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Caso Marrazzo

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Caso Marrazzo

Messaggioda franz il 24/10/2009, 8:50

I magistrati parlano di una "messa in scena intenzionale" per la presenza di droga
Nelle riprese di due minuti la voce disperata del governatore, che indossa solo una camicia

Il tesserino, la cocaina, gli assegni
nel filmato del ricatto a Marrazzo

di CARLO BONINI

ROMA - Cosa è accaduto a Piero Marrazzo in un appartamento della Cassia abitato da una transessuale? Cosa documentano le immagini del video di due minuti girato in quella circostanza? Quale rispondenza hanno le dichiarazioni pubbliche del Governatore ("Una bufala. Un falso") con quanto sin qui accertato dalla Procura della Repubblica, il Ros e il Nucleo provinciale dei carabinieri di Roma? Marrazzo ha pagato davvero chi lo ricattava? E perché, per tre mesi, ha taciuto il ricatto?

La scena si apre in un giorno feriale della prima settimana del luglio scorso. E' tarda mattina. I carabinieri Luciano Simeone, 30 anni, e Carlo Tagliente, 29, del Nucleo di polizia giudiziaria della stazione carabinieri Trionfale, fanno irruzione in un appartamento che le indagini collocano in via Gradoli, indirizzo carico di ben altre suggestioni della nostra storia repubblicana. E' una casa che sanno essere l'alcova di una transessuale brasiliana che si fa chiamare "Natalì" dove - dicono - è stata segnalata "una grossa partita di cocaina". Non è dato sapere, al momento, chi gli indichi proprio quell'indirizzo ("Un confidente", sostengono genericamente giovedì pomeriggio nelle loro dichiarazioni spontanee al momento dell'arresto). Né è dato sapere (i due carabinieri lo negano) se siano al corrente che in casa c'è un ospite dal nome importante, Piero Marrazzo.

Rintracciata da "Repubblica", "Natalì" conferma di conoscere il Governatore, ma nega la circostanza di quell'incontro ("in luglio ero in Brasile", dice). Sostiene che il "vero luogo" dell'irruzione non sia molto lontano da casa. E che, quella mattina di luglio, Marrazzo fosse in compagnia di una tale "Brenda".

Il dettaglio non è evidentemente secondario per valutare i ricordi e l'attendibilità dei protagonisti di questa storia. Ma non cambia la sostanza delle cose. Perché è un fatto (per altro confermato da Marrazzo nell'interrogatorio che rende come parte lesa alla Procura della Repubblica mercoledì 21 ottobre), che al momento della loro rumorosa irruzione (sia via Gradoli o un condominio non lontano), i carabinieri si trovano di fronte un transessuale ("Natalì" o "Brenda", o come si faccia chiamare, lo accerteranno presto le indagini) che si copre frettolosamente il busto con uno scialle e il governatore del Lazio con indosso la sola camicia.

Nella stanza da letto del piccolo appartamento - a stare ancora alle dichiarazioni spontanee dei due carabinieri arrestati - su un tavolino accanto al letto, c'è il portafoglio di Marrazzo, la sua tessera plastificata per gli ingressi alla Regione e una striscia di cocaina. I due carabinieri sostengono di aver identificato i due uomini e di aver quindi lasciato la casa dopo aver verificato che la cocaina sul tavolo non supera la "modica quantità". Negano di aver girato un video che ritrae la scena.

I carabinieri
Simeone e Tagliente, con tutta evidenza, mentono e non a caso dell'irruzione di quel giorno non lasciano alcuna traccia documentale nei registri di servizio. Ma fino a che punto mentono?
Il video, girato con un telefonino, e della durata di circa due minuti, esiste. Ritrae Marrazzo e il suo compagno esattamente nelle condizioni di tempo e di luogo dell'irruzione. Le immagini indugiano sulle nudità. Sui dettagli della striscia di cocaina, il portafoglio, il tesserino plastificato. Si distingue la voce di Marrazzo articolare parole di disperazione ("È una rovina". "Mi rovinate"). Solo loro possono averlo girato. E che siano loro, lo confermerà il tentativo, a partire dal settembre scorso, con cui il loro commilitone, Antonio Tamburrino, prova a trattarne la vendita (tra gli 80 e i 100 mila euro) con un'agenzia fotografica di Roma, una di Bologna, e Massimiliano Scarfone, il fotografo dello scatto a Sircana, portavoce di Prodi, su un marciapiede di Roma frequentato da transessuali. Il professionista che, in qualità di mediatore, prenderà contatto con "testate giornalistiche nazionali" (mercoledì scorso, i carabinieri hanno chiesto una acquisizione di atti alla redazione di Milano del "Giornale") per sondare l'interesse alla "merce".

