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Lavanderia Italiana

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Lavanderia Italiana

Messaggioda franz il 21/02/2012, 9:55

Ecco come la mafia ripulisce il denaro sporco con il business dei giochi legali e illegali - di Amalia De Simone

http://www.corriere.it/inchieste/italia ... 94ec.shtml

NAPOLI - Le mafie ripuliscono il loro denaro sporco anche attraverso portafogli e tasse degli italiani. Non è una semplificazione. Soprattutto davanti ad un documento come quello che pubblichiamo: un manoscritto di Renato Grasso nel quale, l'imprenditore condannato per mafia che per vent'anni ha gestito in Italia buona parte del business dei giochi con il placet dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato - (Aams) l'organo del Ministero dell'Economia e delle Finanze addetto alla gestione del gioco pubblico -, conferma ai giudici di aver riciclato soldi per i clan. E precisa: non solo ha avuto rapporti con i 22 gruppi mafiosi già individuati dagli inquirenti, ma anche con altre 52 cosche della camorra. La «lavanderia italiana» che le procure ancora non conoscono. Il che significa che negli anni, ben 74 clan della camorra si sono rivolti a lui per organizzare la loro lavanderia di denaro sporco e che lo hanno fatto usando un meccanismo che riguarda direttamente le tasche dei contribuenti italiani e di quelli che affidano alla fortuna qualche risparmio: il sistema dei giochi legalizzato dal 2004 e gestito dai monopoli di Stato. La lista è impressionante: almeno tre clan per quartiere o area geografica delle varie città campane. Non c'è faida che tenga: la lavanderia è unica anche per i più acerrimi nemici. Infatti nell'elenco ci sono clan che si sono combattuti per anni facendo decine di morti ammazzati e che invece sono uniti nello stesso elenco: affidavano le loro finanze al re dei giochi.

L'ELENCO - Sembra quasi un censimento noir. Un elenco scritto a mano da un signore capace, nonostante una condanna per mafia di diventare socio (con due distinte imprese) della famiglia Mastella e anche della famiglia Iovine. Si, proprio quelle dell'eurodeputato di Ceppaloni ed ex ministro della giustizia e dell'ex superlatitante Antonio Iovine detto 'o ninno', tra i capi dei casalesi, arrestato solo l'anno scorso dopo 14 anni di ricerche. Ma soprattutto un signore capace, con quella condanna definitiva per 416 bis e per estorsione (5 più 4 anni), di ottenere con le società di famiglia, favolosi contratti con i Monopoli di Stato e con due società del calibro di Lottomatica e Sisal (come risulta dai provvedimenti giudiziari a carico di Grasso e anche da un suo memoriale nel quale scrive «I miei fratelli ebbero la grande opportunità di ottenere dei contratti in esclusiva per la distribuzione delle New Slot in tutta Italia a favore di oltre 2.500 ricevitorie e agenzie»). «Le concessioni per le slot - spiega Aldo Burzo, amministratore giudiziario di alcune società sequestrate a Renato Grasso - sono una decina e Grasso entrò nel business attraverso accordi commerciali di società riconducibili alla sua famiglia con Lottomatica e Sisal». I suoi affari ormai spaziavano dalle scommesse sportive ai giochi on line, dalle slot alle sale bingo. Ma il curriculum penale di Grasso evidentemente non è stato mai un problema.

L'INDUSTRIA DEI GIOCHI - Eppure quella dei giochi è la terza industria in Italia con 120 mila lavoratori e un fatturato che quest'anno sarà vicino a 80 miliardi di euro, tra il 4 e il 5% del nostro Pil. Renato Grasso è sempre stato il re dei giochi leciti e illeciti e dopo aver fatturato 300 milioni di euro all'anno, essere stato latitante e aver conosciuto a più riprese il carcere, forse sta smettendo i panni di «imprenditore testimone» come si era autodefinito per indossare quelli di pentito, anche se non c'è nulla ancora di ufficiale. Uno dei suoi fratelli (ne ha 13) Luciano, non ha retto al peso delle indagini e dopo un periodo di depressione, pochi mesi fa si è tolto la vita con un colpo di pistola. Il suo corpo è stato trovato sul terrazzo del palazzo dove viveva.

