primo piano mentre i figli aspettano di sotto e le forze dell'ordine accompagnano i minori in comunità. E' comunque traumatico, ma certamente meno di quanto hanno messo in scena dissennatamente. Fortunatamente ci sono anche famiglie che collaborano.


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«Il letto? Un fortino con il fil di ferro»

Messaggioda franz il 13/10/2012, 9:20

si vede solo la violenza appariscente, perché c'è la Polizia (vecchi nervi scoperti di un cattivo rapporto tra cittadino ed autorità) ma non si vede la violenza domestica quotidiana, l'abuso del condizionamento psicologico.


Il consulente dei magistrati
«Il letto? Un fortino con il fil di ferro»
Rubens De Nicola ha seguito il caso: «In casa era stato creato un sistema per far nascondere il piccolo al nostro arrivo»

MESTRE (Venezia) — Ha studiato per mesi il piccolo Leonardo, le dinamiche familiari, la madre, il padre, i nonni. «Alla fine ho capito che l’unica scelta possibile era l’allontanamento forzato del bambino, anche contro la sua volontà... una volontà condizionata ».

Siamo nell’ordinatissimo studio del dottor Rubens De Nicola, 62 anni, psichiatra e psicoterapeuta mestrino, ma soprattutto consulente della Corte d’Appello di Venezia, dove la seconda sezione civile per minorenni ha deciso di usare la forza per togliere il piccolo Leonardo alla madre. De Nicola è nella bufera perché la sua consulenza è il pilastro dell’ordinanza dei giudici lagunari.

Dottor De Nicola, davvero era l’unica scelta possibile?
«Avevamo provato in tutti i modi a convincere la madre della necessità per Leonardo di tornare dal papà che non vedeva mai. Ma i tentativi non forzati sono andati a vuoto. Il giorno in cui doveva trasferire il bambino, la signora è andata in vacanza con lui. Il piccolo aveva poi trovato il modo di nascondersi attraverso un pertugio irraggiungibile sotto il letto, che era bloccato con il fil di ferro: avevano creato un fortilizio. E così l’operazione "pacifica" era diventata impossibile».

Doveva proprio essere allontanato contro la sua volontà?
«Bisogna saper distinguere fra volontà autentica e condizionata. Siamo nel secondo caso. La madre ha un forte ascendente sul figlio e l’ha usato per la sua guerra contro l’ex marito. Il bambino era per lei, nel rapporto con il padre, come un cane da tenere al guinzaglio, uno di quei guinzagli che si allungano e si accorciano a piacimento. La relazione padre-figlio ne è uscita dilaniata e Leonardo ha iniziato a soffrire di una sindrome ansiosa legata al conflitto di fedeltà, tipica del bambino che deve aderire a un comando».

Ha partecipato anche lei all’azione nella scuola?
«Sì, c’ero, mi aveva chiamato la Questura dicendomi che era stato deciso di intervenire quel giorno perché i parenti stavano per far sparire il bambino. Leonardo non voleva uscire dalla classe, allora l’insegnante ha portato fuori i compagni e sono entrato io. L’ho accarezzato. Gli è scesa una lacrima. "Vieni via" gli ho detto. "Non mi muovo da qui". Avevo stabilito che nessuno poteva toccare il bambino tranne il papà. Ma Leonardo è corpulento e il padre mingherlino e non ce la faceva da solo. L’aiuto è stato necessario. Poi siamo usciti ed è stata la bagarre. Era tutto organizzato dai parenti per arrivare esattamente a questo punto, per riavere il bambino. Secondo il mio programma la mamma lo dovrebbe rivedere fra 15 giorni, a colloquio protetto. Ma già oggi per il caos è saltato l’incontro con la terapeuta, mah».

Pentito della scelta?
«Non c’era altro da fare. Se Leonardo tornerà con la madre in futuro potrebbe avere dei disturbi seri. Con il padre, in questi giorni, si è sciolto come la neve al sole. Il bambino è molto intelligente e bravo ma un problema ce l’ha: è condizionato».

