La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda annalu il 07/06/2008, 15:39

Da Repubblica.it di oggi:

Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema
Dopo l'incidente di Krsko il guru dell'economia all'idrogeno spiega perché l'Italia sbaglia
Rifkin, l'energia fai-da-te
così ci salveremo dal nucleare

di RICCARDO STAGLIANÒ

UNA fatica inutile. Perché se anche rimpiazzassimo nei prossimi anni tutte le centrali nucleari esistenti nel mondo, il risparmio di emissioni sarebbe comunque un'inezia. Un quarto di quel che serve per cominciare a rimettere le briglie a un clima impazzito. Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. Come curare malattie nuovissime con la penicillina. E non c'è neppure bisogno dei campanelli di allarme tipo Krsko per capirlo.

Basta guardare i numeri senza le lenti dell'ideologia. Proprio l'attitudine che, in Italia, scarseggia di più per il guru dell'economia all'idrogeno. Si vedrebbe così che l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. E che il problema dello smaltimento delle scorie è drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale".

L'incidente all'impianto sloveno arroventa il dibattito italiano, a pochi giorni dall'annuncio del ritorno al nucleare. Cosa ne pensa?
"Ho parlato con persone che hanno conoscenza di prima mano dell'incidente, e mi hanno tranquillizzato. Non ci sono state fughe radioattive e il governo ha gestito bene tutta la vicenda. Ho lavorato con l'amministrazione Jan%u0161a e posso dire che hanno sempre dimostrato una leadership illuminata nel traghettare la Slovenia verso le energie rinnovabili. Non posso dire lo stesso di tutti i paesi europei, ma posso lodare le politiche energetiche di Ljubljana".

Superata questa crisi, in generale possiamo sentirci sicuri?
"Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl".

Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo?
"Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui".

Un finto argomento quindi quello del nucleare "verde"?
"Non in assoluto, ma relativamente alla realtà, sì. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...".

Ci sono altri ostacoli lungo questa strada?
"Io ne conto cinque, e adesso vi dico il secondo. Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili".

Ecoballe all'uranio, un pensiero da brividi. E il terzo ostacolo?
"Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio sta per raggiungere il suo peak. I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Aggiungo il quarto punto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe. La Casa Bianca e molti altri governi fanno un gran parlare dei rischi dell'atomica in mani nemiche. Ma i governi buoni di oggi diventano le canaglie di domani".

Siamo arrivati così all'ultima considerazione. Qual è?
"Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata".

Se questi sono i dati che uso ne fa la politica?
"Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche".

In che senso? C'è un'energia di destra e una di sinistra?
"Direi modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo".

E il modello democratico, invece?
"È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet".

Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia?
"Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili".

Ci dica come si affronta questa transizione.
"Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla".

Oltre che motivi etici, sembrano essercene anche di economici molto convincenti. È così?
"In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia".

A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché?
"Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".

(7 giugno 2008)
annalu
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1387
Iscritto il: 17/05/2008, 11:01

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda delbia il 07/06/2008, 21:01

Non sono un esperto ma sono assolutamente in linea con quanto espresso da Rifkin. Se già negli USA si ha la tendenza all'abbandono (o perlomeno, alla non-crescita) del nucleare, l'intenzione del governo italiano nell'intraprendere ex-novo questa strada, sa parecchio di retroguardia (e immagino alla fine, sarà un altro motivo, all'estero, per scuotere la testa quando pensano a noi...).
Le nostre risorse alternative, è vero, sono anche maggiori rispetto a tanti Paesi che hanno già puntato sul solare e sull'eolico. E l'idea di una produzione di energia "molti-a-molti" mi solletica... a questo punto il problema è soprattutto politico (ma ci metto anche, di mentalità individuale). Il governo in carica (ma anche il centrosinistra, se fosse andato al potere) dovrebbe fare scelte radicali però, e chissà quanto cozzano con gli interessi economici che sicuramente gravitano su questo tema così "effervescente"?
delbia
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 9
Iscritto il: 24/05/2008, 19:42
Località: Firenze

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda FreeRider il 08/06/2008, 10:02

delbia ha scritto:Non sono un esperto ma sono assolutamente in linea con quanto espresso da Rifkin. Se già negli USA si ha la tendenza all'abbandono (o perlomeno, alla non-crescita) del nucleare, l'intenzione del governo italiano nell'intraprendere ex-novo questa strada, sa parecchio di retroguardia (e immagino alla fine, sarà un altro motivo, all'estero, per scuotere la testa quando pensano a noi...).