Renato Grasso, dopo un primo memoriale consegnato ai pm nel 2009 subito dopo aver bussato al portone del carcere per consegnarsi e mettere fine alla sua latitanza, aspetta due anni prima di vuotare del tutto il sacco. Lo fa in maniera scarna con poche frasi e due elenchi. Innanzitutto spiega perché è pronto a collaborare con la giustizia: «Dopo una lunga riflessione personale ho mutato la mia inutile convinzione, che per il solo fatto di essere stato anche vittima di alcuni clan della camorra, potessi giustificare o eludere le mie reali responsabilità penali. Per tanto ho deciso di rivelare tutto quello che è necessario, di mia conoscenza dei fatti di dar modo alla giustizia di fare il suo corso, con maggiori riscontri (...) Soprattutto per avere la possibilità di recidere definitivamente tutti i rapporti con la criminalità organizzata anche per il futuro. Tanto premesso confermo e confesso di aver avuto rapporti di interessi economici, relativi alla mia attività lavorativa per la distribuzione del mercato dei videopoker accordandomi con gli esponenti, di volta in volta, anche contemporaneamente egemoni, nei singoli quartieri di Napoli e provincia». Ora arrivano i primi verbali «collaborativi» davanti ai pm Antonello Ardituro e Catello Maresca della dda di Napoli che con le loro inchieste hanno scoperchiato il sistema, datati 7 e 16 giugno e primo luglio 2011. E così “o presidente” (questo il suo soprannome) comincia il suo racconto dettagliato sulle sue società, sui rapporti con tantissimi clan e con boss del calibro di Giuseppe Setola ('o cecato'), su carabinieri, vigili e poliziotti che aveva assoldato per fargli da guardiaspalle e di tanto altro.

GLI AFFARI - Negli anni '80 erano flipper e juebox poi è stata la volta dei videopoker illegali ma una decina di anni fa tutto è cambiato. Gli affari dei Grasso viaggiano su due filoni quello delle slot e quello delle sommesse sportive. Ciò che in Italia fino al 2004 era stato illegale e cioè videopoker e totonero, viene regolato e legalizzato. Così si assegnano le concessioni per i giochi: poche, meno di una decina quelle per la gestione delle «macchinette», molte di più quelle per le scommesse sportive. Viene anche stabilito che chi non ha una serie di requisiti di onorabilità (ovviamente si prevede l'esclusione degli imprenditori coinvolti in indagini di mafia) non potrà mai sperare di diventare concessionario di giochi pubblici. Una regola che invece, come si legge nelle migliaia di carte dei processi che riguardano i Grasso, diventa facilmente carta straccia. Tanto che il pm Antonello Ardituro auspica maggiori controlli e una modifica legislativa: «Le concessioni dei monopoli vengono assegnate senza che vi siano i necessari controlli antimafia e quindi ci capita di imbatterci in società che sono concessionarie dell'ente pubblico o a partecipazione pubblica che non rispettano i requisiti e le certificazioni antimafia, come è successo per la famiglia Grasso. Nonostante Renato Grasso fosse stato condannato per 416 bis (associazione per delinquere di stampo mafioso) con sentenza passata in giudicato, i fratelli riuscivano tranquillamente ad avere questo tipo di concessioni. Sarebbe auspicabile una modifica della normativa in materia».

LE AZIENDE - Nel primo settore, quello delle macchinette, le aziende dei Grasso diventano leader grazie a contratti stipulati da società di famiglia con concessionari dei Monopoli di Stato, Lottomatica e Sisal. Un esempio su tutti potrebbe essere la Wozzup (ora sotto sequestro): in questa ditta che tra il 2006 e il 2008 ha raccolto circa 110 milioni di euro di giocate, Renato Grasso è direttamente socio insieme al fratello Massimo e quindi paradossalmente “'o presidente” accusato di mafia, non si preoccupa nemmeno di procurarsi un prestanome per diventare concessionario di Lottomatica. Un'altra società della famiglia entrata nello stesso affare è la King Slot (anche questa sotto sequestro).
I Grasso, invece, per entrare in affari con la Sisal, usano la DueGi sas, una società anche questa finita più volte sotto sequestro. Nel suo memoriale Grasso spiega che questi contratti diedero l'oportunità alle società di famiglia di distribuire in esclusiva le nuove macchine New Slot su tutto il territorio nazionale in oltre 2.500 ricevitorie estendendo il suo raggio d'azione non solo in Campania ma anche in Lombardia, Toscana, Puglia, Calabria, Abruzzo e Sicilia e riuscendo così a raccogliere fiumi di denaro in giocate pari alla metà dell'intero business italiano dei giochi. Quello delle slot è un affare che permette un po' a tutti quelli che sono nel giro di guadagnare bene e in maniera facile: allo Stato, perché parte delle giocate finisce nell'erario (circa il 12,5%); alle concessionarie e alle loro sub concessionarie in quanto intascano fette consistenti dell'affare; e anche ai singoli bar che installano le macchinette mangiasoldi. Oltre a trattenere la percentuale prevista, i bar hanno a disposizione liquidi per alcune settimane perché lo scassettamento delle slot (e cioè il prelievo) nella maggior parte dei casi avviene con scadenze piuttosto lunghe. Le organizzazioni criminali, secondo le indagini, hanno buon gioco ad inserirsi in varie fasi dell'affare ma soprattutto, ciò che gli inquirenti intendono scoprire è se in qualche modo abbiano finanziato Grasso all'inizio del business e cioè nel momento in cui andavano acquistate e distribuite le slot. Un investimento non da poco, anche per "o presidente" ma non certo per decine di clan della camorra. Anche la mafia fa capolino nelle indagini sui Grasso: per creare in dieci regioni italiane una delle più fiorenti reti di controllo e gestione di sale Bingo, società e ditte individuali che operavano tutte nel settore delle scommesse pubbliche, “o' presidente” si era affiancato un personaggio siciliano. Il suo nome è Antonio Padovano. Gli inquirenti lo ritengono contiguo a esponenti della criminalità organizzata catanese alcuni dei quali ai vertici della famiglia "Cosa Nostra Etnea". Fu arrestato alla fine del 2000 per 416 bis e successivamente raggiunto da un ordinanza di custodia cautelare nella quale il Gip di Caltanissetta sottolinea la contiguità ai Santapaola di Catania ed il patto tra lo stesso Padovani e i Madonia per l'apertura di numerose sale scommesse tra Gela e Niscemi e l'assunzione quale responsabile dell'area siciliana del genero di Piddu Madonia. Il nome di Padovani spunta anche in un'inchiesta che dimostra come i casalesi, quelli di Setola, Iovine e Zagaria, attraverso un sistema di scatole cinesi, cessioni di rami d'azienda e prestanomi, abbiano riciclato soldi. Grasso teneva i contatti con la cosca principalmente attraverso Mario Iovine, detto "Rififi". Come? Con l'acquisto di sale bingo, molte delle quali nel salotto buono milanese .

