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Messina, nubifragi e frane: 6 morti, 20 dispersi

Messina, nubifragi e frane: 6 morti, 20 dispersi

Messaggioda franz il 02/10/2009, 11:28

Venti dispersi e altrettanti feriti nelle frazioni
Anche Palermo colpita dall'ondata di maltempo

Nubifragi e frane in Sicilia
almeno 6 morti nel messinese

Decine di persone sui tetti per salvarsi dagli allagamenti
Bertolaso in arrivo a Messina per incontro con le autorità locali

MESSINA - Sono sei le vittime accertate del nubifragio che ha colpito la provincia di Messina. Due uomini, di Francesco De Luca di 70 anni, e il quarantenne Pasquale Bruno, sono stati trovati morti, sommersi da fango e detriti, a Giampilieri, frazione di Messina, provincia colpita da un violento nubifragio. Lo conferma la Protezione civile regionale. Il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. A Giampilieri, infatti, questa notte c'è stata anche un'esplosione dovuta a una fuga di gpl, che ha causato diversi crolli. A Santo Stefano Briga si cerca tra le macerie di una palazzina crollata, sotto cui potrebbe esserci una donna. L'agente della Polfer Roberto Carullo è stato trovato all'interno della sua auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea, e nella stessa località ha perso la vita un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia, mentre la sua badante è stata estratta viva dalle macerie. E' sempre di Scaletta Zanclea un'altra vittima, Salvatore Scionti, 64 anni.

Feriti e dispersi. Sono più di venti i feriti già ricoverati negli ospedali della provincia di Messina. Quindici di loro si trovano al policlinico "Gaetano Martino" della città dello Stretto. Due sono apparsi in condizioni gravi, mentre gli altri non destano particolare preoccupazione. Tre persone risultano disperse tra Giampilieri e Bigà, sulla direttrice Messina-Catania, zone che al momento i soccorsi non riescono a raggiungere.

Ma i dispersi in tutta la zona di Messina sono almeno venti, come riferisce il sindaco Giuseppe Buzzanca. "Tra poco convocherò un altro vertice per vedere le iniziative da prendere nell'immediato, per evitare che possa accedere il peggio". E lancia un appello: "Abbiamo bisogno di volontari, soprattutto medici, anche nel circondario, che siano da noi disciplinati che possano darci una mano". Il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, è in partenza per Messina per fare il punto della situazione con le autorità locali.

A decine sui tetti. Al momento sono stati predisposti due centri di soccorso. Il primo, in una palestra di Messina, ospita già 80 persone. Il secondo, messo in opera dalla polizia stradale, si trova a Giardini Naxos, a metà strada tra Messina e Catania. Gli uomini della Capitanerie di porto stanno intervenendo via mare per portare soccorso agli abitanti delle località costiere non raggiungibili via terra. Intanto sono arrivate dalla Calabria e dalla Campania squadre di vigili del fuoco, mentre il comando generale ha disposto l'invio di unità cinofile dalla Toscana. I vigili del fuoco, intervenuti anche con due elicotteri, riferiscono che decine di persone sono salite sui tetti delle case per salvarsi dall'acqua e dal fango.

Riaperta l'autostrada. Da Palermo i mezzi pesanti del Genio civile sono riusciti durante la notte a rimuovere fango e detriti nell'autostrada A18 Messina-Catania e nella statale 114, entrambe chiuse a causa di frane. La tratta Messina-Roccalumera, sull'autostrada A18, è stata regolarmente aperta in entrambe le direzioni di marcia, ma con restringimenti di carreggiata.

Ancora chiusa la ferrovia. Anche la circolazione ferroviaria è sospesa da ieri sera fra Messina e Santa Teresa Riva, e i tecnici di Rete ferroviaria italiana sono al lavoro per ripristinare la linea. Secondo l'unità di crisi istituita presso la Prefettura di Messina sarebbero diverse le case crollate a cause delle frane e degli smottamenti tra Giampilieri, Scaletta Zanclea e Santo Stefano Briga. Le squadre dei soccorritori stanno scavando nel fango - in alcune zone alto più di un metro - alla ricerca dei dispersi.

Maltempo a Palermo. Ieri sera un violento nubifragio si è abbattuto anche su Palermo, e questa mattina la pioggia ha ricominciato a cadere. Al momento la situazione è sotto controllo, anche se si sono registrati numerosi disagi. Dopo lo stop di ieri a causa della scarsa visibilità è tornata regolare l'attività dello scalo Falcone-Borsellino, ma durante la notte gli allagamenti per le strade hanno causato non pochi problemi.

Un'ambulanza con a bordo un trentunenne, vittima di un incidente stradale, è rimasta bloccata ieri sera in un metro d'acqua e fango. Immediato l'intervento dei carabinieri, anche perchè il ferito, vittima di un incidente stradale, era intubato e la bombola di ossigeno aveva un'autonomia di soli 15 minuti. Nel corso della notte le forze dell'ordine sono dovute intervenire più volte per scortare i mezzi di soccorso nelle strade allagate.