Nessuno qui è "esperto" - credo - ma in europa molto paesi stanno ripensando al nucleare e intendono chiudere le varie moratorie.
A Gemania e la Svizzera intendono costruire nuove centrali. La Finlandia lo sta già facendo. La Francia ne ha troppe ma vende un mucchio di surplus ... a noi.
Il motivo per cui non costruivano nuove centrali (usa compresi) era che erano già a posto (con la loro quota del 20% di nucleare) ma ora l'aumento del prezzo del petrolio e l'arrivo di nuove "generazioni" (ora la terza, tra qualche decennio la quarta) ha fatto cambiare piani a molti.

delbia ha scritto:Le nostre risorse alternative, è vero, sono anche maggiori rispetto a tanti Paesi che hanno già puntato sul solare e sull'eolico. E l'idea di una produzione di energia "molti-a-molti" mi solletica... a questo punto il problema è soprattutto politico (ma ci metto anche, di mentalità individuale). Il governo in carica (ma anche il centrosinistra, se fosse andato al potere) dovrebbe fare scelte radicali però, e chissà quanto cozzano con gli interessi economici che sicuramente gravitano su questo tema così "effervescente"?

Io ritengo che su questo tema strategico gli interessi gravitano su tutti e nessuno è esente.
Non esiste solo una lobby del petrolio, del carbone, del nucleare, del gas.
Esistono ovviamente anche legittimi interessi nel campo della produzione delle energie alternative, con tanto di sussidi e fondi pubblici.
Sicuramente quello è il futuro ma io non vedo in Italia la possibilità di avere il 100% della produzione di energia fatta con solare ed eolico come sognano gli americani per il 2100.
Noi non abbiamo le superfici necessarie e poi, chiariamoci, in inverno al nord c'è nebbia e non c'è un filo di vento.
L'idea quindi di una energia prodotta dal basso puo' funzionare al sud ma non al nord.

In effetti non esiste fonte che non abbia problemi e la soluzione sta in un mix di fonti e nella ricerca scientifica e tecnologica di nuove soluzioni.

I problemi che vedo sono molteplici.
Il solare fotovoltaico è una delle produzioni piu' inquinanti e affamate di energia che si conoscano, nel campo energetico.
Fino a pochi anni fa addirittura l'energia richiesta per fabbricare un pannello era superiore a quella che poi il pannello avrebbe prodotto durante 30 o 40 anni di lavoro.
Ha bisogno di tanta superfice ed ha problemi di bassa produttività nelle giornate senza sole (come per esempio sarebbe in questo maggio ed in questi primi di giugno) ed ovviamente di notte.
Molto meglio il solare a concentrazione. Piu' pulito ... ma rimane il problema degli enormi spazi richiesti. Il solare a concentrazione pero' risolve il problema della produzione notturna, dato che il calore prodotto viene immagazzinato.
Tutto cio' che è fossile (petrolio, gas, carbone) ha problemi enormi di inquinamento, a livello planetario e per la salute umana (bronchiti, tumori). Questi non sono problemi risolvibili.
Il nucleare è potenzialmente pericoloso ed ha il problema delle scorie. Ma altri paesi hanno risolto sia i problemi di sicurezza sia quello delle scorie. Non sono problemi irrisolvibili.
Il geotermico è possibile solo in pochi posto ed ha alti costi, perché le emissioni gassose usate sono molto corrosive e gli impianti vanno totalmente rifatti in pochi anni.
L'eolico da noi potrebbe funzionare solo nel sud del paese e richiede ampi spazi.
L'eolico off-shore (che sarebbe una buona idea) ha vari problemi. Da noi il fondale scende molto in fretta e quindi non si puo' fare come nel mare del Nord. Dovremmo fare piattaforme galleggianti. Abbiamo meno vento ed abbiamo una costa che ha un pregio turistico. Il costo dell'eolico quindi da noi è superiore, rispetto a quello di altri paesi che hanno fatto questa scelta avendo molto vento e bassi fondali da usare (mare del nord). da noi poi nel mediterrano c'è il non piccolo problema della navigazione. Piu' distanti sono le centali off-shore dalla costa (per problemi turistici) e piu' si creano problemi alla navigazione.
L'eolico d'alta quota (kitegen) non esiste ancora ma è un progetto molto promettente.