LE SCOMMESSE SPORTIVE
- L'altro filone battuto da Grasso è quello delle concessioni per le scommesse sportive. Qui “o' presidente” la fa veramente da padrone riuscendo a raccogliere decine di contratti dai Monopoli. Comincia con la Betting 2000, una società attualmente in amministrazione giudiziaria. La Betting2000 strappa subito la concessione dai Monopoli di Stato e poi arrivano anche la Sistersbet e la Mediatelbet. Insomma dalle tasche dei cassieri dei clan a quelle di Renato Grasso per poi rifluire in una cascata di società che acquistano sale bingo nel nord Italia, piazzano migliaia di slot (praticamente in regime di monopolio) e gestiscono i flussi di scommesse sportive.
Tornando alla Betting 2000, spuntano i cognomi Mastella e Lonardo. Già perchè la Betting come è possibile verificare da semplici visure camerali, è socia della società Sgai betting nella cui compagine societaria figurano Italico e Carlo Lonardo, fratelli della ex presidente del consiglio regionale campano Sandra Lonardo e per un periodo anche Pellegrino Mastella, figlio della Lonardo e dell'ex guardasigilli ed attualeparlamentare europeo Clemente Mastella. «Nel campo delle scommesse sportive – spiega Aldo Burzo, amministratore giudiziario di alcune società sequestrate a Grasso - le società riconducibili a Renato Grasso, sono entrate acquisendo delle concessioni da una società che ne deteneva una notevole quantità, la Sgai, che aveva tra i suoi proprietari la famiglia Mastella o Lonardo». Che fine ha fatto la Sgai betting? Le concessioni risultano tutte vendute appena alcuni giorni prima del sequestro. Per il resto la società è svuotata e messa in liquidazione. La politica in senso lato si incrocia anche per altre vie con i destini dei Grasso: Massimo Grasso, fratello di Renato - anche lui accusato di vari reati -, è stato anni fa, il consigliere comunale del Pdl più votato a Napoli e in più convive con una delle gemelline De Vivo, aspiranti subrettine ma ormai più note per le serate del bunga-bunga ad Arcore (vengono citate e intercettate nel fascicolo della procura di Milano sul caso Ruby) che per la loro partecipazione all'”Isola dei famosi”.

I RETROSCENA - La storia di Renato Grasso si arricchirà di particolari se il suo protagonista continuerà a svelare i retroscena della sua «lavanderia» italiana e se gli inquirenti riusciranno a capire se un nuovo re dei giochi si sta affacciando sul panorama italiano al posto di Grasso. Per ora resta da raccontare ancora un paradosso: «Poiché le concessioni sono spesso legate alla personalità dell'imprenditore - spiega il pm della dda Antonello Ardituro - molto spesso assistiamo a delle revoche quali le sospensioni delle concessioni nel momento in cui interviene il sequestro delle società da parte dell'Autorità giudiziaria con l'evidente paradosso che l'impresa mafiosa è stata concessionaria per tanto tempo e nel momento in cui interviene lo Stato con l'amministratore giudiziario, questa concessione viene revocata perché non sussistono più i requisiti con l'effetto molto rilevante sul territorio di dare l'idea che finché l'impresa mafiosa è libera e lavora da la possibilità anche ai cittadini; quando interviene lo Stato con il sequestro, le imprese sono destinate miseramente a chiudere».