Tromba d'aria alle Eolie. Ed è allarme maltempo anche alle isole Eolie. Una tromba d'aria ieri sera si è abbattuta nel centro di Lipari, seguita da una pioggia violenta che ha allagato alcune zone dell'isola. Nessun ferito, solo tanta paura e danni ad alcuni esercizi commerciali.

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Re: Messina, nubifragi e frane: 6 morti, 20 dispersi

Messaggioda franz il 02/10/2009, 13:29

Frane e crolli nel Messinese, tredici morti
Il governo dichiara lo stato d'emergenza

Una ventina i dispersi, i soccorritori scavano con le mani. Molte città sono isolate, interrotte strade e ferrovia

MILANO - Sicilia orientale devastata da un violento nubifragio: tredici vittime, una quarantina di feriti e una ventina di dispersi nella provincia di Messina. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza. La zona più colpita da frane e smottamenti è tra i comuni di Scaletta Marina, Giampilieri, Briga e Scaletta Zanchea: un'area di circa 3,5 chilometri. La situazione più grave a Giampilieri Superiore, frazione a circa 20 chilometri dal capoluogo, dove un costone roccioso è ha travolto alcune palazzine. I soccorritori scavano con le mani nel fango e parlano di «una situazione tragica». Le città sono isolate: le frane hanno interrotto l'autostrada A18 Messina-Catania, la strada statale 114 e il tratto ferroviario all'altezza di Giampilieri-Scaletta.

BERTOLASO - «Le vittime accertate al momento sono 13 e ci sono 40 feriti - ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso in Prefettura a Messina, segnalando come quella di Giampilieri sia «la situazione più grave e temiamo che ci siano altre vittime. Ci sono tanti sfollati e saranno alloggiati negli alberghi». Bertolaso ha detto che «i soccorsi sono stati tempestivi» e che la statale 113 è stata riaperta, ma solo per i mezzi di soccorso. «La situazione è molto critica e molto seria - ha spiegato dopo avere sorvolato in elicottero le zone di Giampilieri e Scaletta Zanclea -. La zona è raggiungibile attraverso due vallate molto strette che sono completamente invase dal fango. Le strade si sono sbriciolate. Stiamo cercando di avere un quadro completo della situazione attraverso i sopralluoghi dall'alto degli elicotteri». Il presidente Napolitano ha chiamato il prefetto Franco Alecci, chiedendo di essere aggiornato ed esprimendo il suo cordoglio alle famiglie delle vittime.

SINDACO - «È una situazione critica, la macchina dei soccorsi è in azione anche se è difficile raggiungere le zone colpite dal disastro. Giampilieri è isolata; le squadre possono raggiungerla solo a piedi. Alcune persone sono state soccorse via mare dalla Guardia costiera» ha detto il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. Il sindaco ha poi lanciato un appello: c'è bisogno di volontari, soprattutto medici e infermieri. «Siamo ancora isolati da Catania, i soccorsi sono venuti da Palermo e dalla Calabria - osserva Buzzanca -, ma sui posti dove l'emergenza è maggiore, come la zona sud della città, si arriva soltanto a piedi e il traffico è completamente paralizzato». Tanto che negli ospedali di Messina i feriti arrivano via mare. «I malati e i feriti delle zone periferiche li facciamo arrivare in un piccolo porticciolo e con mezzi navali sono trasportati nel porto di Messina e trasferiti negli ospedali» spiega Buzzanca.

VITTIME
- Sei vittime sono state identificate: Pasquale Bruno, 40 anni, travolto e soffocato dal fango nella piazza di Giampilieri, e un pensionato di 70 anni, Francesco De Luca, annegato nello scantinato della sua casa in contrada Vallone. Un terzo cadavere è stato recuperato dentro un'auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea: è Roberto Carullo, sovrintendente della Polizia ferroviaria. La quarta e la quinta vittima sono un pensionato di ottant'anni, Martino Scibilia, e Salvatore Scionti, 64 anni, trovati nelle rispettive abitazioni a Scaletta. Il cadavere di una donna, Agnese Pellegrino, è stato recuperato a Briga Superiore. Le squadre di soccorritori stanno scavando nel fango, alto in alcuni punti più di un metro. «La situazione è drammatica. Si scava anche con le mani senza pausa e senza fermarsi mai tra i detriti e il fango per cercare i dispersi con l'aiuto dei cani» dice il capo del Protezione civile regionale Salvatore Cocina. Parecchie centinaia gli uomini in campo tra Protezione civile, forze dell'ordine, 118, vigili del fuoco e volontari, mentre sono mobilitate squadre da Pisa specializzate nella ricerca dei dispersi. «C'è la massima mobilitazione e il massimo sforzo da tutta la regione e non solo» conclude Cocina. Da Calabria e Campania sono arrivate squadre di vigili del fuoco, dalla Toscana nove unità dell'Usar, il nucleo specializzato in ricerche, con due cani.

