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Saviano e Berlusconi: la censura sulla mafia

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Saviano e Berlusconi: la censura sulla mafia

Messaggioda franz il 18/04/2010, 20:56

LA LETTERA
Caro Saviano, non è una censura
mio padre può anche criticare

Dopo la lettera aperta dello scrittore, seguìta agli attacchi del presidetne del Consiglio, Marina Berlusconi scrive al nostro giornale. Perché è presidente del Gruppo Mondadori. E perché "il diritto di esprimere il proprio pensiero, di approvare o dissentire, non può valere per alcuni e non per altri"

di MARINA BERLUSCONI

GENTILE direttore, la lettera di Roberto Saviano sulla Repubblica di ieri, in replica ad alcuni giudizi di mio padre sul "supporto promozionale" che serie tv come "La piovra" e libri come "Gomorra" fornirebbero alle mafie, mi impone una risposta. Innanzitutto perché mi ha profondamente colpito la reazione di Saviano di fronte a quella che era né più né meno che una critica. Una critica che può anche non essere condivisa, ma che, come tutte le opinioni, è più che legittima. E quando dico "tutte le opinioni" intendo davvero tutte, comprese quelle, piaccia o non piaccia, del presidente del Consiglio.

Voglio anticipare subito che è una critica con la quale concordo. Credo che nessuno si sogni nemmeno lontanamente di pensare che sulle mafie si debba tacere. Al contrario. Sappiamo tutti quanto abbia pesato e pesi l'omertà nella lotta alla criminalità organizzata e quanto sia importante rompere il muro del silenzio. Ma certo una pubblicistica a senso unico non è il sostegno più efficace per l'immagine del nostro Paese. Saviano scrive che l'Italia ha la migliore legislazione antimafia del mondo, ma da cittadina italiana penso che tutti dovremmo essere fieri anche del fatto che il governo guidato da mio padre ha ottenuto sul fronte della lotta alle mafie risultati clamorosi, forse mai raggiunti prima. E questo non lo dico io, lo dicono i fatti, gli arresti, i sequestri di patrimoni sporchi. "Quando c'è un incendio si lascia fuggire chi ha appiccato le fiamme e si dà la colpa a chi ha dato l'allarme"? si chiede retoricamente Saviano su Repubblica. A me pare che il governo non solo non lasci fuggire nessuno, ma si applichi anzi ad un'altra attività non secondaria: quella di spegnerle, le fiamme. Parlare di più anche di questi successi sicuramente aiuterebbe a cancellare quella assurda equazione che troppo spesso viene applicata all'estero: Italia uguale mafia.

Personalmente, la penso così. E questo, è ovvio, poco importa. Ma sono anche presidente del gruppo Mondadori, che Saviano tira ampiamente in ballo. E lo fa in un modo su cui non posso tacere. La Mondadori fa capo alla mia famiglia da vent'anni. In questi venti anni abbiamo sempre assicurato, com'è giusto e doveroso, secondo il nostro modo di intendere il ruolo dell'editore, il più assoluto rispetto delle opinioni di tutti gli autori e della loro libertà d'espressione. A cominciare, in una collaborazione che mi è parsa reciprocamente proficua, da Roberto Saviano. Il quale ce ne dà atto, scrivendo di aver sempre pensato che la Mondadori "avesse gli strumenti per convalidare anche posizioni forti, correnti di pensiero diverse". Salvo poi aggiungere che dopo le parole di mio padre "non so se sarà più così". E perché? Che cosa è cambiato? Silvio Berlusconi non può permettersi di criticare un'opera edita dalla Mondadori, la quale naturalmente continua ad avere la più totale e piena libertà di fare le scelte editoriali che ritiene più opportune? Questo non è forse un bell'esempio di dialettica democratica? Mi pare che Saviano non riesca a distinguere tra una libera e legittima critica e una censura. Ma in questo modo è lui stesso ad applicare una censura, non riconoscendo al presidente del Consiglio il diritto di criticare. E forse sottovaluta, e non di poco, l'autonomia di pensiero e di azione di quanti lavorano in Mondadori. Un'azienda nella quale ognuno, a cominciare dagli azionisti e dall'editore, la pensa come vuole. Un'azienda nella quale le scelte non sono guidate da valutazioni politiche ma da criteri esclusivamente editoriali e professionali.

Il gruppo Mondadori ha garantito a Saviano e a tutti gli altri suoi autori la massima libertà di espressione. Lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Perché, da editori liberali quali siamo, consideriamo la libertà il valore supremo. Ma allo stesso tempo riteniamo che il diritto di esprimere il proprio pensiero, di approvare o di dissentire, non possa valere per alcuni e non per altri. Rivendico quindi anche per me questa libertà. Quando sentirò di dover formulare una critica, nemmeno io starò zitta. Mi pare un po' eccessivo prometterlo o addirittura giurarlo. Ma ci tengo a dirlo. E, sempre che mi sia consentito, anch'io, come Saviano, ad alta voce.

l'autore è presidente
della Mondadori spa

(17 aprile 2010)
http://www.repubblica.it
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Re: Saviano e Berlusconi: la censura sulla mafia

Messaggioda franz il 18/04/2010, 20:59

Credo che nessuno si sogni nemmeno lontanamente di pensare che sulle mafie si debba tacere. Al contrario. Sappiamo tutti quanto abbia pesato e pesi l'omertà nella lotta alla criminalità organizzata e quanto sia importante rompere il muro del silenzio. Ma certo una pubblicistica a senso unico non è il sostegno più efficace per l'immagine del nostro Paese.

Quindi per par condicio Mondadori dovrebbe produrre pubblicistica anche pro-mafia, per meglio sostenere l'immagine del nostro paese?
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Re: Saviano e Berlusconi: la censura sulla mafia

Messaggioda lucameni il 18/04/2010, 21:21

Non so se mondadori lo faccia, ma certe pubblicazioni che santificano l'inenarrabile cosa sono se non un sostegno, magari indiretto, a dei mafiosi?

http://www.spoletocity.com/index.php/so ... a-spoleto-
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Re: Saviano e Berlusconi: la censura sulla mafia

Messaggioda Stefano'62 il 18/04/2010, 23:40

Ma io dico:considerata la posizione di Saviano (e direi anche quella di berlusconi e dei suoi compagni di merende),le dichiarazioni di berlusconi,ripetute tra l'altro per la seconda volta a distanza di pochi mesi,non sarebbe opportuno che chi di dovere le acquisisse agli atti e le valutasse per ciò che sono realmente:minacce e avvertimenti mafiosi trasversali ?
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