Amalia De Simone 17 febbraio 2012 (modifica il 21 febbraio 2012)
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda flaviomob il 21/02/2012, 15:59

Non dimentichiamoci poi delle conseguenze del dilagare del gioco d'azzardo: dipendenza, famiglie sul lastrico, incremento del numero di suicidi, depressione.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_d'azzardo_patologico


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda franz il 21/02/2012, 16:16

E non dimentichiamoci chi si è recentemente buttato nel settore ...
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda trilogy il 21/02/2012, 19:50

franz ha scritto:......
«Poiché le concessioni sono spesso legate alla personalità dell'imprenditore - spiega il pm della dda Antonello Ardituro - molto spesso assistiamo a delle revoche quali le sospensioni delle concessioni nel momento in cui interviene il sequestro delle società da parte dell'Autorità giudiziaria con l'evidente paradosso che l'impresa mafiosa è stata concessionaria per tanto tempo e nel momento in cui interviene lo Stato con l'amministratore giudiziario, questa concessione viene revocata perché non sussistono più i requisiticon l'effetto molto rilevante sul territorio di dare l'idea che finché l'impresa mafiosa è libera e lavora da la possibilità anche ai cittadini; quando interviene lo Stato con il sequestro, le imprese sono destinate miseramente a chiudere».


" nel momento in cui l'impresa non è più della mafia vengono a mancare i requisiti e la concessione viene revocata"

I requisiti non si discutono....e finalmente abbiamo capito quali requisiti servono per avere certe concessioni :mrgreen:
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda trilogy il 22/02/2012, 11:56

Il gioco d’azzardo: un’attività legale, una malattia, un affare per chi?
Coinvolti, complice lo Stato, tutti i ceti sociali



Un recente caso di cronaca nel Trevigiano, riportato dalla stampa locale, uno dei tanti episodi purtroppo spesso passato sotto silenzio, che registra l’arresto di una donna di 51 anni perché accusata di una serie di aggressioni ripetute nei confronti del convivente, che ha avuto il volto deturpato da una miscela di acqua e acido, come ritorsione per il fatto che l’uomo si sarebbe rifiutato di darle ancora del denaro per far fronte al vizio del gioco di cui la donna è vittima, ripropone un tema che dovrebbe far riflettere molto.

L’Italia rappresenta uno dei mercati nell’Unione Europea con la più elevata crescita nel settore del gioco.

L’accentuata inclinazione al gioco degli italiani, la moltiplicazione dell’offerta qualitativa e quantitativa dei giochi on line, e la diffusione capillare di Internet, sostengono, in particolare, la crescita del gioco in versione on line.

Il tema è tornato di estrema attualità poiché nel recente decreto liberalizzazioni, in fase di conversione in legge, non è stata specificata una riserva per quanto riguarda il gioco d’azzardo, per cui diventa prevedibile una ulteriore ed aggressiva espansione del mercato del gioco, senza regole e senza controlli.

Senza una disciplina specifica, dunque, basterebbero astratti requisiti per aprire sale gioco, con una semplice comunicazione l’attività può iniziare e le macchine posso essere installate anche in attività già esistenti.

Alcuni parlamentari si sono fatti promotori di specifici emendamenti al D. L. 1/2012.

Anche le anticipazioni sui contenuti del decreto sulle semplificazioni fiscali, che dovrebbe essere esaminato venerdì 24 febbraio dal Consiglio dei Ministri, fanno ben sperare su un inasprimento dei controlli nei locali dove si effettuano scommesse o sono installati apparecchi che consentono il gioco d’azzardo.

La bozza di decreto fa riferimento a:

a) Operazioni di gioco a fini di controllo: Gli appartenenti all’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato saranno autorizzati ad effettuare operazioni di gioco presso locali in cui si effettuano scommesse o sono installati apparecchi per il gioco, al solo fine di acquisire elementi di prova in ordine alle eventuali violazioni in materia di gioco pubblico, ivi comprese quelle relative al divieto di gioco dei minori. Per effettuare le medesimi operazioni di gioco, l’autorizzazione è estesa al personale della Polizia di Stato, all’Arma dei carabinieri, al Corpo della Guardia di Finanza, di concerto con le competenti strutture dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.

b) Documentazione antimafia per il settore dei giochi: La documentazione deve riferirsi anche al coniuge, nonché ai parenti e agli affini entro il terzo grado dei soggetti ivi indicati.

c) Divieto per la partecipazione a gare e di rilascio o mantenimento di concessioni in materia di giochi pubblici: Il divieto di partecipazione a gare o di rilascio o rinnovo o il mantenimento delle concessioni di cui ai periodi precedenti opera anche nel caso in cui la condanna, ovvero l’imputazione o la condizione di indagato sia riferita al coniuge, nonché ai parenti ed affini entro il terzo grado dei soggetti ivi indicati

La dipendenza dal gioco e dal gioco d’azzardo in particolare, il controllo da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso di questo settore ma anche il disagio sociale e l’impoverimento delle famiglie che spesso finiscono per diventare vittime di questo business sempre più gestito dai clan, devono allarmare e richiedere interventi tempestivi.

