Dura requisitoria al processo per l'irruzione nella scuola
Imputati ventinove componenti delle forze dell'ordine
G8 a Genova, il pm accusa
"Alla Diaz fu un massacro"
"Nessun reato associativo per le 93 vittime"
GENOVA - Il pm Francesco Cardona Albini non ha dubbi: "è stato un massacro". Sono queste le parole che riassumono la dura requisitoria tenuta oggi dal pubblico ministero per il processo che vede imputati ventinove componenti delle forze dell'ordine, tutti accusati per i fatti seguiti all'irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 del 2008 . Sempre nell'ambito dello stesso procedimento, che si tiene nell'aula bunker del tribunale di Genova, ieri erano arrivate le accuse del pm Enrico Zucca che aveva accusato la polizia di aver "sospeso il codice penale".
"E' stato questo massacro - ha aggiunto Cardona - e non certo il reato associativo contestato dalla polizia, ad accomunare le 93 vittime di questo processo, di varie nazionalità, che prima neppure si conoscevano".
Il pubblico ministero si è poi soffermato nella descrizione dei pestaggi subiti dai no global e dello sfondamento dei cancelli delle scuole da parte dei poliziotti, ripreso da telecamere poste sul tetto della scuola adiacente Pascoli da parte di cineoperatori che si trovavano al centro stampa. Proprio grazie alle telecamere è stato inoltre identificato l'agente che ha per primo sfondato le porte della Diaz. Sarebbe un agente del settimo nucleo sperimentale di Roma.
Appoggia la versione del pm Cardona anche Ermete Realacci, del Partito democratico: "Quanto accaduto in quei giorni rappresenta una ferita ancora da cauterizzare nella coscienza civile del paese". Realacci prosegue poi sottolineando l'importanza di accertare la verità "sia nelle aule giudiziarie sia in altre sedi".
(4 luglio 2008)
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