C'è qualcuno che ne ha capito le motivazioni ed il retroscena?
L'annuncio è stato dato ieri con questo Comunicato congiunto:
Comunicato congiunto dell'editore e del Direttore de l'Unità
L’editore e il direttore dell’Unità comunicano che dal primo luglio Concita De Gregorio lascerà la guida del giornale a seguito di una decisione condivisa, assunta in autonomia e nel pieno rispetto reciproco riconoscendo l'importante lavoro svolto e i risultati raggiunti. Entrambe le parti hanno rispettato l’impegno inizialmente preso di dare a questo lavoro almeno tre anni di stabilità. Tre anni di lavoro esaltante e faticoso, tra difficoltà economiche e continui attacchi, che si sono dipanati a partire dal mandato iniziale di fare dell’Unità un giornale in equilibrio economico e un luogo d’incontro e di discussione libera e allargata all’intero centrosinistra. Entrambi gli obiettivi possono dirsi colti. È stato perseguito il risanamento economico raggiungendo il sostanziale equilibrio di bilancio del giornale, pur in un momento difficile per l’intero mercato e in presenza di nuovi concorrenti.
Sotto il profilo editoriale, il giornale è stato in questi anni al centro di un intenso dibattito che ha dato voce -molto spesso anticipandole - alle principali istanze della società, che ha mobilitato sui temi cruciali migliaia di persone, che ha allargato il ventaglio delle sue voci e che attraverso la crescita del sito Internet ha aperto un dialogo fitto e continuo coi lettori. Che ha contribuito infine a sollecitare la nuova volontà di partecipazione dei cittadini alla vita del Paese.
Abbiamo lavorato in questi anni in sintonia e in piena libertà, condividendo difficoltà e risultati, in autonomia dal Partito democratico che in alcune occasioni non ci ha fatto mancare le sue critiche ma non ha neppure mai preteso di imporre una linea, essendo l’Unità uno spazio di dibattito libero. Un ciclo positivo che, di comune accordo, pensiamo possa concludersi qui. Il direttore continuerà ad esercitare il suo impegno professionale in altre forme, l’editore si impegnerà a fare in modo che il giornale resti luogo aperto alla discussione allargata all'intero centrosinistra e alle diverse forze vitali che vogliono assumersi l'impegno della ricostruzione del Paese dopo la troppo lunga stagione del berlusconismo. L’augurio sincero è reciproco, così come il ringraziamento a tutti i lavoratori dell’Unità che hanno condiviso e reso possibile questa felice stagione.
RENATO SORU
CONCITA DE GREGORIO 18 giugno 2011
Ma è stato preceduto da un articolo che diceva una cosa diversa:
La verità e il fango
di Concita De Gregorio
Non avevo dubbi che, orfano del faccendiere piduista di stanza a Palazzo Chigi, il sito Dagospia – moderna versione di antiche veline dei Servizi – sostituisse la sua principale fonte, Luigi Bisignani oggi agli arresti, coi due o tre fra le migliaia di aspiranti sottopancia che quotidianamente fanno “filtrare”, come si dice in gergo, quattro menzogne miste a un dettaglio reale che dia credibilità all'insieme nella speranza di ottenere – gli aspiranti servi – qualche credenziale che assicuri loro quel che non può dargli la credibilità e il talento che non hanno.
L'Italia, i palazzi del Potere, le aziende sono piene purtroppo di persone che ancora non hanno capito che quel tempo è finito, sta finendo, basterebbe vivere nella realtà per capirlo, osservare i dati che vengono dai risultati elettorali per saperlo con certezza: verrà il giorno, è vicinissimo, in cui la 'fedeltà' acritica e cieca, interessata al potente di riferimento non sarà più sufficiente a garantire un posto, uno stipendio, un potere. Sta arrivando il giorno in cui ciascuno sarà misurato sulla sua capacità, la lealtà, la cura per l'interesse collettivo e non per il proprio, il coraggio.
Vale per il presidente del Consiglio come per i presidenti del proprio condominio, per gli esponenti di partito e per i rappresentanti sindacali, per la destra e la sinistra, per tutti. Sarà un processo lungo, perché in molti hanno moltissimo – tutto – da perdere, ma è irreversibile. E' il verso della storia.
Dunque, non vale la pena che ci mettiamo qui a esaminare i veleni esalati da Dagospia e senz'altro utilizzati come fonte, oggi o domani, da giornali e tv organiche al sistema in agonia. E' quella roba lì, quel potere marcescente e in parte già in galera. Voi che leggete queste righe avete già tutte le risposte, le avete avute nei giorni, in diretta, avete saputo quel che accadeva mentre stava arrivando. Vengo dunque piuttosto alle notizie cosiddette ufficiali, alle agenzie di stampa che rilanciano rielaborandole certe fonti anonime per dare per certo il passaggio di mano alla direzione di questo giornale. Il mio contratto non è 'in scadenza', come direttore non ho ricevuto comunicazione alcuna, l'unico titolato a darmi indicazioni in questo senso è il mio editore esattamente come è avvenuto all'atto della mia nomina. Lui e non altri.
L'editore è naturalmente libero di affidare il giornale a chi crede in qualunque momento e se questo dovesse avvenire, al contrario di quel che abitualmente vedo ed ho visto accadere in passato, non griderei al sopruso né al martirio, lo troverei l'esercizio di un diritto. Chiederei come ho sempre chiesto per tutti in questi anni il rispetto delle regole: abbiamo attraversato lo stato di crisi aziendale rispettando con coscienza i patti che avevamo firmato, abbiamo combattuto le rendite di posizione, abbiamo messo in sicurezza i precari di antica gestione, non ne abbiamo creati di nuovi, abbiamo sostituito le maternità, abbiamo osservato con rigore la legge.
I contratti e le leggi valgono per tutti. Detto questo la mia vicenda personale non ha alcun interesse se non fosse per le voci a cui in questi anni il giornale che ho diretto ha dato voce. Una moltitudine di persone che abbiamo lasciato sempre completamente libere di esprimersi nella convinzione che il dialogo e non la censura avrebbero contribuito a fare più forte l'opposizione al regime mediatico affaristico di B.
Il confronto e non l'ortodossia. La critica e non la piaggeria. Abbiamo parlato a mondi diversi e sconosciuti ai giornali e alle segreterie di partito, abbiamo avuto risposta. E' a loro che mi rivolgo oggi. Questo giornale è vostro, finché io sarò qui sarà il luogo aperto del confronto. Mi auguro che continui ad esserlo comunque, qualunque cosa accada. Diciamo pure che sono fiduciosa. In ogni caso, come sapete e come noi sappiamo, il tempo dei diktat è finito: ci sarà sempre un posto dove trovarsi, sapremo sempre come e dove far valere i nostri diritti, reclamare la nostra dignità, esercitare la nostra passione.
Come me lo spiegate?
annalu