TASK FORCE - In provincia di Messina è stata attivata una task force: le operazioni sono coordinate dallo stesso Cocina, attraverso l'Unità di crisi istituita nella Prefettura di Messina. Le squadre dei vigili del fuoco, della Protezione civile e dell'esercito sono coadiuvate da due elicotteri, uno della Marina militare e uno della Guardia costiera. Cinquanta persone - tra cui molti feriti - sono stati portati dalle zone costiere a Messina su un pattugliatore, mobilitato dalle Capitanerie di porto insieme a quattro motovedette per portare soccorso nelle località non raggiungibili via terra. Nel Policlinico di Messina sono ricoverate 15 persone, due sono rimaste ustionate per lo scoppio di una bombola di gas dovuto a una frana a Scaletta. I soccorritori hanno allestito due posti medici avanzati, con brande, coperte e generi di prima necessità: uno nella palestra di Gravitelli a Messina, dove sono stati trasferiti 75 sfollati, il secondo a Roccalumera. Un altro presidio è stato istituito presso la Polstrada di Giardini Naxos. A Giampilieri la Protezione civile ha organizzato un centro di primo soccorso nella scuola elementare Da Vinci.

STRADE CHIUSE - Centinaia di persone sono rimaste bloccate dentro le auto e molte altre, a decine, si sono arrampicate sui tetti delle case per sfuggire alla piena: i soccorritori cercano di raggiungerli in elicottero. Allagamenti e case evacuate anche a Giardini Naxos: una trentina di famiglie ha trovato riparo nella caserma dei carabinieri. Sull'autostrada A18 Messina-Catania molti automobilisti sono rimasti bloccati e hanno passato la notte in auto, a causa delle frane: l'autostrada è chiusa da diverse ore in direzione Catania e viene consentito il transito solo ai mezzi di soccorso. La circolazione ferroviaria è sospesa da giovedì sera fra Messina e Santa Teresa Riva, sulla linea che collega Catania e Messina, spiega in una nota il gruppo Ferrovie dello Stato. La contemporanea chiusura dell'autostrada e della statale 114 non consente a Trenitalia di attivare il servizio di autobus sostitutivi per i treni regionali. Per i viaggiatori dei treni a lunga percorrenza il trasferimento viene effettuato con bus tra Catania e Termini Imerese (Palermo).

PALERMO E TRAPANI - Il maltempo ha colpito anche le province di Palermo e Trapani. Nel capoluogo i sommozzatori dei vigili del fuoco sono intervenuti per gli allagamenti nei sottopassi lungo la via Regione siciliana, l'asse che taglia la città e collega le autostrade Trapani-Palermo e Palermo-Messina. Un'impalcatura è crollata in piazza Santa Cecilia, molti automobilisti sono rimasti bloccati in via Oreto, in via Orsa Minore, in via Messina Marine, nelle borgate di Mondello e Partanna dove le strade sono diventate torrenti in piena. In via Ciaculli sono intervenuti i carabinieri per salvare un uomo in un'ambulanza in panne. Il nubifragio ha provocato anche il parziale allagamento del pronto soccorso dell'ospedale Buccheri La Ferla e di alcuni reparti dell'ospedale Civico. Nella borgata di Belmonte Chiavelli ci sono state delle frane e gli abitanti che erano tornati nelle proprie case dopo le piogge dei giorni scorsi sono di nuovo sfollati. Allagamenti e disagi anche a Trapani, Valderice e Mazara del Vallo.

01 ottobre 2009
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Quelle case non erano agibili

Messaggioda franz il 04/10/2009, 9:57

Inchiesta per disastro colposo. Gli amministratori locali si difendono
"Siamo stati abbandonati dopo l'alluvione del 2007"

"Quelle case non erano agibili
spariti i soldi della ricostruzione"

dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

MESSINA - Minate alle fondamenta, dichiarate inagibili, mai messe in sicurezza. Molte delle case che l'altra notte sono state spazzate via a Giampilieri e Scaletta Zanclea non avrebbero dovuto essere abitate. Come quella di Giovanni Falconeri che ora si aggirano tra le macerie alla ricerca di qualche indumento. "Sì, è vero - racconta - casa nostra era stata dichiarata inagibile dopo l'alluvione di due anni fa, ma non avevamo dove andare e nessuno è venuto a fare dei controlli o a mandarci via".

Chi doveva controllare, chi doveva garantire la messa in sicurezza di questa collina sbriciolatasi in un'ora di tempesta? È quello che dovrà accertare l'inchiesta per disastro colposo aperta dal procuratore Guido Lo Forte che ieri ha affidato l'incarico per le autopsie e ha nominato un geologo, un meteorologo e un ingegnere civile per studiare le mappe del rischio idrogeologico e degli interventi richiesti, progettati e di quelli effettivamente eseguiti. Ai carabinieri l'incarico di sequestrare le carte degli strumenti urbanistici degli ultimi sei anni. L'iscrizione nel registro degli indagati di amministratori locali e regionali è solo questione di ore.