Se si può dunque dare per scontato - come del resto fanno gli inquirenti - che il video venga girato dai due carabinieri al momento della loro irruzione, altro discorso è stabilire se si tratti di una messa in scena. Ascoltato in Procura mercoledì scorso come parte lesa, Marrazzo conferma la sua presenza nell'appartamento sulla Cassia. Spiega di aver consegnato tremila euro in contanti al suo compagno di quel giorno e di essere stato derubato dai carabinieri di altri duemila che erano nel portafoglio. Aggiunge che i militari si sarebbero fatti consegnare "con modi intimidatori" i suoi documenti di identità (tesserino della Regione compreso) e che, solo a quel punto, e nonostante le dimensioni ridotte della stanza da letto (non più di 10 metri quadri) avrebbe realizzato che sul tavolino della stanza da letto c'erano "delle strisce di cocaina". Marrazzo non ricorda neppure che i carabinieri abbiano girato un video. È convinto che abbiano introdotto la cocaina nell'appartamento (circostanza che la Procura al momento accoglie, stigmatizzando nel decreto di fermo sia che la "presenza della cocaina è un'intenzionale messa in scena, effetto reso ancor più evidente dalla collocazione accanto allo stupefacente del tesserino di Marrazzo"). Aggiunge che le minacce dei carabinieri lo convincono a staccare e consegnare immediatamente ai due militari tre assegni in bianco per un importo di circa 20 mila euro. E che quegli assegni - come avrà modo di verificare tempo dopo - non verranno incassati, tanto da convincerlo a denunciarne lo smarrimento. Marrazzo non è altrettanto preciso su quel che accade tra luglio e le settimane scorse. Parla di nuovi contatti con la banda in divisa. Ma non è in grado di precisare né dove, né quando, né come i militari tentino di estorcergli nuovo denaro minacciando la diffusione del video. Né è in grado di spiegare perché, né quel giorno di luglio, né i giorni che seguirono, scelse di tacere il ricatto alla magistratura, all'Arma dei carabinieri, alla polizia.

(24 ottobre 2009)
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda ranvit il 24/10/2009, 10:08

Siamo alla frutta! Tutti, non solo il Centrosinistra!

Spero che questi carabinieri vengano puniti fortemente e che Marrazzo si defili al piu' presto....non per i suoi gusti sessuali ma per aver coperto la cosa pagando!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda franz il 24/10/2009, 10:12

ranvit ha scritto:Siamo alla frutta! Tutti, non solo il Centrosinistra!

Spero che questi carabinieri vengano puniti fortemente e che Marrazzo si defili al piu' presto....non per i suoi gusti sessuali ma per aver coperto la cosa pagando!

Vittorio

pagando .... dimostrando di essere ricattabile e ricattato.
Quello che diciamo su Berlusconi vale anche per Marrazzo, anche se non c'è paragone.

Franz
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda incrociatore il 24/10/2009, 11:20

è evidente che la cosa più seria che Marrazzo può fare è dimettersi.
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda matthelm il 24/10/2009, 12:58

Posso?

Sono schifato!!!
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Franceschini: si deve dimettere

Messaggioda franz il 24/10/2009, 13:39

L'estorsione per il video che ritrae il Governatore con una trans
I magistrati ascoltano i 4 carabinieri accusati di estorsione

Ricatto a Marrazzo, interrogati i Cc
Franceschini: si deve dimettere

Secondo l'Ansa il segretario del Pd vorrebbe l'addio alla carica del presidente del Lazio
Nelle prossime ore la decisione considerata "inevitabile" in alcuni ambienti politici

ROMA - Sono cominciati nel carcere romano di Regina Coeli gli interrogatori dei quattro carabinieri arrestati dal Ros perché accusati di aver ricattato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo anche grazie a un video in cui il governatore compare in atteggiamenti intimi con un transessuale. Intanto si fa sempre più concreta l'ipotesi di dimissioni del Governatore.

