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Tutti i nodi vengono al pettine

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Re: Bertone: "Legame pedofilia-omosessualità"

Messaggioda franz il 13/04/2010, 13:35

franz ha scritto:"Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia - ha dichiarato Bertone - e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia.

Vera la prima, falsa la seconda.
La confusione tra omosessualità e pedofilia è grave, indecente. Nessun psichiata o psicologo la farebbe (e detto tra noi, i sociologi sul tema non hanno nulla da dire piu' di un idraulico o un informatico).
A me pare che la Chiesa, sotto pressione, stia facendo due cose opposte: una positiva ed una negativa
a) da un lato finalmente stabilisce che questi casi vanno denunciati sempre alla magistatura (era ora)
b) dall'altro si arrampica sui vetri buttando fuori il peggio di se' (come nelle polemiche sugli ebrei o esull'omosessualità).

Ancora Jeckill-Hyde.

Franz
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Omosex e Pedofilia

Messaggioda disallineato il 14/04/2010, 7:45

Le affermazioni del cardinale Bertone hanno suscitato un vespaio di polemiche, com'era prevedibile. Il mondo omosex si è sentito colpito nel segno e ha duramente criticato le parole del prelato.
Personalmente non ne vedo la ragione, se non quella campanilistica, del mondo gay. Mica è stato detto che tutti gli omosex son pedofili. Sarebbe come dire che tutti i preti son pedofili. Anche fra i gay, ci sono persone discrete, umili e serie. Le parole di Bertone, erano per ribattere alle affermazioni secondo le quali ci sarebbe una corrispondenza fra celibato e pedofilia. Come se tutti i celibi fossero pedofili.
E' invece abbastanza evidente che la stragrande maggioranza dei pedofili hanno una psiche omosex. Infatti è prevalente fra i pedofili il rapporto con bambini dello stesso loro sesso. Si può quindi evincere che il pedofilo, molto spesso, ha tendenze omosex. Ma questo dato di fatto, non piace ai gay ( ma si può ancora dire gay o si rischia la censura? Dopo quella sentenza della corte di cassazione che ha condannato un tizio perchè ha usato questo termine contro un altro soggetto, non so più qual'è il termine giusto. Forse diversamente etero? )
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Re: Tutti i nodi vengono al pettine

Messaggioda Stefano'62 il 14/04/2010, 11:39

Veramente le parole di Bertone avevano l'esplicito scopo di far passare il messaggio che la pedofilia è la più naturale manifestazione dell'omosessualità.
Come si faccia (ma soprattutto perchè) a fingere di non capirlo,mi risulta misterioso.
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Re: Omosex e Pedofilia

Messaggioda Stefano'62 il 14/04/2010, 11:40

disallineato ha scritto:E' invece abbastanza evidente che la stragrande maggioranza dei pedofili hanno una psiche omosex. Infatti è prevalente fra i pedofili il rapporto con bambini dello stesso loro sesso.

Ma chi l'ha detto ?
Stefano'62
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Re: Omosex e Pedofilia

Messaggioda franz il 14/04/2010, 12:11

disallineato ha scritto:Le affermazioni del cardinale Bertone hanno suscitato un vespaio di polemiche, com'era prevedibile. Il mondo omosex si è sentito colpito nel segno e ha duramente criticato le parole del prelato.
Personalmente non ne vedo la ragione, se non quella campanilistica, del mondo gay. Mica è stato detto che tutti gli omosex son pedofili. Sarebbe come dire che tutti i preti son pedofili. Anche fra i gay, ci sono persone discrete, umili e serie. Le parole di Bertone, erano per ribattere alle affermazioni secondo le quali ci sarebbe una corrispondenza fra celibato e pedofilia. Come se tutti i celibi fossero pedofili.

Sulla corrispondenza (inesistente) tra pedofilia e celibato sono d'accordo e da tempo, da quando ho aperto questo thread, l'ho sottolineato. Ma le polemiche innestate da Bertone non sono solo ascrivibili al mondo omosessuale. Ogni persona di buon senso, che non sia gretta ed ignorante, sa che non ci sono relazioni tra pedofilia e omosessualità. Invero una relazione (il sesso) esiste ma anche tutta un'altra serie: entrambi hanno nasi, braccia, gambe, cuori, polmoni .... accidenti per me c'è sotto del torbido ... :lol:
disallineato ha scritto:E' invece abbastanza evidente che la stragrande maggioranza dei pedofili hanno una psiche omosex. Infatti è prevalente fra i pedofili il rapporto con bambini dello stesso loro sesso. Si può quindi evincere che il pedofilo, molto spesso, ha tendenze omosex.

Hai studi scientifici da citare per dare peso oggettivo a questa "stragrande maggioranza"? Per prima cosa, ti risultano pedofili di sesso femminile? Ce ne sono pochiessime . Perché se sono solo maschi (in stragrande maggioranza) bisogna tenerne conto. Nel sito http://www.salus.it/psicologia/pedofilia.htm leggo:

Le preferenze sessuali dei pedofili, come abbiamo già detto, possono essere indifferenziate, ma anche rivolte ad un sesso specifico. Il pedofilo rivolto alle femmine preferisce vittime intorno agli 8 – 10 anni e costituisce la maggioranza dei casi; mentre quello rivolto ai maschi può ricercare vittime meno giovani, ma sembra più soggetto a recidiva.

