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Pizzarotti e la giunta slow

Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda franz il 12/06/2012, 11:59

"Mi mancano ancora 4 nomi"
Il sindaco del Movimento 5 Stelle dovrebbe presentare la sua squadra giovedì, "ma non so se ce la farò". E la città aspetta: "Peggio degli altri non può fare". Il gruppo dei consiglieri grillini la sera vanno a scuola di diritto amministrativo

dal nostro inviato ANTONELLO CAPORALE
PARMA - La città, larga come una donna di Botero, si è scelta un sindaco brevilineo, piuttosto magro, piuttosto pallido. La fisiognomica grillina riproduce il fisico asciutto e senza tracce di abbronzatura di Federico Pizzarotti. Finora siamo a tre assessori, e l'uno sembra simile all'altro. Il presidente del consiglio comunale sarà con tutta probabilità un ballerino di tango, con stivali stile caballeros e un bel camicione svasato. Dovrebbe sorridere alla vita, ma appare contrito. Ecco, colpisce la severità degli sguardi di tutti questi corpi in jeans. "Chi ce lo doveva dire che avremmo vinto?", sibila Mauro Nuzzo sotto la statua di Garibaldi, nella piazza che si apre al municipio, luogo sbarrato alle visite dei giornalisti che, se vogliono, aspettano in strada. La sorte ha voluto assegnargli l'incarico di capogruppo, "e anche oggi continuano gli incontri per formare la giunta, proprio non ho tempo per parlarle".

Mancano quattro nomi per dire completa la lista "ma non è detto che giovedì la presenti tutta, chissà", comunica il sindaco. Finora assegnate le deleghe all'Ambiente, e vanno proprio a chi ha guidato la protesta contro la costruzione dell'inceneritore, alle Attività produttive e al Bilancio. Manca però l'Urbanistica, assessorato pesante, in dirittura d'arrivo quella alla Cultura.
A Parma ride chi dovrebbe piangere. Coloro che hanno prodotto un debito mostruoso, siamo a 848 milioni di euro se i conti risultano esatti, attendono che Pizzarotti faccia un buco nell'acqua. Si incarti con le cambiali, si strangoli con i derivati tossici, si pieghi ai crediti che i costruttori espongono nei decreti ingiuntivi. Insomma: attendono che si azzoppi da solo e tra un annetto, svanita l'ubriacatura movimentista, tutti di nuovo alle urne e tutto di nuovo in ordine. Qui comanda l'Unione degli industriali che seleziona il candidato e lo offre, attraverso la Gazzetta, il giornale che invade tutti i tinelli di Parma, ai concittadini.

Sulla tonicità del suo simbolo Beppe Grillo indaga attraverso la posta elettronica. Così Pizzarotti: "Ci scambiamo mail e mi chiede se tengo il ritmo". A vederlo non si direbbe, però l'impressione è che il sindaco abbia più forza di quel che mostra, sia più decisionista di come appare, meno dimesso dei suoi jeans. "Bisogna trovare il modo per amministrare Parma con creatività - sostiene - e non far pagare alla città le colpe di altri". Ieri è andato a trovare per la seconda volta in due settimane gli industriali. Incontri di cortesia, ma l'uomo capisce dove soffia il vento. Dopodomani si presenta in consiglio. Con la giunta al completo? "Non lo so, forse". Un po' si diverte, un po' non comprende tutta questa attenzione agli assessori.

"Se non capiscono una cosa chiedono di rispiegarla", certifica Loretta Napoleoni, l'economista consulente esterno. L'incarico è gratuito. A lei e agli altri tre colleghi che dovrebbero sostenere lo sforzo creativo di amministrare una città totalmente devastata nel portafogli. Hanno iniziato con la scuola. Sessioni serali di diritto amministrativo per i venti consiglieri totalmente sconosciuti, senza studi legali alle spalle e zii e papà commercialisti, notai, avvocati, banchieri o industriali. "La città aspetta con fiducia questo Pizzarotti", garantisce Giorgio Pagliari, l'esponente del Pd disarcionato a un passo dalla candidatura, forse vincente. La scelta di Bersani ed Errani, il presidente della Regione, cadde infatti sulla proposta degli industriali e della Gazzetta: meglio Bernazzoli, "meglio l'usato sicuro che il salto nel buio".

