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Obama: via libera ad auto meno inquinanti

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Obama: via libera ad auto meno inquinanti

Messaggioda ranvit il 26/01/2009, 13:28

Da repubblica.it :

Obama: via libera ad auto meno inquinanti e che consumano di meno
Rivista la decisione di Bush: la California ed altri 13 Stati potranno porre limiti alle emissioni dei veicoli

Barack Obama (Ansa)
WASHINGTON (USA) - Una decisione che potrebbe avere conseguenze sul mercato automobilistico mondiale. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama presiederà oggi la riunione dell'Agenzia americana per la protezione dell'ambiente allo scopo di rivedere la decisione presa dall'amministrazione Bush di non concedere alla California (e ad altri 13 stati) il diritto di porre limiti alle emissioni di gas dalle auto. Lo ha annunciato la Casa Bianca.

MINORI CONSUMI - L'ordine esecutivo di Obama disporrà che l'Environmental Protection Agency, Epa, riconsideri il rifiuto prima espresso alla richiesta di approvazione della misura dei 14 stati, che sotto la guida del governatore Arnold Schwarzenneger erano fortemente critici delle posizioni assunte dal precedente presidente, George W. Bush in materia ambientale. Obama darà istruzioni al dipartimento Usa dei Trasporti di sbloccare i nuovi regolamenti in modo da permettere di raggiungere nel 2011 migliori standard di efficienza sul fronte dei consumi dei carburanti auto. In pratica le auto dovranno consumare di meno ed emettere meno gas nocivi.

CONSEGUENZE - La misura, che è stata fortemente osteggiata dall'industria automobilistica, imporrà alle case automobilistiche di inziare a produrre e vendere auto meno inquinanti. Dal punto di vista politico, l'annuncio servirà ad Obama a rafforzare, in meno di una settimana, la sensazione di una netta svolta rispetto all'amministrazione Bush su tutte le principali politiche, sicurezza e politica estera - con il piano del ritiro dall'Iraq e l'ordine della chiusura di Guantanamo - politica interna - con l'abolizione della legge che vieta i finanziamenti alle Ong che promuovono l'aborto - ed ora sul fronte dell'ambiente.


26 gennaio 2009

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Molto, molto, molto bene!

Vittorio
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Re: Obama: via libera ad auto meno inquinanti

Messaggioda pianogrande il 26/01/2009, 20:05

Chissà che Obama non riesca a far vedere al mondo che cosa significa non avere "il padrone" al governo.
Chissà che non riesca ad essere il presidente di tutto il popolo e non solo di una parte.
Chissà .....
Fotti il sistema. Studia.
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Il commento di Rifkin

Messaggioda ranvit il 27/01/2009, 11:08

Il presidente della Foundation on Economic Trends, tra i massimi esperti di energie rinnovabili
accoglie con prudenza l'annuncio di Obama: "Solo l'inizio di una trasformazione epocale"
Rifkin: "E' una svolta, ma non basta serve una rivoluzione ecologista"
di ANTONIO CIANCIULLO

"È un primo passo, un passo nella direzione giusta. Ma attenzione agli entusiasmi troppo facili: per vincere la sfida che abbiamo di fronte, per rallentare il cambiamento climatico rendendolo compatibile con la sopravvivenza della nostra società, bisogna fare di più". Jeremy Rifkin, il presidente della Foundation on Economic Trends, accoglie con prudente soddisfazione l'annuncio della nuova politica energetica di Obama.
Il cambio di rotta è netto. Dopo otto anni di presidenza Bush si volta pagina.

"Non ho dubbi sui disastri ambientali determinati dalla presidenza Bush. Adesso effettivamente quella pagina è stata voltata. Però bisogna andare avanti, bisogna sfogliare altre pagine per arrivare a concludere il processo di trasformazione epocale di cui vediamo solo l'inizio".

È quello che lei chiama la terza rivoluzione industriale, un processo lento. Non si rischia di smarrirne il filo conduttore?
"Non è che l'elettricità ha sostituito il vapore da un giorno all'altro: sono cambiamenti epocali che procedono in maniera irregolare, con accelerazioni rapide in un'area e arretramenti in un'altra".

Quali dovrebbero essere i prossimi passi della Casa Bianca per sostenere questo processo di cambiamento?
"Oltre alle centrali elettriche bisogna puntare sugli altri due pilastri della terza rivoluzione industriale. Prima di tutto intervenire sugli edifici non solo per limitare gli sprechi ma per compiere un salto tecnologico più impegnativo. Case e uffici devono produrre energia, non consumarla. Ormai la tecnologia per arrivare a questo risultato è a portata di mano: coibentazione, pannelli solari che avvolgono l'edificio, geotermia, energia dai rifiuti e anche il mini-eolico faranno sì che le case si trasformino in micro centrali elettriche".

Il terzo pilastro?
"È la conseguenza logica del precedente. Il sistema che ho descritto ha una geometria profondamente diversa dall'attuale albero di distribuzione dell'energia elettrica, che segue il vecchio modello basato su alcuni grandi rami e i capillari a scendere. Nascerà l'internet dell'energia: una rete elettrica interattiva e decentrata, capace di leggere l'offerta e i bisogni che vengono da ogni punto creando in ogni momento la migliore sinergia possibile. È un modello più affidabile perché riduce i rischi di black out, più sicuro perché l'energia è prodotta sul posto, più democratico perché sostituisce il potere di pochi con il contributo di milioni di persone".