Ma sindaci e assessori non ci stanno a vedersi addossare tutte le responsabilità del disastro. Ci sono alcune carte che parlano chiaro: innanzitutto le dichiarazioni degli stati di calamità naturali dopo le frane del '94, del '96 e per ultimo del 2007. Dopo l'ultima alluvione, interventi per 11 milioni erano stati previsti dal piano strutturale elaborato dalla protezione civile regionale ma di quei soldi al Comune di Messina, per Giampilieri, sono arrivati prima 45 mila euro serviti per consolidare un terrazzamento a monte dell'unica strada che giovedì notte ha resistito al nubifragio e poi altri 900 mila euro per lavori che avrebbero dovuto essere consegnati proprio domani.

"Altri soldi qui non ne sono mai arrivati - dice l'assessore ai lavori pubblici Gianfranco Scoglio - e l'abusivismo non c'entra proprio nulla. A Giampilieri non c'è una sola casa abusiva. Quelle che sono state spazzate via sono tutte case del '700. Il fatto è che in quella montagna il territorio è stato devastato dagli incendi e non si è fatto nessuna opera di rimboschimento. E anche quella spettava alla Regione". Stessa musica a Scaletta Zanclea dove, dopo l'alluvione del 2007, al sindaco Mario Briguglio sono arrivati solo 500 mila euro. A stento sono bastati per ripulire il paese dal fango. "Avevo chiesto 20 milioni di euro - dice - non è arrivato nulla e i progetti per il risanamento si sono persi".

I 20 milioni forse arriveranno ora. È questa la cifra stanziata ieri dalla giunta siciliana. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo annuncia anche l'avvio di un'indagine amministrativa: "Voglio capire perché le risorse hanno imboccato altre strade". Come quella indicata dal deputato regionale del Pd, Filippo Panarello, che punta l'indice contro il ministero dell'Ambiente: "Un anno fa gli enti locali chiesero di finanziare interventi urgenti per un milione di euro per Giampilieri. Non ci hanno dato ascolto e finanziarono interventi per le isole Eolie".
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Padre e figlio si difendono: Il palazzo sul fiume? In regola

Messaggioda franz il 04/10/2009, 10:09

Strage di messina - il cemento
Padre e figlio sindaci si difendono:

«Il palazzo sul fiume? In regola»
L'edificio simbolo della strage e le licenze

Immagine

MESSINA — L’immagine che ricorderà negli anni il disa­stro e la rabbia di Messina sarà quella del palazzo piegato su se stesso, con il primo piano af­fondato nel letto dello stesso torrente sul quale è stato scia­guratamente costruito. Cinque piani di vergogna, sulla foce ce­mentificata di Scaletta. Ma non se ne vergogna nessuno da que­sti parti. Né il capo dell’ufficio tecnico Salvatore Calabrò per­ché si tratta di un «rifacimen­to », né il sindaco Mario Brigu­glio eletto nel 2003, perché in fondo sono pratiche vecchie, né il suo predecessore che fir­mò l’autorizzazione e che, guar­da un po', è proprio il padre, Giovanni, in carica dal ’74 al ’94, tante firme su progetti grandi e piccoli, anche su que­sto abuso che, giura, «di abusi­vo non ha niente».

Perché la tesi vincente è che le carte sono in regola. Anche per il costruttore, Carmelo Pa­gliuca, ditta familiare, pure que­sta «padre e figlio», certo della «regolarità»: «Abbiamo solo de­molito un edificio che c'era pri­ma e l'abbiamo rifatto più bel­lo». Lo capiscono che rischiano di passare per rozzi, incolti e in­teressati abusivisti sindaci, co­struttori e ingegneri di Scalet­ta. Ma si difendono, pur bistrat­tati da Guido Bertolaso. Rima­sto di stucco davanti al palaz­zotto accartocciato, a due passi dalla riva. Con gli inquilini che la mattina s'affacciavano sulla foce tappata. Come le due fami­glie di cui non c’è traccia, i Ru­scica e i Bonfiglio. Non si sa se stiano sotto o se la forza di quella potente colata di fango se li sia trascinati a mare. Stes­so drammatico interrogativo che tormenta Luisa Laganà, pa­dre e madre settantenni in­ghiottiti nel nulla. Echeggia an­cora la disperazione di un’ulti­ma telefonata dall’appartamen­to del primo piano: «Elena, il fi­nimondo, aiutaci, non riuscia­mo a usci...».