Andrea Pasqualetto 13 ottobre 2012 | 8:29 www.corriere.it
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda Iafran il 13/10/2012, 10:00

franz ha scritto:Rubens De Nicola ha seguito il caso ... Ha studiato per mesi il piccolo Leonardo, le dinamiche familiari, la madre, il padre, i nonni. «Alla fine ho capito che l’unica scelta possibile era l’allontanamento forzato del bambino, anche contro la sua volontà... una volontà condizionata ».

È rassicurante che a monte ci siano queste premure. A valle le cose non dovrebbero cambiare ... nei fatti!
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda flaviomob il 13/10/2012, 11:30

Ma... alla privacy di questo bambino qualcuno ha pensato? E' vero che la madre strumentalizza tutto pro domo sua, ma è inconcepibile un'intervista come quella del Corriere. C'è una sentenza del giudice e si rispetta, punto. Non si sbatte tutto in piazza. Ho letto pure che la Mussolini si sarebbe introdotta, senza autorizzazione, nella comunità dove vive ora il bambino. E' pazzesco!!! Aveva ragione Prodi, il paese è impazzito.


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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda franz il 13/10/2012, 13:35

flaviomob ha scritto:Ma... alla privacy di questo bambino qualcuno ha pensato?

Questa legittima domanda andrebbe rivolta alla stampa e a chi ha messo in rete certi filmati e pubblicato certe interviste.
Parliamo del quarto potere, non di quello giudiziario o delle forze dell'ordine.
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda flaviomob il 13/10/2012, 15:23

Esattamente. Anche se il giudice tutelare, secondo alcuni, avrebbe potuto intervenire tempestivamente per bloccare la diffusione del filmato (o almeno evitare che si potesse risalire ai dati anagrafici del bimbo).


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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda trilogy il 13/10/2012, 16:51

Le solite teorie sui comportamenti devianti e alienati, spazzatura pseudoscientifica proveniente dagli USA che oggi cercano di far entrare nella normativa nazionale. Fino agli anni 60 con queste idee hanno applicato la lobotomia a decine di migliaia di poveri disgraziati. Ora mutuando il linguaggio informatico "resettano" i bambini. Se resettassimo un po' di psichiatri sarebbe tutto di guadagnato.


La perizia e la sindrome di «Pas»
«Ecco perché lo affido al padre»
Lo psichiatra De Nicola : «Hanno fatto il lavaggio del cervello al bimbo». Il consulente della Corte: «Cita una malattia non riconosciuta»

PADOVA — «Rassicuro tutti, Leonardo sta bene, ha giocato con il papà e ha dormito tutta la notte». Parola di Rubens De Nicola, il consulente tecnico d’ufficio (Ctu) nominato dalla Corte d’Appello e autore della relazione che ha convinto il giudice a togliere alla mamma la patria potestà del piccolo. Ieri De Nicola ha parlato al fianco del questore di Padova, Vincenzo Montemagno, per spiegare l’antefatto che sta dietro al video che ha scandalizzato l’Italia. «Il bambino è stato usato come arma di contesa da parte della madre — spiega — questa storia va avanti da anni». Era il 2009, quando il tribunale tolse la patria potestà alla madre proprio in base alla perizia dello psichiatra veneziano, che rileva in Leonardo la Pas, la sindrome da alienazione parentale. Sintomo al momento non riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale: consisterebbe in una sorta di lavaggio del cervello operato da un genitore sul figlio per denigrare la figura dell’altro genitore. Denigrazione alla quale il bambino contribuisce.