Come risulta dai dati della Dda, “Oltre il 50% del guadagno del gioco d’azzardo viene dalle macchinette poste nei bar e nelle sale da gioco, per questo la criminalità organizzata sta investendo sempre di più in questo settore” con una vera e propria invasione di slot machines nelle città italiane: circa 400mila, in pratica una ogni 150 abitanti.

Ma come fanno i clan a lucrarci così tanto? In Italia il comparto legale del gioco è affidato a 10 concessionarie, ognuna con la propria rete telematica, grazie alla quale lo Stato dovrebbe poter controllare le giocate e applicare la tassa prevista del 12%.

Succede però che la criminalità organizzata manomette queste macchinette scollegandole dal monopolio, così la tassa del 12% non va più allo Stato e i guadagni dei clan si impennano.


In molte situazioni il fenomeno è collegato alla piaga dell’usura con conseguenze gravissime sulle persone e sulle famiglie. I casi di disperazione con esiti anche tragici sono innumerevoli.

Nel 2010 varie procure della Repubblica hanno effettuato indagini sul fenomeno in 22 città con operazioni delle forze di polizia che hanno portato ad arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata.

Attingendo ai dati di un dossier molto documentato, presentato recentemente da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” viviamo in “un paese dove si spendono circa 1260 euro procapite, (neonati compresi) per tentare la fortuna che possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. E dove si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio”.

Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale.

L’ultima inchiesta in ordine di tempo dello scorso 30 novembre a Milano coordinata dal pool di Ilda Boccassini – si legge nel dossier di Libera – ha rilevato come il clan Valle-Lampada, impegnato secondo gli investigatori anche in Calabria in affari con i Condello, tramite quattro società aveva collocato slot machine e videopoker in 92 locali di Milano e provincia, per un totale di 347 macchinette. Con ricavi tra i 25 mila ed i 50 mila euro al giorno, di cui una parte consistente doveva finire nelle casse erariali.

Ma di fatto le macchinette installate erano fuori norma e al Monopolio venivano trasmessi dati falsi.

La sanzione dell’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) in questi casi è di mille euro al giorno.

Secondo una Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani del novembre 2011 curata dall’Associazione “ Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, e coordinata dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo, costituito da Enti diffusi su tutto il territorio nazionale che da anni si occupano di interventi sulla dipendenza da gioco d’azzardo), volta ad indagare le abitudini al gioco d’azzardo è stimato che in Italia vi siano 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio.

Il che significa che vi sono circa 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo all’interno di un’area di quasi due milioni di giocatori a rischio.

I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana, per più di tre ore alla settimana e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese.

Il quadro che emerge da questo dossier e prim’ancora dalla ricerche e dalla relazioni sul mercato dei giochi e delle scommesse (da quella della Direzione nazionale antimafia a quella della Commissione parlamentare antimafia) sollecita, insomma, una risposta adeguata da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni e da chi le governa.

Senza evocare scenari proibizionistici e senza colpevolizzare chiunque operi in questo settore.

Anzi: proprio alle imprese più importanti e significative e a chi gestisce queste attività in maniera lecita è richiesta, oggi, una chiara e netta assunzione di responsabilità.

Si tratta d’intervenire insieme e quanto prima possibile su tutti i versanti di questa vera e propria calamità, economica e sociale: quello normativo, per rendere più efficace il sistema delle autorizzazioni, dei controlli e delle sanzioni; quello educativo e d’informazione, rivolto soprattutto ai più giovani; quello di prevenzione e cura delle patologie di dipendenza dal gioco; quello culturale e formativo, che chiama in causa gli stessi gestori delle attività lecite”.

Che il gioco d’azzardo diventi l’unico momento in cui è possibile distrarci dalle pene quotidiane, fantasticando vincite milionarie, è un segno allarmante della perversione del senso comune e dell’immaginario collettivo.

Se poi tutto questo avviene con la complicità dello Stato, che ricava cospicue somme di denaro in cambio delle varie concessioni al gioco d’azzardo, come scrive Pietro Barcellona, è un fatto di enorme gravità, specie in un momento in cui ufficialmente si chiede a ciascuno di noi di accettare sacrifici rilevanti delle proprie risorse economiche.

Il gioco d’azzardo è stato trasformato, attraverso la complicità dello Stato, in un coinvolgimento di massa di tutti i ceti sociali, e mentre nelle culture passate il giocatore d’azzardo veniva considerato un avventuriero dissipatore, oggi un ragazzo o una ragazza che bruciano soldi nelle macchine istallate un po’ dovunque non vengono considerati neppure soggetti a rischio.

Il rischio di essere intossicati dall’ansia del gioco fino a perdere ogni contatto con la propria realtà.