Poi, la voce della madre si spezza nel disastro che adesso lei scruta disorienta­ta perché, forse, le verrà il dub­bio che in un posto come quel­lo un palazzo non si poteva pro­prio costruire. E vaga col mari­to, Giampiero, guardando l’al­tro appartamento nel quale lo­ro abitavano, quello del terzo piano, schiacciato a livello del­la strada, mentre il resto sem­bra essere sprofondato negli abissi. E laggiù dovrebbe esser­ci pure Santino Bellomo, il ma­cellaio che aveva il negozio in via Roma, lato opposto. Una bottega schizzata via perché è rimasto uno spazio fangoso. Qualcuno scava per potere piangere su chi non c’è più. E altri scavano già fra le scartof­fie di un municipio che sembra uno scatolone giallino, un mo­noblocco schizzato senza fanta­sia, quartier generale di Mario Briguglio, 43 anni, pizzetto alla D’Artagnan, un cugino impor­tante, capogruppo del Pdl alla Camera, stivaloni infangati, poltrona presidenziale e foto gi­gante di Mino Reitano perché un fratello del cantante trovò qui moglie e da allora è gloria locale. Chissà se da sindaco, o almeno da rampollo di una fa­miglia politica ben radicata in zona, si sentirà responsabile de­gli abusi denunciati da Bertola­so, se avrà avvertito qualche imbarazzo quando lo stesso ca­po della Protezione civile, per aggirare una montagna di fan­go sulla vecchia statale diventa­ta il corso del paese e guadagna­re la via della spiaggia, è dovu­to entrare dentro una casa per­ché non esistono varchi.

«Abu­sivismo? Ma di che parlate?», si sorprende Briguglio figlio, pronto a tirare fuori le due lette­re scritte a governo, Regione e prefetto fra novembre e dicem­bre dell’anno scorso, dopo l’al­luvione del 2007, per invocare lavori urgenti sul torrente e sul­la fiancata della montagna: «Il problema era ed è la frana, non le case a mare. Bisogna blocca­re il pericolo lassù da dove l’an­no scorso è caduto un masso di cinquanta quintali. Ma non mo­rì nessuno e ci lasciarono sbat­tere. A cominciare dalla Prote­zione civile che avrebbe dovu­to utilizzare 500 mila euro per la messa in sicurezza con i fon­di dell’'idrogeologico'. Belle le conferenze di servizio. Seguite dal nulla».

Replica a Bertolaso, sorvo­lando sui disastri a valle: «Cer­to che non costruiremo più in quella zona. Ma solo ora abbia­mo visto che cosa succede. Pri­ma come potevamo prevede­re? ». Il quesito piace all’inge­gnere Calabrò, 55 anni, occhia­li, rotondo, affaticato davanti alla pratica di quella concessio­ne del 1989: «Che c’entra l’abu­sivismo? Il palazzo nasce su un vecchio insediamento, come il convento delle suore e il palaz­zo del principe Ruffo anch’essi spazzati dalla valanga. Questa è 'zona B'». Formula magica af­ferrata al volo dal costruttore, Pagliuca, soddisfatto: «Zona B sta per zona di completamento centro urbano marino». Pure sul torrente? La domanda non piace, ma la risposta è una so­la: «Noi abbiamo demolito la casa che c’era prima per fare dieci appartamenti. Con tanto di licenza». E non ha alcun ri­morso Briguglio padre che a 77 anni sbotta, non solo contro Bertolaso: «Finiamola con ’ste speculazioni. Tutti a parlare di abusivismo. Financo l’amico mio Peppino Buzzanca, il sinda­co di Messina. E che scinnio (è sceso) dalla luna ora ora? Non era alla Provincia prima? Non le vedeva le case, da presiden­te? Io ci voglio bene a Peppino. Tutti ce ne vogliamo». E guar­da Calabrò , l’ingegnere che lo ebbe come testimone di nozze. «Che matrimonio. C’era pure il cugino importante». Briguglio il deputato? «No, Nania, Mim­mo Nania, il senatore». Di rap­porti, relazioni e parentele si parla con un sorriso compia­cente, incrinato dalle notizie sulla Procura che apre l’inchie­sta sul disastro colposo. Colpe? Qualcuno ha qualcosa da rim­proverarsi? Il costruttore allar­ga le braccia. Il sindaco pure. L’ingegnere appare poco poco turbato. Ma l’ex sindaco che fir­mò tranquillizza: «Normale è. Sempre giusto è fare un’inchie­sta. Qua però tutti con carte e mani pulite siamo».

Così a Scaletta l’unico con le mani sporche di fango resta l’ingegnere Vincenzo Andò che, nella sua divisa da vigile del fuoco, incrocia Bertolaso, indica le ruspe al lavoro e l’ac­qua che irrompe: «Restituiamo al torrente il suo letto natura­le ». Ma forse se l’è ripreso da solo. Nel peggiore dei modi.

Felice Cavallaro
Alfio Sciacca
04 ottobre 2009
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Berlusconi: "avevamo previsto". Smentito.