Franceschini. Il segretario del Pd Dario Franceschini, secondo l'Ansa, vorrebbe le dimissioni del presidente della Regione Lazio. Una decisione verrà presa, probabilmente, solo di concerto con gli altri due candidati alla segreteria del partito. In queste ore, secondo quanto viene riferito, Franceschini sarebbe in contatto con Pierluigi Bersani e Ignazio Marino per valutare le scelte da prendere. La vicenda ha scioccato il partito alla vigila delle primarie. In tanti, a quanto si apprende, al vertice del Pd, hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione.

Gli interrogatori.
Il Gip del tribunale di Roma Sante Spinaci dovrà esaminare la richiesta di convalida del fermo emesso dalla procura di Roma nei confronti dei sottufficiali infedeli Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Peschini.

I militari sono accusati, a vario titolo, di estorsione, ricettazione, violazione della privacy e violazione del domicilio. Due di loro, secondo le accuse, avrebbero fatto irruzione nel luglio scorso nell'appartamento in uso ad un transessuale in via Gradoli a Roma dove avrebbero filmato Piero Marrazzo, semi nudo, in compagnia del trans estorcendogli danaro e facendosi consegnare due assegni per un totale di 20.000 euro, mai giunto all'incasso.

I carabinieri hanno perquisito nella notte il condominio di via Gradoli a Roma, dove si sarebbe svolto il fatto, a quanto pare un indirizzo frequentato da transessuali che si prostituivano.

Ipotesi dimissioni. Intanto alla Pisana c'è stata una riunione di maggioranza. Il vertice è iniziato intorno alle 12 nello studio al primo piano del vicepresidente Esterino Montino. "Adesso incontrerò il presidente Marrazzo - ha detto Montino lasciando la sede della Regione - per informarlo della chiacchierata e per sentire il suo parere".

Starebbe prendendo corpo l'ipotesi di dimissioni di Piero Marrazzo. La decisione, che potrebbe arrivare già nelle prossime ore, sarebbe ormai considerata "inevitabile" in alcuni ambienti politici regionali, anche se, soltanto ieri, Marrazzo affermava di voler "continuare con determinazione il suo mandato". A far precipitare la situazione, i vari elementi emersi dalla lettura dei quotidiani in edicola stamattina. Che mettono in rilevo una serie di affermazioni fatte ieri dal presidente e che non coincidono affatto con quanto starebbe emergendo dai verbali dell'inchiesta.

In particolare Marrazzo
ha affermato ieri di non aver pagato i ricattatori (mentre esistono gli assegni, sia pure non incassati), addirittura di non aver nemmeno saputo del ricatto (mentre dai verbali pubblicati oggi emerge il contrario), che il video non esiste (mentre c'è più di una fonte che asserisce di averlo visionato). Infine, il transessuale Natalì afferma che il presidente l'avrebbe chiamata ieri "per tre volte" chiedendole di "non parlare con nessuno" in merito alla vicenda. Ma le dichiarazioni di Natalì sono oggi sulla stampa, nelle quali la stessa trans asserisce anche di conoscere Marrazzo da sette anni.

(24 ottobre 2009)
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda franz il 24/10/2009, 13:46

"Piero lo conosco da sette anni, so che molti mi accusano ma io non c'entro nulla con il filmato"
"Da quando è scoppiata la bufera, visite a raffica dei carabinieri"

"Glielo dicevo, attento a con chi esci"
il racconto di Natalì, trans brasiliana

di MARIA ELENA VINCENZI e PAOLO G. BRERA

ROMA - "Glielo dicevo, io: Piero, stai attento a con chi esci. Lasciala perdere, la Brendona, quella è drogata ti fa finire nei guai". Natalì, 30 anni, professionista del sesso a cottimo, brasiliana transessuale con studio-abitazione in via Gradoli, nella periferia ordinata lungo la Cassia, ha gli occhi lucidi ma giura che "è solo il collirio". Ci sono volute due ore per sciogliere il muro dei "non so nemmeno chi sia", e per farle raccontare la sua versione dei fatti. "Piero lo conosco da sette anni - dice - e non mi ha mai fatto niente di male, quindi non gliene voglio fare nemmeno io. L'ho sentito anche oggi, mi ha chiamata tre volte. Mi ha detto: "Stai tranquilla, Natalì, che non c'è nessun video. Ti voglio bene, non parlarne con nessuno"".