«Non ho sposato una teoria alla cieca —obietta De Nicola — c’erano cartelle cliniche che parlavano chiaro: verso i 7 anni il pediatra di famiglia aveva mandato il piccolo a fare diversi accertamenti per ricorrenti mal di testa e mal di pancia. La diagnosi? Il bimbo soffriva di ansia, che manifestava in diversi modi, anche comportamentali». Eppure solo nei casi gravi viene tolta ai minori la figura materna. «Ma questo è un caso grave— insiste lo psichiatra—il bambino rischiava molto, in termini di salute psicofisica, a vivere in un ambiente in cui subiva tante pressioni e condizionamenti. Ora è in una struttura protetta, l’ho visitato la sera stessa e anche in mattinata e sta bene, ci sono molte persone che si prendono cura di lui. Tra qualche settimana cominceranno i colloqui con lo psicologo e poi tornerà a scuola, probabilmente non la stessa che ha frequentato finora». Ma stamattina De Nicola sarà convocato all’Ordine dei Medici di Venezia, perchè il presidente Maurizio Scassola vuole capire se l’accusa lanciata da mamma e zia del piccolo di «non aver tutelato l’equilibrio psicofisico di Leonardo» durante il blitz della polizia sia vera. In quel caso ci sarebbero gli estremi per un procedimento disciplinare.

Intanto la comunità scientifica si divide. Dice il professor Pierantonio Battistella, docente di Neuropsichiatria infantile all’Università di Padova: «La Pas è una sindrome di cui si comincia a parlare adesso, è ancora molto poco conosciuta e raramente viene diagnosticata. Nella sua vita professionale un neuropsichiatra infantile non la vede spesso e non è facile da individuare, perchè i genitori separati non di rado si accusano a vicenda di mettersi i figli contro. La Pas è una situazione di maltrattamento del bambino che attenta alla sua incolumità psichica, fisica e affettiva: è un non riconoscimento del suo diritto a essere se stesso. Le conseguenze di quanto accaduto sono quelle legate a tutte le violenze: il bimbo soffrirà di ipervigilanza, cioè starà sempre sul chi vive, avrà ansia, bassa autostima, perchè è stato attaccato dalle persone per lui più importanti. Rischia di andare incontro ad autosvalutazione, depressione e problemi del sonno, di sviluppare una personalità introversa e difensiva, gravata da un’aggressività che muta in una carica di violenza perchè non mitigata dall’affettività. Può diventare chiuso, insicuro, violento verso se stesso, perchè soggetti traumatizzati nell’età in cui hanno più bisogno di amore maturano un’instabilità capace di degenerare nel suicidio».
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Re: Tranquilli. C'è la polizia.

Messaggioda franz il 13/10/2012, 17:46

trilogy ha scritto:Le solite teorie sui comportamenti devianti e alienati, spazzatura pseudoscientifica proveniente dagli USA che oggi cercano di far entrare nella normativa nazionale.

Beh, la psicologia e la psichiatria sono tutto sommato "teorie pseudoscientifiche" visto che "l'uomo non è una pietra che rotola sul piano inclinato del mondo". Cio' non toglie che come si ammala il fegato ed il cuore (o la digestione) si possa anche ammalare la mente. Il fegato si ammala se ingerisce certi veleni, per la mente il "veleno" è dato da certe parole, dai comportamenti osservati e da come possono essere percepiti da un bambino durante la fase evolutiva. Cosi' come al fegato devi togliere quei veleni, eliminandoli dall'alimentazione, la mente va risanata con un adatto approccio verbale (ecologia della comunicazione). Mi pare una teoria in sintonia con le scuole non freudiane (Berne, Watzlawick, scuola di palo alto) le quali essendo assolutamente "non freudiane" sono anche per questo escluse da molti riconoscimenti ufficiali. Questo non significa che quelle terapie non funzionino (per esempio la terapia breve di Watzlawick, anche se essendo breve è decisamente osteggiata - per ovvi motivi economici - dalla maggioranza degli psicoterapeuti).

Nella sua vita professionale un neuropsichiatra infantile non la vede spesso

E per fortuna, direi. Ma quei pochi casi sono molto gravi, per il bambino (ed anche per il genitore "alienato").
Interessante la scheda di wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_d ... enitoriale che mostra come la teoria sia controversa e non riconosciuta ufficlialmente. A me pero' pare del tutto possibile che un bambino sia condizionato da un genitore contro l'altro e che questo provochi dei seri disturbi come minimo nella sfera affettiva. Poi che lo si chiami PAS o SAP non importa.

Piccolo inciso. La S di PAS sta per Sindrome. Per definizione è "un insieme di sintomi e segni clinici". Non è una malattia ma un quadro sintomatico.
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