Messaggioda franz il 05/10/2009, 8:55

Il documento della Protezione civile smentisce il premier
Buzzanca: che dovevo fare, evacuare 100 mila persone?

Ma nel bollettino il rischio era "ordinario"
e il sindaco sbotta: nessuno ci ha avvisati

dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

Precipitazioni sparse e diffuse con temporali di forte intensità, quantità moderata, rischio idrogeologico a criticità ordinaria, stato di preallerta.

Eccolo il bollettino emanato dalla Protezione civile regionale giovedì primo ottobre, eccole le previsioni meteo per il pomeriggio nella fascia nord orientale della Sicilia. Nessuna particolare allerta, nessun preavviso. Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi suonano come una beffa alle orecchie di chi spala ancora con le mani nel fango, di chi piange i suoi morti, di chi aspetta ancora notizie dei propri cari, di chi ha perso tutto.

Quel giovedì primo ottobre nessuno diede mai alcun allarme. Nessuna unità di crisi in prefettura, nessuna allerta della Protezione civile, nessun avviso alla popolazione. Lo conferma il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca: "L'unità di crisi - dice - l'ho chiesta io alle 19 di giovedì, quando già il nubifragio era in atto da una mezzora e semplicemente perché alcuni amici, che abitano a Giampilieri, mi hanno chiamato per dirmi che lì stava venendo giù tutto. In dieci minuti abbiamo fatto partire la macchina dei soccorsi e solo perché io, in una città che ha subito ben due terremoti in 100 anni, proprio l'anno scorso ho rifatto il piano della protezione civile".

Il sindaco è un fiume in piena. E' stato accanto a Berlusconi nelle sue tre ore in Sicilia, non ha alcuna intenzione di fare polemica con il premier: "Forse intendeva dire che era noto che ci sarebbe stato il maltempo, ma che non si poteva prevedere uno smottamento di tale proporzioni". Ma poi ci pensa un attimo su e sbotta: "Sa che le dico? E anche quando che avremmo potuto fare: evacuare centomila persone? E dove? Perché a rischio, qui, continuamente c'è tutta la città e il suo comprensorio, mica solo Giampilieri e Scaletta Zanclea. Sta venendo l'inverno. Chissà quante di queste calamità naturali ci riserveranno i prossimi mesi e io voglio sapere da qualcuno che devo fare: ogni volta evacuare una città e dove le metto le persone? Se quei villaggi dovevano essere evacuati bisognava farlo dopo l'alluvione nel 2007, ma non l'hanno fatto".

Buzzanca, come gli altri amministratori locali oggi sul banco degli imputati per non aver ottemperato alla messa in sicurezza di zone ad altissimo rischio idrogeologico, racconta di aver spiegato a Berlusconi, Bertolaso e al ministro Prestigiacomo che qua, a Messina, l'abusivismo non c'entra nulla: "E non solo perché le case spazzate via erano del '700, ma soprattutto perché basta fare un giro in città e soprattutto leggere le carta per vedere che qui anche le costruzioni sul mare e sui fiumi hanno tutte la licenza. Gliele hanno date trent'anni fa".

Fuori del palazzo della prefettura, tra i manifestanti, comincia a esplodere la rabbia: "Come sarebbe a dire che avevano previsto tutto? - dice Mario, 60 anni, riuscito ad uscire per caso dall'abitacolo della sua macchina ripescata poi sulla riva del mare a Scaletta Zanclea - non sono stati in grado neanche di chiudere la statale che solo una settimana fa era rimasta bloccata per due giorni per una frana dopo un altro temporale. Si dovrebbero vergognare".

Definisce Berlusconi "avvoltoio" Leoluca Orlando, di Italia dei Valori: "Siamo stanchi di questo governo del giorno dopo che prende in giro i cittadini, offende le vittime di Messina e i loro parenti che stanno vivendo una tragedia enorme. Se l'esecutivo aveva previsto il disastro perché allora ci sono state 24 vittime e 40 dispersi?" E Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, osserva: "Berlusconi non sa quello che dice e ottiene il solo risultato di mettere in cattiva luce la protezione civile cui spetta dare l'allerta. Ma nessuna allerta è in grado di prevedere quanti millimetri di pioggia cadranno, in quale zona e meno che mai che conseguenze potranno avere".
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Una catena di errori, omissioni e ritardi

Messaggioda franz il 05/10/2009, 9:01

li aveva inviati la protezione civile
I due messaggi di «allerta» da Roma
che potevano salvare Messina

Destinatari: la Regione e poi la Prefettura e i Comuni. Ma nessuno ha evacuato le zone a rischio