Uno Stato che impone sacrifici in nome del primato dell’economia di mercato è francamente assai contraddittorio con uno Stato che invita a giocare sulla ruota della fortuna ogni spiraglio di attesa e speranza in un mondo migliore.

Si può concludere con le domande e riflessioni che pone il CONAGGA:

Se emerge che i giovanissimi passano molto tempo a giocare d’azzardo per “passare il tempo”…

Se emerge che coloro che sono più poveri e di ceto più basso giocano maggiormente d’azzardo…

Se emerge che 1.400.000 persone in Italia rischiano di avere una dipendenza da gioco d’azzardo…

Se emerge che il gioco d’azzardo riguarda tutti: giovani e vecchi, uomini e donne, lavoratori studenti e disoccupati…

E’ possibile che lo Stato decida di non intervenire a contrasto di tutto questo?

O quanto meno per ridurre il danno che i giochi che ha legalizzato e promosso stanno facendo?

Carlo Rapicavoli - 22 febbraio 2012
link: http://www.leggioggi.it/2012/02/22/il-g ... ganizzata/
Ultima modifica di trilogy il 22/02/2012, 20:09, modificato 2 volte in totale.
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda Iafran il 22/02/2012, 13:07

trilogy ha scritto:Si tratta d’intervenire insieme e quanto prima possibile su tutti i versanti di questa vera e propria calamità, economica e sociale:...

Che il gioco d’azzardo diventi l’unico momento in cui è possibile distrarci dalle pene quotidiane, fantasticando vincite milionarie, è un segno allarmante della perversione del senso comune e dell’immaginario collettivo.

Se poi tutto questo avviene con la complicità dello Stato ...

Infatti, "Cetto La Qualunque" è solo una figura politica inventata e proposta agli italiani dall'attore Antonio Albanese.
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda trilogy il 19/03/2012, 15:27

finalmente si sono resi conto del problema. Pur di fare soldi con il gioco d'azzardo lo Stato sta distruggendo intere famiglie, la pubblicità sul gioco d'azzardo va proibita, e vanno messe avvertenze come per le sigarette: "il gioco d'azzardo uccide"

ANSA.it
Gioco d'azzardo, stop a spot pericolosi

ROMA - Basta con gli spot che ''non mettono nessuna cautela sui pericoli del gioco d'azzardo'' e piu' poteri ai sindaci per arginare il proliferare di sale giochi e slot machine. Sono alcune delle misure da mettere in campo per contrastare l'eccesso di gioco d'azzardo, secondo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che, ospite della trasmissione 'Coffee break' su La 7, ha assicurato che sia il ministero dell'Economia, sia il suo insieme a quello dell'Interno, sono al lavoro su questo tema.

"Il clima culturale e politico è cambiato" e ora "ci sono le condizioni per intervenire" ha detto il ministro, sottolineando però che non si può certo pensare di proibire del tutto il gioco perché "la dimensione ludica in società liberale non può essere bandita, e lo Stato non può certo diventare uno Stato etico. Però può dare delle indicazioni, incentivare o disincentivare il gioco con degli strumenti ad hoc". Parlare di 'Stato biscazziere', titolo della trasmissione, "é un modo però per spostare il problema" che non si risolverebbe se lo Stato non tassasse il gioco. "Anzi - ha spiegato Balduzzi - tassando di più sarebbe un modo per mandare un messaggio culturale di disvalore, non solo per finalizzare maggiori entrate". A questo punto, ha concluso il ministro, c'é "la consapevolezza culturale e politica" e bisogna "mettere insieme vari pezzi, dall'ordine pubblico, ai poteri dei sindaci, al riconoscimento della malattia, al controllo della pubblicità specialmente a tutela dei minori". Da un lato quindi uno stop alle pubblicità "unilaterali", con "regole precise da parte dello Stato, ad esempio delle clausole sulle concessioni" cui si sta lavorando a via XX Settembre. Dall'altro lato un diverso "governo del territorio comunale", che deve essere "regolamentato con 'regole del gioco' più chiare". Una "dimensione" questa sulla quale stanno lavorando insieme ministero della Salute e dell'Interno. Infine il riconoscimento della ludopatia come malattia, con il suo inserimento nei Lea e l'individuazione di percorsi di "prevenzione, cura e riabilitazione".

