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L'Europa allarmata per la situazione italiana.

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L'Europa allarmata per la situazione italiana.

Messaggioda ranvit il 15/12/2008, 9:31

Da Repubblica.it :

ECONOMIA Allarme Italia dell'Unione: servono meno tasse sui redditi bassi
Le indicazioni contenute nelle "pagelle" sulla agenda-Lisbona
"Economia ferma, più disoccupati"
Ue a Roma: subito riforme anticrisi
di ALBERTO D'ARGENIO

BRUXELLES - L'Italia è reduce da un anno di stagnazione ed entra in un 2009 ancora peggiore, segnato da licenziamenti e fasce di popolazione a rischio. Per questo l'Europa chiede interventi immediati, riforme e un miglioramento della spesa pubblica. In particolare Bruxelles esorta il governo a fare attenzione al federalismo fiscale, una riforma comunque vista di buon occhio: "Che aiuti la riduzione e l'efficienza della spesa pubblica".
Sono queste le indicazioni che la Commissione Ue darà domani con la pubblicazione delle "pagelle" sull'attuazione della strategia di Lisbona, l'agenda nata a inizio secolo per migliorare la competitività del Vecchio Continente.

La scheda Italia si apre con un quadro della situazione attuale: "Nel 2008 l'economia è stata stagnante. Sono diminuiti i consumi privati, sono calati gli investimenti e le esportazioni". Un quadro sconfortante al quale segue l'allarme occupazione. "Nel 2009 non saranno creati nuovi posti di lavoro e il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare, come avvenuto nel 2008 per la prima volta da 10 anni". I gruppi sociali più a rischio saranno quelli con stipendi bassi, minor specializzazione professionale e contratti atipici.
Da qui l'esigenza di reagire subito. Da un lato serviranno misure a lungo termine che - in linea con la nuova strategia europea sul clima - aiutino "la transizione nell'economia verde", politica che aumenterebbe il potenziale di crescita del Paese (la scommessa Ue è proprio quella usare la terza rivoluzione industriale, quella verde, per spingere l'economia).
Nell'immediato, invece, alla crisi l'Italia deve rispondere "aumentando la competitività" nel commercio al dettaglio (leggi liberalizzazioni) e tagliando i costi burocratici. E sarebbe utile anche un aiuto fiscale alle fasce a rischio. Insomma, in linea con il piano anti-crisi appena varato dall'Ue, in questo frangente si possono usare soldi pubblici per rispondere alla recessione, anche se appena le condizioni economiche miglioreranno l'Italia sarà chiamata "a invertire la sua espansione di bilancio".

Quindi nella ricetta compaiono alcune richieste su cui la Ue batte da anni: necessità di aggiustare il debito pubblico ("pesa molto sulla sostenibilità dei conti") e di aumentare la competitività. A tal proposito la Commissione europea mette le mani avanti, riservandosi di valutare più avanti "l'impatto delle nuove misure nel campo dell'educazione e della ricerca". Un chiaro riferimento alle riforme del ministro Gelmini. Sul banco degli imputati, altro classico, c'è anche la scarsa produttività dell'intero sistema nazionale. "Le politiche chiave per aumentarla - scrive Bruxelles - sono quelle delle riforme strutturali: più concorrenza, meno costi burocratici, miglior funzionamento del mercato del lavoro, più ricerca e sviluppo". Maggiore attenzione deve essere data anche al potenziale della forza lavoro inutilizzata, "particolarmente nel Sud".

La scheda Italia si chiude con quattro raccomandazioni che tirano le somme: si parte dalla necessità di migliorare i conti pubblici diminuendo la spesa e migliorandone l'efficienza. In questo contesto la Ue chiede di "assicurare che il futuro federalismo fiscale sia pienamente in linea con questi obiettivi". Il governo dovrebbe poi rinforzare la concorrenza nei mercati dei beni e dei servizi: in particolare nel commercio al dettaglio e della benzina, nei servizi finanziari e professionali, nel gas, nel trasporto aereo e in quello locale. Le ultime due richieste sono di lavorare sulla produttività - "migliorando efficienza e risultati del sistema scolastico anche monitorando gli standard di qualità e facendo attenzione alle questioni di equità" - e riducendo le disparità tra Regioni, in particolare continuando la lotta al lavoro nero.

(15 dicembre 2008)

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E il Pd che dice (a parte l'inadeguadezza di Berlusconi a gestire la crisi), in termini di proposte concrete?

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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