ROMA - C’è una catena di errori, omissioni e ritardi dietro la tragedia di Messina. Ci sono le responsabilità di chi sarebbe do­vuto intervenire per far fronte a due avvisi di emergenza che in­vece sembrano non essere stati tenuti nella giusta considerazio­ne e, da parte di alcuni enti, addi­rittura ignorati. Perché in caso di allerta massima deve essere avviata una procedura standard, invece qualcosa non ha funziona­to. E dunque non sarà difficile per chi indaga stabilire l’identità di chi doveva far scattare il pia­no, visto che i ruoli sono indivi­duati in una direttiva firma­ta nel febbraio del 2004 dal presidente del Consiglio che al­l’epoca era Silvio Ber­lusconi. E non basterà, come ha fatto ieri lo stesso premier, afferma­re che «la precipitazione è stata più intensa del previsto», perché le dispo­sizioni individuano gli strumenti da adottare an­che a fronte di eventi ecce­zionali come questo. È il 30 settembre quando il Dipartimento della protezio­ne civile dirama da Roma un «avviso di condizioni meteoro­logiche avverse».

Non è il solito allarme meteorologico, ma un bollettino che impone agli esper­ti di prendere contromisure parti­colari. E infatti l’ufficio stampa decide di evidenziarlo con un co­municato che viene diramato po­co dopo. «Dal primo pomeriggio di domani giovedì 1˚ ottobre 2009 e per le successive 24/36 ore — è scritto nel documento in­viato ai responsabili della prote­zione civile regionale e ai prefetti della Sicilia, del Lazio e della To­scana — si prevedono precipita­zioni sparse a prevalente caratte­re di rovescio o temporale anche di forte intensità, su Lazio e sulla Sicilia. I fenomeni saranno ac­compagnati da forti raffiche di vento e attività elettrica». La direttiva approvata cinque anni fa parla chiaro e stabilisce che sia il Centro Funzionale a va­lutare gli scenari di rischio. In Si­cilia questa struttura non è ope­rativa e dunque i suoi compiti so­no affidati alla Regione. «Tocca a loro — chiarisce l’ingegner Pao­la Pagliara, responsa­bile del servizio idro­geologico del Dipar­timento della Prote­zione Civile — dira­mare gli avvisi da in­viare alle prefetture e agli enti locali, in questo caso i Comuni».

Un obbli­go reso ancor più pressante il giorno successivo, poche ore pri­ma del disastro. Poco prima delle 15 del 1˚ ot­tobre viene diramato un nuovo notam che evidenzia le «condi­zioni avverse» e torna a inserire la Sicilia nelle zone dove sono previsti «temporali anche di for­te intensità», ma soprattutto a sottolineare l’arrivo di «venti for­ti con raffiche di burrasca, dai quadranti occidentali». In situa­zioni del genere la catena di in­tervento parte dal presidente del Consiglio Regionale e arriva fino ai sindaci perché sono le struttu­re presenti sul territorio a dover conoscere quali siano le aree maggiormente esposte al perico­lo di fronte a eventi meteorologi­ci di particolare intensità. Non a caso un intero capitolo della di­rettiva è dedicato al rischio fra­ne. Il documento riconosce «la difficoltosa prevedibilità di que­sto tipo di fenomeno» e per que­sto «impone di dedicare la massi­ma attenzione sia alle fasi che precedono e accompagnano l’evento, tra le quali è da inten­dersi la previsione delle situazio­ni locali oltre a quelle generali, sia a quelle che è necessario pro­trarre anche dopo la fine del­l’evento stesso. Gli scenari di ri­schio e la loro evoluzione nel tempo reale dovranno quindi, e per quanto possibile, essere for­mulati anche sulla base di speci­fiche e dettagliate osservazioni effettuate sul campo, le quali po­tranno essere opportunamente affidate e organizzate anche nel­l’ambito dei piani comunali d’emergenza». Linguaggio buro­cratico che però evidenzia quan­to doveva essere fatto: esamina­re la situazione nei paesi che si trovano sotto la montagna e, di fronte al salire dell’intensità del temporale, valutare pure l’ipote­si di evacuare quelle abitazioni costruite dove più alto era il ri­schio di smottamento del terre­no. Nulla di tutto questo, alme­no a quanto risulta sino ad ora, è stato fatto. E quindi bisognerà stabilire chi — tra Regione, pro­tezione civile locale, prefettura e Comuni — abbia lasciato cadere l’allarme decidendo che non era il caso di intervenire nonostante la doppia segnalazione di ri­schio.

Fiorenza Sarzanini
05 ottobre 2009
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Previsioni

Messaggioda franz il 05/10/2009, 9:08

Gli scenari di ri­schio e la loro evoluzione nel tempo reale dovranno quindi, e per quanto possibile, essere for­mulati anche sulla base di speci­fiche e dettagliate osservazioni effettuate sul campo,

Dire genericamente che pioverà in Lazio, Sicilia anche con punte di particolare intensità non significa fare previsioni di disastri. Bisogna poter dire dove e quando, dato che non si puo' evaquare l'intera regione.
Il fatto che l'evento debba essere osservato in "tempo reale" significa che non c'è previsione.
In realtà eventi simili hanno una possibilità di previsione (luogo preciso e ora) solo 30 minuti prima.
Il che permette di salvare vite solo se in loco ci sono rifugi antiallagamento della protezione civile ed un sistema di allarme con sirene per la popolazione.