Dalla comunità trans che la notte si vende al Flaminio e all'Acqua Acetosa, a Prati e alla Moschea, esce un ritratto sconvolgente - e tutto da provare - se riferito al presidente della Regione Lazio. "Marrazzo lo conosciamo tutte benissimo da anni", afferma Luana, anche lei transessuale brasiliana della Cassia: "Quando lo vedono passare - dice - i trans si tirano su le tette per essere scelte: lui paga molto, molto bene. Ci sono "ragazze" come Natalì che ci hanno fatto una fortuna, decine di migliaia di euro. Natalì è la sua preferita, ma stava spesso anche con Brenda, una tipa grande e grossa che chiamiamo la Brendona e che da un pezzo andava in giro a dire che cercava di vendere un video compromettente ma non trovava nessuno che lo comprasse. Una vera stronza: questa è estorsione, mi sa che con questo caos è scappata".

Da quando è scoppiata la bufera, le transessuali che abitano nella zona di via Gradoli hanno ricevuto visite a raffica dai carabinieri del Ros: "Sono andati dalla Palomina sulla Cassia, da Tiffany e Maira in via Gradoli, da Camilla ai Due Ponti, da Brenda e da un sacco di altre. A tutte - dice Natalì - hanno preso i computer e i telefonini per cercare immagini. Ma non troveranno nulla. Lo so che accusano tutti me, ma io giuro che non c'entro proprio niente con le foto e i video. Io sono sicura che non usciranno mai perché non ci sono, ma se spunterà fuori un video vi invito a confrontarlo con me e con casa mia". Un appartamentino ordinato, pulito, arredato con gusto in stile etnico: salotto con cucinino, bagno e camera con il letto in ferro battuto e il quadro di un cherubino dietro la testiera.

"Di Piero non voglio parlare - insiste Natalì ogni volta che si accorge di aver raccontato più di quello che avrebbe voluto - ma una cosa su quei quattro carabinieri la voglio proprio dire. Li conoscevamo tutti, sono vera gentaccia. C'è una questione di droga, dietro tutto questo casino. Quando un cliente ci chiede un festino con la cocaina, c'è uno spacciatore, uno che ora è morto e si chiamava Rino (è citato anche nell'ordinanza di custodia cautelare, ndr), che ce la porta a domicilio a patto che ne acquisti almeno dieci grammi. Quei carabinieri lo lasciavano lavorare a patto che lui li avvertisse sempre della consegna e della situazione: quando la giudicavano interessante facevano irruzione e ci rapinavano, si prendevano droga e soldi ricattando i clienti". Sono le "mele marce" di cui parla il comandante provinciale dei carabinieri, il generale Tommasone.

Ne parla anche la Luana (che in realtà si chiama con un altro nome) di Rino che portava la droga e dei clienti rapinati e ricattati per questo dai quattro carabinieri. Una situazione in cui, afferma Luana, avrebbe riguardato anche il governatore del Lazio. Anche di questo, dice Luana, "della cocaina", tutti sapevano tutto nel mondo romano della prostituzione transessuale. "Lui, Marrazzo, andava quasi sempre con Natalì - insiste Luana - che aveva conosciuta alla Moschea, dove batteva fino a qualche anno fa. Ma stava spesso anche con Tabata, che è morta sei mesi fa. E anche con Paloma e Brenda: non sapete che liti, quando lui sceglieva una anziché l'altra".
"I carabinieri non mi hanno ancora trovata, e mi sono già rivolta a un avvocato - dice Natalì: ma i Ros busseranno alla sua porta mezzora più tardi - e domattina me ne vado, parto e sto via un mese. Se mi avete filmato, dico che eravate solo una coppia in cerca di sesso estremo. Addio".

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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda franz il 24/10/2009, 13:57

matthelm ha scritto:Posso?