Per tutti i casi poi c'è un problema comune: la sindrome NIMBY. Non nel mio giardino.
Se non riusciamo a fare discariche ed inceneritori, che sono oggetti piccoli, sul piano volumetrico, avremo problemi non solo con le centrali nucleari ed i rigassificatori ma anche con i parchi solari, che sono immensi e tolgono risorse alla agricoltura.

E già vediamo cosa significa togliere risorse alla agricoltura per destinare campi e raccolti all'energia.
La fame per i piu' poveri.

Riassumendo, come già saggiamente si sapeva da secoli "tutto netto, senza difetto, non si puote" (machiavelli).
Se ci attacchiamo al ma non esiste soluzione che non ne abbia.
Anche quanto proposto da Rifkin puo funzionare solo per un 20-30% dell'energia prodotta ( dal basso) ma nelle giornate senza vento e senza sole che cosa facciamo? Pedaliamo per tenere acceso il PC?
E' evidente che vanno fatte anche tutte le considerazioni di carattere produttivo.
L'energia elettrica va prodotta mentre la si consuma. Domanda ed offerta vanno di pari passo, altrimenti sono guai (blackout e sovratensioni con incendi).
E' chiaro che ancora molto va fatto sul fronte del risparmio energetico (qui la nostra latitanza è scandalosa) ma è anche chiaro che la produzione di energia va garantita sempre, anche quando il tempo fa le bizze.
Sistemi di produzione che dipendono dal tempo atmosferico non possono essere fonti "strategiche".

La soluzione non è facile.
Eppure va trovata.

Ciao
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda paolo scattoni il 08/06/2008, 15:23

Anche quanto proposto da Rifkin puo funzionare solo per un 20-30% dell'energia prodotta ( dal basso) ma nelle giornate senza vento e senza sole che cosa facciamo? Pedaliamo per tenere acceso il PC?


Rifkin risponde all'obiezione proponendo l'idrogeno come vettore; viene trasformato di nuovo in energia elettrica e immesso in rete quando necessario.
paolo scattoni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 07/06/2008, 14:43

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda FreeRider il 08/06/2008, 16:28

paolo scattoni ha scritto:
Anche quanto proposto da Rifkin puo funzionare solo per un 20-30% dell'energia prodotta ( dal basso) ma nelle giornate senza vento e senza sole che cosa facciamo? Pedaliamo per tenere acceso il PC?


Rifkin risponde all'obiezione proponendo l'idrogeno come vettore; viene trasformato di nuovo in energia elettrica e immesso in rete quando necessario.

Già, ma ogni trasformazione costa due volte.
La prima nella fase di immagazzinamento e la seconda nella fase di successiva ritutilizzazione.
Il secondo principio della termodinamica è spietato su questo.
Se già una fonte (solare fotovoltaico) è piu' cara, figuariamoci dopo un ciclo di immagazzinamento.

Poi la produzione di idrogeno oggi (a partire dall'acqua) non è il massimo del rispetto dell'ambiente.

Ciao,
FR
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda franz il 08/06/2008, 18:21

ieri leggevo che Berlusconi ha ottenuto l'appoggio della Francia, per la costruzione di centali nucleari.
Nulla di strano, dato che la Francia già sta costruendo quella in finlandia e le varie in Cina.

Oggi leggo che ...

MEDVEDEV: PRONTI AD AIUTI - La Russia si dice pronta ad aiutare l’Italia nello sviluppo del nucleare civile qualora cambi la legge relativa alla costruzione di centrali. Lo ha detto ad Apcom Arkady Dvorkovitch, assistente del presidente russo Dmitri Medvedev. «Il dialogo è già in corso» ha specificato l’alto funzionario del Cremlino, dopo l'incontro tra Medvedev e un gruppo di top manager internazionali tra cui Fulvio Conti, ad dell’Enel. Tra Rosatom ed Enel esiste già un accordo di cooperazione per il nucleare civile, ma relativo solo al territorio russo e all'Europa orientale. «Noi abbiamo già offerto la nostra disponibilità» ha aggiunto Dvorkovitch, riferendosi a un’eventuale collaborazione in Italia.
(da repubblica.it)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda delbia il 08/06/2008, 22:08

franz ha scritto:ieri leggevo che Berlusconi ha ottenuto l'appoggio della Francia, per la costruzione di centali nucleari.
Nulla di strano, dato che la Francia già sta costruendo quella in finlandia e le varie in Cina.