VELTRONI, URGENTE DDL CONTRO AZZARDO E LUDOPATIA - Inserire la ludopatia tra le malattie per le quali è previsto l'intervento della sanità pubblica, consentire ai sindaci di vietare l'apertura di sale da gioco in luoghi sensibili, controllare meglio la liquidità mobilitata. Queste alcune linee guida del disegno di legge presentato alla Camera dal Pd, illustrato questa mattina in una conferenza stampa a Montecitorio da Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia e il senatore Luigi De Sena. Presenti anche Filippo Torrigiani, assessore del Comune di Empoli in rappresentanza dell'associazione 'Avviso Pubblico', cui aderiscono 200 comuni, 5 regioni e 12 provincie e Raffaele Colombara consigliere del Comune di Vicenza. "L'urgenza di questo disegno di legge - spiega Walter Veltroni in una nota diffusa durante la conferenza stampa - è dettata da elementi preoccupanti" come "l'enorme massa di denaro mobilitata dalle scommesse, sottratta ai consumi ordinari o addirittura di prima necessità". Altro elemento preoccupante è lo svuotamento sostanziale degli oneri a vantaggio dello Stato: "E' provato, infatti, che le nuove forme di scommessa incoraggiate dagli operatori del settore, come ad esempio il gratta e vinci, sono sempre più a basso carico fiscale, forme di giocate dove i gestori pagano solo il 4%, a scapito dell'imposizione su giochi come il lotto dove il carico può arrivare fino al 50%. Il gioco d'azzardo, influisce negativamente sulla vita di sempre più persone, con conseguenze a volte individualmente disastrose, che questo disegno di legge si propone, finalmente, di prevenire e evitare". La proposta di legge "organica" presentata dal Pd si propone di arginare un fenomeno divenuto oramai una vera e propria "piaga sociale"- ha spiegato Garavini - attraverso alcune misure come il divieto assoluto di pubblicità, l'obbligo di tessera sanitaria o codice fiscale per accesso alle slot a tutela dei minori, l'istituzione di un osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno e meccanismi finalizzati alla tracciabilità del denaro derivante dalla vincite". Il fatturato derivante dal gioco d'azzardo si è quintuplicato in cinque anni raggiungendo la quota di 80 miliardi di Euro giocati nel 2011 da 800 mila italiani considerati "dipendenti" da questa pratica.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 06041.html
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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda flaviomob il 31/03/2012, 14:46

http://isegretidellacasta.blogspot.it/2 ... da-19.html

SABATO 31 MARZO 2012

Concessione del Lotto senza gara da 19 anni.
Il grande affare del capo di gabinetto di Monti.


Lottomatica è concessionaria del LOTTO, dal 1993, senza aver ottenuto una regolare aggiudicazione a seguito di gara pubblica e nonostante i rilievi formulati dalla Corte di Giustizia della Comunità Europea.
Il tutto parte dal decreto ministeriale del 17 marzo 1993, che trasferiva alla Lottomatica s.c.p.a. i pubblici poteri inerenti al servizio del lotto automatizzato, senza esperire alcuna procedura di gara ad evidenza pubblica.
Con l’affidamento in concessione del servizio, i vizi riscontrati dalle Autorità comunitarie, malgrado tutto, non risultavano sanati.
La registrazione di tale decreto interveniva solo in data 15 novembre 1993, e la sua pubblicazione, STRANAMENTE, veniva incredibilmente ritardata di quasi quattro anni (cfr. G.U. 16 gennaio 1997).
Intanto, la concessione partiva e Lottomatica beneficiava di tale evidente favore, senza aver partecipato ad una gara.
La data di inizio del rapporto concessorio è stata sempre oggetto di acceso dibattito tra Lottomatica ed AAMS: 1994 (anno successivo alla data di registrazione del decreto) ovvero 1998 (anno successivo alla data di pubblicazione)?
Lottomatica avviava così un arbitrato (il 7/3/2005), al fine concludere la questione insorta con AAMS,
proprio per stabilire ed accertare definitivamente la data di insorgenza della concessione.
Le parti, quindi, avrebbero dovuto nominare liberamente ed autonomamente il proprio arbitro.
Ma sembra che le cose non siano andate proprio così!!!

Lottomatica procedeva alla nomina del Prof. Avv. Angelo Piazza.
Mentre AAMS, in persona del suo Direttore Generale, dott. Giorgio Tino, nominava quale proprio arbitro il Prof. Avv. Ernesto Stajano.
Le Parti, su proposta di AAMS, procedevano di comune accordo alla nomina del terzo arbitro con funzione di Presidente del Collegio Arbitrale, nella persona del Dott. Ovidio Tilesi, Presidente di Sezione onorario della Corte dei Conti in quiescenza, mentre veniva nominata quale segretaria la dott.ssa Patrizia Nardi.

Costituito il collegio arbitrale e svolto il relativo giudizio, veniva emesso un lodo che decretava la durata della concessione sino all’8 giugno 2016, ratificando un affidamento in concessione - senza gara - per un totale di ventitre anni.
Sulla base delle suddette analisi, almeno come sopra svolte, nulla lascerebbe pensare a qualcosa di anomalo.
Invece, sembra proprio che il lodo sia stato confezionato a tavolino.

E’ alquanto strano che i Proff. Ernesto Stajano e Angelo Piazza, all’epoca della costituzione del Collegio (rispettivamente nominati da AAMS e Lottomatica), nell’anno 2005, risultavano soci in affari, in quanto possedevano, ciascuno per la propria quota, il 35% della S.P.V. Servizi srl (http://archiviostorico.corriere.it/2006 ... 3069.shtml).