Per arrivare a questo salto bisogna però rendere più convenienti le fonti rinnovabili: è quello a cui punta Obama.
"E infatti l'annuncio della Casa Bianca è un'ottima notizia. Ma, ripeto, è solo la premessa per un cambiamento che dovrà essere molto più radicale: senza la visione d'assieme, senza la capacità di pensare a lungo termine, il rilancio delle fonti rinnovabili rischia di restare privo di solide basi".

Lei sarà sabato prossimo a Bologna per chiudere il festival dell'urbanistica presentando il manifesto per l'architettura del prossimo millennio. Sarà tutto centrato sulla questione energetica?
"Certamente. Oggi gli edifici consumano tra il 30 e il 40 per cento del totale dell'energia utilizzata, e producono un'equivalente percentuale di gas serra. Immaginare una trasformazione come quella che ho descritto vuol dire abbracciare un concetto di architettura nuovo e rivoluzionario. Se a questi elementi aggiungiamo l'uso dell'idrogeno come contenitore flessibile per l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili, otteniamo il quadro di una società post-anidride carbonica in cui vivere sarà molto più piacevole. Ed è anche il solo modello capace di rimettere in moto il sistema economico che si è inceppato".

(27 gennaio 2009)
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Re: Obama: via libera ad auto meno inquinanti

Messaggioda mauri il 27/01/2009, 12:04

certo è un segnale forte anche verso tutti i paesi industrializzati, l'america è sempre stata anticipatrice di cambiamenti tecnologici che sono stati sucessivamente recepiti nel resto del mondo ma questo è qualche cosa di più interiore, salvare la terra e tutti siamo coinvolti e attori nel realizzare e raggiungere l'obiettivo, la prima pietra di una rivoluzione di pensiero, nuove frontiere per un nuovo businnes ed economia pulita
buona giornata, mauri
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la rete intelligente

Messaggioda mauri il 27/01/2009, 20:25

ciao, mauri

"Serve subito la rete intelligente Obama per fortuna l'ha capito"
La "smart grid" è un punto centrale del programma verde del presidente Usa. L'esperto spiega perché è fondamentale per lo sviluppo di rinnovabili ed efficienza di VALERIO GUALERZI

ROMA - "La potenza è nulla senza il controllo", recitava una fortunata pubblicità di qualche anno fa. Rinnovabili ed efficienza sono nulla senza la rete intelligente, si potrebbe parafrasare applicando lo slogan alla rivoluzione energetica che ci attende. "E' talmente importante che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in alcuni documenti ha posto la creazione di una smart grid in cima agli interventi da fare", spiega Giovan Battista Zorzoli, ex consigliere di amministrazione di Enel ed Enea, esperto di problemi energetici ed ambientali. "Troppo spesso - aggiunge - questo problema viene preso poco in considerazione, ma si tratta di un tema cruciale".

Professor Zorzoli, cosa si intende per "rete intelligente", la "smart grid" annunciata da Obama?
"Attualmente le reti sono passive e si limitano a distribuire l'energia prodotta dalle grandi centrali tradizionali. Con la diffusione degli impianti solari, eolici e della stessa cogenerazione, chi riceve energia la produce anche, ma al momento la rete non è attrezzata per ricevere questi contributi".

Per cambiare cosa occorre fare?
"Bisogna dotare la rete di sensori in grado di gestire non solo l'uscita di energia, ma anche i flussi in entrata. Flussi non costanti ma variabili, perché determinati da fattori esterni, prevalentemente meteorologici. La quantità di energia eolica immessa in rete varia a seconda della quantità di vento, quella fotovoltaica in base al sole e la produzione delle centrali di cogenerazione è legata alla temperature esterne e quindi alle esigenze di riscaldare o raffrescare gli edifici. Questo fa variare sia la tensione che la frequenza, con il rischio di mandare la rete in tilt".

Oggi non funziona già così?
"No, infatti il black out che circa un anno e mezzo fa ha colpito Germania, Svizzera e una parte dell'Italia settentrionale è scattato proprio per l'incapacità delle rete a gestire un'impennata nella produzione eolica tedesca dovuta a condizioni di vento particolarmente intenso".

Quanto è complicato dotare la rete di questa "intelligenza"?
"I tempi sono rapidi, la tecnologia già esiste anche se è costosa. L'unico ostacolo è la volontà politica".

In Italia come siamo messi da questo punto di vista?
"Bene, anche dal punto di vista tecnologico. La Cesi Ricerca, una società controllata dall'Enea, ha sviluppato degli impianti piloti e l'Enel ha investito molto, lanciando anche una rete dimostrativa in Toscana. E' importante però fare presto, vincendo le forti resistenze conservative di chi gestisce la distribuzione. Ora il contributo della microproduzione è ancora limitato e individuare i punti di ingresso dei contributi dove collocare i sensori è relativamente facile, se aspettiamo troppo trovarli sarà invece molto più difficile e costoso".
(27 gennaio 2009)
http://www.repubblica.it/2007/03/sezion ... gente.html
mauri
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