I parmigiani hanno scelto per il salto nel buio, e ne sembrano contenti, convinti delle loro buone ragioni. Due signore al bar. Bracciali d'oro e buon appetito. Ines: "Non l'ho votato però mi sembra una brava persona". Letizia: "Io sì, più coglione di quegli altri non potrà mai essere". Più di quegli altri. Più di quel che hanno fatto chi mai avrebbe potuto osare? A Parma lo spreco è stato così ostentato, ossessivo, reiterato da trasformarsi in sostituto funzionale dell'apparato dei partiti. Si è proceduto ad appaltare la città agli architetti più arrischiati, a sotterrare per esempio il mercato centrale, e adesso persino la cicoria si deve acquistare sostando sulle scale mobili. Lo spreco è stato così macroscopico che il torrente Parma ha subìto in un punto in cui scorreva tranquillo e desolato una cura d'acciao tubolare, un passaggio stellare chiamato ponte a Nord. Un modo per spendere.

Infatti hanno speso tantissimo e i diciassette arrestati nel 2011 impongono ulteriori aspettative e altri possibili ingressi in carcere. La città svuotata dei suoi averi, è stata depredata e ridotta in povertà. "Sconvocata, sconvocata", diceva l'assessore al suo fido. Il passaggio di tangenti era definito, per deviare i sospetti, come una conferenza stampa. Se l'incontro era disdetto, si sconvocava. Le trascrizioni dei colloqui telefonici intercettati sono esilaranti, ma mezza città ora si è trovata convocata di fronte ai suoi peccati. Una scarpa perfetta per il piede di Grillo che quando è giunto a Parma ha riempito il pratone di piazza della Pace non una ma due volte e consegnato al signor Pizzarotti, bancario informatico al Credem, il pingue bottino.

(12 giugno 2012) http://www.repubblica.it


PS: i giornalisti invece dovrebbero andare a scuola di italiano:
Il gruppo dei consiglieri grillini la sera vanno va a scuola di diritto
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Re: Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda flaviomob il 23/02/2013, 0:52

da Repubblica:
Parma e le promesse mancate.
Luna di miele finita con Pizzarotti

L'aumento delle rette dei nidi, i problemi finanziari, la questione dell'inceneritore. In città monta la delusione. Il sindaco: "Vorrei accontentare tutti, ma non posso"
di VALERIO VARESI

Dopo l'euforia arrivano le proteste. Persino gli esposti, due in un solo giorno martedì scorso. Federico Pizzarotti, il primo sindaco a Cinque stelle di un Comune capoluogo, misura la distanza tra gli annunci della campagna elettorale e l'impatto con l'amministrare. Così, l'aumento delle rette dei nidi, ha fatto infuriare i genitori riuniti nel "comitato famiglie", quelli dell'Irpef e dell'Imu hanno risvegliato il clangore delle pentole in piazza, mentre un altro comitato gli contesta l'atteggiamento troppo arrendevole verso le banche. E su tutto questo aleggia l'imminente accensione del forno inceneritore, vero cavallo di battaglia del M5S in campagna elettorale, che ora rischia di aprire una crepa proprio tra i seguaci di Grillo.

Di tutto questo Federico Pizzarotti discute pacato mostrando grafici, cifre e tabelle ancorato, quasi abbarbicato, alla realtà, lontanissimo dalle rabbiose invettive del suo leader. Vien da dire che quello del sindaco di Parma sia il "grillismo reale", il pragmatismo amministrativo di chi è costretto a fare i conti ogni giorno con la "Spending review" e con un'eredità pesantissima lasciata da una giunta di centro destra che ha distrutto la città sia sul piano economico (870 milioni di debito) che morale con gli arresti dell'ex sindaco Pdl Pietro Vignali e del ras locale dei berlusconiani Giuseppe Villani.

Nel maggio scorso, emergendo dalle macerie della "petite capitale" sospinto da un potente vento rinnovatore, Pizzarotti era stato salutato con
entusiasmo dalla città, ma a distanza di nove mesi, lo slalom tra i paletti sempre più ostici delle ristrettezze di un bilancio sull'orlo del fallimento fa emergere le prime incrinature di quella luna di miele. Molte delle grane risalgono al passato, ma adesso affollano l'agenda dell'Amministrazione. Nei comitati che contestano ci sono anche elettori di Pizzarotti che avevano sognato un cambiamento più radicale. "Tariffe alle stelle" hanno ironizzato coi cartelli accusando il sindaco di voler risarcire le banche coi soldi dei cittadini. La commissione Audit sul debito attacca la gestione Pizzarotti su uno dei punti più delicati delle denunce in piazza di Grillo: il rapporto con le banche. Nel mirino l'area industriale "Spip"(controllata dal Comune), dove sono stati acquisiti terreni a un valore quasi triplo di quello di mercato gonfiando così l'ammontare di mutui ipotecari contratti con due pool di banche e avallati dalle giunte precedenti. Il commissario Mario Ciclosi, di fronte alla situazione fallimentare della stessa Spip, avviò un concordato preventivo poi fatto proprio anche dalla nuova Amministrazione, ma a tale procedura si è opposto il Tribunale per mancanza dei requisiti necessari. La conseguenza è che l'enorme debito della società si ripercuota pesantemente sul già esangue bilancio comunale. "Il concordato finirebbe per coprire le responsabilità di amministratori e istituti di credito - si arrabbia Cristina Quintavalla, già promotrice di una "lenzuolata" che scatenò uno scandalo urbanistico nel lontano '75 - Pizzarotti non può essere la candeggina che cancella le colpe".