I Proff. Piazza e Stajano, proprio all’epoca della costituzione del Collegio e, quindi, della nomina, erano soci della S.V.P. servizi s.r.l. che tra l’altro aveva sede legale proprio a Roma, in via Luigi RobecchiBrichetti n. 10, dove oggi sembrerebbe aver sede lo studio del Prof. Piazza.
La nomina dei due, come la designazione del Presidente Tilesi e della Segretaria Nardi, sembrerebbero essere state tutte eseguite sotto la regia di Fortunato: e vediamo perché.
I Proff. Piazza e Stajano, e lo stesso Fortunato, all’epoca dei fatti capo Gabinetto del Ministro dell’Economia Tremonti, erano stati nominati DOCENTI STABILI DELLA SCUOLA SUPERIORE DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE (http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lav ... legato.htm).

Inoltre, altra circostanza strana, è che il Presidente del collegio, dott. Ovidio Tilesi, oggi è sindaco supplente di SOGEI. Ma, subito dopo la pronuncia del lodo, fu nominato sindaco effettivo nel COLLEGIO SINDACALE di SOGEI, nominato dall’Assemblea degli Azionisti del 10 aprile 2006 per il triennio 2006-2008, quando il dott. Vincenzo Fortunato, rivestiva la carica di Capo di Gabinetto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, socio unico di SOGEI.

Un’ultima anomalia, ma non per questo priva di rilevanza, è rappresentata dal fatto che la segreteria del collegio arbitrale, dott.ssa Patrizia Nardi, è stata Dirigente dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro Tremonti e Capo Segreteria del dott. Vincenzo Fortunato, con l’ultimo governo Berlusconi (http://www.contrappunti.info/ma/index.p ... &Itemid=50), che all’epoca dei fatti era la segretaria particolare di Fortunato.

Troppe coincidenze?

In realtà, è difficile pensare che per il perfezionamento di tale operazione non ci sia stata la mano del dott. Fortunato.
In fondo, Tino e Fortunato, in quei giorni della composizione del collegio si sentivano assiduamente ed il più delle volte proprio per il tramite della dott.ssa Nardi, segretaria particolare di Fortunato, per scambiarsi favori (vedi pag. 39 della rivista Giustizia e Libertà -www.giustizia-e-liberta.com/Arretrati/n.192-GL-30.09.2006.pdf).
Stralcio di pag39
MONOPOLIO MOLTO “FORTUNATO”
Per il pm il caso esemplare del modus operandi del direttore dei Monopoli «è rappresentato dallo "scambio di favori" instauratosi tra ilTino e Vincenzo Fortunato, (allora) capo di gabinetto di GiulioTremonti».
Fortunato si rivolge a Tino per bloccare la «revoca di una ricevitoria del lotto di Rossano Calabro».
Tino si attiva immediatamente e intima a uncollaboratore: «Oggi blocca la revoca».
Quello tenta una timida replica ma viene tacitato: «Allora senti: le chiacchiere stanno a zero. Sai che io non amo i forse, i perché. Chiama, blocca e mi richiami subito».Detto, fatto.Proprio a Fortunato, Tino in quei giorni chiede di intercedere per l'aumento di stipendio: «Sono fermo a 250 mila euro e sono il più anziano di tutti», si lamenta.

Ma ancora oggi Fortunato rappresenta l’eminenza grigia delle decisioni prese da AAMS.

L’attuale Direttore Generale, Raffaele Ferrara, esattamente qualche giorno fa, con proprio decreto, ha aumentato l’aggio in favore del concessionario che gestisce il Gratta & Vinci, cioè Lottomatica, facendo diminuire le entrate erariali in questo specifico settore. L’aumento dell’aggio, stranamente, è scattato proprio in un periodo in cui lo Stato italiano sta richiamando tutti a fare sacrifici. Inoltre, nel 2011il G&V ha fatto registrare un incremento della raccolta di 830 milioni di euro.Di contro l’Erario ha registrato una riduzione delle entrate pari a 240 milioni in meno, mentre il Concessionario ha incrementato le sue entrate di 390 milioni di euro (http://www.jamma.it/ns/primopiano/il-re ... del-gioco/). Insomma, nell’anno più difficile per l’economia italiana, possibile che lo Stato sia stato così determinato nel fare un passo indietro per 240 milioni di euro? E ciò, si badi bene, non per ridurre il carico fiscale per i giocatori, ma per favorire il Concessionario che ha accresciuto i propri ricavi di 390 milioni di euro?

La lettura potrebbe essere la seguente: probabilmente, Ferrara deve un favore a Fortunato, il quale lo tiene ancora al suo posto di Direttore Generale dell’AAMS, nonostante sia indagato dalla Procura di Milano nella vicenda di Banca Popolare di Milano.


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Re: Lavanderia Italiana

Messaggioda flaviomob il 31/03/2012, 14:51



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