Ciao,
Franz
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Re: Messina, nubifragi e frane: 6 morti, 20 dispersi

Messaggioda pagheca il 05/10/2009, 10:09

Sono d'accordo con Franz. Come al solito l'informazione e' molto scorretta sui giornali. E' diventato il solito giochino ad accusare berlusconi, che sinceramente mi pare riduttivo.

Qui in UK (com'era in USA e Australia) c'e' un servizio permanente che emette "Weather Warning" attraverso giornali, siti web, telegiornali, in modo che la popolazione venga allertata. Potete averne un campione sulla pagina della BBC (http://news.bbc.co.uk/weather/hi/uk_warnings, oggi come quasi sempre vuota, ma tanto per avere un'idea).

In passato sono arrivate (con scadenza una volta l'anno) e-mail dall'amministrazione della mia universita', allertata automaticamente dal MetOffice, che chiedeva di andarsene a casa al piu' presto possibile in caso di "severe weather warning", che e' una condizione precisa, cui corrispondono atti precisi, non inventati a caso. E' successo anche se si trattava di semplici nevicate, perche' la previsione meteorologico ha un grande margine di errore (soprattutto per quanto riguarda le conseguenze di un evento meteorologico) e quindi e' meglio rischiare di perdere mezza giornata di lavoro che ritrovarsi con la gente bloccata che non sa come tornare a casa o che si rompe una gamba per il ghiaccio.

Ricordo che prima di un "thunderstorm", ovvero di un temporale con lampi, l'universita' in Delaware, USA dove lavoravo veniva allertata via interfono, chiedendo di staccare dalla presa tutte le apparecchiature delicate entro una cert'ora. Nelle zone dei paesi piu' a rischio c'e' un piano preciso di evacuazioni ed esercitazioni di emergenza. Avete mai sentito parlare di un'esercitazione a Messina, una delle citta' piu' a rischio dell'intera area mediterranea? Io no, ma magari mi sbaglio...

Insomma, accanto alle evidenti problematiche di ordine pubblico, legalita', abusivismo, e' un fatto che anche in questo siamo dei totali ignoranti che vivono ancora come si viveva 100 anni fa. Inutile prendersesla con Berlusconi, e' proprio che siamo vecchi e incompetenti. Ovunque e comunque. Il mio paese mi fa incazzare perche' si crede di essere la quinta o la sesta economia mondiale e gli eredi del Rinascimento mentre apparte la straordinaria fortuna di ritrovarci con un'eredita' culturale e artistica superiore a tutto il resto del mondo, oggi come oggi dovremmo andare umilmente ad imparare dagli altri. Siamo gli ultimi in europa occidentale.

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Re: Messina, nubifragi e frane: 6 morti, 20 dispersi

Messaggioda ranvit il 05/10/2009, 11:43

dal corriere.it :

L'ALLUVIONE
Strage di Messina, Lombardo:
«Colpa del clientelismo criminale»
Il presidente della Regione Sicilia: «Dramma dovuto alle demolizioni mancate». Il bilancio: 23 morti e 35 dispersi



Scaletta Zanclea (LaPresse)MESSINA - «C'è un clientelismo che rispetto alle demolizioni mancate può portare a eventi drammatici e a crimini che hanno fatto perdere la vita finora a 23 persone. Non si può che parlare di crimini in questi casi». Raffaele Lombardo punta il dito contro i responsabili della tragedia di Messina. Il presidente della Regione siciliana, intervistato da Rai News 24, fa riferimento alle notizie secondo le quali la polizia municipale di Messina aveva proposto l'abbattimento di 1.200 costruzioni abusive nelle zone colpite dall'alluvione. «Non possiamo più tollerare alcun abuso o abusivismo edilizio - ha poi aggiunto alla trasmissione del mattino su Rai Tre di Corradino Mineo. -Dobbiamo imboccarci le maniche, invertire la tendenza, essere inflessibili, demolire quello che non è stato demolito».

MATTEOLI - «La situazione è veramente disastrosa» ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, intervistato da Maurizio Belpietro nel corso della trasmissione di Canale 5 «La telefonata». «E poteva andare peggio, molto peggio come ha detto il presidente del Consiglio - ha aggiunto - perché la montagna poteva franare ancora travolgendo centinaia e centinaia di persone».


BILANCIO - Intanto le zone colpite dall'alluvione hanno trascorso la prima notte senza pioggia. Continuano senza sosta le ricerche dei dispersi rimasti sepolti nel fango e tra i detriti. I morti accertati, secondo quanto rende noto l'Unità di crisi riunita in Prefettura, sono 23, ma il loro numero è destinato ad aumentare: ci sono infatti 35 dispersi.


05 ottobre 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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