Ora non conosco le tue fonti, che affermano l'esatto contrario.
Se vuoi citarle ci fai un favore.

Grazie,
Franz
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Re: Omosex e Pedofilia

Messaggioda franz il 14/04/2010, 14:31

franz ha scritto:Ma le polemiche innestate da Bertone non sono solo ascrivibili al mondo omosessuale.

Infatti anche la la Francia protesta con Bertone ed a meno di non voler consderare l'intera nazione come appartenente al "mondo omosex", per usare l'espressione disallineata di disallenato, va sottolineato che le proteste appartengono al mondo civlie. Anche Veltroni ha fatto sentire al sua voce (omosex anche lui?) ed il concetto comunemente espresso è "Accostamento inaccettabile"

Ciao,
Franz


VATICANO
"Accostamento inaccettabile"
La Francia protesta con Bertone

Nota ufficiale di condanna del ministero degli Esteri alla Santa sede, dopo le parole del segretario di Stato sul legame omosessualità-pedofilia. Il Papa torna a parlare del ruolo del sacerdote: "Porti la luce di Dio". Proteste a Malta

CITTA' DEL VATICANO - Le dichiarazioni del segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che l'altro ieri sera dal Cile aveva collegato omosessualità e pedofilia, sono definite " un accostamento inaccettabile" dal governo francese tramite una nota del ministero degli Esteri.

La condanna di Parigi. "Si tratta di un collegamento inaccettabile e noi lo condanniamo", ha detto il portavoce del Quai d'Orsay, Bernard Valero. E ha aggiunto: "La Francia è fermamente impegnata nella lotta contro la discriminazione e il pregiudizio legato all'orientamento sessuale e all'identità di genere".

Anche Veltroni critica Bertone. "Ogni accostamento tra omosessualità e pedofilia è indebito e pericoloso - ha detto oggi l'ex leader del Pd - dovremmo fare tutti molta attenzione a non far cadere semi su un terreno, quello della discriminazione e dell'intolleranza, che purtroppo è sempre molto fertile".

Le parole del Papa
. I preti portino "la luce di Dio" nella "confusione dei nostri tempi": lo ha detto Benedetto XVI, nel corso dell'udienza generale in Piazza San Pietro. Il Pontefice non ha fatto alcun accenno allo scandalo di pedofilia all'interno della Chiesa. Ma ha comunque dedicato una buona parte del suo discorso al ruolo del sacerdote: "Un uomo di Dio, pronto ad andare controcorrente, che non parla da sé, non parla per sé, non vuole crearsi ammiratori o un partito". E dunque "nessuno può scegliere il sacerdozio da sé per conquistare una posizione sociale".

Proteste e scritte offensive a Malta. Il Papa ha pronunciato queste parole a pochi giorni dalla visita a Malta, che si terrà sabato e domenica. E che ha provocato proteste nell'isola del Mediterraneo, dove sono avvenuti diversi casi di pedofilia legata a preti: 45 i casi denunciati negli ultimi 19 anni. Anche oggi a La Valletta sono apparse scritte offensive verso Benedetto XVI, su uno dei manifesti di benvenuto affissi dal governo. Già sabato scorso, su tre manifesti erano stati dipinti i baffetti di Adolf Hitler sul suo volto, accompagnati da scritte ingiuriose.

(14 aprile 2010)
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Avvenire: Goebbels usò pedofilia per screditare Chiesa

Messaggioda franz il 16/04/2010, 16:41

"Avvenire": anche Goebbels uso' la pedofilia per screditare la Chiesa

ROMA - "Goebbels e l'operazione preti pedofili" è il titolo di un articolo dello storico Massimo Introvigne pubblicato oggi sul quotidiano dei vescovi italiani "Avvenire", in cui si sottolinea la somiglianza tra gli attacchi di oggi sulla pedofilia nella Chiesa e la campagna scatenata negli anni '30 dal ministro della propaganda del Terzo Reich per "screditare la Chiesa cattolica". Una campagna di cui Pio XII fu informato e documentato dal capo del controspionaggio tedesco, Wilhelm Canaris.

L'articolo cita alcune frasi di un discorso di Goebbels in cui di denunciavano abusi da parte di religiosi e coperture da parte della gerarchia vaticana, paragonandole a "un editoriale di un grande quotidiano laico del 2010".

Eventi reali, ma "sistematicamente distorti" ed ampliati ad arte per creare "un panico morale", osserva Introvigne, un'operazione che portò alla condanna di 21 sacerdoti, tra cui probabilmente alcuni "innocenti calunniati". "Il tentativo di squalificare la Chiesa cattolica su scala internazionale tramite le accuse di immoralità e pedofilia ai sacerdoti, invece - osserva Introvigne su Avvenire - non riuscirà". E "la perfidia di Goebbels susciterà più indignazione dell'eventuale colpevolezza di alcuni religiosi".