Il "grillismo reale" fa risaltare la dura prassi amministrativa. "Io vorrei accontentare tutti, ma non posso" allarga le braccia il sindaco. "Rispetto al 2011 ho avuto un taglio di 27 milioni su 193 e con questi numeri non si scappa: o riduci i servizi o aumenti gli introiti. Ma se lo fa un sindaco di sinistra lo si commisera, se lo faccio io diventa un problema. D'altro canto - prosegue - non è vero che pago i debiti coi soldi dei cittadini: tutti sanno che la spesa corrente è ben distinta da quella in conto capitale". Ma il problema più grande sulle spalle di Pizzarotti è quell'inceneritore appena costruito e costato 193 milioni, per il quale fu promessa la riconversione. Troppo tardi, visto che l'iter era ormai deciso e che la società Iren è adesso intenzionata a metterlo in funzione già in primavera. "Io non ho mai fatto promesse che non si potevano mantenere" precisa Pizzarotti prendendo le distanze dai più oltranzisti. "Ci abbiamo provato e le battaglie non si avviano per vincerle a tutti i costi. Resto contrario, insoddisfatto, ma il tutto è valso a riportare l'attenzione sul tema rifiuti e sui danni degli inceneritori".

Prudenza e realismo di un'Amministrazione che bada alla riduzione del danno. Come sul concordato preventivo contestato e sull'orlo di sfumare. "Se avessi fatto fallire la Spip mi sarei trovato immediatamente i creditori addosso" spiega Pizzarotti. "Col concordato avremmo pilotiamo la crisi e nel frattempo non avremmo messo un soldo nelle partecipate. Il costo per il Comune sarebbe stato zero" spiega. Ma forse l'incognita più spinosa per il futuro è quella che riguarda il progetto di città che stenta ad emergere da questa navigazione prudente. "I parmigiani erano abituati ai grandi proclami velleitari come il metrò o la città da 400 mila abitanti" fa notare Pizzarotti. "Noi forse dobbiamo imparare a comunicare meglio, ma di sicuro, parliamo un'altra lingua". Tuttavia in città, dopo l'entusiasmo ora si sospende del giudizio: tanti "mah!" esclamati come se su tutto incombesse una grande incognita.


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Re: Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda franz il 23/02/2013, 9:14

"Vorrei accontentare tutti, ma non posso"

È il dramma del populista quando arriva al governo e si rende contro che una cosa è promettere (in)seguendo le rivendiczioni scoordinate dal basso, altro è governare, soprattutto in una situazione di oggettiva difficiltà economica. Non si tratta infatti di andare al governo di una città come Oslo, Berlino o Zurigo, che sono in ordine e ben gestite, ma di realtà in pieno dissesto finanziario come le città e le regioni italiane (per non parlare dell'Italia stessa).
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Re: Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda Iafran il 23/02/2013, 12:02

franz ha scritto:
"Vorrei accontentare tutti, ma non posso"

È il dramma del populista quando arriva al governo e si rende contro che una cosa è promettere (in)seguendo le rivendiczioni scoordinate dal basso, altro è governare, soprattutto in una situazione di oggettiva difficiltà economica. Non si tratta infatti di andare al governo di una città come Oslo, Berlino o Zurigo, che sono in ordine e ben gestite, ma di realtà in pieno dissesto finanziario come le città e le regioni italiane (per non parlare dell'Italia stessa).

Ha trovato la situazione che avrebbero trovato tutti al suo posto ... ma ha evitato loro la possibilità di risolverla ... peggiorandola probabilmente.
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Re: Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda flaviomob il 23/02/2013, 12:41

Vedremo, ha molti anni di tempo per dimostrare quello che sa/può fare.


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Re: Pizzarotti e la giunta slow

Messaggioda Iafran il 23/02/2013, 12:58

Abbiamo sempre auspicato il primato della politica ...
In questo ed in altri luoghi ci si può sempre servire di consulenze ... basta non seguire le orme di chi ci ha deluso (il cui comportamento ha avuto a che fare non tanto con la politica quanto con la Magistratura).
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