Sono schifato!!!

si, puoi.
Anche io.
Ma non tanto dal fatto che Marrazzo andasse a transessuali (in fondo, ricattabilità a parte, puo' fare quello che vuole nella sua vita privata e fino a prova contraria avere un simile rapporto non è un reato da noi, come lo è in alcuni stati americani o islamici). No, dal fatto che 4 carabinieri approfittavano di uno spacciatore e delle sue consegne di cocaina per poter sorprendere alcuni festini e ricattare i partecipanti. Questo mi pare mille volte piu' grave, in uno stato di diritto.
Poi sul piano politico (su quello penale non mi pronuncio per incompetenza) per me è doveroso che Marrazzo dia le dimissioni immediatamente perché per la carica che ha non puo' essere ricattabile da malfattori di ogni risma.
Lo deve fare per rispetto ai cittadini che lo hanno eletto come altro deve pare per rispetto alla sua famiglia.

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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda incrociatore il 24/10/2009, 15:09

non è mai vero che una persona che ricopre cariche pubbliche di quel rilievo è libero di avere la vita privata che vuole...
Mi dispiace e non mi si accusi di essere un bacchettone che m'incazzo, ma se la persona è libera nel suo privato è altrettanto vero che il suo ruolo istituzionale gli impone di non esserlo... se vuole privilegiare il suo privato rispetto al suo pubblico deve semplicemente rinunciare ad un ruolo pubblico.

Con un comportamento di disprezzo (questo è nella sostanza) verso la persona... ritenendo che si possa pagare il corpo di un'altra persona, e con questo non avere rispetto per gli affetti di compagne/i e/o di figli... si buttano al macero dei principi che, per me, dovrebbero sottendere qualsiasi impegno e ruolo pubblici. Qui sembra addirittura che ci sia l'aggravante, ammessa pare dallo stesso Marrazzo, di poter usare lo strumento pecuniario o le dovute conoscenze per mettere tutto a tacere.

No, nemmeno da Marrazzo farei educare i miei figli.

Poi scoprire che quattro "servitori dello Stato" siano dei malfattori aggiunge poco a quanto, per le persone perbene, risulti già ora indispensabile una profonda evoluzione "morale" nel senso pieno e giusto del termine (non moralista) della nostra società.
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Re: Caso Marrazzo

Messaggioda pagheca il 24/10/2009, 16:33

franz ha scritto:
matthelm ha scritto:Ma non tanto dal fatto che Marrazzo andasse a transessuali (in fondo, ricattabilità a parte, puo' fare quello che vuole nella sua vita privata e fino a prova contraria avere un simile rapporto non è un reato da noi, come lo è in alcuni stati americani o islamici). No, dal fatto che 4 carabinieri approfittavano di uno spacciatore e delle sue consegne di cocaina per poter sorprendere alcuni festini e ricattare i partecipanti. Questo mi pare mille volte piu' grave, in uno stato di diritto.
Poi sul piano politico (su quello penale non mi pronuncio per incompetenza) per me è doveroso che Marrazzo dia le dimissioni immediatamente perché per la carica che ha non puo' essere ricattabile da malfattori di ogni risma.
Lo deve fare per rispetto ai cittadini che lo hanno eletto come altro deve pare per rispetto alla sua famiglia.

Franz


A me quello che invece colpisce e' la popolarita' del fenomeno dell'uso di prestazioni sessuali a pagamento in Italia.

Se neanche personaggi pubblici come Marrazzo (sic) non riesce a tenere a freno le sue pulsioni sessuali, pur sapendo di ricoprire un ruolo sensibile, se questo non e' che l'ultimo scandalo di questa natura, mi chiedo qual'e' il livello di diffusione di qeusto tipo di fenomeni in Italia. Non sto qui discutendo del fatto se chiunque sia libero o no di fare quello che gli pare. Per me, si, lo sarebbe, come ognuno dovrebbe essere libero di farsi una canna ogni tanto.

Quello che discuto e' l'opportunita' di farlo, cos'e' a spingere tutta questa gente a vedere trans, pagare prostitute, mettere a rischio la propria vita familiare per una cosa come questa. Questa e' gente che sta bene, realizzata, senza grandi preoccupazioni, che svolge attivita' importanti. La mia impressione e' che il "messaggio" che giunge dalla societa' italiana sia non solo che tutto questo e' lecito, ma che e' anche ammissibile se non addirittura desiderabile.

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