Una lezione che suona quasi un avvertimento: "Il padre di tutti i panici morali in materia di preti pedofili - conclude l'articolo - scoppierà in mano agli stessi propagandisti del nazismo che avevano cercato di organizzarlo".

Ats
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Re: Tutti i nodi vengono al pettine

Messaggioda pianogrande il 17/04/2010, 22:10

Una volta tanto non sono gli odiati comunisti ad attaccare la chiesa cattolica romana.
Sicuramente nel patto Stalin Von Ribbentrop c'erano scritte cose che non conosciamo ancora.
Mi viene una battutaccia a proposito del silenzio della chiesa cattolica durante lo sterminio degli ebrei ma non ho il coraggio di scriverla e ve la lascio, liberamente, imaginare.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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HANS KÜNG: Benedetto XVI ha fallito

Messaggioda franz il 23/04/2010, 8:01

LE IDEE
Benedetto XVI ha fallito
i cattolici perdono la fiducia
di HANS KÜNG

Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger - oggi Benedetto XVI - ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell'elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l'unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.

Avevo apprezzato molto a suo tempo l'invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l'inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all'università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un'intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.

Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l'amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un'ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:

- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l'impossiblità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell'Eucaristia.
- È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l'uso preconciliare della preghiera per l'illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l'ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.
- Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell'islam un'immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.
- È mancata la riconciliazione con i nativi dell'America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati "anelassero" ad accogliere la religione dei conquistatori europei.
- Non si è colta l'opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell'Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l'AIDS, assecondando la contraccezione e l'uso del preservativo.
- Non si è colta l'opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell'evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.
- Si è mancato di adottare infine, all'interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.
Quest'ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un'importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l'autorità suprema della Chiesa cattolica:
- ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X, ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;
- ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l'Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;
- non realizza l'intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all'obbligo del celibato.
- ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all'interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.

Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.

So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell'episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l'immagine di una Chiesa forte, con un "vicario di Cristo" assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.

Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall'epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l'accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche "unità pastorali" affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.

E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi ("Epistula de delictis gravioribus"), imponendo nel caso di abusi il "secretum pontificium", la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E' dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale "mea culpa" al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l'occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare "urbi et orbi", la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.

Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L'ho già fatto più d'una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise - ne sono convinto - da milioni di cattolici che non hanno voce.
1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!
2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell'episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un'iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l'opera pastorale risulta inefficace, se manca l'apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall'iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.
3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l'episcopato, Paolo VI promulgò un'enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.
4. L'obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l'obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull'attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l'esempio dell'apostolo Paolo, che si oppose a Pietro "a viso aperto, perché evidentemente aveva torto" (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi - come l'uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l'adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all'intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.
5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l'intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò
6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all'ecumenismo e al dialogo interreligioso c'è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un'assemblea episcopale rappresentativa.
Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l'appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica "franchezza" (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa.
Vi saluto nella comunione della fede cristiana.

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Pedofilia, nuove ombre su Benedetto XVI

Messaggioda franz il 19/05/2010, 18:25

VATICANO
Pedofilia, nuove ombre su Benedetto XVI
"Consigliò il libro di un teologo accusato"


SYDNEY - Non accenna a finire lo scandalo sulla pedofilia 1 che ha colpito la Chiesa. Stavolta "The Age", un quotidiano australiano, tira in ballo Benedetto XVI, allora a capo della Congregazione per la dottrina della fede, che, nel 2004, scrisse una lunga prefazione ad un libro di un teologo australiano, posto sotto restrizioni disciplinari per 'cattiva condotta sessuale'. Si tratta del diacono Scott Alcuin Reid che sembra avere una certa influenza in Vaticano, poichè la prefazione di un suo altro libro è stata scritta dal cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, prefetto della Congregazione per il clero.

L'arcidiocesi di Melbourne nel 1991 lo aveva privato delle facoltà canoniche, non poteva cioè agire più come sacerdote. The Age riferisce che il prelato aveva fatto ripetute e talvolta aggressive avance a seminaristi a Melbourne e all'estero. Nonostante questo, però, l'arcidiocesi afferma di non aver ricevuto alcuna denuncia di abusi.

Che vi fossero preoccupazioni, però, era chiaro. Tanto che tre successivi arcivescovi di Melbourne avevano "senza successo, strenuamente e ripetutamente esortato Reid a tornare allo stato laicale". Lo scorso anno Reid è stato trasferito nella diocesi francese di Frejus-Toulon dal vescovo Dominique Rey, e l'arcidiocesi di Melbourne sostiene di aver informato il vescovo Rey delle sue preoccupazioni.

Nel 2004 l'allora cardinal Ratzinger scrisse una prefazione di 2000 parole raccomandando ai lettori il libro di Reid "L'organico sviluppo della liturgia" dichiarando che l'opera "ci insegna e ci invita a ulteriore riflessione". L'anno prima il cardinal Castrillon Hoyos aveva scritto nell'introduzione a "Descrizione delle cerimonie del rito romano" che Reid aveva "continuato il lavoro di autorevoli esperti delle cerimonie liturgiche".

(19 maggio 2010) www.repubblica.it
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