Oggi leggo che ...


Può essere anch'esso un segno che al vertice di tutto sta non tanto la necessità energetica quanto poteri economici e/o politici?
(poi, ovvio, la necessità energetica esiste, eccome!)

Rispondendo poi alle obiezioni riguardanti il costo delle altre tecnologie... sì è anche vero questo ma allora non c'è proprio speranza di soddisfare appieno le ingordigie della nostra civiltà? Idea: e se imparassimo piano piano (prima di dover imparare per forza tutto in una volta!) a pretendere di meno, consumare di meno, "crescere" di meno? Ok lo so, si sconfina nella filosofia (e soprattutto, son considerazioni che non piacciono agli economisti di adesso) però... trasformare "cose" in ideali, non sarebbe una cattiva soluzione :-)
delbia
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 9
Iscritto il: 24/05/2008, 19:42
Località: Firenze

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda Bob il 10/06/2008, 19:23

franz ha scritto:MEDVEDEV: PRONTI AD AIUTI - La Russia si dice pronta ad aiutare l’Italia nello sviluppo del nucleare civile qualora cambi la legge relativa alla costruzione di centrali. Lo ha detto ad Apcom Arkady Dvorkovitch, assistente del presidente russo Dmitri Medvedev. «Il dialogo è già in corso» ha specificato l’alto funzionario del Cremlino, dopo l'incontro tra Medvedev e un gruppo di top manager internazionali tra cui Fulvio Conti, ad dell’Enel. Tra Rosatom ed Enel esiste già un accordo di cooperazione per il nucleare civile, ma relativo solo al territorio russo e all'Europa orientale. «Noi abbiamo già offerto la nostra disponibilità» ha aggiunto Dvorkovitch, riferendosi a un’eventuale collaborazione in Italia.
(da repubblica.it)


Accetto scommesse.

L'amico Putin tira fuori l'amico Silvio dai guai Alitalia facendo entrare l'Aeroflot nella mitica "cordata".
L'amico Silvio lo ricambia comprandogli una bella centrale nucleare.

Uno scambio di .... di catorci.

bob
Avatar utente
Bob
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 7
Iscritto il: 20/05/2008, 15:35

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda gabriele il 14/06/2008, 14:53

FR, sembra di sentire gli scettici ai lanci spaziali per arrivare sulla Luna. "A cosa serve andare sulla Luna?"

E' solo un paragone, non te la prendere. Lo utilizzo solo per dire una cosa molto banale: da qualche parte bisognerà pur RIcominciare.

Rifkin infatti non parla solo di come immagazzinare l'energia o come produrla, ma dei sistemi di produzione e a chi la produce, cioè di gestione èlitaria o democratica, un aspetto dalla questione che sfugge a molti


FreeRider ha scritto:Poi la produzione di idrogeno oggi (a partire dall'acqua) non è il massimo del rispetto dell'ambiente.


Punto?

La mia domanda è: perchè?

Gabrive
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
Avatar utente
gabriele
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 2690
Iscritto il: 18/05/2008, 16:01

Re: Rifkin sul nucleare: "soluzione di retroguardia"

Messaggioda FreeRider il 14/06/2008, 16:52

gabriele ha scritto:
FreeRider ha scritto:Poi la produzione di idrogeno oggi (a partire dall'acqua) non è il massimo del rispetto dell'ambiente.


Punto?
La mia domanda è: perchè?
Gabrive

Mi pare che oggi, celle catalitiche a parte, il processo principale sia la elettrolisi, che necessita di corrente e di acidi.
Lasciamo perdere pure il fatto che oggi la corrente è fatta principalmente a partire da combustibili fossili.
Tutto il processo dalla fabblicazione degli acidi al loro utilizzo .... non è il massimo per l'ambiente.

Potrebbero essere invece interessanti sistemi di produzione di idrogeno a partire dalle bimasse ed ottimizzati con l'uso di batteri OGM.

Ciao,
FR
Dal sito dell'enel
L'idrogeno è l'elemento più leggero e abbondante dell'universo. È tuttavia assai raro sulla Terra allo stato elementare, a causa della sua estrema volatilità. Per poterne disporre in quantità industrialmente utili occorre pertanto estrarlo dai composti che lo contengono in abbondanza (ad esempio dall’acqua, dai combustibili fossili, da sostanze minerali e da organismi vegetali) utilizzando una fonte di energia esterna. Per questo motivo l’idrogeno, al pari dell’elettricità, deve essere considerato un vettore energetico, piuttosto che una fonte energetica primaria. L'interesse per il suo impiego come combustibile, tanto per applicazioni industriali quanto per l’autotrazione, deriva dal fatto che l'inquinamento prodotto dall’idrogeno è quasi nullo. Se usato in sistemi a combustione produce, infatti, soltanto vapore acqueo e tracce di ossidi di azoto; mentre produce solo vapore acqueo, se viene utilizzato con sistemi elettrochimici (celle a combustibile).

Le tecnologie di produzione dell'idrogeno a partire dai combustibili fossili (in particolare dal carbone) sono mature e ampiamente utilizzate, anche se vanno ottimizzate da un punto di vista economico, energetico e di impatto ambientale. Dei circa 500 miliardi di m3 di idrogeno prodotti annualmente a livello mondiale, circa 190 miliardi rappresentano un sottoprodotto dell'industria chimica, mentre la maggior frazione deriva da combustibili fossili (gas naturale, idrocarburi pesanti e carbone) attraverso processi di reforming, di ossidazione parziale, di pirolisi e di gassificazione.

La produzione dell’idrogeno dai combustibili fossili ha tuttavia l'inconveniente di dar luogo alla emissione, come prodotto di scarto, di grandi quantità di CO2, gas notoriamente ad effetto serra. Tuttavia proprio la produzione dell’idrogeno dal carbone e l’idrogeno generato come sottoprodotto nell’industria chimica appaiono oggi le uniche strade praticabili per avviare una filiera produttiva di dimensioni tali da raggiungere le necessarie economie di scala.

L'estrazione diretta di idrogeno dall'acqua ha, al momento, un unico processo industriale consolidato: l'elettrolisi. In questo caso si dà luogo a un processo di produzione e consumo ambientalmente sostenibile, ma è necessaria una corrispondente quantità di energia elettrica pulita in grado di alimentare il processo di elettrolisi. Il problema è pertanto quello dei costi: con l'elettrolisi dell'acqua, infatti, si può ottenere idrogeno praticamente puro, ma a un prezzo che può diventare economicamente accettabile in una prospettiva ancora lontana, allorquando le innovazioni tecnologiche potranno consentire di utilizzare per il processo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (o da nucleare) a costi molto bassi.
Altri aspetti da valutare con attenzione sono inoltre quelli legati alla difficoltà di trasporto e stoccaggio , sia per la bassa densità energetica, sia perché l’idrogeno è esplosivo, infiammabile ed estremamente volatile.

Lo sviluppo dell'idrogeno come vettore energetico è pertanto una opzione di estremo interesse per contribuire a risolvere i problemi energetici del pianeta, ma richiede miglioramenti sostanziali nelle tecnologie esistenti e la ricerca di tecnologie innovative per renderne l'impiego economico e affidabile nelle varie fasi della catena tecnologica (produzione, trasporto, stoccaggio, utilizzo finale). Si tratta di una sfida non semplice, che si sta oggi affrontando con numerose tecnologie allo studio.

In questo scenario l'Italia può avere un ruolo da protagonista, poiché le conoscenze scientifiche e le capacità tecnologiche possedute sono di vertice a livello internazionale.

La Ricerca di Enel, particolarmente attiva nel settore, punta sulla produzione sia da fonti fossili, attraverso la gassificazione del carbone, sia da fonti rinnovabili con il processo di elettrolisi, sfruttando l’elettricità prodotta nelle centrali idroelettriche.

Pur non trascurando la sperimentazione e verifica delle celle a combustibile, Enel concentra i suoi sforzi sui più consolidati ed economicamente affidabili sistemi di conversione basati sulla combustione. A questo proposito, tra l’altro, nell’ambito delle attività dell’Hydrogen Park di Marghera, Enel sta sviluppando un progetto dimostrativo di un ciclo ad idrogeno per produrre elettricità e calore, caratterizzato da un’efficienza complessiva molto elevata e da zero emissioni.
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Prossimo

Torna a Ecologia, Energia, Innovazione, Ricerca

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron